mercoledì 25 giugno 2025

L'EBREO: DA SEMPRE CAPRO ESPIATORIO



 L'EBREO: DA SEMPRE CAPRO ESPIATORIO

La dinamica non è nuova. René Girard ha spiegato come le società si fondino sull’individuazione rituale di un capro espiatorio: un corpo su cui scaricare il conflitto, una vittima la cui eliminazione ristabilisce l’ordine. In questa cosmologia post-secolare, il Palestinese diventa la Vittima Sacra, mentre l’Ebreo è il nuovo Male Cosmico, la figura demoniaca che ne impedisce la salvezza. Entrambi, così rappresentati, smettono di essere esseri umani. I palestinesi vengono reificati come corpi infantili o istintivi, incapaci di autocontrollo o autonomia; gli israeliani come mostri senz’anima. Nessuno dei due ha più voce, né complessità: sono ridotti a segni. Più che esseri umani, diventano figure liturgiche.

Girard trova quindi l’origine del legame sociale nella menzogna del capro espiatorio e nella violenza della sua uccisione, cioè nella condivisione da parte del gruppo dell’assassinio di un innocente, capace di cementare il patto di convivenza tra i suoi membri.Il capro espiatorio, quindi, svia la violenza del gruppo sociale canalizzandola su un bersaglio legittimo e non pericoloso – perché il suo assassinio non sarà vendicato – il cui sacrificio fonda il legame religioso della comunità, perché il capro espiatorio è sia reietto che salvatore visto che il suo sacrificio lava la città delle sue colpe.