sabato 28 novembre 2015


IL SOTTOSUOLO DELLA NOSTRA COSCIENZA

«Vi giuro, signori, che l'esser troppo consapevoli è una malattia, un'autentica, assoluta malattia». Fëdor Dostoevskij," Memorie del sottosuolo"
L'uomo di Dostoevskji, prigioniero nel labirinto della coscienza, è "naturalmente" inerte: gli esseri attivi sono quelli limitati; in loro trionfa la ragione, con le sue rigide leggi. Ma essi ignorano la vera natura umana, con il suo caotico divenire, cosciente e incosciente. L'uomo autentico dostoevskijano non è l’uomo esteriore, ma quello interiore, che si nasconde e si rifugia nella propria tana. Il "sottosuolo" è la nostra vita psichica con le sue libere irrazionalità, con la sua assenza di ogni legge, in contrasto con il mondo esterno, con le sue convenienze e regole.