mercoledì 5 ottobre 2016






DEMOCRAZIA=OLIGARCHIA? 

Un tentativo di riflessione. Scalfari su Repubblica, Domenica scorsa, ha commentato il dibattito televisivo sul referendum costituzionale andato in onda su La 7 venerdì sera, a cui hanno partecipato il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. Quello che scrive Scalfari è un po’ sorprendente perché è stato spesso molto critico nei confronti di Renzi, ed è invece, come dice lui stesso, amico di Zagrebelsky. Scalfari spiega che «il primo errore riguarda proprio la contrapposizione tra oligarchia e democrazia: l’oligarchia è la sola forma di democrazia, altre non ce ne sono salvo la cosiddetta democrazia diretta, quella che si esprime attraverso il referendum. Pessimo sistema è la democrazia diretta». Scalfari suggerisce che Zagrebelsky, che «detesta l’oligarchia», forse «non sa bene che cosa significa e come si è manifestata nel passato prossimo e anche in quello remoto». L’oligarchia è sempre stata in realtà la forma di governo in Italia, quella praticata dalla Democrazia Cristiana e dallo stesso Partito Comunista: l’oligarchia è quindi auspicabile, perché è, in sostanza, la stessa cosa della democrazia, dice Scalfari. Molti commenti hanno sottolineato che Scalfari avrebbe sbagliato confondendo due concetti in realtà diversi e contrapposti. Molti commentatori si sono lanciati in giudizi piuttosto netti sullo stato di senescenza di Scalfari. Eppure, anche non mi è simpatico Scalfari, in questo caso il problema è di chi poco conosce le teorie sviluppate nel passato da eminenti studiosi di scienza poltica, perchè altrimenti si sarebbe accorto che Scalfari non ha detto nulla di nuovo. A me è sembrato, cioè che il riferimento scalfariano sia semplicemente alla teoria delle élites di studiosi come Mosca, Pareto, Weber e Michels. Mosca, come Scalfari, sosteneva che l'unica democrazia possibile è comunque un'oligarchia. Possiamo non essere d'accordo, ma non parliamo di effetti di senescenza. L'argomento era di critica a uno Zagrebelsky che insisteva nel considerare l'oligarchia come degenerazione della democrazia rappresentativa, quando, per la teoria dell'élites, la democrazia è necessariamente un'oligarchia in quanto una classe (la politica) ben separata dal popolo fa di tutto per autoperpetuarsi. Che questo sia un bene o un male è da valutare in relazione ai risultati, non tanto contrapponendo utopie di "democrazia diretta" alla Grillo maniera. Ora il punto che Scalfari non ha affrontato è che non serve molto demonizzare l'oligarchia se non si ha una soluzione ai vizi della reale e ovunque diffusa democrazia "oligarchica". E neanche serve molto dire che Scalfari è "andato" per l'età avanzata. Allora potrebbe essere utile capire il pessimismo della teoria elitista, nata peraltro come critica durissima sia del marxismo e che del liberalismo. Questi autori non hanno teorizzato di togliere il potere al popolo per darlo alle élites, bensì hanno affermato che -empiricamente- il potere le élite finiscono per averlo sempre.