lunedì 22 aprile 2019


CHARLES BAUDELAIRE
DIARI INTIMI
Traduzione dall’originale francese Journaux intimes
di Marco Vignolo Gargini [www.romanzieri.com]
RAZZI [1]
I
RAZZI
Quand’anche Dio non esistesse, la Religione sarebbe ancora Santa e Divina. Dio è il solo essere che, per regnare, non abbia affatto bisogno d’esistere. Ciò che è creato dallo spirito è più vivo della materia.
L’amore è il gusto della prostituzione. Non v’è piacere nobile che non possa essere ricondotto alla Prostituzione.
In uno spettacolo, in un ballo, ognuno gode di tutti. Che cos’è l’arte? Prostituzione.
Il piacere d’essere in mezzo alla folla è un’espressione misteriosa del godimento della moltiplicazione del numero.
Tutto è numero. Il numero è in tutto. Il numero è nell’individuo. L’ebbrezza è un numero.
Il gusto della concentrazione produttiva deve sostituire, in un uomo maturo, il gusto della
dispersione.
L’amore può derivare da un sentimento generoso: il gusto della prostituzione; ma è ben presto
corrotto dal gusto della proprietà.
L’amore vuole uscire fuori di sé, confondersi con la sua vittima, come il vincitore con il vinto, e ciò nonostante conservare dei privilegi da conquistatore.
Le voluttà del mantenitore hanno insieme un che dell’angelo e del proprietario. Carità e ferocia.
Esse sono anche indipendenti dal sesso, dalla bellezza e dal genere animale.
Le tenebre verdi nelle sere umide della bella stagione.
Profondità immensa di pensiero nelle locuzioni volgari, buchi scavati da generazioni di formiche. Aneddoto del cacciatore, relativo al legame intimo della ferocia e dell’amore. II
Della femminilità della Chiesa, come ragione della sua onnipotenza. Del colore viola (amore contenuto, misterioso, velato, colore della canonichessa).
Il prete è immenso perché fa credere a una folla delle cose sorprendenti. Che la Chiesa voglia far tutto ed essere tutto, è una legge dello spirito umano. I popoli adorano l’autorità.
I preti sono i serventi e i settari dell’immaginazione. Il trono e l’altare, massima rivoluzionaria.
E. G. o la SEDUCENTE AVVENTURIERA [2]
Ebbrezza religiosa delle grandi città. – Panteismo. Io, sono tutti, tutti, sono io. Vortice.
III
Credo d’aver già scritto nelle mie note che l’amore somiglia assai a una tortura o a un’operazione chirurgica. Ma questa idea può essere sviluppata nella maniera più amara. Quand’anche i due amanti fossero invaghiti e gravidi al massimo di desideri reciproci, uno dei due sarà sempre più calmo o meno posseduto dell’altro. Quello, o quella, è il chirurgo, o il boia; l’altro, è il sottomesso, la vittima. Non sentite quei sospiri, preludi d’una tragedia del disonore, quei gemiti, quelle grida, quei rantoli? Chi non li ha proferiti, chi non li ha irresistibilmente estorti ? E che trovate voi di peggio nella domanda posta da aguzzini accurati? Quegli occhi di sonnambulo rivoltati, quelle membra in cui i muscoli sprizzano e si irrigidiscono come sotto l’effetto d’una pila galvanica, l’ebbrezza, il delirio, l’oppio, nelle loro reazioni più furiose, non ve ne daranno certo esempi così orribili, così curiosi. E il volto umano, che Ovidio riteneva creato per riflettere gli astri, ecco che non parla più che un’espressione di folle ferocia, o si rilassa in una specie di morte. Giacché, di certo, io crederei di fare un sacrilegio applicando la parola estasi a questa specie di decomposizione.
- Gioco spaventoso dove occorre che uno dei giocatori perda il controllo di se stesso! Una volta fu chiesto me presente in cosa consistesse il più grande piacere dell’amore. qualcuno rispose con naturalezza: nel ricevere, - e un altro: nel donarsi. – Quello dice: piacere d’orgoglio! – e quell’altro: voluttà d’umiltà! Tutti quegli sconci parlavano come l’Imitatio Christi. – Infine si trovò uno spudorato utopista che affermò che il più grande piacere dell’amore era quello diformare dei cittadini per la patria.
Io dico: la voluttà unica e suprema dell’amore giace nella certezza di fare il male. – E l’uomo e
la donna sanno sin dalla nascita che nel male si trova tutta la voluttà.
IV
PIANI, RAZZI, PROGETTI
La commedia alla Silvestre. [3]
Barbara [4] e il montone.
Chenavard [5] ha creato un tipo sovrumano.
Il mio voto a Levaillant [6].
Prefazione, mélange di misticismo e di giocosità.
Sogni e teoria del Sogno alla Swedenborg.
Il pensiero di Campbell (the Conduct of Life) [7].
Concentrazione.
Potenza dell’idea fissa.
La franchezza assoluta, mezzo per l’originalità.
Raccontare pomposamente delle cose comiche.
RAZZI. SUGGESTIONI
Quando un uomo si mette a letto, quasi tutti i suoi amici hanno un desiderio segreto di vederlo
morire; gli uni per constatare che aveva una salute inferiore alla loro; gli altri, nella speranza
disinteressata di studiare un’agonia. [8]
Il disegno arabesco è il più spiritualista dei disegni.
V
L’uomo di lettere smuove capitali e dà il gusto della ginnastica intellettuale.
Il disegno arabesco è il più ideale di tutti.
Noi amiamo le donne in proporzione a quanto ci sono più estranee. Amare le donne intelligenti
è un piacere da pederasti. Così la bestialità esclude la pederastia.
Lo spirito della buffoneria può non escludere la carità, ma è raro.
L’entusiasmo che s’applica ad altro che all’astrazione è un segnale della debolezza e della
malattia.La magrezza è più nuda, più indecente della grassezza.
