Alessandra Libutti
14/04/2025
Mentre leggevo “But What Can I Do?” (Ma cosa posso fare?) di Alastair Campbell, ex stratega della comunicazione di Tony Blair, mi sono imbattuta nel libro “L’individuo sovrano – come sopravvivere e prosperare durante il collasso dello stato sociale” di William Rees-Mogg e James Dale Davidson, un saggio del 1997 che Campbell menziona come fondamentale per comprendere le origini di alcune deviazioni antidemocratiche del nostro tempo. In effetti, come dargli torto?
Le previsioni sul futuro della società fatte da Rees-Mogg e Davidson però hanno poco a che vedere con la veggenza o la lungimiranza, piuttosto sembrano essere una di quelle profezie che si autoavverano proprio perché formulate e dunque fonte di ispirazione. D’altra parte il testo è molto amato negli ambienti conservatori e nel mondo dei Tech, ma ci sono delle connessioni personali anche più dirette.
Gli autori
Partiamo dagli autori: il britannico William Rees-Mogg è il padre dell’ex ministro conservatire Jacob Rees-Mogg, uno dei fautori della Brexit, sostenitore di politiche di deregolamentazione e della creazione di “charter cities” o città libere, ovvero aree urbane o regioni fuori dalla giurisdizione dello Stato, in cui le leggi sono ridotte e i regolamenti creati ad hoc per promuovere l’innovazione economica e attirare investimenti. Inoltre, Jacob Rees-Mogg ha spesso insistito per l’uscita del Regno Unito dalla Convenzione Europea sui Diritti Umani (CEDU) che permetterebbe al Regno Unito di formulare le proprie leggi sui diritti umani senza interferenze esterne.
L’americano James Dale Davidson invece è vicino agli ambienti conservatori, negli anni ha formulato diverse previsioni, tra cui la crisi dei mutui negli Stati Uniti. Tuttavia, è stato anche coinvolto in controversie, come la promozione di teorie del complotto legate all’amministrazione Clinton.
I due avevano già pubblicato insieme due saggi: “Blood on the streets” (Sangue nelle strade) nel 1987 e “The Great Reckoning” nel 1991 (La grande resa dei conti). Ma “L’individuo sovrano” è senza dubbio il loro libro più influente.
Il tema
Gli autori descrivono il loro lavoro come apocalittico, nel senso originale del termine greco “Apokalypsis”, che significa “svelamento”. Secondo loro, la diffusione della rete avrebbe portato allo sgretolamento delle grandi strutture statali. Questo perché nel cyberspazio sarebbero emerse nuove attività economiche di cui avrebbero beneficiato principalmente nuove élite cognitive che avrebbero operato al di fuori dei confini politici tradizionali. Uno scenario nel quale chiunque sarà in grado di utilizzare efficacemente il proprio intelletto potrà aspirare a diventare ricco, inaugurando un’era di mobilità sociale.
L’illusione
Come molti pensatori degli anni ’90 e 2000, Rees-Mogg e Davidson vedevano nella diffusione di Internet un potenziale liberatorio per l’individuo, anticipando un’epoca di maggiore libertà e distribuzione della ricchezza grazie all’abbattimento delle strutture statali, percepite come ostacoli. Questa visione trova paralleli in varie iniziative e figure emblematiche che sembravano incarnare questi ideali.
Julian Assange, con WikiLeaks, prometteva una nuova era di trasparenza, diffondendo documenti segreti che avrebbero dovuto tenere i governi responsabili delle loro azioni. In realtà, WikiLeaks ha finito per essere usato come strumento politico. Mark Zuckerberg aspirava a collegare il mondo, facilitando la comunicazione tra le persone. Anche in questo caso, Facebook è stato al centro di scandali legati alla privacy, alla diffusione di fake news e alla manipolazione politica. Gianroberto Casaleggio promuoveva l’idea di una democrazia diretta attraverso la rete, ma la piattaforma del Movimento 5 Stelle, Rousseau, ha mostrato come le tecnologie di comunicazione possano essere sfruttate per manipolare l’opinione pubblica.
In tutti questi casi, le “illusioni” di libertà, trasparenza e partecipazione diretta promesse dall’avanzamento tecnologico si sono trasformate in nuove forme di controllo. Ne “L’individuo sovrano” il germe dell’autocrazia è addirittura già nelle premesse, e il saggio, nel tentativo di provare una tesi, finisce per dimostrare esattamente quella opposta. Infatti gli autori descrivono un futuro guidato da una “meritocrazia creativa” a cui tutti possono (in teoria) accedere ma dove il successo dipende dalla capacità intellettuale.
