sabato 3 novembre 2018


FRAMMENTI DI TEMPO PERDUTO
di Gianfranco Giudice
Nelle pagine dei nostri vecchi libri giace l'archeologia di noi stessi sepolta dagli anni. Ritagli di giornale, fotografie ingiallite, foglietti scritti, biglietti ferroviari di viaggi lontani, geroglifici della preistoria, cartoline di un amico o di una fidanzata, una lettera d’amore del tempo che fu, frammenti sparsi del tempo perduto e per un istante ritrovato. Amore per le persone, ma anche passione per cose che sono state parte di noi, la nostra carne, il sangue, i muscoli, i nervi e la pelle che ricopriva il nostro corpo. La politica è stato questo per molte persone, scelta di vita, malattia inguaribile, passione insostituibile, alla fine grande delusione come finiscono tutte le grandi illusioni, per quanto senza politica, di qualunque pasta sia fatta, non ci sia essere umano. Ecco questo ritaglio sotterrato tra le pagine di un vecchio vocabolario, come un fossile, il reperto di una civiltà ed un mondo scoparso. Risale agli inizi degli anni 70, la datazione esatta è incerta. Ritagliai da un fac-simile elettorale, scheda grigia per la Camera dei Deputati, i simboli dei partiti e li incollai sopra un foglio a quadretti. Credo che fu al tempo delle scuole medie, dunque tra il 1972 e il 1975. Potrebbero essere le elezioni politiche anticipate, le prime, del 1972? Oppure le regionali del 1975? Allora mi divertivo anche a fare queste cose, giocavo ad essere già un elettore, tale era la passione e l'interesse. Ecco perché l'altro giorno ho scritto che sono un reduce, adesso ci sono anche le prove archeologiche :-)