lunedì 22 aprile 2019


GRETA E LA FINE DEL MONDO (1)

ALLARMISMO FARLOCCO
Il problema non viene dagli slogan di  Greta, ma dalle "certezze incrollabili"   dei suoi fans. Qui parliamo di (1) Allarmismo farlocco (2) dubbi su chi proclama certezze scientifiche inesistenti (3) inefficacia degli interventi anche se fossero attuati (5) disastro sicuro sull'umanità di politiche dissennate di riduzione CO2 (5) Cretinismo dei proclami della politica (Vedi Zingaretti)

LA BALLA DEL CONSENSO

There is no consensus
The Petition Project features over 31,000 scientists signing the petition stating "There is no convincing scientific evidence that human release of carbon dioxide will, in the forseeable future, cause catastrophic heating of the Earth'satmosphere ...". (Petition Project)
http://www.petitionproject.org

REPORT IPPC 2007

Il report dell’IPCC del 2007, diceva al Congresso che la evidenza del riscaldamento provocato dall’Uomo è” indiscutibile”. Egli affermava che” il pianeta è in preda alla febbre e la prognosi è che le cose andranno sempre peggio”.

Indiscutibilmente, il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) è stato costituito per costruire il caso scientifico in base al quale l'umanità è la causa principale del riscaldamento globale. Tale obiettivo è fondamentalmente non scientifico, in quanto è ostile a ipotesi alternative per le cause dei cambiamenti climatici.

L'esempio più lampante di questo pregiudizio è stata la mancanza di interesse per la parte dell'IPCC nel capire fino a che punto il cambiamento climatico è semplicemente il risultato di cicli naturali interni al sistema climatico. Nel capitolo 9 dell'ultimo (4) rapporto dell'IPCC, intitolato "Capire e attribuire i cambiamenti climatici", si penserebbe che la questione della forzatura esterna rispetto a quella interna sarebbe affrontata in modo approfondito. Ma avresti torto.
L'IPCC è totalmente ossessionato dal forzante esterno, cioè dagli squilibri energetici imposti al sistema climatico che NON sono il risultato del naturale funzionamento interno del sistema. Ad esempio, una ricerca nel capitolo 9 per la frase "forzatura esterna" produce un totale di 91 usi di quel termine. Una ricerca per la frase "forzatura interna" produce ... (aspetta) ... zero usi. Possiamo davvero credere che l'IPCC abbia escluso le fonti naturali di riscaldamento globale quando esiste un punto cieco così lampante?
Certo, non capiamo davvero le fonti interne dei cambiamenti climatici. Il clima e il clima implicano processi caotici, molti dei quali non potremmo mai capire, per non parlare di prevedere. Mentre il caos del tempo è esposto su scale temporali di giorni o settimane, i cambiamenti caotici nella circolazione oceanica potrebbero avere una scala temporale di centinaia di anni, e sappiamo che la formazione di nubi - fornendo l'ombra naturale della Terra - è fortemente influenzata dal oceano.
Pertanto, piccoli cambiamenti nella circolazione oceanica possono portare a piccoli cambiamenti nell'albedo terrestre (quanta luce solare viene riflessa nello spazio), ch2e a sua volta può portare al riscaldamento o al raffreddamento globale. Il punto di vista dell'IPCC (che non è mai esplicitamente affermato) che tali cambiamenti nel sistema climatico non avvengono è poco più che la fede da parte loro."

INEFFICACIA

La CO2 nell'atmosfera rappresenta lo 0.03/0.04 % dei gas in essa contenuti. La CO2 è un gas serra ma il principale gas serra è il vapore acqueo che incide per almeno il 75% dell'effetto serra totale e  ha un calore specifico 4 volte superiore ed i cui effetti sono visibili e noti a tutti.
 In realtà quindi il più grande serbatoio di CO2 non è l'atmosfera bensì l'acqua degli oceani che ricoprono più del 70% della superficie del pianeta. 

Il riscaldamento planetario è un fatto. E' determinato dalle attività umane ? Non esiste prova scientifica che provenga dalla CO2 e neanche  da un presunto maggior effetto serra, se non quello determinato dalle nuvole e dalla maggiore evaporazione del mare.

