L’ALBA
(B. Pasternak Il dottor Zivago)
Tutto significavi tu nel mio destino. Poi venne la guerra, lo sfacelo,
e per tanto, tanto tempo, di te
non una notizia, non una parola.
E dopo tanti, tanti anni
di nuovo la tua voce mi ha turbato. Tutta la notte ho letto il tuo messaggio riprendendomi come da un deliquio.
Ho voglia d’andare fra la gente, nella folla,
fra la loro animazione mattutina.
Sono pronto a mandare tutto in schegge
e a mettere tutti in ginocchio.
E corro giù per la scala,
come se uscissi per la prima volta su queste strade di neve, sul lastrico deserto.
Dovunque ci si alza, luci e intimità,
e chi prende il tè, chi s’affretta ai tram: bastano pochi minuti
e la città ha tutto un altro volto.
Nei portoni la tormenta tesse una rete di fiocchi fitti fitti,
e per fare in tempo tutti corrono,
senza finir di bere e di mangiare.
Io per loro, per tutti sento
come se fossi nella loro pelle,
anch’io mi sciolgo come si scioglie la neve,
anch’io come il mattino aggrotto le ciglia.
E’ come me gente senza nome, alberi, bambini, persone casalinghe.
Da loro tutti io sono vinto,
e solo in questo è la mia vittoria.
(B. Pasternak Il dottor Zivago)