martedì 25 ottobre 2016

NOI: CHE VIVIAMO DI NOIA ED INDIFFERENZA...

Vargas Llosa si chiede: “Quanti tra coloro che godono del privilegio di vivere in società aperte, protette da uno stato di diritto, rischierebbero la vita per difendere questo tipo di società?”. Rispondendo così: “Pochissimi, per la semplice ragione che la società democratica e liberale, pur avendo favorito i livelli di vita più alti della storia e ridotto maggiormente la violenza sociale, lo sfruttamento e la discriminazione, invece di risvegliare adesioni entusiastiche, di solito provoca in chi ne beneficia noia e indifferenza, se non un’ostilità sistematica”.

mercoledì 5 ottobre 2016






DEMOCRAZIA=OLIGARCHIA? 

Un tentativo di riflessione. Scalfari su Repubblica, Domenica scorsa, ha commentato il dibattito televisivo sul referendum costituzionale andato in onda su La 7 venerdì sera, a cui hanno partecipato il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. Quello che scrive Scalfari è un po’ sorprendente perché è stato spesso molto critico nei confronti di Renzi, ed è invece, come dice lui stesso, amico di Zagrebelsky. Scalfari spiega che «il primo errore riguarda proprio la contrapposizione tra oligarchia e democrazia: l’oligarchia è la sola forma di democrazia, altre non ce ne sono salvo la cosiddetta democrazia diretta, quella che si esprime attraverso il referendum. Pessimo sistema è la democrazia diretta». Scalfari suggerisce che Zagrebelsky, che «detesta l’oligarchia», forse «non sa bene che cosa significa e come si è manifestata nel passato prossimo e anche in quello remoto». L’oligarchia è sempre stata in realtà la forma di governo in Italia, quella praticata dalla Democrazia Cristiana e dallo stesso Partito Comunista: l’oligarchia è quindi auspicabile, perché è, in sostanza, la stessa cosa della democrazia, dice Scalfari. Molti commenti hanno sottolineato che Scalfari avrebbe sbagliato confondendo due concetti in realtà diversi e contrapposti. Molti commentatori si sono lanciati in giudizi piuttosto netti sullo stato di senescenza di Scalfari. Eppure, anche non mi è simpatico Scalfari, in questo caso il problema è di chi poco conosce le teorie sviluppate nel passato da eminenti studiosi di scienza poltica, perchè altrimenti si sarebbe accorto che Scalfari non ha detto nulla di nuovo. A me è sembrato, cioè che il riferimento scalfariano sia semplicemente alla teoria delle élites di studiosi come Mosca, Pareto, Weber e Michels. Mosca, come Scalfari, sosteneva che l'unica democrazia possibile è comunque un'oligarchia. Possiamo non essere d'accordo, ma non parliamo di effetti di senescenza. L'argomento era di critica a uno Zagrebelsky che insisteva nel considerare l'oligarchia come degenerazione della democrazia rappresentativa, quando, per la teoria dell'élites, la democrazia è necessariamente un'oligarchia in quanto una classe (la politica) ben separata dal popolo fa di tutto per autoperpetuarsi. Che questo sia un bene o un male è da valutare in relazione ai risultati, non tanto contrapponendo utopie di "democrazia diretta" alla Grillo maniera. Ora il punto che Scalfari non ha affrontato è che non serve molto demonizzare l'oligarchia se non si ha una soluzione ai vizi della reale e ovunque diffusa democrazia "oligarchica". E neanche serve molto dire che Scalfari è "andato" per l'età avanzata. Allora potrebbe essere utile capire il pessimismo della teoria elitista, nata peraltro come critica durissima sia del marxismo e che del liberalismo. Questi autori non hanno teorizzato di togliere il potere al popolo per darlo alle élites, bensì hanno affermato che -empiricamente- il potere le élite finiscono per averlo sempre.  

