mercoledì 19 novembre 2014

INTELLETTUALI: DISPREZZO PER I CETI MEDI E TARTUFISMO


Ho letto il libro di Alfonso Berardinelli "Autoritratto italiano" (Donzelli). Ho avuto conferma di una convinzione che mi sono fatto da tempo. In Italia prevale da tempo immemore il disprezzo degli intellettuali verso i ceti medi. Ostacolo questo, non secondario, al nostro progresso civile. Le testimonianze di questa incomunicabilita' sono numerose nella raccolta contenuta nel libro "Autoritratto italiani", basta citare Elsa Morante sugli italiani "naturalmente fascisti", la piccola borghesia ministeriale di Carlo Levi, le pagine di Galli della Loggia sull' "Italia eterna che tiene famiglia" e che vota Dc, quelle di Pasolini sul "genocidio culturale" di cui sarebbero rimasti vittime i buoni sottoproletari che "non si vergognavano della propria ignoranza". E' stato Garboli a parlare del  tartufismo degli intellettuali bravissimi distruggere, a parole,  le istituzioni per poi inserirsi ed approffitarne  con successo. Salvo sempre dire che schifo!!!

"... con la sua ipotesi su Tartuffe e il tartufismo, sugli intellettuali e politici moderni in quanto figli, eredi, allievi del personaggio di Molière («molto più che un impostore», diceva).... Tartuffe illumina, chiarisce in particolare l' Italia, soprattutto quella degli ultimi decenni: la destra, la sinistra e il centro, l' università, la psicoanalisi, la filosofia, il giornalismo, gli uomini di governo, gli oppositori e i terroristi. In nome di qualcosa a cui si dà valore, religione, morale, politica, cultura, qualcuno, un Tartuffe, cerca di impadronirsi della volontà degli altri. Molière, secondo Garboli, diceva qualcosa dell' Italia e della modernità culturale che non siamo riusciti a capire con altrettanta chiarezza." [citazione da Alfonso Berardinelli, "Garboli, il narratore di scrittori", Il Corriere della Sera 26 nov 2010]