Luigi Giliberti
Propal: “Io grido Free Palestine perché voglio la libertà per i palestinesi.”
Io: “Che tenero. Lo gridi in piazza, con lo smartphone in mano, protetto dalla polizia e dalla Costituzione. Prova a gridarlo a Gaza, ma non contro Israele: contro Hamas. Ti fanno sparire in 24 ore.
Propal: “Non è la stessa cosa…”
Io: “No, infatti: lì se sei donna la tua vita è regolata da norme religiose ferree, non da scelte personali. Se sei omosessuale, non ti danno un hashtag: ti danno la caccia. I giornali non informano, fanno propaganda. Le scuole non insegnano pluralismo, ma odio. Questa sarebbe la tua ‘libertà’?”
Propal: “Ma loro resistono all’occupazione…”
Io: “Resistono? O imprigionano i propri cittadini? Perché lì non puoi fondare un partito, non puoi aprire un giornale libero, non puoi manifestare per i tuoi diritti. Sai cosa puoi fare? Dire ‘viva Hamas’ e zitto. Altrimenti finisci in un buco.”
Propal: “Eh, però è un’altra cultura…”
Io: “Certo, un’altra cultura. Talmente diversa che tu non la vivresti nemmeno un giorno. La libertà che difendi per loro è una gabbia che tu non accetteresti mai per te. In Occidente ti godi diritti veri, e intanto sostieni chi li nega. Complimenti: paladino dei diritti… selettivi.”