Inoltre la CO2 antropica è solo una parte della CO2 totale. la CO2 vale il 14% del totale dei gas serra. anche su questo si fa una grande confusione. per cui tutte le politche di riduzione della CO2 in realtà sono inefficaci...


Perché non credo al riscaldamento globale di origine antropica

Professor Riccardo Magnani, dottore in Scienze Biologiche e docente Chimica e Biologia più Scienze della Terra.

Ho pensato di trattare questa questione esponendo fatti ovvi e accettati da tutti, sostenitori della teoria e negazionisti. Ogni teoria (ipotesi) scientifica deve essere sottoposta a verifica e mai accettata per fede solo perché sostenuta da una pletora di uomini di scienza. 

Qualche secolo fa tutti sostenevano che la Terra fosse piatta, tutti.... ma avevano torto. Non è il numero di scienziati che sostiene una teoria che la fa diventare vera ma è la capacità di resistere alle contestazioni opponendo validi argomenti e prove scientifiche. Dare del "negazionista" in senso dispregiativo a chi propone una più attento esame della teoria, ricorda molto i metodi della Santa Inquisizione che condannava come eretici chiunque negasse la "verità Biblica" 

Anche i bambini delle elementari sanno che il clima sulla Terra è cambiato innumerevoli volte nella storia del nostro pianeta, passando da glaciazioni a periodi più caldi ben prima che l'uomo e la società industriale potessero emettere la tanto vituperata CO2.

L'ultima grande glaciazione è sfumata gradualmente verso un periodo caldo circa 12.000anni fa, provocando ad esempio l'estinzione dei mammut ed altre specie animali. A testimoniare l'evento del ritiro dei ghiacciai delle alpi abbiamo i laghi prealpini (Garda, Iseo, Maggiore, Como ecc.) nonché spettacolari vallate di origine glaciale come la Val D'Aosta, Valtellina, Valle dell'Adige.

La fine della glaciazione ha permesso ai nostri antenati di iniziare l'agricoltura e in conseguenza lo sviluppo della civiltà.
Il presupposto che esista un rapporto stretto tra valori di CO2 ed aumento di temperatura richiede qualche spiegazione. La CO2 nell'atmosfera rappresenta lo 0.03/0.04 % dei gas in essa contenuti. La CO2 è un gas serra ma il principale gas serra è il vapore acqueo che incide per almeno il 75% dell'effetto serra totale. In realtà il più grande serbatoio di CO2 non è l'atmosfera bensì l'acqua degli oceani che ricoprono più del 70% della superficie del pianeta. La CO2 si scioglie nell'acqua secondo la reazione (reversibile)

CO2 + H2O = H2CO3 (acido carbonico) e ione bicarbonato HCO3-

Questa reazione (come tutte le reazioni chimiche) è influenzata dalla temperatura. Più alta è la temperatura, più si sposta verso sinistra (provate ad aprire una bottiglia di acqua gassata calda e capirete immediatamente). E' evidente che un aumento di temperatura degli oceani provocato ad esempio dai cicli di attività solare o da altri fattori astronomici, porta i mari a liberare grandi quantità di CO2 (e di vapore acqueo) che andranno nell'atmosfera ad aumentare col loro effetto serra la temperatura che a sua volta farà uscire altra CO2 e latro vapore, con un meccanismo che, una volta avviato, si autoalimenta senza che l'uomo abbia nulla a che fare con tutto questo. Quando la differenza di temperatura tra i poli e l'equatore sarà alquanto ridotta, le correnti marine come quella del Golfo che si muovono proprio per questo gradiente termico, tenderanno a rallentare. 
L'apporto di calore ai poli diminuirà e si andrà nuovamente verso un periodo glaciale.
Riguardo allo scioglimento dei ghiacci e il conseguente innalzamento dei mari, è opportuno sottolineare che il completo scioglimento della calotta artica non porterebbe ad alcun innalzamento del livello oceanico dato che si tratta di ghiaccio galleggiante. Se avete dubbi prendete un bicchiere, mettete un cubetto di ghiaccio e aggiungete acqua fino all'orlo. Lasciate sciogliere il ghiaccio e vedrete che l'acqua rimarrà al livello di partenza fino all'orlo senza straripare. 
Questione differente la calotta polare della Groenlandia che si sta sciogliendo Invece per la calotta polare Antartica si tratta di ghiaccio su un continente. Se si sciogliesse l'Antartide allora si che influirebbe sul livello dei mari. Attualmente questa calotta è stabile e nell'emisfero sud i ghiacciai della Patagonia, come il Perito Moreno, sono in espansione.
Ma perché demonizzare il diossido di carbonio come fosse un gas inquinante? La vita è basata su questa molecola. Le piante con la fotosintesi, la assorbono come nutrimento secondo la reazione:

