Gli ospedali-bunker di Hamas: una violazione del diritto premiata dalla comunicazione mediatica
Non c’era la semplice distruzione di Gaza nei progetti dei mandanti e degli esecutori dell’assalto del 7 ottobre. Già questa verità – e cioè che il progetto terrorista palestinese non solo prevedesse, ma presupponesse la distruzione di Gaza, nell’ambizione che le macerie seppellissero infine anche Israele – già questa verità, dicevo, è una verità negata.
Figurarsi andare oltre, e cioè riconoscere che al progetto della distruzione di Gaza il terrorismo palestinese avrebbe dato attuazione tramite un generalizzato espediente di violazione del diritto internazionale e umanitario. Vale a dire tramite la sistematica utilizzazione, da parte dei miliziani e dei civili belligeranti palestinesi, delle strutture civili specialmente “protette” dalle guarentigie internazionali, ovvero le scuole, gli ospedali, i luoghi di culto.
Questa pratica non è rivolta semplicemente a garantire nascondigli e a occultare attività bellico-terroristiche. Ha invece una funzione profilattica supplementare: l’ottenimento di impunità agli occhi degli osservatori che osservano l’azione israeliana su quelle strutture civili, su quelle scuole, su quegli ospedali, ma non la violazione che l’ha determinata e cioè non l’uso illecito che sistematicamente, e con quel fine, ne fanno i terroristi.
Per mezzo di quelle violazioni, dunque, il terrorismo palestinese ottiene un effetto che va ben oltre la propria protezione fisica sotto lo scudo di questo ospedale o di quella scuola: ottiene impunità. Contravviene al diritto internazionale onde ottenerne protezione. La quale giunge sistematicamente il giorno dopo, anzi minuti dopo, quando l’organizzazione umanitaria di turno, il giornale di turno, il politico di turno denuncia l’ennesima “strage” compiuta dalle forze israeliane.
Il fatto che l’uso delle scuole e degli ospedali per attività belliche costituisca in sé un illecito sfugge puntualmente alle deplorazioni dell’osservatore medio che, pur dandosela da “amico” di Israele, si lascia andare alla dichiarazione indignata sulla notizia della scuola colpita o dell’ospedale bombardato.
Si tratta dello stesso che, non a caso, si esibisce nei più nobili trasalimenti quando raccoglie e propaga i numeri sui morti civili, ancora una volta senza interrogarsi non tanto sulla veridicità di quelle statistiche, ma sul fatto che la carneficina dei civili appartenesse dichiaratamente ai propositi delle dirigenze palestinesi che ne reclamavano il sangue per dare vigore alla “resistenza”. Pure, quell’osservatore condanna bensì la carneficina, ma non chi l’ha preordinata e rivendicata.
Si noti bene. Quell’osservatore non chiede a Israele di astenersi dalle operazioni che coinvolgono scuole e ospedali “dopo” aver riconosciuto, e condannato, la pratica di Hamas di farne uso in violazione del diritto. Quell’osservatore condanna Israele “senza” riconoscere e condannare quella pratica. Per questo non è rispettabile. Per questo non ha le carte in regola. Per questo è esatto dire che è complice, se non di Hamas, della propaganda di Hamas.