SCENA D’AMORE
[Estratto da: Robert, Walser. “Storie che danno da pensare (Piccola biblioteca Adelphi)]
SIMON, UN INNAMORATO: Sono giunto davanti a questa casa e ora me ne sto qui silenzioso e guardo verso l’alto e scorgo una veste chiara. È notte, ma ciò non mi impedisce di credere che tu sia bella, tu che te ne stai lassù al balcone. Su, parla un poco, affinché, se gli occhi spasimano invano, io possa almeno intendere qualcosa.
KLARA, UNA DAMA: Sst, taci, non fare lo sfacciato! Del resto mi piace che ti interessi a me. Se vuoi intendere chi io sia, sappi che sono prigioniera. Colui che mi sorveglia non è certo molto lontano da qui.
SIMON: Che razza di superuomo è costui, per tenerti così nei suoi lacci?
KLARA: Sei la persona più carina che mai si sia data pena di una misera donna.
SIMON: E tu senza dubbio la creatura più bella che sia mai esistita, e il tuo carceriere è di sicuro un vero e proprio mostro.
KLARA: Non parlare con tanta imprudenza: colui che tu oltraggi è il demonio.
SIMON: Non è certo una personalità da poco.
AGAPAIA, UN DIAVOLO: Mia moglie non mi è fedele. È di sicuro un furfante matricolato quello che sta parlando con lei.
SIMON: Lascialo pure filosofare quanto vuole. Nel frattempo riuscirò senz’altro a saltare sul balcone. Non mi sembra un’impresa molto rischiosa.
KLARA: Ragazzo mio, non hai la testa a posto.
SIMON: E invece sì, te lo posso assicurare. So che la farina è bianca, il cinabro rosso e l’inchiostro nero.
KLARA: Ehi, non ti facevo così spiritoso, così pronto nelle risposte.
SIMON: Questa inebriante avventura mi rende quasi un po’ pazzo. Al demonio non faccio assolutamente caso.
AGAPAIA: Lui è fuori di sé dalla voglia di vivere, e io son fuori di me dalla gelosia e dalla rabbia.
KLARA: Perché mai è così sgarbato, crede di essere il padrone del mondo...
AGAPAIA: Potessi avere un’altra volta vent’anni!”
Robert, Walser. “Storie che danno da pensare (Piccola biblioteca Adelphi)