sabato 10 gennaio 2015

 ISLAM: TERRORISMO E PROGETTO POLITICO 

Gianfranco Giudice TERRORISMO. La parola fa riferimento ad azioni volte a seminare terrore, dunque possono esistere azioni terroristiche compiute da chiunque e con le finalità più disparate, anche originate dalla pura follia individuale. Quando invece si parla di terrorismo ("il terrorismo") in modo generale, storicamente si parla di progetti politici, per quanto aberranti. Il terrorismo è una delle forme (aberranti) della politica storicamente date, con la religione c'entra poco, la religione che diventa fanatismo può poi giustificarlo ideologicamente, e anche questo è storicamente dato. Quando si parla di terrorismo islamico, si tratta dunque di un (aberrante) progetto politico, condito di fanatismo religioso. Al di là delle tante e delle troppe parole che si dicono, dei tanti che sputano sentenze come se fossero verità assolute, quel che a me pare è che siamo dentro la storia del mondo che cerca un nuovo equilibrio da almeno venticinque anni, equilibrio che conosceremo solo quando arriverà, perché la storia non fa previsioni. Quando crollò l'Impero romano sotto l'urto della migrazione delle popolazioni germaniche, ci vollero secoli perché nascesse il nuovo equilibrio nell'Europa medioevale, che non era né solo romana, né solo germanica, era un prodotto nuovo, l'Europa cristiana. Oggi l'Occidente è in un fuoco simile, perché quelle attuali non sono emigrazioni, bensì migrazioni di popoli. Il mondo che verrà non lo conosciamo, sarà un inedito, i tempi della storia accelerano ma per vedere il nuovo mondo ci vorrà almeno tutto il XXI secolo. Io spero tanto che il mondo nuovo conserverà il meglio della nostra cultura, frutto della rivoluzione scientifica, dell'illuminismo, della rivoluzione francese e delle conquiste del movimento operaio. Spero, ma non so. Detto tutto ciò, resta certo la domanda cruciale e angosciante: che fare di meglio ora, dopo avere cercato di comprendere quel che accade oltre la cronaca? 

Bruno Perlasca: Siccome si sentono giudizi a vanvera su maggioranze, minoranze e presunte egemonie, sgombriamo il campo da un equivoco di fondo: l'Islam, inteso come religione, è una galassia di 1 miliardo e 600 milioni di musulmani, quindi berciare come ha fatto ieri sera Ferrara da Santoro che l'Islam è impegnato in una guerra santa contro l'Occidente cristiano-giudaico è una fesseria assoluta che fa solo il gioco dei terroristi. 
Bisogna parlare dei musulmani non dell'Islam, dei musulmani estremisti, radicali, fondamentalisti, terroristi che sono una infima minoranza rispetto a un miliardo e 600 milioni di persone. Davvero si crede che un miliardi e 600 milioni di persona siano in guerra con l'Occidente?
Il problema è organizzare politicamente e mobilitare la stragrande maggioranza dei musulmani ed è un problema che riguarda tutti, Occidente e Paesi a egemonia islamica. Poi esiste un problema enorme di ridefinizione del rapporto tra la religione islamica e la modernità e questa è tutta un'altra storia.
Adria Bartolich: « Ida Magli sull'Islam "appartengono all’Antico Testamento e di conseguenza ad una cultura che li affida all’obbedienza; che li mantiene «relativi» a Dio. Gesù Cristo, al contrario, ha creduto nell’Uomo con tutta la debolezza, la fragilità che questo comporta."»
