lunedì 11 agosto 2014



I DISASTRI DI OBAMA
E' ora che ci domandiamo quali danni abbia prodotto Obama, con i suoi illusori obbiettivi di creare un ordine mondiale fondato sull'armonia fra potenze rivali. In realta' quello che vediamo non e' una strategia coerente con l'obiettivo, ma solo un agitarsi opportunisticamente, che produce danni. Nel 2008, con la Russia, Obama ha azzerato lo schema sanzionatorio (peraltro molto limitato) messo in piedi da Bush dopo l’invasione della Georgia. Lo ha fatto nel nome del “reset” delle relazioni, per incoraggiare il perseguimento di obiettivi "comuni", che non ci sono mai stati, e che anzi hanno incoraggiato l’atteggiamento aggressivo di Putin. Ora gli Usa devono approvare ben piu' pesanti sanzioni, se vogliono recuperare qualche credibilita' a fronte della vicenda Ucraina. Obama cerca un intesa con la Turchia   assumendo, cinicamente e furbescamente una posizione critica verso la politica di Israele. Allenta i rapporti con Israele e di fatto da mano libera all'Iran di finanziare, fornire armi, e addestramento, in Siria, Libano e Palestina, in funzione di risultati nella trattativa con l'Iran sul nucleare;  questo fa seguito al mancato sostegno Usa della piazza in rivolta nel 2009. In Egitto molla l'alleato Mubarak per affidarsi al governo dei Fratelli musulmani e ora storce il naso verso al Sisi. Ogni scelta è stata dettata dalla convenienza del momento, anche spesso con la decisione di non fare niente, senza badare al fatto che nel tempo ci sarebbero stati disastri strategici e una generale perdita d’influenza.  E quando, come in Libia, decide di contraddire la sua politica di stare a vedere, sceglie la soluzione piu' facile e popolare:  la rimozione di Gheddafi manu militari, per poi disinteressarsi del seguito disastroso che porta al fallimento di ogni soluzione di stabilizzazione dello Stato. In Siria Obama ha oscillato per poi non intervenire in una guerra civile che finora ha fatto 170 mila morti oltre che aver prodotto  la proclamazione del Califfato a cavallo fra Iraq e Siria. Per non parlare del ritiro affrettato dall'Irak, di cui oggi vediamo le conseguenze. E questo e' il Presidente che avrebbe dovuto voltare pagina e riparare i disastri dell'interventismo di Bush. Mai dal dopoguerra cosi' tanti scenari di guerra e stragi etniche: Ucraina, Libia, Sahara e dintorni, Nigeria, Somalia e Kenya, Grandi Laghi e Zaire, Gaza, Siria e Iraq, Afghanistan.