CO2 + H2O -> Glucosio + Ossigeno

Un aumento della CO2 determina anche l'aumento della velocità con cui le piante fanno la fotosintesi compensando in parte questo effetto. Noi animali restituiamo poi la CO2 "bruciando" il cibo con l'Ossigeno chiudendo così il ciclo del Carbonio.

Glucosio + Ossigeno -> CO2 + H2O 

Senza CO2 le piante morirebbero e noi con loro.

I dati che abbiamo dicono che stiamo vivendo un periodo interglaciale con temperature tendenzialmente in aumento. Tutto ciò è già avvenuto innumerevoli volte. Certo, terre fertili potrebbero diventare deserti, e terre inospitali e gelide come la Siberia o il Canada settentrionale potrebbero diventare zone fertili e produttive. Negli USA, la Mesa Verde N.P. è un luogo dove potete osservare abitazioni rupestri precolombiane che i nativi americani abbandonarono prima dell'arrivo degli spagnoli a causa di un cambiamento climatico che portò un lungo periodo di siccità. Innumerevoli altri luoghi nel mondo testimoniano come i nostri antenati hanno dovuto adattarsi a tali cambiamenti. 

Da quanto detto quindi sembrerebbe che la CO2 in aumento, sia in realtà l'effetto del riscaldamento e non la causa. Lo stesso vale per il vapore acqueo.

immagine 2 articolo 48829

Analizziamo i due grafici:
Consideriamo la Terra 20.000anni fa. Le temperature sono molto basse, circa 8 ºC al di sotto dei livelli attuali. Le basse temperature degli oceani determinano livelli altrettanto bassi di vapore acqueo in atmosfera, come di anidride carbonica la quale raggiunge livelli che sono la metà di quelli attuali. L'albedo della Terra è elevata a causa della presenza di una vasta copertura di ghiaccio in Europa e Nord America. 

Tutti questi fattori avrebbero portato ad una ulteriore diminuzione delle temperature terrestri, (facendo queste diminuire ulteriormente la concentrazione di CO2 fino a un'era glaciale permanente). Le temperature, invece, cominciano ad aumentare rapidamente, senza che la CO2 sia il motore di questo processo essendo, in realtà, diminuita. 

immagine 3 articolo 48829

Come si può osservare da questo grafico pubblicato da IPCC, dal 1940 al 1980, nonostante l'esplosione dei consumi energetici con combustibili fossili e la conseguente emissione di CO2,, non vi è stato alcun innalzamento delle temperature, anzi vi è stata una leggera diminuzione. Per quale motivo si è andati per 40 anni in controtendenza? Nessuno ha saputo dare una risposta plausibile. E' chiaro che tutto questo dovrebbe far nascere qualche scientifico nonché doveroso dubbio sui pilastri della teoria del riscaldamento globale di origine antropica e magari ad ammettere che sappiamo ancora molto poco di tutta questa materia prima di sparare apocalittiche previsioni.


immagine 4 articolo 48829


Questo grafico permette di notare che dal 2002 al 2010 le temperature sono scese nonostante l'uomo abbia continuato a riversare CO2 nell'atmosfera.

