mercoledì 15 ottobre 2025

CANCELLARE IL '900: L’ERRORE DEI NUOVI MORALISTI Ilaria Borletti

 

CANCELLARE IL '900: L’ERRORE DEI NUOVI MORALISTI

 Ilaria Borletti 

 14/10/2025

Alessandro Baricco, sempre interessante interprete della Storia, sostiene che tutto quello che viviamo — ma soprattutto che i giovani vogliono con le loro appassionate proteste — è la fine di qualunque rigurgito o persino sussulto di un secolo morente: il ’900, cornice temporale del peggio, dal colonialismo alle guerre più atroci causate dagli imperi dissolti, fino a una cultura prevaricatrice e sanguinaria.


Da cancellare, quindi, con un colpo di spugna già realizzato peraltro in molte università anglosassoni e americane, sostituendo insegnamenti di ispirazione novecentesca con quelli più attuali, rivolti a una cultura globale. Whatever this means!


I giovani aspirano alla giustizia, alla negazione dell’autorità delle élite, a salvare il pianeta dall’avidità, e si schierano senza dubbio dalla parte dei poveri e degli oppressi. Come hanno dimostrato anche le recenti manifestazioni: i palestinesi oppressi dalle élite ebraiche, uniche colpevoli del loro calvario. Tutto ciò, secondo Baricco, è il segno di una profonda e totale negazione del XX secolo.


Siamo entrati in un’epoca i cui problemi sono affrontabili solo se fermiamo qualunque spiffero del ’900? Certo, il web ha reso la globalizzazione un fenomeno reale, la velocità delle comunicazioni strepitosa, ma in che cosa quel secolo così oggi rifiutato si differenzia dal XXI tanto da giustificare una tale profonda contrapposizione?


Gli imperi: la fine della prima guerra mondiale ha visto lo sgretolarsi degli imperi affogati nel sangue, ma non è solo una provocazione affermare che oggi ci sono altri imperi e altri colonizzatori, capaci di usare altre vie — che non quella della dominazione politica — per garantirsi il dominio di parti del mondo. La Cina, per esempio, è presente in molti paesi africani, di cui controlla infrastrutture e parte dell’economia, come in alcuni paesi asiatici.


La Russia è capace di estendere la propria influenza militare attraverso eserciti mercenari in molte aree, soprattutto del sub-Sahara. L’integralismo islamico controlla governi e popoli di molti paesi, spingendoli verso l’intolleranza e in alcuni casi la guerra.


Le ingiustizie e le disuguaglianze che ancora nel ’900 caratterizzavano la vita anche della popolazione europea oggi, con la prorompente entrata della finanza nell’economia, si sono ampliate. La finanza sfugge a qualsiasi controllo, non è ancorata al territorio, si sposta, spesso non ha identità né nome, ma manovra i destini delle economie mondiali: i mercati ondeggiano tra previsioni e illusioni, creando ricchezza ma non distribuendola, se non nelle mani di pochi. Mai tanta disuguaglianza ha colpito le società, anche occidentali, e sarà peggio quando gli Stati dovranno, per eccesso di spesa pubblica, abdicare ad alcune funzioni.


Il ’900 ha realizzato quell’insegnamento che l’Illuminismo aveva auspicato: libertà e uguaglianza hanno ispirato il nascere delle costituzioni moderne; la rivoluzione femminile ha scritto una pagina assolutamente straordinaria proprio in quel secolo; le menti si sono aperte alla scienza e al pensiero; le organizzazioni sindacali hanno assunto un ruolo nella rappresentanza dei lavoratori mai avuto prima; l’arte ha rotto gli schemi ottocenteschi ed è volata verso nuove esaltanti espressioni.


Guerre, tragedie, persecuzioni, lotte hanno cambiato l’ordine mondiale più di qualsiasi rivoluzione digitale, e la seconda parte del secolo in Occidente ha visto — pur con alti e bassi — crescita e prosperità.


Oggi tutto ciò pare lontanissimo: l’ascensore sociale si è fermato, le speranze di crescita diffusa e di progresso si stanno sgretolando, il pensiero è stato sostituito da un compulsivo rapporto con la rete, e persino la protesta delle nuove generazioni è caduta nell’illusione che basti cancellare quel secolo “cattivo” per essere sulla strada giusta.


Un’illusione, appunto, perché proprio dalla conoscenza degli orrori e dei trionfi del XX secolo può nascere la strada per capire l’oggi — e forse per contribuire a migliorare il futuro di quello che viviamo.