V
I
Cielo tragico. Epiteto d’un ordine astratto applicato a un essere materiale.
L’uomo beve la luce con l’atmosfera. Così il popolo ha ragione a dire che l’aria della notte è
malsana per il lavoro.
Il popolo è adoratore nato del fuoco.
Fuochi d’artificio, incendi, incendiari.
Se si suppone un adoratore nato del fuoco, un Parsis nato, si può creare un racconto.
Gli errori relativi ai volti sono il risultato dell’eclisse dell’immagine reale tramite l’allucinazione
che ne trae la sua nascita.
Sappi dunque le gioie d’una vita aspra; e prega, prega senza sosta. La preghiera serbatoio
della forza. (Altare della volontà. Dinamica morale. La stregoneria dei sacramenti. Igiene
dell’anima.)
La musica scava il cielo.
Jean-Jacques [9] diceva che entrava in un caffè non senza una certa emozione. Per una natura
timida , un controllo dei biglietti a teatro somiglia un poco al tribunale degli Inferi.
La vita non ha che un fascino; è il fascino del Gioco. ma se ci è indifferente vincere o perdere?
VII
Le nazioni non hanno grandi uomini che loro malgrado, - come le famiglie. Esse fanno ogni
sforzo per non averne. E così, il grande uomo ha bisogno, per esistere, di possedere una forza
d’attacco più grande della forza di resistenza sviluppata da milioni di individui.
A proposito del sonno, avventura sinistra di tutte le sere, si può dire che gli uomini
s’addormentano ogni giorno con un’audacia che sarebbe inintelligibile, se noi non sapessimo
che è il risultato dell’ignoranza del pericolo.
Vi sono pelli da carapace con le quali il disprezzo non è più una vendetta.
Molti amici, molti guanti. Coloro che mi hanno amato erano persone disprezzate, direi pure
disprezzabili, se ci tenessi a blandire le persone oneste.Girardin che parla in latino! Pecudesque locutæ [10].
Spettava a una Società incredula inviare Robert Houdin [11] dagli Arabi per stornarli dai miracoli
.
VIII
Quei navigli belli e grandi, impercettibilmente equilibrati (dondolati) sulle acque tranquille, quei
robusti navigli, dall’aria distolta e nostalgica, non ci dicono in una lingua muta: Quando partiamo
per la felicità?
Non dimenticare nel dramma il lato meraviglioso, la stregoneria e il romanzesco.
I luoghi, le atmosfere, di cui un racconto deve essere zuppo. (Vedere Usher [12] e riferirlo alle
sensazioni profonde dell’hascisc e dell’oppio.)
Vi sono follie matematiche e folli che pensano che due più due facciano tre? In altri termini, -
l’allucinazione può, se queste parole non stridono [ad accoppiarle insieme], invadere le cose del
puro ragionamento? Se, quando un uomo prendesse il vezzo alla pigrizia, alla fantasticheria,
alla fannullaggine, al punto da rinviare senza sosta all’indomani la cosa importante, un altro
uomo lo destasse un mattino a gran colpi di scudiscio e lo fustigasse senza pietà finché, non
potendo lavorare per piacere, quello lavorasse per paura, quell’uomo, - il fustigatore, - non
sarebbe davvero suo amico, suo benefattore? D’altronde si può affermare che il piacere
seguirebbe dopo, a più giusto titolo di quando si dice: l’amore viene dopo il matrimonio.
Lo stesso in politica, il vero santo è colui che fustiga e uccide il popolo per il bene del popolo.
Martedì 13 maggio 1856
Scrivere a Mann [14],
a [Willis] [15],
a Maria Clemm [16].
Mandare da Mme. Dumay [17] sapere se Mirés [18]…
Ciò che non è leggermente difforme ha l’aria insensibile; - donde ne consegue che l’irregolarità,
ossia l’inatteso, la sorpresa, lo stupore sono una parte essenziale e la caratteristica della
bellezza.
IX
Théodore de Banville non è precisamente materialista; è luminoso.
La sua poesia rappresenta le ore felici.Ad ogni lettera di creditore, scrivere cinquanta righe su un argomento extraterrestre e sarete
salvi.
Un gran sorriso in un bel viso da gigante.
Du suicide e de la folie-suicide considérés dans leurs rapports avec la statistique, la médecine
et la philosophie.
BRIÈRE DE BOISMONT [19]
Cercare il passo: Vivere con un essere che per voi non ha che avversione…
Il ritratto di Sérène di Seneca, quello di Stagira di San Giovanni Crisostomo.
L’acedia, malattia dei monaci.
Il Tædium vitæ [20].
Traduzione e parafrasi di: La Passione rapporta tutto a sé.
Gioie spirituali e fisiche causate dal temporale, l’elettricità e il fulmine, campana a martello dei
ricordi amorosi, tenebrosi, degli anni antichi.
X
Ho trovato la definizione del Bello, - del mio Bello. È qualcosa d’ardente e di triste, qualcosa un
po’ vago, che lascia corso alla congettura. Andrò ad applicare, se si vuole, le mie idee a un
oggetto sensibile, all’oggetto, per esempio, il più interessante nella società, a un viso di donna.
Una testa seducente e bella, una testa di femmina, voglio dire, è una testa che fa sognare in
una volta, - ma in maniera confusa, - di voluttà e di tristezza; che presuppone un’idea di
malinconia, di fiacchezza, persino di sazietà, - ma pure un’idea contraria, ossia un ardore, un
desiderio di vivere, associato a un’amarezza rifluente, come provenisse da una privazione o da
una disperazione. Il mistero, il rimpianto sono ugualmente caratteri del Bello.
