giovedì 27 agosto 2015

Le picconate delle statue  dell’Isis come quelle di Maometto con gli idoli alla Mecca

La distruzione del tempio a Palmira si inserisce in una lunga tradizione di attacchi contro l’arte pre-islamica (e, in misura minore, cristiana e musulmana) da parte dell’Isis. Mi chiedo se gli episodi di Palmira, Mosul e Nimrod siano da liquidare come semplici «atti di barbarie», come gesto che dimostrerebbe come lo Stato Islamico detesti l’umanità, e sia nemico di tutto ciò che è bello. Mi chiedo però se questa interpretazione non nasca dalla reticenza a considerare la vera natura ed origine di questi gesti. Cerchiamo di non vedere cioè la solida  base teologica che rappresenta  uno dei punti di forza del gruppo jihadista, e di ignorare che proprio questa potrebbe essere una delle ragioni per cui continua ad attirare volontari da tutto il mondo islamico e non solo.  Con quelle picconate i terroristi dell’Isis vogliono ripercorrere le orme di Maometto, quando il profeta distrusse gli idoli alla Mecca. Con la dichiarazione della nascita del “Califfato”,  si intendeva annunciare la creazione di un equivalente contemporaneo del regno dei cosiddetti “Califfi ben guidati”, i quattro successori di Maometto che guidarono la comunità musulmana tra il 632 e 661.Come possiamo sconfiggere l’Isis senza avere il coraggio di comprendere tutto questo?