domenica 29 novembre 2015



LA GUERRA È IN CORSO DA ANNI

La guerra è in corso da anni, anche se noi fingiamo che non ci sia. Il non pronunciare la parola non vuol dire scongiurarla. Gli esorcismi non servono a niente. Noi siamo quelli delle bandiere della pace fuori dalle finestre e sul profilo fb. Ma è bene ricordare le immagini di Papa Francesco e dei due bambini che lanciavano le colombe in piazza San Pietro: le colombe liberate furono ghermite in volo da cornacchie e gabbiani. Le fecero fuori in pochi secondi. Ecco. Aspettiamo il prossimo attentato per la celebrazione del lutto di Michele Serra.

sabato 28 novembre 2015




PIÙ SICUREZZA?

Cosa significa più sicurezza e meno libertà?. Vuol dire dichiarare uno stato di emergenza (sta avvenendo in Francia). Vuol dire autorizzare i servizi segreti e le polizie ad intercettare, pedinare, arrestare e violare domicili senza vincoli, uccidere i presunti terroristi che spesso sono cittadini europei (come in queste ore in Francia). Il confine tra autorità e libertà, tra sicurezza e diritti individuali, è sempre labile ed elastico. Le intercettazioni delle NSA, con lo Stato che monitora gran parte dei suoi cittadini, originano proprio dalle normative antiterrorismo. Dare ai  servizi segreti e alle polizie più risorse e maggior possibilità di azione sarà una strada obbligata, ma andrà parallelamente rafforzato il controllo di Parlamento e opinione pubblica.
LA NOSTRA BREVE VITA DURA IL TEMPO DI UN SONNO 

La tempesta atto IV, scena 1 Prospero:" We are such stuff As dreams are made on, and our little life Is rounded with a sleep." 

IL SOTTOSUOLO DELLA NOSTRA COSCIENZA

«Vi giuro, signori, che l'esser troppo consapevoli è una malattia, un'autentica, assoluta malattia». Fëdor Dostoevskij," Memorie del sottosuolo"
L'uomo di Dostoevskji, prigioniero nel labirinto della coscienza, è "naturalmente" inerte: gli esseri attivi sono quelli limitati; in loro trionfa la ragione, con le sue rigide leggi. Ma essi ignorano la vera natura umana, con il suo caotico divenire, cosciente e incosciente. L'uomo autentico dostoevskijano non è l’uomo esteriore, ma quello interiore, che si nasconde e si rifugia nella propria tana. Il "sottosuolo" è la nostra vita psichica con le sue libere irrazionalità, con la sua assenza di ogni legge, in contrasto con il mondo esterno, con le sue convenienze e regole. 

martedì 24 novembre 2015

COSA SUCCEDE ALLA CULTURA LAICA E A QUELLA CRISTIANA? 

"La moderna cultura laica è fondata sulla dialettica, che risolve i conflitti nati entro la storia in una linea ascendente, che di superamento in superamento corre sul filo del progresso. La cultura cristiana è invece fondata sulla compresenza, eroica e immutabile, di verità e inautenticità, di contingente e di eterno, di terreno e di divino, una lacerazione esistenziale che occupa l’intera storia e sarà sanata misteriosamente solo al compimento del tempo" Geno Pampaloni, Prefazione a Divo Barsotti, Cor ad cor, 1982 (La Locusta, Vicenza).
Mi chiedo che ne è stato della dialettica alla base della cultura laica? Che ne è stato della nozione di progresso che vedeva un rapporto sinergico, necessario tra quello tecnico-scientifico e quello sociale?. Che ne è dell’intellettuale cristiano, che ormai  non si sente di affermare alcunchè e pensa solo a mimetizzarsi tra le voci del mondo?

lunedì 23 novembre 2015




NOTE DI LETTURA: METAFISICA?

