ALLORA TI SEI RICORDATA DI ME
L’arrivo da Nonna.
Arriviamo dalla Grande Città. Abbiamo viaggiato tutta la notte. Nostra Madre ha gli occhi arrossati. Porta una grossa scatola di cartone, e noi due una piccola valigia a testa con i nostri vestiti, più il grosso dizionario di nostro Padre, che ci passiamo quando abbiamo le braccia stanche. Camminiamo a lungo. La casa di Nonna è lontana dalla stazione, all’altro capo della Piccola Città. Qui non ci sono tram, né autobus, né macchine. Circolano solo alcuni camion militari. I passanti sono pochi, la città è silenziosa. Si può udire il rumore dei nostri passi; camminiamo senza parlare, nostra Madre tra noi due. Davanti alla porta del giardino di Nonna nostra Madre dice:Aspettatemi qui. Aspettiamo un po’, poi entriamo in giardino, giriamo intorno alla casa, ci accovacciamo sotto una finestra da cui giungono delle voci. La voce di nostra Madre: Non c’è più niente da mangiare in casa nostra, niente pane, carne, verdura, latte. Niente. Non posso più sfamarli. Un’altra voce dice: E allora ti sei ricordata di me. Per dieci anni non ti eri mai ricordata. Non sei venuta, non hai scritto. AGOTA KRISTOF, TRILOGIA DELLA CITTA’ DI K.