martedì 4 ottobre 2016



RIFORMA COSTITUZIONALE: UNA DISCUSSIONE SU FB




Paolo Bolzani
3 ottobre 2016
Io continuo a ragionare sulle ragioni del no, invece di lanciare slogan tipo" è una porcata" preferisco ragionare sulla debolezza degli argomenti dei contrari alla riforma. Non vedo, scusate, una «democrazia autoritaria» alle porte. Non c'è nessun "combinato disposto" da votare. Se ci sarà proposta con maggioranza parlamentare (non c'entra con Referendum), la Legge elettorale sarà modificata. Preferisco vedere che il governo sarà un po’ più forte, un po’ più stabile ed efficiente. Preferisco considerare che continuerà ad essere bilanciato da contropoteri che continuano ad esistere e nessuno ha cancellato. Preferisco considerare una buona cosa il superamento del bicameralismo paritetico, e la revisione della riforma del titolo V che spostò dal governo centrale alle Regioni poteri e competenze che non avrebbero mai dovuto prendere quella strada e che mise i governi nella impossibilità di attuare politiche nazionali in alcuni ambiti cruciali. Preferisco discutere, senza drammatizzare, su difetti che alcuni richiamano con riferimento alla composizione del Senatoe ad alcune delle previste competenze. Preferisco parlare di difetti della riforma, pensando però che questo è inevitabile , perchè risultato di mediazioni parlamentari e non dalle imposizioni del Governo.

