Mia mamma diceva, quando il chiasso vociante era al massimo in casa: "ma basta insoma" in dialetto mantovano.
mercoledì 22 ottobre 2014
DITTATURA DELLE MINORANZE PALADINE DEI "DIRITTI"?
La dittatura delle minoranze paladine dei "diritti"? Dittatura dei "desideri"?. Avanza l'uomo che presume di poter trarre dal proprio desiderio un'autorità indiscutibile, anche al di sopra e al di la' delle norme morali che sono base della civiltà a cui appartiene, ribellandosi a ogni controllo critico delle posizioni che egli si sente di sostenere. Tutto questo avviene con una fiducia acritica verso gli "specialisti" - per definizione portatori del progresso della scienza e della tecnica - che si manifesta attraverso un atteggiamento fideistico verso coloro di cui non è in grado di verificare la competenza, e il cui linguaggio non riesce a comprendere e quindi criticare. Siamo a un radicale cambiamento delle regole della convivenza e della Democrazia. Democrazia come governo del popolo. Governo del popolo come garanzia della tutela dell'interesse collettivo. L'interesse colllettivo come ricerca del benessere della casa, lavoro, salute. Democrazia come riconoscimento dei diritti sempre più numerosi che nascono ogni giorno su impulso dei nostri desideri. Se lo Stato non e' pronto a riconoscere "i diritti" nascono organizzazioni "spontannee, dal basso" per promuovere "una legge". Comitati, Centri Sociali, Sindacati, paladini dei "beni comuni, tutti contro il "vuoto legislativo". Se c'e' una legge dello Stato che "non riconosce il diritto", si promuove come Legge Regionale. Se neanche quella c'e', si chiede al Sindaco di riconoscere. Vedi matrimoni gay. Cosi' in nome del "diritto a.." e dei "beni comuni" ci si sente autorizzati, come fosse "diritto costituzionale, ad occupare case, teatri, e si formano cooperative e si gestiscono a spese di enti locali e contribuenti. E se non basta poi interviene la Magistratura che si attribuisce il ruolo di supplenza delle "inadempienze" dello Stato e delle Autonomie Locali, interpretando e sentenziando, con massima discrezionalita', in nome dei diritti "indisponibili" civili, sociali, e politici, facendoli valere anche contro le leggi dello Stato "inadempiente".