Una bella testa d’uomo non ha bisogno di presupporre, eccetto forse agli occhi d’una donna, -
agli occhi d’un uomo ben inteso – quell’idea di voluttà, che nel viso di una donna è una
provocazione tanto più attraente quanto il viso è generalmente più malinconico. Ma questa testa
conterrà in sé qualcosa d’ardente e di triste, - dei bisogni spirituali, delle ambizioni
tenebrosamente rimosse, - l’idea di una possanza che ringhia, e senza impiego, - talvolta l’idea
di una insensibilità vendicatrice, (giacché il tipo ideale del Dandy non è da trascurare a questo
proposito), - talvolta anche, - ed è uno dei caratteri della bellezza più interessanti, - il mistero, e
infine (purché io abbia il coraggio di confessare fino a che punto io mi sento moderno in estetica
), l’infelicità. – Io non pretendo che la Gioia non possa associarsi con la Bellezza, ma dico che la
Gioia [ne] è uno degli ornamenti più volgari; - mentre la Melanconia ne è per così dire l’illustre
compagna, al punto che io non concepisco affatto (il mio cervello sarebbe uno specchio
stregato?) un tipo di Bellezza in cui non vi sia dell’Infelicità. – sostenuto, - altri direbbero:
ossessionato da – queste idee, si comprende che mi sarebbe difficile non concluderne che il piùperfetto tipo di Bellezza virile è Satana, - alla maniera di Milton.
XI
Auto-idolatria.
Armonia politica del carattere.
Euritmia del carattere e delle facoltà
Aumentare tutte le facoltà.
Conservare tutte le facoltà.
Un culto (magismo, stregoneria evocatoria).
Il sacrificio e il voto sono le formule supreme e i simboli dello scambio.
Due qualità letterarie fondamentali: sovrannaturalismo e ironia.
Colpo d’occhio individuale, aspetto in cui si mantengono le cose davanti allo scrittore, poi grazia
di spirito satanico. Il sovrannaturale comprende il colore generale e l’accento, ossia l’intensità,
la sonorità, la limpidezza, la vibratilità, la profondità e la risonanza nello spazio e nel tempo.
Vi sono dei momenti dell’esistenza dove il tempo e l’estensione sono più profondi, e il
sentimento dell’esistenza immensamente ampliato.
Della magia applicata all’evocazione dei grandi morti, al ristabilimento e al perfezionamento
della santità.
L’ispirazione viene sempre quando l’uomo lo vuole, ma lei non se ne va sempre quando lui lo
vuole.
Della lingua e della scrittura, prese come operazioni magiche, stregoneria evocatoria.
Dell’aria nella donna.
Le arie affascinanti e che fanno la bellezza sono:
L’aria indifferente,
L’aria annoiata,
L’aria svaporata,
L’aria impudente,
L’aria fredda,
L’aria di guardarsi dietro,
L’aria di dominazione,
L’aria di volontà,
L’aria malvagia,
L’aria malata,
L’aria gatta, bambinaggine,
nonchalance e malizia mescolate.
In certi stati dell’anima pressoché sovrannaturali, la profondità della vita si rivela tutta intera
nello spettacolo, sebbene così ordinario, che si ha sotto gli occhi. Esso ne diventa il simbolo.Siccome io attraversavo il boulevard e mi affrettavo un po’ per evitare le vetture, la mia aureola
s’è staccata ed è caduta nel fango del macadam. Fortunatamente ebbi il tempo di raccattarla;
ma questa idea infelice un istante dopo s’insinuò nel mio spirito, che si trattasse di un cattivo
presagio; e da allora l’idea non mi ha voluto più lasciare; non m’ha dato tregua per tutta la
giornata.
Del culto si se stesso nell’amore, dal punto di vista della santità, dell’igiene, della toeletta, della
nobiltà spirituale e dell’eloquenza.
Self-purification and anti-humanity.
V’è nell’atto dell’amore una grande somiglianza con la tortura o con un’operazione chirurgica.
V’è nella preghiera un’operazione magica. La preghiera è una delle grandi forze della dinamica
intellettuale. Vi è la come una ricorrenza elettrica.
Il rosario è un mezzo, un veicolo; è la preghiera messa alla portata di tutti.
Il lavoro, forza progressiva e accumulativa, che produce interessi come il capitale, nelle facoltà
come nei risultati.
Il gioco, quand’anche guidato dalla scienza, forza intermittente, sarà sconfitto, pur fruttuoso che
sia, dal lavoro, pur piccolo che sia, ma continuo.
Se un poeta richiedesse allo Stato il diritto di avere qualche borghese nella sua scuderia, si
sarebbe molto stupiti, mentre se un borghese domandasse del poeta arrosto, lo si troverebbe
del tutto naturale.
Questo libro non potrà scandalizzare le mie donne, le mie figlie, né le mie sorelle.
Poc’anzi le chiedeva il permesso di baciarle la gamba, e approfittava della circostanza per
baciare quella bella gamba in posizione tale ch’ella disegnasse nettamente il suo contorno sul
sole al crepuscolo!
Micina, micetta, miciotta, gattino mio, lupacchiotto mio, mia scimmietta, scimmione, serpentone,
mio malinconico asinello.
Simili capricci della lingua, troppo ripetuti, i troppo frequenti appellativi bestiali testimoniano d’un
lato satanico nell’amore; i satana non hanno forme di bestie? Il cammello di Cazotte [21], -
cammello, diavolo e donna.
Un uomo va al tiro a segno, accompagnato dalla sua donna. – mira a una bambola, e dice alla
sua donna: m’immagino che sia tu. – Chiude gli occhi e abbatte la bambola. – Poi dice
baciando la mano della sua compagna: Angelo caro, che tu sia ringraziata per la mia destrezza!
[22]
Quando avrò ispirato il disgusto e l’orrore universali, avrò conquistato la solitudine.Questo libro non è fatto per le mie donne, le mie figlie e le mie sorelle. – Ho ben poco di questo.
Vi sono pelli da carapace con le quali il disprezzo non è più un piacere.
Molti amici, molti guanti, - per paura della rogna.
