"...Perché le mie storie sono assolutamente-indiscutibilmente-inequivocabilmente “vere”. Capisci? Sono vere, autentiche...."
"Mi capita molto spesso di recarmi a cena da amici oppure di essere invitato - ma che dico “invitato”! “supplicato di intervenire” è l’espressione che dovrei usare - a serate conviviali con vecchi generali, ambasciatori in pensione, nobili in vena di un pizzico di mondanità.
Ecco, in queste occasioni, dopo aver banchettato allegramente e riso a crepapelle della stupidità degli assenti, tutti pretendono che li faccia divertire con il racconto delle mie avventure. E perché? Perché le mie storie sono assolutamente-indiscutibilmente-inequivocabilmente “vere”. Capisci? Sono vere, autentiche.
Anzi! Per pudore, per non accrescere oltre misura la stima della quale già son circondato… mi sento moralmente in obbligo di sminuire le imprese che mi hanno visto - costantemente - protagonista.
Ah, ma protagonista non per volontà mia! Per carità del cielo! Mio malgrado, sappilo.
Recentemente un amico, uno scrittore di fama internazionale, mi ha chiesto di affidare alla sua penna le mie memorie.
Io mi sono schermito, ho rifiutato cento volte, e poi cento ancora, finché quell’individuo senza scrupoli mi ha minacciato: o gli avrei dettato personalmente le mie avventure o le avrebbe strappate di bocca alla combriccola che assiduamente mi aveva come ospite d’onore."
Eric Rudolph Raspe “Le avventure del Barone di Munchausen.”