giovedì 25 dicembre 2014




A Visit from Saint Nicholas (In the Ernest Hemingway Manner)

BY JAMES THURBER

NEWYORKER 
December 24, 1927 ISSUE

( http://www.newyorker.com/magazine/1927/12/24/a-visit-from-saint-nicholas-in-the-ernest-hemingway-manner)

It was the night before Christmas. The house was very quiet. No creatures were stirring in the house. There weren’t even any mice stirring. The stockings had been hung carefully by the chimney. The children hoped that Saint Nicholas would come and fill them.
The children were in their beds. Their beds were in the room next to ours. Mamma and I were in our beds. Mamma wore a kerchief. I had my cap on. I could hear the children moving. We didn’t move. We wanted the children to think we were asleep.
“Father,” the children said.
There was no answer. He’s there, all right, they thought.
“Father,” they said, and banged on their beds.
“What do you want?” I asked.
“We have visions of sugarplums,” the children said.
“Go to sleep,” said mamma.
“We can’t sleep,” said the children. They stopped talking, but I could hear them moving. They made sounds.
“Can you sleep?” asked the children.
“No,” I said.
“You ought to sleep.”
“I know. I ought to sleep.”
“Can we have some sugarplums?”
“You can’t have any sugarplums,” said mamma.
“We just asked you.”
There was a long silence. I could hear the children moving again.
“Is Saint Nicholas asleep?” asked the children.
“No,” mamma said. “Be quiet.
“What the hell would he be asleep tonight for?” I asked.
“He might be,” the children said.
“He isn’t,” I said.
“Let’s try to sleep,” said mamma.
The house became quiet once more. I could hear the rustling noises the children made when they moved in their beds.
Out on the lawn a clatter arose. I got out of bed and went to the window. I opened the shutters; then I threw up the sash. The moon shone on the snow. The moon gave the lustre of mid-day to objects in the snow. There was a miniature sleigh in the snow, and eight tiny reindeer. A little man was driving them. He was lively and quick. He whistled and shouted at the reindeer and called them by their names. Their names were Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder, and Blitzen.
He told them to dash away to the top of the porch, and then he told them to dash away to the top of the wall. They did. The sleigh was full of toys.
“Who is it?” mamma asked.
“Some guy,” I said. “A little guy.”
I pulled my head in out of the window and listened. I heard the reindeer on the roof. I could hear their hoofs pawing and prancing on the roof. “Shut the window,” said mamma. I stood still and listened.
“What do you hear?”
“Reindeer,” I said. I shut the window and walked about. It was cold. Mamma sat up in the bed and looked at me.
“How would they get on the roof?” mamma asked.
“They fly.”
“Get into bed. You’ll catch cold.”
Mamma lay down in bed. I didn’t get into bed. I kept walking around.
“What do you mean, they fly?” asked mamma.
“Just fly is all.”
Mamma turned away toward the wall. She didn’t say anything.
I went out into the room where the chimney was. The little man came down the chimney and stepped into the room. He was dressed all in fur. His clothes were covered with ashes and soot from the chimney. On his back was a pack like a peddler’s pack. There were toys in it. His cheeks and nose were red and he had dimples. His eyes twinkled. His mouth was little, like a bow, and his beard was very white. Between his teeth was a stumpy pipe. The smoke from the pipe encircled his head in a wreath. He laughed and his belly shook. It shook like a bowl of red jelly. I laughed. He winked his eye, then he gave a twist to his head. He didn’t say anything.
He turned to the chimney and filled the stockings and turned away from the chimney. Laying his finger aside his nose, he gave a nod. Then he went up the chimney. I went to the chimney and looked up. I saw him get into his sleigh. He whistled at his team and the team flew away. The team flew as lightly as thistledown. The driver called out, “Merry Christmas and good night.” I went back to bed.
“What was it?” asked mamma. “Saint Nicholas?” She smiled.
“Yeah,” I said.
She sighed and turned in the bed.
“I saw him,” I said.
“Sure.”
“I did see him.”
“Sure you saw him.” She turned farther toward the wall.
“Father,” said the children.
“There you go,” mamma said. “You and your flying reindeer.”
“Go to sleep,” I said.
“Can we see Saint Nicholas when he comes?” the children asked.
“You got to be asleep,” I said. “You got to be asleep when he comes. You can’t see him unless you’re unconscious.”
“Father knows,” mamma said.
I pulled the covers over my mouth. It was warm under the covers. As I went to sleep I wondered if mamma was right.

sabato 20 dicembre 2014





COMINCIO' ALLORA A STRILLARE IL BURATTINO...

