sabato 28 giugno 2014

DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA E CRISI PARTITI (1)

Si dice spesso che altrove la politica e' al servizio del cittadino, mentre da noi la politica viene usata per accaparrarsi potere, privilegi e soldi.... Anomalia italiana.... Dovremmo guardare meglio alla crisi globale di rappresentanza e governabilità. La crisi della democrazia rappresentativa è evidente in Europa con le politiche decise a livello sovranazionale da organismi come la Commissione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale, che rendono visibili al grande pubblico le tendenze di lungo periodo verso una verticalizzazione della democrazia. I partiti sono visti sempre piu' come rappresentanti degli interessi dello Stato, piu che rappresentanti degli interessi dei cittadini. E questo avviene, independentemente dalle personalizzazioni, dal partito leggero o pesante. 
La crisi dei partiti andrebbe vista insieme alla crisi della democrazia rappresentativa: la funzione di mediazione tra rappresentanza della volontà popolare e governabilità che i partiti ricoprivano oggi è messa fortemente in discussione, la loro abilità di rispondere agli elettori è stata molto ridotta. In Italia questo si manifesta ormai da decenni seguendo il ragionamento che fece Berlinguer nel 1981 a Scalfari, con la trasformazione dei Partiti in organismi che : "... Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss"..... E questo, aggiungo io, senza distinzione tra destra e sinistra.