lunedì 8 settembre 2025

D'ALEMA O DELLA FASCINAZIONE PER GLI AUTORITARISMI Michele Magno



D'ALEMA O DELLA FASCINAZIONE PER GLI AUTORITARISMI

Michele Magno 

 08/09/2025 

Diceva Ennio Flaiano che “le dittature degli altri non ci danno fastidio”. Credo che per molti, anzi moltissimi italiani sia così. Sicuramente lo è per Massimo D’Alema. Non deve quindi sorprendere la presenza dell’ex presidente del Consiglio nella foto di gruppo con la cupola delle autocrazie planetarie, riunitosi a Pechino per celebrare il nuovo ordine internazionale sinocentrico.

Qui non mi interessa discutere la caratura morale del personaggio, i suoi presunti affari con la Cina o la sua attività di lobbista delle armi. La verità è che egli, con una spregiudicatezza che ad altri non è consentita, rappresenta la fascinazione per gli autoritarismi e i sentimenti antioccidentali (le due cose si tengono) di vasti ambienti della politica italiana, di destra e di sinistra.

A chi scrive sembra questo il nocciolo della questione. L’irresolutezza di Trump, la sua subalternità a Putin (il quale ha forse delle carte in mano che noi non conosciamo), il suo “delirio tariffario”, hanno dato una spallata al rovesciamento dei rapporti di forza tra Ovest e Est. In questo quadro, l’Europa rischia di fare la fine del vaso di coccio tra due vasi di ferro.

Nonostante la “coalizione dei volenterosi”, infatti, continua a essere divisa, legata da lacci e laccioli burocratico-procedurali, paralizzata nelle sue decisioni strategiche dalla regola dell’unanimità.

Senza uno scatto di coraggio che la liberino da queste gabbie, e senza la consapevolezza dei compiti storici che può e deve avere nello scenario globale, è destinata a un lento ma inesorabile declino. È ancora un gigante economico ma resta un nano politico e militare, come ha ricordato Mario Draghi.

C’è chi vorrebbe far salire questo nano ancora sulle spalle del gigante americano (Meloni), e chi gli consiglia di salire sul carro di Xi Jinping (D’Alema). Sono due strade che non portano da nessuna parte.