di Gianfranco Giudice
Io non so cosa sia lo spirito, l'anima, ma so che quando pronuncio una parola, comprese le parole "anima" e "spirito", queste sono senz'altro un prodotto della materia: polmoni, lingua, denti, bocca, aria, onde sonore e altro ancora. Eppure il senso ed il significato delle parole non è riducibile a materia, anche se ha bisogno necessariamente di un supporto materiale. È come un libro, ha bisogno di un supporto materiale, ma non è materia, altrimenti la Divina commedia sarebbe carta, come quella per avvolgere le sardelle, diceva ironicamente Gentile. Dunque materia e non materia, se vogliamo chiamiamolo spirito, sono come due poli che insieme stanno e insieme cadono. Di questo si è discusso stamattina con una classe, quella delle simpatiche canaglie, e la canaglia più canaglia è stata quella più interessata, che ha discusso e obiettato di più. E non è certo finita oggi la discussione. Anche perché voglio capire meglio la questione, e solo discutendo riesco a farlo.