Occorre tornare a occuparsi attivamente di metafisica, cercando di portare alla luce quali nuove concezioni della realtà siano adeguate ai risultati odierni delle scienze e agli sviluppi recenti delle vicende umane. La vera questione non è se la realtà esista o no, né se sia modificabile da noi solo in parte o totalmente. Le vere questioni sono: che cosa c’è? Ci sono le cose che sembrano non esistere? Com’è fatta la realtà? È ordinata? Ha senso? Ha valore in sé? È solo la scienza che può rispondere a queste domande o anche la filosofia, accanto e insieme alla scienza, ha voce in capitolo? Dalla visione scientifica della realtà cosa emerge? Emerge un senso, un valore delle cose? La visione scientifica della realtà è unitaria o no? È compito della filosofia collegare le varie parti della scienza o è la scienza stessa a doverlo fare? 
Nel suo libro Introduzione alla verità (Bollati Boringhieri, Torino 2011) FRANCA D'AGOSTINI invita  i filosofi contemporanei a tornare a pronunciarsi sulla realtà, perché la rinuncia a farlo non è stata la scomparsa della metafisica, bensì “la persistenza ostinata e implicita di una sua versione antica, settecentesca. Dunque il punto è che la metafisica, ossia la nostra concezione di ‘fatto’ e ‘realtà', è rimasta molto indietro: al Settecento, o forse all’Ottocento, mentre alla luce delle nuove evidenze della scienza e della vita forse abbiamo altri ‘fatti’ con cui fare i conti. [...] ampliate la vostra ontologia, rendete duttile la vostra logica, e non avrete più molte ragioni di scetticismo riguardo alla verità.” L'autrice vede come causa del blocco della riflessione metafisica un’errata interpretazione di Kant presente nella filosofia di Nietzsche. Franca D'Agostini  immagina un dialogo virtuale con Nietzsche, dove lei attacca la famosa posizione nietzscheana non ci sono fatti, solo interpretazioni e gli risponde: “è un fatto che non esistono fatti? Se non lo è, come mai dici che le cose stanno così? Inoltre, posto che non sia un fatto bensì un’interpretazione, è un fatto che è un’interpretazione?”. Prosegue D’Agostini, “È chiaro che non ci intendiamo: usiamo ‘fatto’ in modi diversi. Più precisamente: io uso ‘fatto’ in modo mobile e leggero, per riferirmi a una qualsiasi occorrenza, evento, o azione e situazione. Nietzsche usa ‘fatto’ in modo molto pesante, presumibilmente per riferirsi a fattualità dure, nude e crude. Ma attenzione: io non ho preso nessuna decisione riguardo a come sono fatti i fatti: potrebbero essere interpretazioni o sciami di microparticelle, oggetti del senso comune o astrazioni. Invece si direbbe che Nietzsche abbia già preso questa decisione (se no non direbbe che ‘non esistono’) Visibilmente, Nietzsche usa qui una metafisica (una concezione della realtà) molto restrittiva, ed è nella luce di questa metafisica che preferisce i fatti-interpretazioni ai fatti-fatti. [...] occorre una metafisica per sbarazzarsi della metafisica [...] la ‘rinuncia’ alla metafisica è in verità l’adesione a una metafisica dogmatica, non problematizzata. E più propriamente [...] questa metafisica non problematizzata è [...] un kantismo interpretato in senso iperempirista, con relativo svilimento del realismo, e potenziale deriva costruzionista”.
 



P B 

venerdì 20 novembre 2015




MORTE DELLE IDEOLOGIE??? 

Abbiamo, chi più chi meno, celebrato come progresso dell'umanità il superamento delle ideologie e delle loro false certezze. Ed ora ci troviamo ad affrontare una delle ideologie più pervicaci e mortifere, mascherata dentro un messaggio religioso, e ci troviamo nudi e spogli con il nostro relativismo nichilista. Facciamo fatica a capire quali siano i valori da difendere. Le nostre armi culturali si manifestano deboli. Ci chiediamo quale sia la nostra identità.  È solo riconoscendo tutto questo in modo chiaro e netto che possiamo ripartire. Basta che lo vogliamo.




CI VOGLIONO ARMI CULTURALI.