L'attività degli alberi e in generale della vegetazione nell'assorbimento di CO2 risulterebbe maggiore di quanto ritenuto finora, a sostenerlo un gruppo di ricercatori della Wyoming University.
Stando alle elaborazioni fornite dall'università statunitense, pubblicate sulla rivista PNAS, la CO2 assorbita dalle piante risulterebbe maggiore in virtù dell'aumento della dimensione stessa della vegetazione, legata proprio all'incremento di anidride carbonica nell'atmosfera. Un processo che porterebbe le foglie a trattenere quantità superiori di questo gas serra e per un periodo di tempo più esteso.
Secondo i ricercatori statunitensi la quantità di CO2 trattenuta dalle piante risulterebbe sottostimata dai precedenti studi nella misura del 16%. Una teorie che sembrerebbe spiegare, secondo l'ateneo USA, gli andamenti attuali nell'incremento di anidride carbonica nell'atmosfera, inferiore rispetto alle previsioni sviluppate dai climatologi negli ultimi anni.

immagine 5 articolo 48829


E che dire dello stretto rapporto tra l'attività solare (misurabile dal numero di macchie solari) e i minimi e massimi delle temperature con le rispettive mini ere glaciali degli ultimi 2000 anni? Sicuramente un altro elemento da approfondire se non si è dei fissati solo sulla CO2..

Un altro argomento astronomico che ha a che fare col clima è la differente durata delle stagioni tra emisfero nord e sud. In questo momento la primavera e l'estate nell'emisfero settentrionale durano quasi 7 giorni in più che in quello australe. Contate i giorni sul calendario dal 21 marzo al 23 settembre. Ciò è dovuto alla seconda legge di Keplero, ovvero la terra si muove più velocemente in perielio (gennaio) e rallenta in afelio (Luglio). Questo significa un maggior irraggiamento dell'emisfero nord e quindi un riscaldamento maggiore accentuato dal fatto che nel nostro emisfero abbondano i continenti che si scaldano più degli oceani. Ma questa situazione non durerà in eterno. Nel giro di circa 13.000 anni, la precessione degli equinozi porterà ad un rovesciamento della situazione con effetti imprevedibili.

A conclusione di queste riflessioni, quello che penso è che in un delirio di onnipotenza, noi vorremmo che il clima non cambiasse mai nonostante lo spostamento dei continenti, l'isostasia che li fa sollevare o abbassare, nonostante la nostra stella abbia cicli con diversa emissione di energia, nonostante lo spostamento degli equinozi, le eruzioni vulcaniche, alle correnti come il Niño e a un' altra miriade di fenomeni che non sono sotto il nostro controllo.

Questi sono solo alcuni dei rilievi oggettivi che si possono muovere al gruppo di esperti sul clima dell'Onu (Ipcc) e alla loro teoria che sostiene senza che un ragionevole dubbio li sfiori, che la CO2 di origine antropica sia la causa di tutto. Se la scienza dell'IPCC non vuole essere una religione che si accetta per fede, apriamo le porte alla discussione.

