mercoledì 17 febbraio 2016

RELATIVISMO: TUTTE LE POSIZIONI SI EQUIVALGONO 
La legittima pluralità di posizioni ha ceduto il posto ad un indifferenziato pluralismo, fondato sull'assunto che tutte le posizioni si equivalgono. E allora nessuna posizione va difesa. È questo il disastro che si sta manifestando in Occidente. E questo vale anche per la ricerca filosofica "moderna": citando Giovanni Paolo II "Invece di far leva sulla capacità che l'uomo ha di conoscere la verità, ha preferito sottolinearne i limiti e i condizionamenti" [Giovanni Paolo II, Fides et ratio, 5]. Riguardo al relativismo delle origini dovremmo richiamare la Sofistica del V secolo a.C., che possiamo considerare un "Illuminismo greco", considerando il primo e più importante Sofista, Protagora, con il suo relativismo conoscitivo e morale. Protagora, afferma famoso il principio "L'uomo è misura di tutte le cose". Con Protagora il riconoscimento della disparità dei valori fra le diverse civiltà umane porterebbe a ciò che oggi chiameremmo"relativismo culturale" : "se qualcuno ordinasse a tutti gli uomini di radunare in un sol luogo tutte le leggi che si credono brutte e di scegliere poi quelle che ciascuno crede belle, neppure una ne resterebbe, ma tutti si ripartirebbero tutto"[H. Diels - W. Kranz W. I presocratici, Testimonianze e frammenti, a cura di G. Giannantoni e altri, 2 voll., Roma-Bari 1975]. Arriviamo alla sua affermazione del "tutto è vero", anche se sostiene comunque che esiste un criterio di scelta e di legittimazione: quello dell'utilità. Meno male.‪ L'ignoranza di Socrate", quell' "io so di non sapere" rinvia ad una verità. Perché Socrate esprime un totale attaccamento all'assolutezza della verità, proprio rendendoci coscienti della nostra ignoranza. Se non avessi l'idea della verità non potrei avere quella dell'ignoranza‬