Bisogna porsi le domande e non accettare le certezze di chi ha facili risposte. Il mondo è diventato più complesso e più difficile rispetto alla nostra capacità di spiegazione. Però non dobbiamo fermarci nel porci le domande e nel cercare risposte. L'orrore non deve paralizzarci. È quello che vogliono i nemici della vita che ci troviamo di fronte.
Abbiamo, chi più chi meno, celebrato come progresso dell'umanità il superamento delle ideologie e delle loro false certezze. Ed ora ci troviamo ad affrontare una delle ideologie più pervicaci e mortifere, mascherata dentro un messaggio religioso, e ci troviamo nudi e spogli con il nostro relativismo nichilista. Facciamo fatica a capire quali siano i valori da difendere. Le nostre armi culturali si manifestano deboli. Ci chiediamo quale sia la nostra identità.  È solo riconoscendo tutto questo in modo chiaro e netto che possiamo ripartire. Basta che lo vogliamo.
È LA POLITICA CHE HA SMARRITO LA PROPRIA MISSIONE

Le civiltà non muoiono sotto l'urto di "barbarie esterne", ma a causa di una fatale progressiva decomposizione interna. Non è che dobbiamo rileggere Toynbee e il suo pessimismo, che ha origine in Spengler, per recitare la solfa del declino dell'Occidente. Certo ha un certo valore la sua osservazione che quando una civiltà  si universalizza (oggi diciamo globalizza) si avvicina al tramonto. Ma io credo che la causa più profonda della crisi sia d'ordine politico. D'accordo sul fatto che le cose non possano andare sempre bene, che l'uomo invecchi,  che le civiltà siano mortali (come dice Toynbee, che non vengano assassinate, ma si suicidino). Ma il tema più importante è di vedere come una buona politica possa proteggerci o almeno ridurre l'impatto delle tempeste che  mettono in discussione esistenza quell'insieme di valori  che si chiamiamo civiltà. Una buona politica deve vigilare continuamente e favorire con tutte le forze il mantenimento dell'unità organica (vita) contro la dispersione (morte). In altri termini la politica deve avere capacità di scelta  fra quei  cambiamenti della società che la consolidano e quelli che invece la compromettono. La politica, oggi, ha smarrito questa missione.

lunedì 16 novembre 2015






STRAGE A PARIGI....MA CI CHIEDIAMO QUALE SIGNIFICATO?

Ci troviamo di fronte a un risveglio da un  sogno in cui a tutto davamo senso e ragione. Scopriamo che il reale resta lì, colla durezza delle sue resistenze e delle contraddizioni irrisolte. 
"L'illuminismo, nel senso più ampio di pensiero in continuo progresso, ha perseguito da sempre l'obiettivo di togliere agli uomini la paura e di renderli padroni. Ma la terra interamente illuminata splende all'insegna di trionfale sventura" (M. Horkheimer, T.W. Adorno, Dialettica dell'Illuminismo, Torino 1967, p. 11).
Abbiamo creduto che la ragione della modernità avesse soluzioni nette e sicure. Ma i fatti di ogni giorno ci spiazzano perchè ci fanno  riscoprire, attraverso l'evidenza della nostra finitudine e della morte, la totale mancanza  di ogni "senso" ideale. È questo il risultato della perdita  delle  sicurezze, attraverso l'incontro con  la morte, con il nulla, con l'assenza di  fondamento. Ci troviamo a navigare verso l'ignoto, "senza senso".  Avevamo abbandonato da tempo la sicurezza che veniva dalle risposte totalizzanti della ragione moderna, ma ora il disinteresse a porsi la domanda sul senso, più ancora che la sua  mancanza, rischia di diventare una malattia letale  dell'Occidente nel XXI Secolo.

sabato 7 novembre 2015

MA LA SUA OMBRA PUÒ MOLTO

[...] Allora potete passare di sera sull'ombra del gigante.
- Come si fa?
- Il grande gigante, che abita non lontano da qui, non è in grado di fare niente con il suo corpo; le sue mani non sollevano neppure un filo di paglia; le sue spalle non potrebbero portare nemmeno un fagotto; ma la sua ombra può molto, anzi tutto. Perciò al sorgere e al calare del sole è molto potente, e così di sera ci si può sedere sul collo della sua ombra, il gigante si avvia lentamente verso la riva e la 

sua ombra porta il viandante al di là dell'acqua. Ma se a mezzogiorno volete trovarvi in quell'angolo del bosco dove fitti cespugli costeggiano la riva, potrò traghettarvi io stesso e presentarvi alla bella Lilie; se invece temete il caldo di mezzogiorno potrete cercare il gigante verso sera in quell'insenatura di rocce; si mostrerà di sicuro cortese.[...] citazione da LA FIABA
di Johann Wolfgang Goethe