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Notizie





Paolo Bolzani
2 ottobre 2016
Scrive Scalfari:"2-0 in favore di Renzi ed eccone le ragioni.
Il primo errore riguarda proprio la contrapposizione tra oligarchia e democrazia: l'oligarchia è la sola forma di democrazia, altre non ce ne sono salvo la cosiddetta democrazia diretta, quella che si esprime attraverso il referendum. Pessimo sistema è la democrazia diretta. La voleva un tempo Marco Pannella, oggi la vorrebbero i 5 Stelle di Beppe Grillo. Non penso affatto che la voglia Zagrebelsky il quale però detesta l'oligarchia. Forse non sa bene che cosa significa e come si è manifestata nel passato prossimo e anche in quello remoto.
L'oligarchia è la classe dirigente, a tutti i livelli e in tutte le epoche. E se vogliamo cominciare dall'epoca più lontana il primo incontro lo facciamo con Platone che voleva al vertice della vita politica i filosofi. I filosofi vivevano addirittura separati dal resto della cittadinanza; discutevano tra loro con diversi pareri di quale fosse il modo per assicurare il benessere alla popolazione; i loro pareri erano naturalmente diversi e le discussioni duravano a lungo e ricominciavano quando nuovi eventi accadevano, ma ogni volta, trovato l'accordo, facevano applicare alla Repubblica i loro comandamenti.
Ma questa era una sorta di ideologia filosofica. Nell'impero ateniese il maggior livello di oligarchia fu quello di Pericle, il quale comandava ma aveva al suo fianco una folta schiera di consiglieri. Lui era l'esponente di quella oligarchia che fu ad Atene il punto più elevato di buon governo e purtroppo naufragò con la guerra del Peloponneso e contro Sparta (a Sparta non ci fu mai un'oligarchia ma una dittatura militare).
Nelle Repubbliche marinare italiane l'oligarchia, cioè la classe dirigente, erano i conduttori delle flottiglie e delle flotte, il ceto commerciale e gli amministratori della giustizia. Amalfi, Pisa, Genova e soprattutto Venezia ne dettero gli esempi più significativi.
Veniamo ai Comuni. Avevano scacciato i nobili dalle loro case cittadine. L'oligarchia era formata dalle Arti maggiori e poi si allargò alle Arti minori. Spesso i pareri delle varie Arti differivano tra loro e il popolo della piazza diceva l'ultima parola, ma il governo restava in mano al ceto produttivo delle Arti e quella era la democratica oligarchia.
Nel nostro passato prossimo l'esempio ce lo diedero la Democrazia cristiana e il Partito comunista. La Dc non fu mai un partito cattolico. Fu un partito di centrodestra che "guardava a sinistra" come lo definì De Gasperi; l'oligarchia era la classe dirigente di quel partito, i cosiddetti cavalli di razza: Fanfani, La Pira, Dossetti, Segni, Colombo, Moro, Andreotti, Scelba, Forlani e poi De Mita che fu tra i più importanti nell'ultima generazione. Quasi tutti erano cattolici ma quasi nessuno prendeva ordini dal Vaticano. De Gasperi, il più cattolico di tutti, non fu mai ricevuto da Pio XII con il quale anzi ebbe duri scontri. Tra le persone che davano il voto alla Dc c'erano il ceto medio ed anche i coltivatori diretti che frequentavano quasi tutti le chiese, gli oratori, le parrocchie.
I braccianti invece votavano in massa per il Partito comunista, ma non facevano certo parte della classe dirigente. Gli operai erano il terreno di reclutamento dell'oligarchia comunista, scelta tra i dirigenti delle Regioni e dei Comuni soprattutto nelle province rosse, dove c'erano molti intellettuali, nell'arte, nella letteratura, nel cinema e nella dolce vita felliniana. Al vertice di quella classe dirigente c'erano Amendola, Ingrao, Pajetta, Scoccimarro, Reichlin, Napolitano, Tortorella, Iotti, Natta, Berlinguer e Togliatti. Al vertice di tutto c'era la memoria di Gramsci ormai da tempo scomparso.
Togliatti operava con l'oligarchia del partito e poi decideva dopo aver consultato tutti e a volte cambiava parere. Ascoltava anche i capi dei sindacati. Gli iscritti erano moltissimi, quasi un milione; i votanti erano sopra al 30 per cento degli elettori con punte fino al 34. Ma seguivano le decisioni dell'oligarchia con il famoso slogan "ha da venì Baffone".
Caro Zagrebelsky, oligarchia e democrazia sono la stessa cosa e ti sbagli quando dici che non ti piace Renzi perché è oligarchico. Magari lo fosse ma ancora non lo è. Sta ancora nel cerchio magico dei suoi più stretti collaboratori. Credo e spero che alla fine senta la necessità di avere intorno a sé una classe dirigente che discuta e a volte contrasti le sue decisioni per poi cercare la necessaria unità d'azione. Ci vuole appunto un'oligarchia. Spero che l'abbia capito, soprattutto con la sinistra del suo partito che dovrebbe capirlo anche lei."
Commenti
Cesara Pavone Grazie per l'offerta di un'interessante lettura domenicale.
Adria Bartolich Estendendo il concetto anche il PNF era guidato da un'oligarchia e perciò democratico. Va bene fare il tifo ma senza perdere l'uso della ragione!
Paolo Bolzani Ma è esattamente il pensiero di Zagrebelsky l'aver esteso "troppo" il concetto. Governare per "cinque anni" è antidemocratico? E l'elogio dei tempi della Democrazia Cristiana che cambiava un governo all'anno...nella continuità. Elogio del bizantinismo democratico?.
Adria Bartolich Zagrebelsky dice che non si possono azzerare i contrappesi perchè oligarchie senza controllo sono un pericolo, (la differenza tra il governo del PNF e quello con la DC, ) non che governare per 5 anni sia antidemocratico. E' una bella differenza
Paolo Bolzani Ma poi si è incartato su quali contrappesi siano stati azzerati...salvare il soldato Ryan/Senato? Sarebbe l'argomento del difendere i contrappesi? Appunto è un inno al bizantinismo istituzionale. Siamo al proporzionale perchè così si difende il diritto delle minoranze anche se non si governa?. Consegnare il paese ai ricatti delle minoranze, sarebbe il zabrelskiano concetto di democrazia?
Adria Bartolich Caso mai salvare un senato che non conta più nulla è demagogia. Un bel senato federale, anche ridotto nei numeri, con ampi poteri no? Un bel senato federale? Invece che un senatino inconsistente e con poterucoli e una camera dei deputati con poteri da soviet supremo, o quasi...
Adria Bartolich e l'obiezione "perchè mi parla di politica invece di costituzione?" ma è assurdo! Un livello imbarazzante
Paolo Bolzani Non mi piace questa riforma del Senato...ma la preferisco alla non riforma, soprattutto se combinata con il Titolo V.
Adria Bartolich non apriamo il tema titolo V, un accentramento terrificante di competenze, altra cosa per la quale sono assolutamente in dissenso con questo governo
Paolo Bolzani Gli argomenti portati da Renzi su Sanità, Ambiente, Opere pubbliche, Energia, sono, per me, molto ma molto condivisibili. La competenza alle parrocchie non fa fare niente per elettoralismo localistico.




