DENTI DI LEONE
"Tempi glaciali"
Fred Vargas
Einaudi
“I denti di leone, pensò, sono i poveri della società dei fiori, nessuno li rispetta, vengono calpestati o dati da mangiare ai conigli. Mentre nessuno si sognerebbe di calpestare una rosa. E ancor meno di darla ai conigli. Tutti tacquero per un momento, divisi fra l’impazienza del nuovo giudice e il malumore del commissario.
– Io archivio, − annunciò Bourlin sospirando, come sconfitto fisicamente,
− a condizione che si tenti ancora di decifrare il segno che la donna ha
tracciato accanto alla vasca da bagno. Chiarissimo, molto deciso, ma
incomprensibile. È quello il suo ultimo messaggio.
– Ma inaccessibile.
– Chiamo Danglard. Forse lui saprà.
Però, rifletté Bourlin continuando a rimuginare lo stesso pensiero, i denti di
leone sono coriacei, mentre la rosa è sempre malaticcia.
– Il comandante Adrien Danglard? – intervenne un brigadiere. −
Dell’Anticrimine del tredicesimo arrondissement?
– Esatto. Sa cose che lei non imparerà nemmeno in trenta vite.
– Ma dietro di lui, − mormorò il brigadiere, − c’è il commissario
Adamsberg.
– E allora? – disse Bourlin alzandosi quasi maestosamente, con i pugni
appoggiati sul tavolo.[...]