LETTURA NATALIZIA DAVANTI AL PRESEPE PER GRANDI E PICCINI 

LETTURA NATALIZIA....LIBRO DI ATTUALITA' Cronaca d'Italia. 
Un eterno e definitivo capolavoro che parla di noi. Che ci provoca. Che ci dice di guardare le cose con occhio disincantato. Di vedere il ridicolo e il meschino nelle nostre vicende, con una grande profondita' psicologica. Una favola, ma anche un saggio sociologico, da rileggere da adulti.
"- O Fata, o Fata mia,- cominciò allora a strillare il burattino, - datemi subito quel bicchiere." Sempre la stessa. "....entrarono dentro quattro conigli neri come l'inchiostro, che portavano sulle spalle una piccola bara da morto.- Che cosa volete da me? - gridò Pinocchio, rizzandosi tutto impaurito a sedere sul letto.- Siamo venuti a prenderti, - rispose il coniglio più grosso.- A prendermi?... Ma io non sono ancora morto!...- Ancora no: ma ti restano pochi minuti di vita avendo tu ricusato di bevere la medicina, che ti avrebbe guarito dalla febbre!...- O Fata, o Fata mia,- cominciò allora a strillare il burattino, - datemi subito quel bicchiere. Spicciatevi, per carità, perché non voglio morire no..- Oh! ma un'altra volta non mi farò tanto pregare! Mi rammenterò di quei conigli neri, colla bara sulle spalle... e allora piglierò subito il bicchiere in mano, e giù!...

LETTURA NATALIZIA....LIBRO DI ATTUALITA' Cronaca d'Italia. "- O Fata, o Fata mia,- cominciò allora a strillare il burattino, - datemi subito quel bicchiere." Sempre la stessa. "....entrarono dentro quattro conigli neri come l'inchiostro, che portavano sulle spalle una piccola bara da morto.- Che cosa volete da me? - gridò Pinocchio, rizzandosi tutto impaurito a sedere sul letto.- Siamo venuti a prenderti, - rispose il coniglio più grosso.- A prendermi?... Ma io non sono ancora morto!...- Ancora no: ma ti restano pochi minuti di vita avendo tu ricusato di bevere la medicina, che ti avrebbe guarito dalla febbre!...- O Fata, o Fata mia,- cominciò allora a strillare il burattino, - datemi subito quel bicchiere. Spicciatevi, per carità, perché non voglio morire no..- Oh! ma un'altra volta non mi farò tanto pregare! Mi rammenterò di quei conigli neri, colla bara sulle spalle... e allora piglierò subito il bicchiere in mano, e giù!...
  • Severina Alberti Non ho colto il senso..

  • Paolo Bolzani Come Paese solo con la catastrofe imminente prendiamo la medicina e invochiamo qualcuno che ci salvi. Finito lo spavento facciamo come sempre.

  • Severina Alberti Grazie...avevo capito ma non ero sicura...

  • Grazia Martinez Speriamo di fare in tempo, sarà dura rimuovere questo caos

  • Francesco Sammartino Mi sono ricordato di quando leggevo in classe per i bambini queste pagine di Pinocchio...Il grillo parlante..,.Mangiafuoco..., il paese dei balocchi...,il gatto e la volpe... Che mondo meraviglioso...Io preferisco sognare.Mi piace questa medicina. È così dolce 

  • Walter Trinaistich Trentini Collodi un grande ...scriveva cose non di fantascienza .....Il gatto e la volpe, Pinocchio, la fata turchina, il grillo parlante, buttafuoco, mastro gepetto! Francesco Sammartino agli adulti dovevi leggere questi racconti non ai poveri bambini ...Non è una favola ...e satira politica pura. Il Paese dei Balocchi, del Bengodi ecc. Quando sento che si deve insegnare ai bambini .....veramente mi verrebbe voglia di togliermi non una scarpa e anche l'altra!

  • Paolo Bolzani Un eterno e definitivo capolavoro che parla di noi. Che ci provoca. Che ci dice di guardare le cose con occhio disincantato. Di vedere il ridicolo e il meschino nelle nostre vicende, con una grande profondita' psicologica. Una favola, ma anche un saggio sociologico, da rileggere da adulti.

