sabato 28 giugno 2014


DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA E CRISI PARTITI (2)

A proposito di democrazia rappresentativa, il mio riferimento al messaggio di Berlinguer era per sottolineare che esso non era solo un richiamo alla crisi etica, ma bensi', ancor piu' importante, a una crisi di legittimità e di forza , data la crescente carenza dei partiti nel portare all'interno delle rappresentanze parlamentari le istanze nate dalla partecipazione democratica, interpretando i bisogni sociali, fornendo strumenti ai cittadini per interpretare la realta' e per cambiarla. In altre parole, il problema del declino dei partiti, come strumenti di mediazione per portare la volonta' popolare nelle stanze del potere, non viene affrontato e dopo poco piu' di dieci anni da quel richiamo di Berlinguer arrivano "mani pulite". 
Oggi parlare di modello di partito senza prima andare a fondo nella capire la "crisi democratica" che precede e sovrasta la crisi dei partiti, non coglie il punto principale. Intendo dire che qualsiasi struttura i partiti si siano dati o si vogliono dare, senza affrontare i nodi che hanno portato a colpire la funzione stessa per cui essi sono nati, finira' col produrre danni e nessuna uscita della crisi. Dobbiamo parlare cioe' della intreccio reciproco tra partito e Stato, di collusione tra partiti, di obiettivi politici autoreferenziali, tecnocratici orientati alla pura gestione amministrativa, di campagne elettorali costose, di dipendenza dallo Stato per tutti i privilegi che ne derivano per gli apparati dei partiti, dei finanziamenti palesi e occulti, della supplenza non sufficiente anche di scelte come le "primarie" a fronte di una crescente spoliticizzazione. Allora il dibattito tra i fautori di un modello bipartitico, maggioritario, personalistico e plebiscitario e i sostenitori dalla democrazia dei partiti e del proporzionale, che sempre si riproduce mi sembra abbia poco senso. Siamo tutti d'accordo che non è stata la crisi del 1992-93, con il corollario della riforma elettorale, a cancellare il sistema dei partiti di massa. Ma il non fare i conti con le origini della crisi, produce la pochezza dell'attuale dibattito sul recupero della politica all'altezza dei tremendi compiti che dobbiamo affrontare.