sabato 10 dicembre 2016




IL PERDENTE RADICALE

....Quanto piú il negativo scompare dalla realtà, tanto piú irritante diventa il negativo residuale, proprio perché diminuisce.....Scrive Hans Magnus Enzensberger:"“Ma forse chi vuole capire il perdente radicale dovrebbe approfondire un poco la questione. Il progresso non ha eliminato la precarietà della condizione umana, ma l’ha profondamente modificata. Negli ultimi duecento anni le società piú evolute si sono conquistate nuovi diritti, nuove aspettative, nuove esigenze, spazzando via l’idea di un destino ineluttabile; hanno posto all’ordine del giorno concetti quali la dignità e i diritti dell’uomo; hanno democratizzato la lotta per il riconoscimento e suscitato attese di uguaglianza che non si possono soddisfare; e al contempo hanno fatto sí che ogni giorno per ventiquattro ore la disuguaglianza venga dimostrata su tutti i canali televisivi a tutti gli abitanti del pianeta. Ragione per cui la delusione umana è aumentata con ogni progresso. «Là dove i progressi civili sono effettivamente vincenti ed eliminano effettivamente i mali, raramente suscitano entusiasmo», nota il filosofo [Odo Marquard, Philosophie des Stattdessen, Reclam, Stuttgart 2001, p. 37.] «Diventano, piuttosto, ovvi, e l’attenzione allora si concentra sui mali che restano. Vige insomma la legge della crescente incidenza del rimanente. Quanto piú il negativo scompare dalla realtà, tanto piú irritante diventa il negativo residuale, proprio perché diminuisce».
Hans Magnud Enzensberger,“Il perdente radicale” Giulio Einaudi Editore.