A OSTACOLARE IL NUCLEARE NON È LA SCIENZA, MA L'IGNORANZA IDEOLOGICA
Fabio De Bunker
Opporsi oggi all'energia nucleare in modo assoluto non è una posizione scientificamente sostenibile. È una scelta che ignora decenni di dati, di confronti internazionali e di analisi sul ciclo di vita delle fonti energetiche. Il nucleare è, a tutti gli effetti, una delle tecnologie più sicure, più affidabili e meno impattanti in termini di emissioni climalteranti. Lo dicono l'IPCC, l'Agenzia Internazionale per l'Energia, e lo conferma l'esperienza concreta di Paesi che, grazie al nucleare, hanno decarbonizzato gran parte del proprio sistema elettrico mantenendo alti livelli di affidabilità. Chi lo esclude a priori, senza nemmeno valutare le nuove generazioni di reattori, i tempi di ritorno sull'investimento o il ruolo che può avere nel mix energetico insieme a rinnovabili e accumuli, non sta facendo una scelta scientifica, ma ideologica. E l'ideologia, quando si frappone tra i dati e le decisioni, non è mai una buona consigliera. È lo stesso meccanismo che porta a credere che i vaccini siano pericolosi o che il cambiamento climatico sia una montatura. Cambia il contenuto, ma la struttura del pensiero è la stessa: il rifiuto selettivo delle evidenze. La transizione energetica richiede pragmatismo, non slogan. Se davvero vogliamo liberarci dai combustibili fossili, il nucleare non può essere il tabù che è stato in Italia per troppi anni. Continuare a trattarlo come tale significa rinunciare consapevolmente a uno strumento fondamentale nella lotta alla crisi climatica. Chi fa divulgazione come me, o chi prende decisioni politiche, ha il dovere di...
di affrontare questa realtà con serietà.