LEZIONE DI LATINO
Gianfranco Giudice
A proposito di latino, se ne parlava l'altro giorno in relazione ad una ditte di pulizie, ci sono naturalmente altri ambiti dove si trova ed è curioso e divertente, sopratutto per un non latinista e filologo come me. La parola "merenda", per esempio, viene dal verbo latino"merēre", ovvero meritare, dunque la merenda è ciò che si deve meritare. E l'aggettivo "piccolo"? È il diminutivo di "picca", che in latino significa punta, la picca è anche la lancia, il picchetto è un paletto di legno, oppure un piccolo raggruppamento di soldati in posizione avanzata. Ma anche, ho scoperto, la punizione inflitta ai soldati piemontesi nel '700 che prevedeva di restare per ore in piedi con un piede nudo appoggiato ad un paletto aguzzo. Insomma "una piccola cosa è una puntina di cosa", come scrive il grande linguista Giacomo Devoto. Terza e ultima parola, " citofono". Parola moderna, cosa diavolo può c'entrare col vecchio latino? C'entra eccome come tantissime altre parole attuali, perché "cito" in latino significa "presto", "fono" dal greco "phoné" significa suono, dunque, il citofono è lo strumento per far giungere presto il suono della voce tra due luoghi distanti.
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Anna Cornaggia
sono tantissime le parole come queste, quelle che mi piacciono di più sono quelle nei dialetti. In comasco nagot (niente) "ne guttam quidem"- neppure una goccia, fa il pari col cremonese verguta (qualcosa) "vere guttam" - proprio una goccia. Bellissime.