Aggiunge Adria: «hanno STATI deboli e arretrati e nelle situazioni di crisi tornare alla religione come unico collante del mondo arabo rappresenta, per loro, la soluzione. Però, scusatemi, io non regalo comprensione gratuita a nessuno. La verità è che "l'islam moderato" ha tenuto una posizione debole, molto debole. E onestamente la sua esistenza sembra più rappresentare un bisogno di supporto e legittimazione di alcune posizioni per parte della sinistra terzomondista, accogliente e includente ( di fronte al terrorismo e al fondamentalismo) che qualcosa di realmente esistente . Le uniche posizioni veramente critiche sono quelle di coloro che hanno fatto propria la cultura occidentale. E adesso questa latitanza si paga. Qualcosa sul genere "Islam moderato " se ci sei batti un colpo. Ma se non lo batte? Non se lo batte un intellettuale o un poeta, o un musicista; se non lo battono i governi, gli imam, i capi delle comunità, i mass media del mondo arabo? Cosa facciamo? Non è un problema da poco perchè tocchera a noi trovare la soluzione. Pensate di costringere Islam moderato ad uscire ed esporsi " so che ci sei ", oppure chiedendo che finalmente dicano qualcosa di importante e serio sul tema e si organizzino per sconfiggere l'egemonia e l'avanzata dei Fratelli musulmani alle elezioni? Perchè se gli intellettuali stanno ad occidente e il popolo ad oriente, capite che c'è una cesura irrimediabile. Chi può fare questo se non loro? Però questo significa mettere in discussione, almeno in parte, il tema religioso. I fondamentalisti non si organizzano nel Partito della destra nazionale ma nel partito islamico.Non si può prescindere da questo dato di realtà. Guardate, che se non si riesce a sconfiggerli culturalmente , e non ci arriviamo con le posizioni da Mani Tese bensì con un dibattito molto più approfondito sulle ragioni vere di questa recludescenza fondamentalista , e l'aggressione diventa militare, non è che ci siano molte soluzioni, se non provvedimenti molto forti sul piani delle'ordine pubblico. Ad aggressione militare risposta militare, e giuro è l'ultima cosa che vorrei....aggiungo ...certo che si il dibattito , quando si alza di livello, incomincia ad essere " vabbé ma anche i cattolici rompono i coglioni con santi e crocefissi..." mi chiedo quale sia ormai il livello del dibattito interno dei partiti. Praticamente luoghi di perdizione.»
Andrea Taiana: «anche gli ebrei appartengono all'antico testamento. la differenza risiede altrove, risiede nel passaggio attraverso la cultura illuminista occidentale, non è questione di Cristo o antico testamento»
Adria Bartolich: «Gli ebrei sono il popolo della diaspora, i musulmani no. Certo la cultura illuminista è una parte significativa delle differenze anche se non l'unica. Secondo me ci sono anche aspetti teologici di una certa rilevanza, ma comunque il risultato resta.
Bruno Perlasca:Sulla frase di Ida Magli ci sarebbe da discutere a lungo. Quanto all'Islam moderato si potrebbe anche concludere, come fa qualcuno, che l'Islam moderato non esiste, ma esistono centinaia di milioni di musulmani moderati e nemici del terrorismo. Contro il terrorismo l'unica strategia è la mobilitazione di massa e il rafforzamento dell'intelligence, la strategia militare non serve a nulla. La pochezza della classe politica europea si vede anche da come non riescano a imporre ai leader dei paesi a egemonia musulmana che considerano alleati l'organizzazione di questa mobilitazione contro il terrorismo e continuino invece a trescare con regimi come quello dell'Arabia Saudita che finanziano il terrorismo più sanguinario. Per esempio il leader turco, che vuole tanto entrare in Europa, porti in piazza la maggioranza silenziosa del suo Paese contro i fanatici estremisti.
Adria Bartolich: però bisogna fare una distinzione tra persone e movimenti collettivi, altrimenti non ne veniamo fuori. le persone possono essere brave e cattive ovunque, sui movimenti collettivi e le loro ragioni culturali bisogna, invece, esprimere giudizi politici.
Paolo Bolzani: Anche i tedeschi non erano tutti nazisti, ma c'era il nazismo in Germania. Stati islamici teocratici, movimenti organizzati per il terrorismo e la conquista e gestione di territori, proselitismo a livello internazionale in occidente con attentati..tutto questo e' l'islam militante che utilizza la religione come arma di sterminio di massa. Dire che non tutti i musulmani sono terroristi è una banalità che serve solo a non affrontare il problema politico. Dire che l'islam è diviso e si ammazzano fra loro dai tempi di Maometto a cosa serve?. Certo una bella e approfondita analisi. Una trasmissione alla radio era la discussione sul bisogna fare trattativa coi terroristi a Parigi "perché sono persone e hanno il diritto alla vita". Ecco. Quanto all'Islam moderato è la foglia di fico per tutti gli ignavi: questo fino a che non vedo un movimento politico organizzato, armato, che combatte contro l'altro Islam, in tutte le zone di guerra in corso. E l'Europa e Usa con loro. Senza gridare "Dio è dalla nostra parte" ma la" viva libertà" sì.