Quelli che m’hanno amato erano persone disprezzate, direi pure disprezzabili, se tenessi a
lusingare le persone oneste.
Dio è uno scandalo, - uno scandalo che frutta.
XII
Non sprezzate la sensibilità di nessuno. La sensibilità di ciascuno è il suo genio.
Non vi sono che due luoghi dove si paghi per avere il diritto di dissipare, le latrine pubbliche e le
donne.
Con un ardente concubinaggio, si possono indovinare le gioie di un giovane ménage.
Il gusto precoce delle donne. Io confondevo l’odore della pelliccia con l’odore della donna. Io mi
ricordo… Infine, amavo mia madre per la sua eleganza. Ero dunque un dandy precoce.
I miei antenati, idioti o maniaci, in solenni appartamenti, tutti vittime di passioni terribili.
I paesi protestanti mancano di due elementi indispensabili alla felicità di un uomo ben educato,
la galanteria e la devozione.
Il miscuglio del grottesco e del tragico è piacevole allo spirito come le discordanze alle orecchie
indifferenti.
Quel che v’è di inebriante nel cattivo gusto, è il piacere aristocratico di dispiacere.
La Germania esprime la fantasticheria con la linea, come L’Inghilterra con la prospettiva.
V’è nella generazione d’ogni pensiero sublime una scossa nervosa che si fa sentire nel
cervelletto.
La Spagna mette nella religione la ferocia naturale dell’amore.
STILE
La nota eterna, lo stile eterno e cosmopolita. Chateaubriand, Alph. Rabbe [23], Edgar Poe.
XIII
Perché i democratici non amino i gatti, è facile da indovinare. Il gatto è bello; rivela idee di lusso,
di pulizia, di voluttà, ecc..
Un po’ di lavoro, ripetuto trecentosessantacinque volte, dà trecentosessantacinque volte un po’
di soldi, ossia una somma enorme. Nello stesso tempo, la gloria è fatta.
[In margine:]
ugualmente, una folla di piccole gioie fanno la felicità.
Creare un’idea trita e ritrita, è il genio.
Io devo creare un’idea trita e ritrita.Il concetto [24] è un capolavoro.
Il tono Alphonse Rabbe.
Il tono mantenuta (Mia bella! Sesso volubile!).
Il tono eterno.
Colorazione cruda, disegno profondamente intagliato.
La prima Donna e le garçon boucher.
Mia madre è fantastica; bisogna temerla e piacerle.
L’orgoglioso Hildebrand [25].
Cesarismo di Napoleone III [26]. (Lettera a Edgar Ney.) Papa e Imperatore.
XIV
Abbandonarsi a Satana, che cos’è questo?
Niente è più assurdo del Progresso, poiché l’uomo come è provato dalla quotidianità, è sempre
simile e uguale all’uomo, cioè sempre allo stato selvaggio. Cosa sono i pericoli della foresta e
della prateria a confronto degli choc e dei conflitti quotidiani della civilizzazione? Che l’uomo
prenda al laccio il suo babbeo sul boulevard, o trafigga la sua preda nelle foreste sconosciute,
non è l’uomo eterno, cioè l’animale da preda più perfetto?
- Si dice che ho trent’anni; ma se ho vissuto tre minuti in uno… non ho forse novant’anni?
… Il lavoro, non è il sale che conserva le anime mummie?
Inizio d’un romanzo, cominciare un argomento non importa da dove, per avere voglia di finirlo,
esordire con tre bellissime frasi.
XV
Credo che il fascino infinito e misterioso che risiede nella contemplazione d’un naviglio, e
soprattutto d’un naviglio in movimento, attiene, nel primo caso, alla regolarità e alla simmetria
che sono uno dei bisogni primordiali dello spirito umano, allo stesso grado della complicazione
e dell’armonia, - e, nel secondo caso, alla moltiplicazione successiva e alla generazione di tutte
le curve e figure immaginarie operate nello spazio dagli elementi reali dell’oggetto.
L’idea poetica che emana da questa operazione del movimento nelle linee è l’ipotesi d’un
essere vasto, immenso, complicato, ma euritmico, d’un animale ricolmo di genio, sofferente e
sospirante tutti i sospiri e tutte le ambizioni umane.
Popoli civilizzati, che parlano sempre scioccamente di selvaggi e di barbari, ben presto, come
dice d’Aurevilly [27], voi non varrete nemmen più abbastanza per essere idolatrati.
Lo stoicismo, religione che non ha che un sacramento, - il suicidio!Concepire un canovaccio per una buffoneria lirica o fiabesca, per una pantomima, e tradurlo in
un romanzo serio. Affogare tutto in un’atmosfera anormale e sognante, - nell’atmosfera dei
grandi giorni. – Che sia qualcosa di ninnante, - e pure di sereno nella passione. – Regioni della
Poesia pura.
Commosso al contatto di quelle voluttà che somigliano a dei ricordi, intenerito dal pensiero d’un
passato trascorso male, di tante colpe, di tante controversie, di tante cose da nascondersi
reciprocamente, si mise a piangere; e le sue lacrime calde gocciolarono nelle tenebre sulla
spalla nuda della sua cara e sempre attraente amante. Lei trasalì; si sentì, anch’essa, intenerita
e irrequieta. Le tenebre rassicuravano la sua vanità e il suo dandismo di donna fredda. Questi
due esseri decaduti, ma ancora sofferenti del loro avanzo di nobiltà, s’abbracciarono
spontaneamente, confondendo nella pioggia delle loro lacrime e dei loro baci le tristezze del
proprio passato, con le loro speranze assai incerte dell’avvenire. È presumibile che mai per essi
la voluttà fu così dolce come in quella notte di malinconia e di carità; voluttà saturata di dolore e
di rimorsi.
Attraverso la nerezza della notte, lui aveva guardato dietro a sé negli anni profondi, poi s’era
gettato nelle braccia della sua amica colpevole per ritrovarvi il perdono ch’ella gli accordava.