La casta tecnocratica
Questo modello che dovrebbe aprire le porte alla prosperità, tende in realtà a favorire chi possiede competenze adatte a capitalizzare in un’economia tecnologica. Questo porta alla formazione di una nuova élite, una casta tecnocratica che domina economicamente, lasciando gli altri senza le reti di protezione offerte dallo Stato. In sostanza, già nel 1997, gli autori presagivano una società guidata da principi di mercato piuttosto che da leggi dello Stato, dove gli individui sarebbero stati “clienti” piuttosto che “cittadini”.
Il tecnocrate è il nuovo Superuomo?
Viene da chiederci se questo Individuo Sovrano non sia in qualche modo una rielaborazione del Superuomo di Nietzsche, che descrive individui che superano i valori morali convenzionali per stabilire e seguire i propri. Certamente le differenze ci sono: se Nietzsche si concentra su una trasformazione morale e filosofica dell’individuo che crea i propri valori al di sopra delle norme sociali, Rees-Mogg e Davidson trattano delle implicazioni economiche e sociali di un sistema dove le regole del mercato e le capacità individuali determinano chi prospera e chi resta indietro.
Però, se Rees-Mogg e Davidson ci dicono che tutti possono diventare individui sovrani, nella realtà, solo alcuni hanno le qualità per esserlo. È innegabile allora che le figure che emergono dallo scenario delineato (i tecnocrati) siano personalità superiori che, riscrivendo la propria morale in un contesto di delegittimazione dello Stato (e quindi anche dello stato di diritto), agiscono effettivamente come superuomini. Questi individui, armati di tecnologie avanzate e di una capacità intellettuale elevata, non solo navigano ma plasmano attivamente una nuova realtà socio-economica che premia l’innovazione e la disintermediazione diretta dalle vecchie strutture di potere. In questo nuovo ordine, il loro successo non deriva soltanto dall’abilità di adattarsi alle regole, ma dal potere di definire le regole stesse, esercitando un’influenza che trascende le tradizionali barriere politiche e geografiche.
Questo riallineamento del potere non solo riflette ma incarna una trasformazione profonda dei valori e delle strutture sociali, echeggiando il concetto nietzscheano di superamento dei vecchi ideali per forgiarne di radicalmente nuovi.
Peter Thiel
È fuori di dubbio che questa società auspicata, in cui tutti potrebbero essere sovrani, è semplicemente la descrizione di un’autocrazia tecnocratica, la quale ci ricorda fortemente la visione della società perseguita da Peter Thiel, creatore con Elon Musk di PayPal, noto per le sue posizioni libertarie e per il suo peso nell’amministrazione Trump. E non è un caso che le idee di Thiel e quelle di Rees-Mogg e Davidson siano allineate. Infatti, Thiel, considera “L’individuo sovrano” uno dei suoi libri preferiti, tanto da avere scritto la prefazione alla riedizione del 2020. In fondo, Thiel (come tutti i magnati della Silicon Valley) incarna la figura stessa dell’Individuo Sovrano.
L’amministrazione Trump
La visione di Rees-Mogg e Davidson trova echi nella politica dell’amministrazione Trump, con il ridimensionamento dello Stato, la deregolamentazione e la gestione del governo come una compagnia d’affari.
Questa stessa filosofia si estende anche alla politica internazionale, dove le norme del diritto vengono messe da parte a favore di un approccio che privilegia le transazioni di affari. Trump tratta le relazioni internazionali come negoziazioni commerciali, piuttosto che il rispetto di accordi multilaterali o l’adesione a principi universali di diritto internazionale.
La profezia che si auotoavvera
Effettivamente, molti libri che al momento della loro pubblicazione sembrano distopici, possono acquistare rilevanza nel tempo, influenzando il pensiero e le politiche future. “L’individuo sovrano” non solo ha fornito un corpus di idee, ma ha avuto un impatto diretto su figure politicamente influenti come Jacob Rees-Mogg e Peter Thiel.
Inoltre, “L’individuo sovrano” è stato a lungo un testo di riferimento in certi ambienti della destra americana, influenzando il pensiero su temi come la deregolamentazione, la privatizzazione e la riduzione del ruolo del governo.
In sintesi, il libro non ha semplicemente previsto un futuro, ha contribuito a crearlo.