IL SEMPREPIÙ
Estratto da "Il testimone auricolare"
Elias Canetti
Il Semprepiù dà più di quel che riceve. Sa e ha più di chiunque altro. Se capita uno scassinatore, lo carica di roba tanto da farlo crollare sotto il peso. Poi lo aiuta a portare il
fardello giù per le scale. Poi gli mostra anche la via e lo mette in guardia dai pericoli.
Il Semprepiù s'impegna in complicate discussioni con specialisti. Li inonda di consigli, tutti quanti, non c'è niente che lui non sappia, ne sa più lui di ognuno di loro. Nessuno riesce a capire dove trovi il tempo per leggere, ma come può un uomo, al giorno
d'oggi, leggere tutto su tutto? Lui può, o forse le cose gli arrivano nel sonno, ha una
memoria a tenuta stagna. Non dice « lo so », perché sa molto di più, e così passa direttamente a quello che sa in più: lo dice in termini rigorosi e pacati, non è presuntuoso, lo si direbbe modesto; resta il fatto che ogni volta dà più di quel che riceve, fa pensare a un distributore automatico dalla struttura misteriosa.
Il Semprepiù frequenta ambienti di ogni tipo, tra l'uno e l'altro non fa distinzioni, non è uno snob e non si nega a nessuno. Non gli va neanche di passare per un benefattore.
Nell'aspetto non è appariscente, non dà mai
nell'occhio, non si mette a spiare, va, sta, siede, si muove come chiunque altro. A molti
pare un uccello corridore, non troppo grosso però. Sorride quando riceve, ma è serissimo al momento di dare. Ha le orecchie a punta, sporte leggermente in avanti. La lingua la tiene ben nascosta, tutto quello che dice lo dice servendosi di una lingua segreta.
Se non la smette più di parlare è chiaro che sta dormendo. Allora non ode più nulla, dà e
continua a dare senza fermarsi, allora non riceve niente di niente, allora è felice.