giovedì 9 ottobre 2014

LANDINI FIOM: OCCUPAZIONE DELLE FABBRICHE...PER FARLE CHIUDERE


Il governo chiede al Parlamento una delega in bianco sul lavoro con la fiducia, chi accusa la FIOM di essere anacronistica perché minaccia l'occupazione delle fabbriche, pensi piuttosto all'anacronismo della democrazia parlamentare.
  • Gianfranco Melli Purtroppo quando si tira troppo la corda è possibile che la corda si rompa. Pensare che i lavoratori possano chiedere senza valutare il contesto generale da cui deriverà la possibilità di soddisfare le richieste, è un atto di irresponsabilità dei sindacati. Ricordo che un politico illuminato come Schroder "costrinse" i lavoratori e gli imprenditori a trovare un accordo. Minacciare di bloccare le fabbriche è un atto anacronistico che danneggia i lavoratori. La riforma impatterà sul mercato del lavoro fra 5/10 anni. Questo è quello che rimprovero a Renzi. NON abbiamo questo tempo per normalizzare il comparto del lavoro.
  • Gianfranco Giudice La neoSegretaria Cisl ha detto: pensare che in un paese con sette miliardi di economia illegale, con una rete ferroviaria da Napoli in giù che è come quella dei tempi dei Borboni, con intere zone del paese senza banda larga, si possano creare posti di lavoro con interventi sul mercato del lavoro, è pura follia. Sottoscrivo in pieno.
  • Filippo Di Gregorio Gianfranco, subito dopo ha detto che nel medesimo contesto sociale la proposta di occupare le fabbriche è fuori dal mondo...
  • Gianfranco Melli Gianfranco Giudice, che comunque stimo per la sua intelligenza, non dimentica mai di essere un comunista. Staccandosi da questo anacronistico impegno con il passato potrebbe trovare soluzioni per il futuro. Magari partendo dal concetto che i posti di lavoro possono essere creati solo dagli imprenditori e che gli imprenditori possono creare benessere per la collettività solo con una collaborazione onesta dei lavoratori.
  • Gianfranco Giudice Certo Filippo, so bene che la Cisl non condivide la linea della Fiom, io sì, ma il discorso che ho riportato riguarda un altro aspetto, ovvero la inutilità di interventi sul mercato del lavoro senza politiche industriali ed investimenti, al fine di creare lavoro. Questo io lo condivido, ed anche la Fiom. Caro Gianfranco anche io ho stima per te, pur nella diversità anche profonda delle nostre idee, ci accomuna la franchezza. Io da vecchio comunista vorrei trovare un compromesso alto con l'imprenditore, ma partendo dai problemi veri, e la Fiom non è un sindacato che rifiuta il confronto vero e gli accordi, ne fa tanti se servono davvero a creare lavoro e ricchezza da distribuire con giustizia, proprio con spirito di collaborazione. È più facile venire a patti con chi ha idee radicali nella chiarezza delle posizioni, che con chi naviga a vista.
  • Gianfranco Melli Vedi Gianfranco, la redistribuzione della ricchezza è un concetto socialista che fa parte del mio DNA. Purtroppo la concezione della Fiom è distante mille miglia dalla realtà perché parte dal presupposto che il rischio imprenditoriale non esista. Come detto più volte io vorrei vincere 1.000.000 di euro al superenalotto: lo regalerei alla Fiom con l'obbligo di creare una fabbrica di bulloni; sono sicuro che dopo 5 anni o anche meno la fabbrica è fallita. Quando si discute è sempre necessario mettersi dalla parte dell'interlocutore per trovare soluzioni praticabili.
  • Gianfranco Giudice La Fiom rappresenta gli interessi dell'operaio dal punto di vista dell'operaio, certo l'operaio non può prescindere dall'imprenditore, è necessario un compromesso, sapendo che esiste anche un conflitto ineliminabile da governare. La Fiom non vuole distruggere l'impresa, non è un sindacato di sfasciacarrozze, come taluno lo descrive, e non vuole sostituirsi all'imprenditore. Il vero riformismo non può prescindere dal confronto e dall'accordo tra posizioni chiare nella dialettica della posizioni. È una sfida, ma deve essere sul terreno giusto: quali investimenti, quali politiche industriali, quale organizzazione del lavoro. Il presupposto non può essere la riduzione dei diritti e la precarietà come unico fattore su cui (illusoriamente) far ripartire lo sviluppo in questo paese.
  • Gianfranco Melli Purtroppo non si tratta di riduzione dei diritti, ma di considerare il momento storico-economico nel quale siamo. Vorrei sentire la Fiom che fa un appello agli iscritti per una riduzione delle assenze, per l'annullamento dei boicottaggi, per la salvaguardia dell'impresa come unico soggetto che può creare posti di lavoro. Vorrei sentire parlare di doveri. Forse non si è capito che o ci si salva tutti o si affonda tutti in questo Paese dove la produttività è in continua discesa. Gli investimenti devono trovare un ambiente idoneo per poter essere attuati. Sopra evidenziavo il problema del rischio imprenditoriale che, se eccessivo, non giustifica gli investimenti. Sono elementi di economia dai quali non si può prescindere.
  • Gerry Uboldi la verita' sul costo del lavoro e' che buona parte di questo e' ascrivibile al costo del non lavoro ossia tutti quei finti lavoratori improduttivi.sono questi da colpire.dipendenti validissimi e pen pagati come i miei se ne fregano altamente dell'abolizione dell'art 18 . a loro interessa di piu' ed anche a me un licenziamento di massa nel pubblico impiego specialmente in certe zone d'italia . tutto il resto non conta.va detto che in certe aziende dietro l'art 18 si vanno a trincerare dei lavativi davvero fenomenali. faccio il nome di una azienda che di questi ne ha a bizzeffe e che non a caso sta chiudendo dei reparti :artsana.
  • Paolo Bolzani Per parlare francamente, e francamente dissentire. A proposito della Fiom, carissimi tutti, ce ne sono almeno due. La prima nelle fabbriche che lotta e fa contratti (dove li firma) e l'altra quella di Landini (fara' il prossimo partitino) che parla di politica (e non firma i contratti Fiat, perche' bisogna fare "opposizione", alla faccia degli interessi operai che avevano dato torto alla Fiom nel referendum, se non ricordo male) di una sinistra minoritaria con parole d'ordine da anni settanta. Quest'ultima Fiom fa chiacchere e basta, e non serve a niente. Non ci sara' con i Landini, caro Gianfranco Melli (dico che sono d'accordo sul tuo ragionamento) , la "Fiom che fa un appello agli iscritti per una riduzione delle assenze, per l'annullamento dei boicottaggi, per la salvaguardia dell'impresa come unico soggetto che può creare posti di lavoro". 
  • Paolo Bolzani