- Hugo pensa spesso a Prometeo. S’applica un avvoltoio immaginario su di un petto che è
lancinato solo dai cauteri della vanità. Poi l’allucinazione che si complica, che varia, ma
seguendo la marcia progressiva descritta dai medici, egli crede che per un fiat della
Provvidenza, Sant’Elena abbia preso il posto di Jersey.
Quest’uomo è così poco elegiaco, così poco etereo, che farebbe orrore perfino a un notaio.
Hugo-Sacerdozio ha sempre la fronte piegata; - troppo piegata per vedere qualcosa, eccetto il
suo ombelico.
Cos’è che oggi non è un sacerdozio? La gioventù è anch’essa un sacerdozio, - a quel che dice
la gioventù.
E cos’è che non è una preghiera? – Cacare è una preghiera, a quel che dicono i democratici
quando cacano.
M. de Pontmartin, - un uomo che ha sempre l’aria d’arrivare dalla sua provincia…
L’uomo, vale a dire ognuno, è così naturalmente depravato che soffre meno dell’abbassamento
universale che della stabilizzazione di una gerarchia ragionevole.
Il mondo sta finendo. La sola ragione per la quale potrebbe durare, è che esiste. Questa
ragione è debole, in paragone a tutte quelle che annunciano il contrario, particolarmente a
questa: che ha da fare ormai il mondo sotto il cielo? - Poiché, supponendo che continuasse a
esistere materialmente, sarebbe un’esistenza degna di questo appellativo e del dizionario
storico? Non dico che il mondo sarà ridotto agli espedienti e al disordine buffonesco delle
repubbliche del Sud America, - che probabilmente anche noi torneremo allo stato selvaggio, e
che andremo, attraverso le rovine erbose della nostra civilizzazione, a cercare il nostro pascolo,
con un fucile alla mano. No; - perché questa sorte e queste avventure implicherebbero ancorauna certa energia vitale, eco delle primitive età. Nuovo esempio e nuove vittime delle inesorabili
leggi morali, noi periremo per ciò che noi abbiamo creduto di vivere. La meccanica ci avrà
talmente americanizzato, il progresso avrà così bene atrofizzato in noi tutta la parte spirituale,
che nulla tra le fantasticherie sanguinarie, sacrileghe, o antinaturali degli utopisti potrà essere
comparato ai suoi risultati positivi. Domando a ogni uomo che pensa di mostrarmi ciò che
sussiste della vita. Della religione, credo inutile parlarne e di cercarne i gesti, poiché darsi
ancora la pena di negare Dio è il solo scandalo in materie simili. La proprietà era scomparsa
virtualmente con la soppressione del diritto di primogenitura; ma verrà il tempo in cui l’umanità,
come un orco vendicatore, arrafferà il loro ultimo boccone a quelli che credono di aver ereditato
legittimamente dalle rivoluzioni. Tuttavia, non sarebbe lì il male supremo.
L’umana immaginazione può concepire, senza darsi troppa pena, delle repubbliche o altri stati
comunitari, degni di qualche gloria, se sono diretti da uomini consacrati, da certi aristocratici. Ma
non è particolarmente grazie alle istituzioni politiche che si manifesterà la rovina universale, o il
progresso universale; dato che il nome poco m’importa. Sarà grazie all’avvilimento dei cuori. Ho
bisogno di dire che il poco che resterà della politica si dimenerà miseramente tra le strette
dell’animalità generale, e che i governanti saranno costretti, per mantenersi e per creare un
fantasma dell’ordine, di ricorrere a dei mezzi che farebbero accapponare la pelle alla nostra
attuale umanità, sebbene così indurita? – Allora, il figlio fuggirà la famiglia, non a diciott’anni,
ma a dodici, emancipato dalla sua golosa precocità; la fuggirà, non per cercare delle avventure
eroiche, non per liberare una bellezza prigioniera in una torre, non per immortalare una soffitta
con dei sublimi pensieri, ma per aprire un commercio, per arricchirsi, e per far concorrenza al
suo infame papà, - fondatore e azionario d’un giornale diffonderà i lumi e che farà considerare
Le Siècle di allora come un agente della superstizione. – Allora, le randagie, le declassate,
quelle che hanno avuto qualche amante, e che chiamiamo a volte angeli, in ragione e grazie
alla sventataggine che brilla, luce dell’azzardo, nella loro esistenza logica come il male, - allora,
quelle, dico, non saranno altro che spietata saggezza, saggezza che condannerà tutto, tranne il
denaro, tutto, pure gli errori dei sensi! – Allora, ciò che somiglierà alla virtù, - che dico, - tutto ciò
che non sarà l’ardore per Pluto sarà reputato un immenso ridicolo. La giustizia, se in
quell’epoca fortunata può ancora esistere una giustizia, farà interdire i cittadini che non
sapranno far fortuna. – La tua sposa, o Borghese! La tua casta metà la cui legittimità fa per te la
poesia, introducendo ormai nella legalità un’infamia irreprensibile, guardiana vigilante e
amorosa della tua cassaforte, non sarà più che l’ideale perfetto della femmina mantenuta. Tua
figlia, con una nubilità infantile sognerà nella sua culla di vendersi per un milione. E tu stesso, o
Borghese, - ancora meno poeta di quanto tu lo sia oggi, - tu non vi troverai niente da ridire; tu
non avrai alcun rimpianto. Perché vi sono cose nell’uomo che si fortificano e prosperano nella
misura in cui le altre si rendono delicate e si sminuiscono, e, grazie al progresso di quei tempi,
delle tue budella non ti resterà che le viscere! – Questi tempi sono forse assai prossimi; chi sa
che non siano già venuti, e se l’ispessimento della nostra natura non è il solo ostacolo che ci
impedisce d’apprezzare l’ambiente in cui respiriamo!
