domenica 12 ottobre 2014

"FARE GLI ITALIANI" ETERNA ILLUSIONE DELLA MEGLIO INTELLIGENICJA

" I mandarini appartengono tutti a una casta particolare, sono indipendenti da ogni controllo popolare, e sono persuasi che il buono e misericordioso dio dei cinesi abbia creato apposta la Cina e il popolo cinese perché fosse dominato dai mandarini." (Antonio Gramsci) 
Il radicalismo culturale, quello dei "migliori", fa disastri alla sinistra, oltre che all'Italia. Con la solita solfa per cui alla destra, anche se e' maggioranza nei numeri e nel “comune sentire”, viene attribuita l’inadeguatezza storica e antropologica a governare. La sinistra, che ha guadagnato storicamente in autorevolezza grazie alla politica del Pci verso gli intellettuali, continua a vivere di rendita di quella esperienza. Ma e' una sinistra impoverita nel pensiero minoritaria nel paese, mentre la destra continua a essere popolo senza cultura indegno a governare. La denuncia degli "intellettuali contro" si esprime contro il berlusconismo degli Italiani, prima e al di la' della influenza nefasta di Berlusconi. Certo se per berlusconismo intendiamo l'Italia dei tanti campanili, dell’Italia profonda odiata dai "migliori" che l’hanno sempre considerata retrograda e reazionaria, cattolica e familistica, popolare e ostile alle tante sinistre, antistatalista. Ma questo ci costringe ad essere realisti su chi siamo in maggioranza in questo paese. E' dal Risorgimento che inizia il confronto tra due mondi contrapposti, una minoranza ideologica che ha sempre cercato di “fare gli italiani” liberandoli dai loro presunti difetti e una maggioranza silenziosa che si è sempre rifiutata di seguire le minoranze ideologiche che chiedevano di fare nuovi gli italiani. La mia critica e' verso una presunta elite intellettuale che non ha piu' la capacita' di interpretare la realta', e che ripete vuote formule utili solo alla conservazione degli apparati burocratici nello Stato, e nella societa' . Mi sembrs che negli anni '50 e '60 del '900 le élite avevano la capacità di capire e quindi collegarsi con quanto avveniva nella società. Inoltre era la società stessa che aveva una capacità di azione collettiva, oggi sparita. E' vero che Il capitalismo si basa sull'idea che siamo individui in concorrenza l'uno con l'altro, e sull'idea che da questo derivano innumerevoli possibilità, e che dipende dalla nostra iniziativa individuale il coglierle: tutto questo ci isola come individui e ci rende passivi. Tutto questo funzionava in una situazione di sviluppo economico che ci faceva vedere un futuro in progressione di "opulenza". Ora tutto questo sembra crollato. Occorre un salto politico, che nasca da una elaborazione,che non vedo, basata su messa in discussione di saperi e poteri acquisiti, allargando, fuori dagli schemi, il campo delle possibilità del sistema democratico oggi inceppato. Non c’è più Silvio Berlusconi, ma ancora maniacalmente "l'intellettuale" e' condizionato a parlarne, come fa Massimo Recalcati, che a “Otto e mezzo”( ultima ridotta dell'antiB) richiamana, poveri noi come siamo ridotti, l’erezione di un Viagra di marmo ( Recalcati dixit:"mausoleo di Arcore" in una "eternizzazione ostinata della vita", una sorta di "viagra di marmo"). Il Gramsci (quello della “riforma intellettuale e morale”) per tutte le coscienze, viene sostituito con queste belle statuine, che sfilano nei talk show del politicamente corretto dei Fazio e Gruber, oltre che su Repubblica e Il Fatto. E l'ottimismo di Renzi viene raccordato a quello di Bettino Craxi degli anni Ottanta: e ci si compiace a richiamare il parallelo fra la Leopolda e la Piramide di Filippo Panseca. E ritorna l'invettiva per chiamare ancora la magistratura a fare il lavoro sporco a salvare la democrazia.