UMBERTO MINOPOLI

Basta col conformismo e l'ignoranza sul clima. Denunciare l'insensibilita' sul clima: questo e' il significato che si attribuisce alla campagna di Greta. E fin qui sembrerebbe tutto pacifico e lodevole. Chi potrebbe mai trovare da ridire sul richiamo a una maggiore cura del pianeta? Fosse cosi' chi non marcerebbe dietro la piccola Greta? Dov'e' il problema? E' in alcune affermazioni e proclami ingenui, falsi,  inaccettabili, forzate e pericolose che gli organizzatori( o pensiamo davvero che la ragazzina star di un movimento mondiale si muova e si informi da sola e sia davvero dotata di poteri preditivi superiori?) hanno dato a questo movimento. A partire dal proclama che e' alla base del "gretismo" (la religione degli adulti imbambolati che fanno di Greta la Sibilla svedese del 21 secolo): il vaticinio apocalittico. Ieri al Senato, la piccola Greta e' arrivata a dettagliare gli anni (dieci) ma anche i mesi, i giorni e persino le ore che ci separano dalla "fine del mondo". Grottesco. Sarebbe da farle una carezza compassionevole sulla testa. Invece c'e' chi crede a questo autentico bizzarro vaticinio. E crede, come Greta ammonisce, che sia la "scienza" a dirlo. Si puo' scusare la ragazzina. Non i creduloni che ripetono questo mantra medievale ed apocalittico. Nessuno scienziato, tantomeno i climatisti che studiano ( per conto dell'Onu) il clima si sono mai sognati di predire la "fine del mondo". Sul clima si fanno, con metodi scientifici, valutazioni, previsioni e ipotesi ( varie ) di evoluzione. Ma nessun scienziato si sognerebbe di vaticinare certezze. Non e' scientifico predire il futuro. Sarebbe magia non scienza. Ora la scienza sul clima ha fatto questo: ha accertato che nell'ultimo secolo abbiamo avuto uno 0,9 gradi di aumento medio delle temperature terrestri. Il global warming e' un rilievo statistico che nessuno contesta. Su imput dei governi e dell'Onu, altro che insensibilita', ad una parte di scienziati del clima ( 150 persone raccolte nell'IPCC, Intergovernmental Panel Climate Change) si e' chiesto di fare previsioni sull'evoluzione del clima. Lo ha ricordato lo scienziato del clima italiano Franco Prodi:  non sarebbe, a rigore, scientifico farlo. Il clima e' il caotico prodotto di interazioni di variabili numerose e non tutte prevedibili. E' purtroppo difficilissima la previsione. Ma ai governi bisognava rispondere. E cosi' l'IPCC ( una commissione non la Scienza tutta) ha costruito modelli matematici  che danno (diversi) scenari di possibile evoluzione. Di che cosa? Non della data della fine del mondo ovviamente. Ce lo vedete uno scienziato che si trasforma in stregone? Ma "solo", entro la fine del secolo, dei possibili ulteriori gradi di aumento delle temperature. L'Ipcc ha fatto non una, ovviamente, ma varie ipotesi ( di aumento ipotetico da pochi gradi, a 3 fino a 6). A questi vari gradi di aumento ipotizzabili sono connessi presunti effetti e conseguenze piu' o meno nulli o negativi, piu' o meno catastrofici. Ma nessuna certezza. Non sarebbe scientifico. Da queste previsioni dell'IPCC i governi ( non gli scienziati e, tantomeno genericamente "gli uomini e le donne del pianeta" come proclama pomposamente, il "movimento" gretista) dovrebbero trarre azioni di "mitigazione". Non lo fanno? Qui si dice una cosa falsa e ingiusta. E ingenerosa. Sono almeno 30 anni che, sulla base delle "previsioni" dell'Ipcc, si fanno "annuali" conferenze sul clima e si approvano indirizzi e  azioni per i vari paesi del mondo. Altro che insensibilita'. Dov'e', pero', il problema vero? In due fatti: l'Ipcc ha isolato ( e secondo molti sopravvalutato) come unica causa della variazione climatica la CO2 e il suo, peraltro benigno e benefico effetto serra: quello che fa vivere le piante, fa respirare noi viventi e ci da' un pianeta "abitabile" ( a differenza di Marte o Venere). La CO2, oltre che dalla natura, e' prodotta anche dall'uomo. Nei modelli Ipcc si isola la componente umana della CO2 e la si trasforma nella unica causa del riscaldamento. Trentamila altri scienziati, delle Universita' di tutto il mondo, hanno sottoscritto, due anni fa, un manifesto che contestava questa conclusione sulla CO2 antropica. Ma chi lo sa? I media, per vendere, alimentanomsolo il catastrofismo. E la narrazione sulle "colpe dell'uomo" ( e la relativa "punizione di Dio") e' un refrain medievale ( e mediatico) poderoso.  E' questo, nessun negazionismo ( che orribile termine ) dunque,  che viene contestato da altri scienziati: sopravvalutare la CO2. E  invitano a considerare, nelle previsioni, altre possibili cause ( l'attivita' solare, ad esempio) di evoluzione e cambi climatici. Anche perche', e questo e' il secondo aspetto c'e' un fatto: dopo 30 anni ( Trump non c'era, cara Greta)  di tentativi "umani" di abbassare le emissioni CO2 ( antropiche), le emissioni non si abbassano mai. Di qui una certa ansia che ha preso i governi e le Conferenze sul clima: visto che non si abbassano mai  (e la fine del secolo si avvicina) pare sempre piu' drammatico e proibitivo lo sforzo per abbassarle. Di qui l'ansia. Perche' non si abbassano? Questa domanda "tecnica" dovrebbero farsi i governi. E' idiota e irresponsabile avallare, da adulti informati,  le comode e ingenue colpe che indicano i vaticini di Greta: e' colpa dei ricchi, dei potenti, dei cattivi ecc. Purtroppo, invece, le ragioni  sono assai diverse e piu' complesse. A dispetto dei ricchi, che anzi, da anni si sono messi a fare soldi con le energie alternative - qualcuno conosce le cifre da capogiro, svariate centinaia di miliardi, tra titoli di scambio, incentivi alle rinnovabili, certificati verdi, bianchi e arcobaleno, fondi di investimento, obbligazioni bancarie ecc della "finanza verde" che gira oggi nel mondo? - la CO2 non si abbassa mai. Molti scienziati dicono che non si abbassa per le ragioni opposte di quelle presunte dall'Ipcc ( il feedback tra temperatura e tassi di CO2 in atmosfera potrebbe funzionare all'inverso). Comunque la realta' e' questa. E l'ansia e' cattiva consigliera. Rischia di portarci all'impazzimento: per abbassare, in pochi anni , la CO2 che, ripetiamo, e' solo un gas innocuo e alteroclimante (non inquina, non e' un ossido, una polvere, un gas tossico come credono gli sprovveduti), si sragiona di "rivoluzionare, in meno di dieci anni, stili di vita, consumi, abitudini, convinzioni" della gente. Rivoluzionare? Una velleita', ingenua e impositoria. E impossibile: l'economia si fermerebbe e la gente ( pensiamo alle popolazioni piu' povere) morirebbe ( non per il clima) ma per inedia e peggioramento della qualita' della vita. Forse occorre deporre l'ansia, pensare costruttivamente ai modi per mitigare gli effetti dei cambi climatici. Con la tecnologia, ad esempio, con le opere, le infrastrutture, le politiche urbanistiche ed edilizie, con le politiche sui rifiuti, con la lotta all'inquinamento ( che non e' il riscaldamento). Con lo sviluppo, insomma. Con un riformismo climatico. Non con la nenia dell'apocalisse e il fondamentalismo catastrofico.