Franco Cuneo Sinteticamente: la riforma vuole due cose , accelerare l 'iter delle leggi e governi certi, credo siano entrambi necessari, tutto il resto e accademia, il fascismo andò al potere con la violenza e la complicità di una classe politica debole ed imbelle , non con elezioni
Adria Bartolich ma il nazismo andò al potere con libere elezioni. Le vinse. Ciò non vuol dire che io paragoni questo governo al nazismo, chiarisco bene prima di essere fraintesa. Ma c'è oligarchia e oligarchia!
Franco Cuneo Libere elezioni in un contesto nel quale la Germania di Weimar doveva pagare ingenti danni di guerra, fu facile x il nazismo cavalcare la crisi inflazionistica che colpì il popolo tedesco, fu un errore degli alleati e di Weimar a portare il nazismo al potere
Severina Alberti non è l'organizzazione interna di una nazione che porta al totalitarismo, ma delle necessità latenti ... la crisi inflazionistica, la necessità di mano d'opera per le macchine, e poi la tensione socio culturale creatasi dopo la prima guerra mondiale. ...Altro...
Adria Bartolich Giusto, condizioni sociali generali e una classe dirigente non in grado di governale che spingono ad affidarsi all'uomo girate, che poi si dà le regole che gli servono per essere ancora più forte
Severina Alberti gli ebrei avevano i soldi, Adria... schiavizzarli per i nazisti valeva la pena... erano una comunità non esclusivamente religiosa, ma anche molto colta...lo sterminio non è stato un progetto, ma la conseguenza di un progetto che mirava ad altro: il riscatto dei tedeschi impoveriti e indeboliti dalla guerra...ma sono andata fuori argomento.