Quanto a me, che sento talvolta in me il ridicolo d’un profeta, io so che non vi troverò mai la
carità di un medico. Perduto in questo mondo villano, urtato col gomito dalla folla, sono come un
uomo stanco il cui occhio non vede dietro, negli anni profondi, altro che disinganno e amarezza,
e davanti a sé altro che una tempesta in cui niente di nuovo v’è contenuto, né insegnamento, né
dolore. La sera in cui quest’uomo ha rubato al destino qualche ora di piacere, cullato nella sua
digestione, dimentico – per quanto possibile – del passato, contento del presente e rassegnatoall’avvenire, inebriato del suo sangue freddo e del suo dandismo, fiero di non essere così basso come quelli che passano, egli si dice contemplando il fumo del suo sigaro: che m’importa dove vanno queste coscienze?
Io credo che ho deviato in ciò che la gente del mestiere chiama un capolavoro. Tuttavia, lascerò queste pagine, - poiché voglio datare la mia tristezza.
[IGIENE] [I]
Più si vuole, meglio si vuole. Più si lavora, meglio si lavora e più si vuole lavorare.Più si produce , più si diventa fecondi.
Dopo una deboscia, ci si sente sempre più soli, più abbandonati.
In morale come in fisica, io ho sempre avuto la sensazione dell’abisso, non soltanto dell’abisso del sonno, ma dell’abisso dell’azione, del sogno, del ricordo, del desiderio, del rimpianto, del rimorso, del bello, del numero, etc.
Ho coltivato la mia isteria con gioia e terrore. Adesso, ho sempre le vertigini, e oggi, 23 gennaio 1862, ho subito un singolare avviso, ho sentito passare su di me il vento dell’ala dell’imbecillità.
A Honfleur! il più presto possibile, prima di cascare più in basso. Quanti presentimenti e segnali inviati già da Dio, che è gran tempo d’agire, di considerare il minuto presente come il più importante dei minuti, e del mio tormento ordinario fare la mia perpetua voluttà, cioè il Lavoro!
[II]
Ad ogni minuto noi siamo gravati dall’idea e dalla sensazione del tempo. E non vi sono che due mezzi per scappare a questo incubo, per dimenticarlo: il piacere e il lavoro. Il Piacere ci usa. Il Lavoro ci fortifica. Scegliamo. Più ci serviamo di uno di questi mezzi, più l’altro ci ispira la ripugnanza. Non si può obliare il tempo che servendosene. Tutto non si fa che poco a poco.
De Maistre e Edgar Poe m’hanno insegnato a ragionare. Non c’è opera lunga se non quella che non si osa cominciare. Diviene incubo.
Rinviando ciò che si ha da fare, si corre il pericolo di non poterlo mai fare. Non convertendosi subito, si rischia d’essere dannato. Per guarire di tutto, della miseria, della malattia e della malinconia, non manca assolutamente che il Gusto del Lavoro.
[III]
Fai, tutti i giorni, ciò che vogliono il dovere e la prudenza. Se tu lavorassi tutti i giorni, la vita ti sarebbe più sopportabile. Lavora sei giorni senza tregua.
Per trovare dei soggetti, ????? sea?t?? (Lista dei miei gusti). Sii sempre poeta, anche in prosa.Grande stile (niente di più bello che il luogo comune). Comincia anzitutto, e poi serviti della
logica e dell’analisi. Qualunque ipotesi vuole la sua conclusione.Trovare la frenesia giornaliera.
[IV]
Due parti. Debiti (Ancelle).Amici (mia madre, amici, me).Così, mille franchi devono essere divisi
in due parti di cinquecento franchi ciascuna, e la seconda divisa in tre parti.
A Honfleur. - Fare una revisione e una classificazione di tutte le mie lettere (due giorni). E di tutti
i miei debiti (due giorni). (Quattro categorie, biglietti, grossi debiti, piccoli debiti, amici).
Classificazione delle incisioni (due giorni). Classificazione delle note (due giorni).
[V]
Troppo tardi forse! - Mia madre e Jeanne. – La mia salute tramite la carità, tramite il dovere! –
Malattie di Jeanne. Infermità, solitudine di mia madre.- Fare il proprio dovere tutti i giorni e
confidare in Dio, per l’indomani.- La sola maniera di guadagnare del denari è di lavorare in
modo disinteressato.- Una saggezza accorciata. Toilette, preghiera, lavoro.- Preghiera: carità,
saggezza e forza.- Senza la carità, io sono solo un cembalo rimbombante.- Le mie umiliazioni
sono state grazie di Dio.- La mia fase d’egoismo è finita? - La facoltà di rispondere alla
necessità di ogni minuto, l’esattezza, in una parola, deve trovare infallibilmente la sua
ricompensa."La disgrazia che si perpetua produce sull’anima l’effetto della vecchiaia sul corpo:
non ci si può più muovere; ci si corica...D’altro canto, dall’estrema gioventù si ricavano ragioni di
rimando; quando si ha troppo tempo da spendere, ci si persuade che si può attendere anni a
giocare davanti agli avvenimenti.
CHTEAUBRIAND [28].
[VI]
Jeanne trecento, mia madre duecento, io trecento, - ottocento franchi al mese. Lavorare dalle
sei del mattino, a digiuno, fino a mezzodì. Lavorare alla cieca, senza scopo, come un pazzo.
Vedremo il risultato. Io suppongo di vincolare il mio destino a un lavoro ininterrotto di più ore.
Tutto è riparabile. È ancora tempo. Chissà se persino nuovi piaceri... ? Gloria, pagamento dei
miei debiti. - Ricchezza di Jeanne e di mia madre. Io non ho ancora conosciuto il piacere di un
progetto realizzato. Potenza dell’idea fissa, potenza della speranza. L’abitudine di compiere il
dovere scaccia la paura. Si deve voler sognare e saper sognare. Evocazione dell’ispirazione.
