L’intolleranza dei tolleranti™ – La sinistra che predica l’apertura ma costruisce muri
Popper ci aveva avvisati. Ma i “buoni” non hanno letto fino in fondo. Nel 1945 Karl Popper lanciava un monito: “Se tolleri gli intolleranti, sei fottuto.” Non lo disse proprio così, ma il senso era chiaro: se lasci troppo spazio a chi vuole distruggere la libertà, la libertà muore. Oggi però il problema è ribaltato: non sono gli estremisti religiosi o i fanatici razzisti a censurare. Sono gli stessi che dicono di voler difendere il dialogo, l’inclusione, la società aperta. E mentre lo dicono, ti chiudono la bocca.
I nuovi inquisitori: laureati, progressisti, incazzati
Ti fanno il fact-check, ti spiegano come devi parlare, ti cancellano se usi la parola sbagliata.
Hanno l’aria da “insegno etica su Instagram” ma sono più dogmatici di un parroco del ‘700.
- Dici che Hamas è un’organizzazione terroristica? Ti danno del colonialista.
- Provi a difendere Israele? Sei un “sionista di merda”.
- Pensi che due più due faccia quattro anche se sei bianco? Sei suprematista.
- Critichi una religione che opprime le donne? Islamofobo.
È diventato tutto un quiz a trabocchetto. E se sbagli, ti annullano.
Non è più sinistra, è una setta col Wi-Fi
Una volta la sinistra ti insegnava a discutere. A leggere Gramsci, Pasolini, Marx. Ora ti insegna a segnalare post, usare i pronomi, e denunciare il vicino se ha votato Meloni. Si presentano come “inclusivi”, ma includono solo chi la pensa come loro. Tutti gli altri? Fascisti, reazionari, disturbatori. Il pluralismo l’hanno svuotato. Ora è un concorso di conformismo.
La morale liquida: vietato vietare (ma ti banno lo stesso)
La “tolleranza” di questa sinistra da campus è a senso unico:
- Tollerano i fondamentalisti che odiano i gay, ma non tollerano i gay di destra.
- Tollerano le donne col velo imposto, ma non quelle che lo criticano.
- Tollerano tutto, tranne la libertà di dissentire.
Il guaio? Usano proprio i valori della società aperta per chiuderla.
Karl Popper li avrebbe asfaltati
Popper non era uno di noi, ma avrebbe avuto da ridire.
Perché lui la libertà la voleva vera, non “a condizione che non dia fastidio”.
Non si tollera chi predica odio violento?
Giusto.
Ma chi argomenta, chi contesta, chi propone una visione diversa?
Quello non si tocca. Va difeso. Anche se non ci piace.
E invece oggi gli si dà fuoco.
Prima online, poi (letteralmente) nelle piazze.
Difendere la libertà non è mai di moda
C’è un prezzo da pagare per restare liberi.
Vuol dire non genuflettersi davanti agli attivisti professionisti, non farsi zittire da chi urla più forte, non abdicare al pensiero solo perché fa paura.
Popper lo sapeva. Noi no.
E il risultato è questo:
- Una sinistra che pulisce il linguaggio ma sporca il pensiero.
- Una società che accoglie tutto tranne il coraggio di dire qualcosa di scomodo.
- Una tolleranza che è diventata una forma aggiornata di censura in guanti di lattice.
Non ti arrendere al ricatto dell’applauso facile
Non sei reazionario se difendi il confronto.
Non sei fascista se chiedi coerenza.
Non sei mostro se ti opponi all’ipocrisia progressista.
Se i “buoni” non sanno più discutere, allora siamo noi a doverlo fare.
Con lucidità, con rispetto, ma senza mollare un centimetro.
O la società aperta ce la riprendiamo noi, o ce la chiuderanno loro, un cartello alla volta.
Luigi Giliberti