Adria Bartolich di tutto si sente la mancanza in questo paese tranne che delle leggi, ne abbiamo un numero folle! Il problema è come si costruisce il consenso , ha ragione Zagrebelsky . Renzi ne fa un problema tecnico più di Zagrebelsky che dovrebbe essere tra i due il tecnico. Il problema è invece politico. solo che questa riforma rischia di rendere il problema ancora più consistente. E non lo dico perchè penso "che la nostra sia la costitizione più bella del mondo" , non lo è, Riformiamola, ma non per farne una peggiore
Paolo Bolzani Certo riformarla...ma quando mai ci troveremo d'accordo su quale e con quale maggioranza? Unire il paese? Boh! Quando mai. La politica è fare ciò che è possibile non sognare un mondo perfettamente zagrebelskiano.
Bruno Perlasca Questo interessante dialogo tra Adria e Paolo dimostra che l'unica "oligarchia" da utilizzare in questo caso era quella dei giuristi da votare in un'assemblea costituente che avrebbero potuto trovare una sintesi tra pareri diversi. Non si può cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza.
Adria Bartolich perfetto, sono d'accordo
Bruno Perlasca Su oligarchia e democrazia mi aspetto una risposta di Luciano Canfora. Ho l'impressione che Scalfari confonda oligarchia con classe dirigente.
Franco Cazzaniga Giuristi? No, grazie. Le costituzioni le deve votare il popolo, i giuristi, e non da soli, devono fare proposte. Io mi ci ritrovo male in questo scambio improprio di parti fra classe dirigente e oligarchia, ma proprio perché non amo le oligarchie non voglio mettere in mano la Costituzione ai soli giuristi.
Franco Cazzaniga Ed è ovvio, invece, che le costituzioni si cambiano per mezzo delle maggioranze: ma che razza di discorso fate? Come le vorreste cambiare voi? Dandole in mano a una minoranza? La Costituzione si cambia rispettando la Costituzione, ovvero nelle forme e nei mezzi che essa stessa prevede. Cosa che in questo caso è stata rispettata alla lettera.
Adria Bartolich Eleggere una bella assemblea costituente a scadenza, con anche qualche giurista ma non solo ( non siamo per le tecnocrazie ma un po' di competenza tecnica è a volte necessaria) separando la questione della riforma costituzionale da quella del governo. E si fanno il più possibile condivise. Questa è una riforma costituzionale. L'altra è un decreto. La distinzione non è una quisquilia
Franco Cazzaniga Adria, la forma nella legge è sostanza. Il resto è propaganda. La distinzione non è una quisquilia.
Severina Alberti Franco non ci crederai, ma sono d'accordo con te.
Franco Cazzaniga Fra l’altro l’elezione di un’assemblea costituente richiederebbe una riforma costituzionale. Come la mettiamo?
Adria Bartolich Franco stai parlando con l'unica ex parlamentare di sinistra che non ha mai aderito ai comitati in difesa della costituzione. Quello su cui obietto non è sulla necessità di cambiarla. E' come.
Adria Bartolich Franco Cazzaniga infatti nella legge la forma è anche sostanza
Franco Cazzaniga Lo so, Adria, che non sei contro il cambiamento, ma contro questo cambiamento, e anch’io ho i miei dubbi. Ma non puoi dire che la Costituzione non si può cambiare in Parlamento. È il solo luogo dove si può fare. E in Parlamento, lo sai meglio di me, ci sono maggioranze e minoranze.
Bruno Perlasca Ma in Parlamento per cambiare la Costituzione ci vorrebbero maggioranze qualificate (2/3). Non facciamo finta di non capire...
Quanto al popolo che decide le costituzioni, mi sembra una pia illusione, le costituzioni sono sempre state calate dall'alto e poi confermate o respinte dal voto popolare sulla base di informazioni spesso insufficienti, manipolate o pilotate.
Perfino su una questione apparentemente pacifica come l'abolizione del CNEL sono convinto che se l'elettore, prima di entrare in cabina, fosse obbligato a leggere un articolo a favore e uno contro, il risultato sarebbe in bilico.