Arte magica. Mettersi subito à scrivere. Io ragiono troppo. Lavoro immediato, anche cattivo, val
meglio della fantasticheria. Un seguito di piccole volontà fa un grosso risultato. Ogni regresso
della volontà è una particella di sostanza perduta. Quanto è dunque prodiga l’esitazione! E che
si giudichi dell’immensità dello sforzo finale necessario per riparare tante perdite! L’uomo che
recita la sua preghiera, la sera, è un capitano che mette le sentinelle. Può dormire. Sogni sulla
Morte e avvisi. Io non ho finora goduto dei miei ricordi che da solo; bisogna goderne in due.Fare dei godimenti del cuore una passione. Perché io comprendo una esistenza gloriosa, io mi
credo capace di realizzarla. O Jean-Jacques! Il lavoro genera forzatamente i buoni costumi,
sobrietà e castità, consequenzialmente la santità, la ricchezza, il genio successivo e
progressivo, e la carità. Age quod agis. Pesce, bagni freddi, docce, lichene, pastiglie,
occasionalmente; altrimenti, soppressione di ogni eccitante. Lichene d’Islanda. 125 grammi.
Zucchero bianco.......... 250 - Far bagnare il lichene, per dodici o quindici ore, in una quantità
d’acqua fredda sufficiente, poi gettare l’acqua. Fare bollire il lichene in due litri d’acqua su un
fuoco dolce e sostenuto, finché questi due litri non si riducano a un solo litro, schiumare una
sola volta; aggiungere allora i duecentocinquanta grammi di zucchero e lasciare addensarsi fino
alla consistenza di uno sciroppo. Lasciar raffreddare. Prendere al giorno tre grandi cucchiai, al
mattino, a mezzodì e alla sera. Non temere di forzare le dosi, se le crisi fossero troppo frequenti
.
[VII]
Giuro a me stesso di prendere d’ora innanzi le seguenti regole come regole eterne della mia
vita: Recitare tutte le mattine la mia preghiera a Dio, serbatoio di ogni forza e di ogni giustizia, a
mio padre, a Mariette e a Poe, come intercessori; pregarli di comunicarmi la forza necessaria
per compiere tutti i miei doveri, e di concedere a mia madre una vita tanto lunga per godere
della mia trasformazione; lavorare tutta la giornata, o almeno fino a che le mie forze me lo
permetteranno; affidarmi a Dio, cioè alla Giustizia stessa, per la riuscita dei miei progetti;
recitare, tutte le sere, una nuova preghiera, per chiedere a Dio la vieta e la forza per mia madre
e per me; fare, di tutto ciò che guadagnerò, quattro parti, - una per la vita corrente, una per i
miei creditori, una per i miei amici, e una per mia madre ; - obbedire ai principi della più stretta
sobrietà, di cui il primo è la soppressione di tutti gli eccitanti, quali che siano.
[VII]
IGIENE. CONDOTTA. METODO
(Estratti da The Conduct of Life, di Emerson [29])
Great men… have not been boasters and buffoons, but perceives of the terror of life, and have
manned themselves to face it.
"Fate is nothing but the deeds committed in a prior state of existence."
"What we wish for in youth comes in heaps on us in old age", too often cursed with the granting
of our prayer; and hence the high caution, that since we are sure of having we wish we beware
to ask only for high things.
The one prudence in life is concentration; the one evil is dissipation.
The poet Campbell said that "a man accustomed to work was equal to any achievement he
resolved on, and that, for himself necessity, not inspiration, was the prompter of his muse".In our flowing affairs a decision must be made, - the best, if you can; but any is better than none
.
The second substitute for temperament is drill, the power of use and routine.
"More are made good by exercitation than by nature", said Democritus.
Mirabeau said: "Why should we feel ourselves to be men, unless it
be to succeed in everything, everywhere. You must say of nothing: That is beneath me, nor feel
that anything can be out of your power. Nothing is impossible to the man who can will. Is that
necessary? That shall be. That is the only Law of success".
We acquire the strength we have overcome.
The hero is he who is immovably centred.
The main difference between people seems to be, that one man can come under obligations on
which you can rely; and another is not. As he has not a law within him, there’s nothing to tie him
to.
If you would be powerful, pretend to be powerful.
Seeketh thou great things? seek them not.
[IX]
Conduct of life
Great men have not been […] for high things.
his heart (was) the throne of will.
Life is search after power.
No honest seeking goes unrewarded.
We must reckon success a constitutional trait.
The one prudence […] of his muse.
A decision […] said Democritus.
Pecunia alter sanguis.
Mirabeau said […] immovably centred.
Your theories and plans of life are fair and commendable; - but will you stick?
If you […] powerful. [30]
IL MIO CUORE MESSO A NUDOI
Della vaporizzazione e della centralizzazione dell’Io. Tutto è là.
D’un certo sensual godimento nella società degli stravaganti. (Penso di iniziare Mon coeur mis à
nu non importa da che punto, non importa come, e di continuarlo di giorno in giorno, seguendo
l’ispirazione del giorno e della circostanza, purché l’ispirazione sia viva).
Il primo venuto, a patto che sappia divertire, ha il diritto di parlare di se stesso.
Io comprendo che si diserti una causa per sapere cosa si proverà a servirne un’altra.
Sarebbe forse dolce essere alternativamente vittima e boia.
II
Scempiaggini di Girardin: «È nostro costume prendere il toro per le corna. Prendiamo dunque il
discorso dalla fine.» (7 novembre 1863).
Dunque, Girardin crede che le corna del toro siano piantate sul loro didietro. Egli confonde le
corna con la coda.
"Che prima d’imitare i Tolomei del giornalismo francese, i giornalisti belgi si diano la pena di
riflettere sulla questione che io studio da trent’anni sotto tutti i suoi aspetti, come lo dimostrerà il
volume che verrà pubblicato prossimamente, con questo titolo: Questions de presse; che essi
non si affrettino a trattare da sovranamente ridicola (I) una opinione che è tanto vera quanto è
vero che la terra gira e che il sole non gira".
