mercoledì 19 settembre 2018


È IL FALLIMENTO DI UNA STORIA LUNGA
di Gianfranco Giudice

[...] Oggi quel che serve di più è il senso del limite e l'umiltà.[...]

Cosa c’è di più facile oggi nella politica italiana? Sparare a zero sul PD, perché significa, come si suol dire, sparare sulla Croce Rossa, oppure su un reparto psichiatrico, stando alle parole di un ex ministro di quel partito. Tutto ciò è troppo semplice ed in fondo autoassolutorio, perché il fallimento del PD è anche il fallimento di una storia lunga, quella della sinistra, del socialismo e della socialdemocrazia nelle sue diverse anime, oggi morte. Ma è anche il fallimento della cosiddetta sinistra radicale e antagonista, dov’è oggi? Che consensi ha nel paese?  Storicamente nella sinistra radicali/massimalisti  e rifomisti, comunisti e socialisti/ socialdemocratici si tengono a vicenda e se un polo cade, anche l’altro cade, per dirlo coi latini simul stabunt vel simul cadent, insomma è un legame dialettico. Non è un caso che la fine del PCI fu seguita dopo poco anche dalla fine del PSI.  E’ il fallimento dell’illusione del centro-sinistra, di cui l’Ulivo del tempo che fu è stato un fuoco di paglia. E’ la storia del fallimento di una storia iniziata col cosiddetto crollo del comunismo nel 1989. Renzi in fondo a modo suo  è stato l’ultimo capitolo di questa onda lunga che è andata a sbattere definitivamente il 4 marzo scorso. La catastrofe è ancora più grande se osserviamo chi governa oggi l’Italia, un misto di incapacità e prepotenza che preludono ad un disastro per usare le parole crude di Giampaolo Pansa, ma questo purtroppo dice molto anche di noi. Pur non essendo mai  stato nel PD, e neppure averlo votato, mi sento parte di questa storia fallimentare, e non riesco davvero a capire tanti amici e compagni che parlano come se avessero la verità in tasca, come se avessero visto sempre dalla parte giusta e oggi continuano a fare lezione. Oggi quel che serve di più è il senso del limite e l'umiltà. Personalmente non ho alcuna lezione da fare a nessuno, perché mi sento io stesso responsabile di questo fallimento, essendo stato parte seppur piccola di una storia collettiva oggi giunta al capolinea. Certamente il presente è il prodotto di processi molto più grandi di noi, l’Europa, il mondo. Le forze politiche non nascono a tavolino, neppure  sui tavoli delle  trattorie, sono frutto di processi reali, come lo sono a loro modo le forze che oggi governano l’Italia. Le prossime elezioni europee saranno un processo reale, ma anche  una catastrofe per la sinistra in Europa, ma “catastrofe” dal greco “katastrophé” significa capovolgimento, dunque la possibilità di qualcosa di inedito nel futuro che abbia a che vedere con la giustizia sociale, l’uguaglianza e l’internazionalismo.