domenica 14 dicembre 2014


Dal "Mostro di Firenze" alla "scie chimiche" il passo e' breve

Paolo Bolzani ha condiviso la foto di Dario Ballini D'Amato.
13 h · Modificato · 
Commento di Paolo Bolzani alla foto condivisa con Dario Bellini D'Amato 
" Lo slogan, per me, oltre che cretino in se', sottintende un giudizio di " stiamo male, tutta colpa di" e non significa niente in termini di reazione alla situazione. Stiamo "educando" le nuove generazioni a TROVARE MOLTI MOSTRI IN OGNI ANGOLO con il pensare che la colpa dei problemi è sempre della crisi economica, dei politici, del Governo "che non crea lavoro" , del "siamo il paese piu' corrotto del mondo, anzi della Galassia", delle banche che sono solo capaci fare speculazioni finanziarie, della perfida Germania e dell'Europa che ci costringono all'austerita', degli USA, degli ebrei (sempre loro dietro ogni nefandezza) , della massoneria (grande De Bortoli) delle multinazionali, del Bilderberg dei servizi segreti ovviamente deviati, recentemente anche dei vaccini , del mondo scientifico, delle televisioni, dei giornali, ecc. finendo a dare la colpa dei problemi anche ( vedi quelli che si imbesuiscono con i messaggi di Casaleggio e co.) agli alieni, alle scie chimiche, a chi stampa il denaro, a fantomatiche organizzazioni che controllano il mondo e così via, ai chip sotto la pelle."
si può dire che questo modo di manifestare da parte della CGIL è schifoso e vomitevole? SI, SI PUÒ
  • Severina Alberti ...e decisamente poco intelligente.
  • Fabio Noto ...ma si può dire che chi sventola quel palloncino continua a provare schifo e a vomitare perché la sua vita è impossibilitata ad esprimersi, a trovare appigli, a scacciare l'inospitale, mentre qualcun altro sbandiera proposte e soluzioni che su quella vita non incidono minimamente?... non solo si può dire, si 'deve' vedere!... a meno che non pensiamo che gli altri vivono comodamente la nostra stessa vita...
  • Paolo Bolzani Ma quanti anni ha quella ragazza: 16 anni? Va a scuola, al caldo della sua casa con i genitori. Il viso con un trucco leggero, e raffinato. Non mi sembra l'immagine della disperazione per il futuro. Brandire uno slogan violento e stupido non e' frutto di una critica alla a "proposte e soluzioni" sbagliate.
  • Fabio Noto ...l'apparenza dell'immagine ci porta a 'giudicare': guardare quegli occhi nel profondo che esprimono, che non è il 'calduccio' di mamma e papà ma il vuoto di futuro... guardo il mondo coi miei occhi e penso che gli altri occhi lo guardano allo stesso modo...
  • Paolo Bolzani Ma che c'entra gridare al mostro? Non ho risposte alla domanda se abbia senso il guardare il mondo brandendo uno slogan cretino? Uno slogan cretino e' uno slogan cretino. Assumere (non e' il tuo caso, caro Fabio) la disperazione da talk show del pomeriggio non ci aiuta a capire il mondo che ci circonda, e nemmeno a cambiarlo. D'altronde quello slogan compare in manifestazioni sindacali dove la grande proposta politica e' "Il Governo ci deve ascoltare". Ma non si dice che cosa il Governo debba ascoltare visto che non c'e' uno straccio di proposta politica che contrasti quella del Governo.

  • Fabio Noto ...lo slogan è cretino per chi tale lo ritiene... ma è molto più simbolico... il 'mostro di Firenze' è colui che si impossessa della tua vita, che decide della tua vita, che non ti dà possibilità di scelta: ha scritto il tuo destino....

  • Manuela Tagliabue Con tutta la simpatia x gli amici della Cgil ma questa cosa e' rivoltante!
  • Fabio Noto ...perfetto, Paolo: riconosco che la 'colpa' è mia e solo mia, che "la crisi economica, dei politici, delle banche, della Germania, dell'Europa, degli USA, degli ebrei, della massoneria, delle multinazionali, dei potenti del mondo, dei servizi segreti, dei vaccini, del mondo scientifico, delle agenzie spaziali, delle televisioni, dei giornali, ecc." sono mie proiezioni giustificative, che 'io' sono in grado di vivere la mia vita indipendentemente da tutto ciò che accade fuori da me, che 'io' posso prendere in mano le redini del mondo, che le decisioni altrui sono sempre e solo per il mio 'bene', che 'mamma e papà' sono sempre 'buoni' anche quando mi gettano in un cassonetto... e che 'cretino' e 'rivoltante' è sempre e solo chi si permette di usare certi slogan, mai chi 'produce' situazioni cretine e rivoltanti... è, sicuramente, il migliore dei mondi possibili, perché protestare?... mai più "indignatevi!" ma solo "conformatevi!"...
  • Paolo Bolzani Ma a che serve l'indignarsi se ci si ferma a quello?? A niente. No il messaggio e' "smettiamola di lamentarci e diamoci da fare" individualmente (1) non facendoci prendere dalla paranoia del "mostro ad ogni angolo", (2) studiando e cercando lavoro, (3) impegnandoci personalmente nei sindacati (invece di portare bandierine e palloncini con slogan inutili) affinche' si rinnovino e facciano proposte praticabili prima di tutto nei luoghi di lavoro, lasciando la politica ai politici (3)!nei partiti perche' ritornino ad essere partiti come luoghi dove si discute e si fa politica per governare il nostro Paese. Tre semplici punti che hanno ispirato la mia vita, da quando avevo l'eta' della ragazza col palloncino. Bisogna provarci sempre, anche se i risultati saranno diversi dalle nostre attese.