mercoledì 25 ottobre 2017


NUBE LETALE
Jack Gladney è professore  presso un campus dove l'eco lontano della cultura popolare americana sono una nuova bibbia e il supermarket la sua biblioteca. De Lillo ci racconta, in questo libro del 1984, l'apocalisse postmoderna, con al centro il supermarket come luogo saturo di onde, radiazioni, lettere e numeri, voci e suoni in attesa di essere decodificato. Una storia dove la vita rassicurante e consumistica di Jack e della sua famiglia ultramoderna viene improvvisamente inghiottita da una nube letale, l'evento tossico aereo, espressione concreta della miriade di altri eventi tossici onnipresenti tra le mura domestiche: trasmissioni radio, sirene, microonde, il ruggito di freezer e lavatrice, la voce incessante e assurda della T.V. La vita viene sconvolta da tutte le paure, inclusa quella della morte che si presenta come forza prorompente, come un raggio di luce nera in grado di perforare il muro di «rumore bianco» che li avvolge ogni giorno.
"Che cos’è una massa nebulosa, tanto per curiosità?
– Una possibile escrescenza nel corpo.
– E si chiama nebulosa perché non si riesce ad averne un’immagine chiara.
– Noi otteniamo immagini chiarissime. L’elaboratore di immagini fa le foto più chiare che sia umanamente possibile. Si chiama massa nebulosa perché non ha né conformazione, né forma, né limiti definiti."
Non solo viene posto il tema della difficoltà di  capire la verità riguardo a ciò che ci circonda, ma ci si chiede  quanto i disastri siano reali e quanto nascono dalle nostre paure. La domanda inquietante che viene posta è se gli eventi tragici possano dare una dimensionalità a una realtà appiattita, dove tutto è “rumore bianco” («di quanto in quanto abbiamo bisogno di una catastrofe per spezzare l’incessante bombardamento di informazioni»).
Don DeLillo, “Rumore bianco.” Einaudi