ÉMILE DE GIRARDIN
(I) "Vi sono persone che pretendono che nulla impedisca di credere che, essendo il cielo
immobile, sia la terra a girare attorno al suo asse. Ma quelle persone non hanno sentore, a
causa di ciò che avviene intorno a noi, quanto la loro opinione sia sovranamente ridicola (p???
?e????tat??)."
TOLOMEO (Almagestum, libro I, cap. VI).
Et habet mea mentrita [sic] meatum.
GIRARDIN
III
La donna è il contrario del Dandy. Dunque deve fare orrore.La donna ha fame, e vuole
mangiare; sete, e vuole bere. È in fregola, e vuole essere fottuta. Che bel merito! La donna è
naturale, ossia abominevole. Così essa è sempre volgare, vale a dire il contrario del Dandy.
Relativamente alla Legion d’Onore. – Colui che chiede la croce ha l’aria di dire: se non mi sidecora per aver fatto il mio dovere, io non lo farò più. Se un uomo ha del merito, a che pro
decorarlo? Se non ne ha, lo si può decorare, perché ciò gli darà lustro.Acconsentire a essere
decorato, è riconoscere allo Stato o al principe il diritto di giudicarvi, di celebrarvi, et cætera.
D’altronde, se non è l’orgoglio, è l’umiltà cristiana a vietare la croce.
Calcolo in favore di Dio. – Niente esiste senza un fine. Dunque la mia esistenza ha un fine.
Quale fine? Lo ignoro.
Non son dunque io che l’ho dimostrato.
È dunque qualcun altro più sapiente di me.
Bisogna dunque pregare questo qualcuno perché mi illumini. È il partito più saggio.
Il Dandy deve aspirare ad essere sublime, senza interruzione. Deve vivere e dormire davanti a
uno specchio.
IV
Analisi delle contro-religioni: esempio la prostituzione sacra.
Che cos’è la prostituzione sacra?
Eccitazione nervosa.
Misticità del paganesimo.
La misticità, trait d’union tra il paganesimo e il cristianesimo.
Il paganesimo e il cristianesimo si provano reciprocamente.
La Rivoluzione e il culto della Ragione provano l’idea del sacrificio.
La superstizione è il serbatoio di tutte le verità.
V’è in ogni cambiamento qualcosa d’infame e di gradevole insieme, qualcosa che ha
dell’infedeltà e del trasloco. Ciò è sufficiente a spiegare la Rivoluzione francese.
V
Mia ebbrezza nel 1848.
Di che natura era questa ebbrezza?
Gusto della vendetta. Piacere naturale della demolizione.
Ebbrezza letteraria; ricordo di letture.
Il 15 maggio [31]. Sempre il gusto della distruzione.
Gusto legittimo, se è legittimo tutto ciò che è naturale.
Gli orrori di Giugno. Follia del popolo e follia della borghesia. Amore naturale del crimine.
Mio furore al colpo di Stato. Quante fucilate ho sopportato! Ancora un Bonaparte! Che vergogna
!
Eppure tutto s’è pacificato. Il Presidente non ha un diritto da invocare?
Ciò che è l’Imperatore Napoleone III. Ciò che vale. Trovare la spiegazione della sua natura, e la
sua provvidenzialità.Essere un uomo utile m’è parso sempre qualcosa assai rivoltante.
Il 1848 fu divertente solo perché ciascuno vi costruiva delle utopie come castelli in aria.
Il 1848 fu affascinante solo per l’eccesso stesso del ridicolo.
Robespierre è apprezzabile solo perché ha fatto qualche bella frase.
La Rivoluzione, attraverso il sacrificio, conferma la Superstizione.
VII
Politica. – Io non ho convinzioni, come l’intende la gente del mio secolo, perché non ho
ambizione.
Non v’è in me la base per una convinzione.
V’è una certa viltà, o piuttosto una certa mollezza nella gente onesta.
I briganti, soli, sono convinti, - di che cosa? – Che sono obbligati a riuscire. Così, riescono.
Perché riuscirei io, dato che non ho nemmeno l’intenzione di provare?
Si possono fondare imperi gloriosi sul crimine, e nobili religioni sull’impostura.
Comunque ho qualche convinzione, in un senso più elevato, e che non può essere compreso
dalla gente del mio tempo.
Sentimento di solitudine, dalla mia infanzia. Malgrado la famiglia, e in mezzo ai compagni,
soprattutto, - sentimento di un destino eternamente solitario.
Tuttavia, gusto vivissimo della vita e del piacere.
Quasi tutta la nostra vita è impiegata in curiosità scimunite. In cambio, vi sono cose che
dovrebbero eccitare la curiosità degli uomini al più alto grado, e che, a giudicare il loro tenore di
vita, non gliene ispirano alcuna.
Dove sono i nostri amici morti?
Perché noi siamo qui?
Veniamo da qualche parte?
Che cos’è la libertà?
Può accordarsi con la legge della provvidenza?
Il numero delle anime è finito o infinito?
E il numero delle terre abitabili?
Etc., etc.
Le nazioni non hanno grandi uomini che loro malgrado. Dunque, l’uomo grande è vincitore di
tutta la sua nazione.
Le religioni moderne ridicole: Molière, Béranger, Garibaldi.
La credenza nel progresso è una dottrina da poltroni, una dottrina da Belgi. È l’individuo che
conta sul suo vicino per svolgere il proprio lavoro.
Non vi può essere progresso (vero, cioè morale) che nell’individuo e attraverso l’individuo
stesso.
Ma il mondo è fatto da gente che pensa soltanto in comune, in bande. Così le Società belghe.V’è anche gente che si diverte solo in truppa. Il vero eroe si diverte da solo.
Eterna superiorità del dandy. Che cos’è il Dandy? X
Mie opinioni sul teatro. Ciò che ho sempre trovato