AL URS
Il problema è complesso perché il clima è affare complesso.
Appiattire tutto sul CO2 di origine antropica è implausibile, come dice Lindzen.
Uno dei mantra preferiti dai seguaci IPCC (panel 2 e 3 in particolare) è che il CO2 aggiuntivo di origine antropica innescherebbe un feed-back positivo (amplificazione) sull'effetto serra facendo aumentare il vapore acqueo che a sua volta farebbe aumentare l'effetto serra, che a sua volta farebbe aumentare il vapore acqueo, e così via.
Questo punto di vista è un puro nonsenso per molte ragioni. Ma la più insostenibile è proprio quella del feed-back positivo:
a) la Terra ha, nel passato, sperimentato concentrazioni di CO2 20 volte più grandi di quanto ci sia ora; eppure niente di quel processo di amplificazione (feedback-positivo) è successo. Se la CO2 innescasse feed-back positivi non compensati dal sistema clima, tutto sarebbe già andato a fuoco 500_milioni di anni fa.
b) l'enfasi sul feed-back positivo mostra una totale ignoranza di come funzionano i feed-back da parte dei sostenitori dello Anthropogenic Global Warming (AGW). Se ci fossero solo feed-back positivi, la Terra sarebbe già andata a fuoco. Segno che ci sono anche molti altri feed-back negativi che compensano e stabilizzano abbondantemente i feed-back positivi. Per esempio, basta che che il clima reagisca all'impulso che fa aumentare il vapore acqueo con un aumento della nuvolosità: infatti bastano 3 giorni in più all'anno di cielo coperto per annullare ogni effetto indotto da tutto l'aumento di CO2, e non solo quello di origine antropogenica. Ma nessuno sa misurare con sufficiente accuratezza tale aumento medio di nuvolosità. Inoltre il feed-back negativo dell'aumento della nuvolosità che aumenta l'albedo (cioè la riflessione della radiazione solare che raggiunge il terreno a fa aumentare l'evaporazione) è solo uno dei feed-back negativi possibili. Di molti altri si sa dire poco o nulla e di altri probabilmente non sappiamo neppure che esistono. Ma sappiamo una cosa sicura: che ci devono essere, proprio perché livelli molto più alti di CO2 NON HANNO AFFATTO causato quel temuto innesco.
Questa è solo un dei difetti di ragionamento che stanno alla base della teoria dello AGW.