lunedì 30 giugno 2014



PUNIRSI ATTRAVERSO IL DIVERTIMENTO 


Franco Ferrucci curatore de il "Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani" di Giacomo Leopardi ( Milano, Mondadori, 1993) commenta  il testo leopardiano aggiornardolo al presente (pp. 66-67) : “L’italiano manifesta così la sua vocazione recitativa e il suo sentirsi a casa entro uno scenario prefissato che assomiglia talvolta a un tinello e talvolta a un caffè coi tavolini all’aperto. L’italiano è sempre felice di recitare se stesso, perché quello è il suo momento di sincerità. Il risultato che viene raggiunto non è a dire il vero consolante; poiché, assieme al calcio, e con la stessa efficacia, la religione televisiva distrugge sottilmente ogni stima di sé – e questo incontra il bisogno di espiazione che da un pezzo accompagna gli italiani. Il vuoto che si apre dentro rassicura sulla bontà della cura. Cosicché l’italiano ha inventato l’arte di punirsi attraverso il divertimento : una delle più sperimentate e infallibili ricette di espiazione che si possano reperire. Le ideologie parallele del calcio e della televisione ne offrono una palese applicazione: la guerriglia che esplode alla fine delle partite ha un equivalente nella silenziosa strage che prende vita ogni sera nei salotti delle case. Davanti a questo siamo praticamente impotenti”. 


LE COERCIZIONI DEL "NUOVO MONDO" 

Nuove virtu' repubblicane. Obbligo di essere liberi: eutanasia infantile per legge, guerra all’obiezione di coscienza dei medici e dei farmacisti, limitazione dei diritti dei pro life e delle chiese nei sistemi sanitari dove prevalgono le tecniche di contraccezione e di aborto, uso  eugenetico dell’ingegneria biologica per la selezione umana , grida allo scandalo contro la libera opinione di  chi obietta contro i nuovi "diritti", battaglie contro la cosiddetta omofobia fino alle costruzioni ideologiche come il femminicidio. La domanda e' se siamo di fronte ad una nuova coercizione ad essere "liberi". Ora e' la nuova ideologia di stato a dirci cio' che e' giusto o sbagliato. Tutto viene obbligatoriamente ridefinito: cio' che si deve intendere per uomo e donna, per famiglia, per sesso, per procreazione, per vita. 

sabato 28 giugno 2014


DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA E CRISI PARTITI (2)

A proposito di democrazia rappresentativa, il mio riferimento al messaggio di Berlinguer era per sottolineare che esso non era solo un richiamo alla crisi etica, ma bensi', ancor piu' importante, a una crisi di legittimità e di forza , data la crescente carenza dei partiti nel portare all'interno delle rappresentanze parlamentari le istanze nate dalla partecipazione democratica, interpretando i bisogni sociali, fornendo strumenti ai cittadini per interpretare la realta' e per cambiarla. In altre parole, il problema del declino dei partiti, come strumenti di mediazione per portare la volonta' popolare nelle stanze del potere, non viene affrontato e dopo poco piu' di dieci anni da quel richiamo di Berlinguer arrivano "mani pulite". 
Oggi parlare di modello di partito senza prima andare a fondo nella capire la "crisi democratica" che precede e sovrasta la crisi dei partiti, non coglie il punto principale. Intendo dire che qualsiasi struttura i partiti si siano dati o si vogliono dare, senza affrontare i nodi che hanno portato a colpire la funzione stessa per cui essi sono nati, finira' col produrre danni e nessuna uscita della crisi. Dobbiamo parlare cioe' della intreccio reciproco tra partito e Stato, di collusione tra partiti, di obiettivi politici autoreferenziali, tecnocratici orientati alla pura gestione amministrativa, di campagne elettorali costose, di dipendenza dallo Stato per tutti i privilegi che ne derivano per gli apparati dei partiti, dei finanziamenti palesi e occulti, della supplenza non sufficiente anche di scelte come le "primarie" a fronte di una crescente spoliticizzazione. Allora il dibattito tra i fautori di un modello bipartitico, maggioritario, personalistico e plebiscitario e i sostenitori dalla democrazia dei partiti e del proporzionale, che sempre si riproduce mi sembra abbia poco senso. Siamo tutti d'accordo che non è stata la crisi del 1992-93, con il corollario della riforma elettorale, a cancellare il sistema dei partiti di massa. Ma il non fare i conti con le origini della crisi, produce la pochezza dell'attuale dibattito sul recupero della politica all'altezza dei tremendi compiti che dobbiamo affrontare.
DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA E CRISI PARTITI (1)

Si dice spesso che altrove la politica e' al servizio del cittadino, mentre da noi la politica viene usata per accaparrarsi potere, privilegi e soldi.... Anomalia italiana.... Dovremmo guardare meglio alla crisi globale di rappresentanza e governabilità. La crisi della democrazia rappresentativa è evidente in Europa con le politiche decise a livello sovranazionale da organismi come la Commissione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale, che rendono visibili al grande pubblico le tendenze di lungo periodo verso una verticalizzazione della democrazia. I partiti sono visti sempre piu' come rappresentanti degli interessi dello Stato, piu che rappresentanti degli interessi dei cittadini. E questo avviene, independentemente dalle personalizzazioni, dal partito leggero o pesante. 
La crisi dei partiti andrebbe vista insieme alla crisi della democrazia rappresentativa: la funzione di mediazione tra rappresentanza della volontà popolare e governabilità che i partiti ricoprivano oggi è messa fortemente in discussione, la loro abilità di rispondere agli elettori è stata molto ridotta. In Italia questo si manifesta ormai da decenni seguendo il ragionamento che fece Berlinguer nel 1981 a Scalfari, con la trasformazione dei Partiti in organismi che : "... Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss"..... E questo, aggiungo io, senza distinzione tra destra e sinistra.
MORALISMI E RIFORME

Tutti i giorni i media ci ossessionano con messaggi moralistici, nonche' con valutazioni negative su ogni iniziativa di cambiamento... questi sono i portavoce, gli intellettuali, del grande partito trasversale di quelli che vivono dei privilegi cumulati e sempre dichiarati come " intoccabili". Allora sentiamo che ogni riforma e' un pasticcio, una schifezza, che non bisogna "fare in fretta", e "ci vuole ben altro", e sempre il problema "non e' questo", e dietro c'e' Berlusconi, la P2' P3, Px, la mafia, ecc. Il Pd sara' anche nato sbagliato, come dicono alcuni, ma questo abbiamo. Ha radicamento nel territorio, ha un leader che vuole fare. Un leader che ha coraggio...Fa errori e fara' errori, ma a me non piacciono tutti quelli all'interno che manovrano per bloccarlo...i Chiti, i Mineo, i Civati....lavorassero per fare invece che per disfare e paralizzare.

venerdì 13 giugno 2014

VIVERE DI CONGIUNTIVI

"Se il senso della realtà esiste,  allora ci deve essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità. Chi lo possiede non dice, ad esempio: qui è accaduto questo, o quello accadrà, deve accadere; ma immagina: qui potrebbe , o dovrebbe accadere la tale o tal’altra cosa; e se gli si dice che una cosa è come è, egli pensa: beh, probabilmente potrebbe essere diversa...questi possibilisti vivono, si potrebbe dire, in una tessitura più sottile, una tessitura di fumo, immaginazioni, fantasticherie e congiuntivi” 
Robert  Musil, L'uomo senza qualita', Dal Capitolo IV.