LEGGERE
P.b.
Io leggo per vivere la vita raccontata nei romanzi per sognare di essere con i protagonisti dei romanzi. È una delle cose più belle che si possano dire dei libri.
Io non li leggo semplicemente: ci entro dentro, ci vivo, ci amo, ci soffro. Divento Elizabeth Bennet quando cammina sotto la pioggia verso Netherfield, divento Heathcliff che urla il nome di Cathy nel vento della brughiera, divento il conte di Montecristo che pianifica la sua vendetta con il cuore che batte forte anche nel mio petto.
Leggere per me non è evasione, è un’altra vita vera, più intensa di quella di tutti i giorni. È indossare altre pelli, respirare altri profumi, provare emozioni così grandi che la realtà quotidiana a volte sembra sbiadita al confronto.
Penso che non ci sia niente di sbagliato in questo.
I protagonisti dei romanzi mi aspettano sempre, non mi tradiscono mai, non invecchiano, non se ne vanno. Posso tornare da loro dopo 50/60 anni fa e mi accolgono nello stesso modo, con le stesse parole che mi hanno fatto piangere o battere il cuore la prima volta.
Io non sto “sognando di essere con loro”.
Io lo sono, davvero, mentre leggo
E quella è una delle forme più pure e potenti di amore che esistano.
Continuare a vivere mille vite.
I libri sono lì proprio per questo.
