domenica 31 luglio 2016

IL MONDO È IN GUERRA
Papa Francesco: mondo in guerra, ma non è guerra di religioni. Le ragioni della guerra, una guerra vera, sono i soldi, la sete di dominio, gli interessi materiali.

Commen
Marina Mangiat Verissimo! Nulla "muove" l'uomo più del denaro e del potere, nemmeno dio 
Gianfranco Giudice Dio, un Dio distorto sinonimo di fanatismo, semmai arriva dopo per giustificare a posteriori quanto deciso prima per altri ragioni.
Adriano Giudici Il denaro, il potere, la religione, i sacri confini, il controllo dell'acqua piuttoto che del petrolio, sono i tanti pretesti (e i pretesti non mancano mai) per cui periodicamente gli uomini dissotterrano l'ascia di guerra e allegramente si scannano.
Gianfranco Giudice Perché purtroppo la guerra non diventerà mai un tabù, come l'incesto.

Paolo Bolzani Ma non dice ciò che dice il Grande Imam di al Azhar contro il "pensiero estremista" dei terroristi.
Gianfranco Giudice Esiste un radicalismo estremista, una irrazionale barbarie certo, che diventa bandiera tuttavia di ben altre spinte. Ciò che del discorso del Papa mi convince, è il suo sforzo di guardare alla materialità dei conflitti, oltre il piano sovrastrutturale, per usare un linguaggio a me familiare.
Paolo Bolzani Non mi convince del tutto perche quando parla di "una guerra di interessi, di soldi, di risorse, non di religione” si dimentica di fare il papa di quei cristiani che da anni vengono sterminati in medio oriente, da Mosul ad Aleppo,
Gianfranco Giudice Ma io credo che anche il martirio di quei cristiani, abbia alla sua radice motivazioni di interesse materiale, quelli del sedicente Califfato, che agisce grazie a soldi, risorse e appoggi pesanti, risorse geopolitiche insomma, salvo poi trovare nella bandiera del fanatismo la giustificazione, e la spinta per molte menti fragili, alla ricerca di un senso (folle) per la propria vita.
Paolo Bolzani Sono d'accordo perchè la "sovrastruttura" ideologica è arma potente per modificare la struttura. In questo senso mi sembra sbagliato dire "la religione non c'entra" perchè si indebolisce la battaglia per vincere la guerra, nascondone la funzione.
Gianfranco Giudice La religione c'entra, però bisogna capire in che modo. Certo, a livello soggettivo, o nelle dinamiche sociali e culturali, la spinta del fanatismo religioso pesa eccome, tuttavia non è la radice del problema. Altrimenti perché il fanatismo agisce tragicamente in questa fase storica, e non alcuni decenni fa, pur esistendo a livello di sette e gruppi anche allora? La radice della guerra globale odierna è nel caos geopolitico del XXI secolo, in cui è in gioco la bilancia tra le potenze globali e regionali di questo inizio di millennio. Il Papa, la Chiesa cattolica, con un archivio di duemila anni, ha piena coscienza di tutto ciò.
Paolo Bolzani Sono moltissimo d'accordo con te. Ma un conto è dire "non è una guerra di religione" altro è dire "la religione non c'entra". Il parlare a braccio del Papa manda un messaggio per impressionare i media più che portarci a riflettere sul modo in cui "la religione c'entra". Il Grande Imam invece di al Azhar lo fa.
Gianfranco Giudice Naturalmente il discorso papale è fatto per colpire, va interpretato in modo opportuno. Però ha una sua utilità, serve a stoppare la facilità di alcuni discorsi sulla guerra di religione, che dopo la tragedia nella chiesa cattolica in Normandia sembrano a molti automatici. Tuttavia bisogna evitate semplificazioni di segno opposto e Francesco dice infatti giustamente che non è guerra di religione, non che la religione non c'entri affatto.
Gianfranco Giudice Addendum, Papa Francesco: le religioni vogliono tutte la pace, sono altri che vogliono la guerra.
Paolo Bolzani Ma la religione può essere arma di guerra
Gianfranco Giudice Bandiera della guerra, non la sua causa in ultima istanza, secondo me.

domenica 24 luglio 2016

IL LAMPIONE

“Supponiamo che, in strada, si crei un grande scompiglio per, mettiamo, un lampione che molte persone influenti vorrebbero abbattere. Un monaco di grigio vestito, che incarna lo spirito del Medioevo, viene interpellato sulla questione e comincia ad affermare, con il tono arido tipico dell'educatore: «Consideriamo innanzitutto, cari fratelli, il valore della Luce. Se la Luce sia di per sé un bene...». A quel punto, il monaco viene comprensibilmente messo al tappeto. Tutti si avventano sul lampione, che in dieci minuti viene divelto, e si congratulano l'un l'altro per la loro praticità, tutt'altro che medievale. Ma a lungo andare, le cose si complicano. Alcuni hanno divelto il lampione perché volevano la luce elettrica; altri perché volevano il ferro vecchio; altri ancora perché volevano l'oscurità, dal momento che avevano commesso azioni malvagie. Alcuni pensavano che quel lampione fosse inadeguato, altri che fosse eccessivo; alcuni hanno agito perché volevano distruggere un bene comunale, altri perché volevano semplicemente distruggere qualcosa. Di notte si scatena la guerra, tutti sferrano colpi alla cieca. Così, gradualmente e inevitabilmente, oggi, domani o il giorno dopo, riaffiora la convinzione che il monaco in fondo avesse ragione e che tutto dipenda dalla filosofia della Luce. Ma quello che avremmo potuto discutere alla luce del lampione, dobbiamo ora discuterlo nell'oscurità.”  Gilbert Keith Chesterton. “Eretici.”