Loris Jep Costa Obiter dictum ma non mi pare che Pannella abbia mai chiesto una forma di democrazia diretta se non quella utilizzabile all'interno delle regole esistenti. Mi sembra un errore confondere l'idea referendaria con la democrazia diretta. Un errore che i leghisti al Pirellone oggi fanno alla grande
Franco Cazzaniga I tecnici che “ne fanno un problema politico” sono come le prostitute che si sono messe a fare le tenutarie. Un passo avanti per loro, ma non per le altre...Fatta questa precisazione, devo dire che mettere la questione sul tema oligarchia si/no da parte di due oligarchi (mi riferisco a Zagrebelsky e Scalfari) è comico, esattamente come è comico non comprendere che la Costituzione è un problema essenzialmente tecnico: le Costituzioni - in teoria - dovrebbero essere fatte per durare a lungo, ovvero per tempi che la politica non può prendere nemmeno in considerazione.
Il nostro problema in due parole è semplice: siamo chiamati a scegliere fra Scilla e Cariddi. La costituzione vigente non solo è obsoleta, ma contiene un mostro, ovvero il Titolo V (sì, Adria, un vero mostro che dà poteri di spesa alle regioni senza consegnare loro anche la responsabilità della raccolta delle risorse).
La Costituzione proposta è un patchwork che, detta in due parole, non starà in piedi a lungo. E questo è il suo vero problema, non il supposto autoritarismo.
Adria Bartolich Non ho detto che il titolo V sia fantastico, manco l'ho votato e ho pure litigato per non farlo: passato a maggioranza e senza la questione della responsabilità, sono d'accordo. Se pensi che la risposta sia riaccentriamo tutto secondo me sbagli. Inoltre non credo possa essere utile partire sempre da chi dice le cose. Meglio vedere cosa dicono.Altrimenti non ne veniamo più fuori.
Franco Cazzaniga Il Titolo V non è solo un errore: è un orrore. La risposta ideale (che non è sul tavolo, però) è quella di riformare la fiscalità per fare un fisco veramente federale.
Siccome questa possibilità non è data, occorre eliminarlo tout court. Inoltre bisogna avere dei meccanismi che impediscano alle regioni di comportarsi da banditi di passo. Un conto è il federalismo, un altro è il particolarismo: non si possono bloccare progetti di interesse nazionale in nome dei propri interessi particolari, o, peggio, delle follie. Vedi la regione Puglia, eccetera.
Loris Jep Costa Sì, certamente. E l'unico modo (a parte avere legislatori più esperti e consapevoli) sarebbe stato votare per parti separate. Perché certo, per molto meno (e con molto meno) il centrosinistra fece danno serio. E qui possiamo solo ipotizzare come andrà. Ma quel che dobbiamo chiederci è se l'impianto complessivo regge; quali contrappesi saranno efficaci e se l'occasione del cambiamento ci sarà.



Severina Alberti Mah.. mi intrigano di più le conversazioni su fb che non l'incontro televisivo nel quae di fatto si è negato ogni confronto.Due mondi diversi, due linguaggi diversi... a metà della trasmissione ho chiuso confidando nei post dei giorni a venire e nelle conversazioni degli amici.
Insomma sono stufa di sentir parlare di Costituzione,antifascista, da parte degli esperti in un paese che per costituzione è essenzialmente fascista e autoritario.A me non piace Renzi. Ma non ci posso fare nulla se solo lui in questo momento, continuando il discorso berlusconiano di protesta contro lo stato, in modo cosciente o no non importa, mette in evidenza lo scontento dei cittadini torturati dalle tasse e soffocati dalla burocrazia.
La struttura dello stato al momento, momento che dura da più di quarant'anni, è fascista e organizzata al detrimento della collettività.
Mi pare più sensato usare, per decidere, un certo impressionismo... almeno, l'esercizio dello sguardo è più per il SI' che per il no.
(E non perché lo dice Scalfari che è ancor più obsoleto di Zag)


Gianni Di Bolina Corrias Scalfari eh ??? forse spera in una carico nuovo...

Adria Bartolich Franco Cazzaniga sono d'accordo per le oper pubbliche di particolare importanza e soprattutto quelle a carattere internazionale per evitare cose tipo val di Susa ( per fare le quali occorre però avere un rapposrto diverso con terriri interessanti e qui dovremmo imparare dagli svizzeri, e tanto !) ma in questa riforma non si tocca nulla dell'ordinamento delle regioni a statuto speciale per cui , per es mentre in Lombardia lo stato potrebbe intervenire d'ufficio per fare la 2a pedemontana, non potrebbe farlo in Sicilia o in Val d'Aosta creando due diritti di cittadinanza completamente diversi.
Paolo Bolzani Sono d'accordo...occorre anche una modifica per le Regioni a statuto speciale.



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