Bruno Perlasca: Ci mancherebbe che qualcuno dicesse che tutti i musulmani sono terroristi. Quello che ho detto è che la stragrande maggioranza dei musulmani sono CONTRO il terrorismo, anche perché molti lo pagano sulla loro pelle. È continuare a dire che l'Islam è in guerra con l'Occidente che è una solenne fesseria. 
Paolo Bolzani:non vedo (meno male) eserciti che impugnano la Bibbia. Gli eserciti che impugnano il Corano e il diffondersi di teocrazie islamiche sono invece il problema attuale, nei fatti qui ed ora". 
Bruno Perlasca: Il problema esiste e va affrontato, ma nessuno riuscirà mai a convincermi che Cristianesimo ed Ebraismo siano le sole religioni "ontologicamente" compatibili con la libertà e che questa sia iscritta inevitabilmente nel loro destino, mentre l'Islam educhi inevitabilmente alla schiavitù e alla violenza. La situazione attuale è frutto della storia politica dei popoli. Le nostre radici culturali, che comprendono anche il paganesimo, non sono "geneticamente" inclini all'amore, alla pace e alla libertà. Pensarlo è una forma di presunzione intellettuale e genera discriminazione.
Carlo Ferrario: I cristiani non si ricordano dei roghi per gli eretici, della città di Beziers ("uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi", dei catari, dell'Inquisizione, delle crociate,della tratta dei neri d'Africa ecc.: non si può condannare i delitti degli altri se prima non ci si pente dei propri... Che coda sarebbe l'Italia in mano ai Salvini e ai Giuliano Ferrara!
Paolo Bolzani: O perbacco, Carlo. Ancora i roghi. Ti sei dimenticato delle crociate. Noi in occidente siamo andati avanti. L' Islam no. Non so su compatibilità ontologica, Bruno. Mentre tu la pensi come Obama e Cameron (il problema non è l'Islam) io la penso come al Sisi, supposto sia vero che abbia detto (8 gennaio) " ...First, in just a few words, Sisi delivered a dose of truth and hard-hitting reality concerning the Islamic world’s relationship to the rest of the world -- a dose of reality very few Western leaders dare think let alone proclaim.  “It’s inconceivable,” he said, “that the thinking that we hold most sacred should cause the entire umma [Islamic world] to be a source of anxiety, danger, killing and destruction for the rest of the world. Impossible!”  What a refreshingly honest statement to come from not only a political leader but a Muslim political leader who has much to lose, not least his life. Contrast his very true words with the habitual reassurances of the Western establishment that Islamic world violence is a product of anything and everything but Islam.  Even after the appearance of the Islamic State, politicians like U.S. President Obama and U.K. Prime Minister Cameron insist that the “caliphate” is not Islamic, despite all the evidence otherwise. Yet here is Sisi, the pious Muslim, saying that the majority of the terrorism plaguing the world today is related to the holy texts of Islam themselves: "That thinking [that is responsible for producing “anxiety, danger, killing and destruction” around the world] -- I am not saying “religion” but “thinking” -- that corpus of texts and ideas that we have sacralized over the centuries, to the point that departing from them has become almost impossible, is antagonizing the entire world. It’s antagonizing the entire world." Il discorso di al Sisi in video...(http://www.americanthinker.com/articles/2015/01/a_revolutionary_speech_ignored_by_the_msm.html)
Gianfranco Giudice:Il problema è anche capire quali siano le vere ragioni della guerra in atto, quali gli interessi geopolitici in campo, che cosa sia esattamente l'Isis, perché il fondamentalismo religioso arriva dopo a giustificare la violenza, a motivare e arruolare i suoi soldati, non prima a causarla, anche perché il fondamentalismo esisteva anche prima che scoppiasse il caos in atto, ed era tenuto a bada, perché da venti anni a questa parte agisce come ideologia di guerra in modo efficace?