sabato 15 settembre 2018



LA LOBBY DELL'INDIGNICAZZONE
Di Sara Bolzani
3 ottobre 2017
Forse il complottismo non è tutta fuffa. Forse qualche setta segreta qua e là esiste davvero e il fatto che non lo sappiamo con certezza è la prova che il loro porco lavoro di sotterfugi lo sanno fare proprio bene.
Non dico di credere alle scie chimiche o a Dan Brown, questo no. Ma qualche perplessità comincia a sorgermi, perbacco. In fondo io leggo tanto, mi documento, studio, approfondisco in internet che, si sa, ha sostituito perfino l'Università della Vita. Quindi alla fine ho diritto a formulare le mie teorie, perché non ho più solo una laurea, ho un dottorato di ricerca a vanvera e un doppio master carpiato con avvitamento. Dai, lo dico.
Mi sono convinta che esiste una lobby della indignazione a casaccio. Un gruppo occulto, i cui membri lavorano in gran segreto (e molto bene, va riconosciuto) per suscitare sdegno anche di fronte al puro nulla. Ombre, capaci di risvegliare il moralizzatore sopito in tutti noi e dileguarsi proprio un attimo prima che sia possibile chiedergli se è poi vero che la Ferragni è incinta. Tra l'altro peccato, poteva nascerne una grandiosa indignazione di gruppo su questi Vip che uniscono con incoscienza patrimoni economici e genetici.
Io la chiamo la LOBBY DELL'INDIGNICAZZONE.
Penso ci siano loro dietro il 90% delle discussioni isteriche che circolano sui social. Arrivano, accendono la miccia e via! più veloci della luce verso la prossima polemica superflua. I loro capolavori sono sotto gli occhi di tutti, continuamente. Vediamoli insieme, amici complottisti.
L'incenerimento da Buondì
La pubblicità del Buondì è ormai questione nota e sviscerata in tutti i suoi superflui aspetti. Ho avuto la fortuna di essere connessa alla sua prima circolazione sul web, ho potuto gustare lo sdegno di tante donne e madri di fronte all'incenerimento della mamma appassionata di ikebana. Adesso che l'infiltrato della lobby malefica si è già spostato altrove, riflettete con me amiche indignate. La pubblicità si apre con una bambina bionda e petulante, che spara alla madre un pistolotto su una colazione sana ma golosa, il tutto mantenendo una paresi facciale da nervo trigemino reciso. A lei risponde questa madre mechata e phonata, che di professione infilza fiori senza ragione, che invece di invitarla ad andare a giocare dove ci sono i tombini scoperchiati (cit.) le risponde, condiscendente ed irritante, che una colazione così non esiste e che Mazinga Zeta la pialli con un meteorite se esiste. Un tipica imprecazione di uso comune. Inaspettatamente (...) la signora dei fiori recisi finisce sotto un sassone incandescente.
Ora: tutto ciò fa pensare ad una offesa con vilipendio della figura femminile e materna? O non fa invece pensare ad una fiacca presa per i fondelli di 40 anni di pubblicità leziose a base di famiglie inamidate, che invece di rotolare giù dal letto grugnendo saltellano deliziose per casa, con cartelle e cravatte coordinate, addentando pezzi di polistirolo decorati con cioccolato ai conservanti? Ci siamo capite.
L'incenerimento dell'incenerimento da Buondì
Come detto, l'indignazione iniziale è già sopita, qualche donna si è ritrovata urlante con un reggiseno bruciato in mano mentre tutti già sghignazzavano, costretta a colpi di tosse e frasi imbarazzate. E dove è finito l'infiltrato della lobby, l'accenditore di micce a tradimento?
Come al solito, mentre ancorava infuriava lo sdegno più inutile, l'infiltrato è filato via, passando direttamente all'altro fronte e accendendo lo sdegno dello sdegno: come avete potuto, stolti, indignarvi per una simile scemenza? E via di contro commenti e contro post in cui i pubblicitari del Buondì sono passati dall'essere maschilisti arretrati e possibili fomentatori di femminicidio (giuro, l'ho letto), all'essere geni all'avanguardia che hanno abbattuto decenni di maschilismo arretrato e di fomentazione del femminicidio.
Naturalmente ora si sta spegnendo anche la contro indignazione. Ma io ho un sospetto sulla prossima mira dell'infiltrato: credo abbia puntato tutto sull'ultima versione della pubblicità, in cui ad essere asfaltato è il simpatico postino (personaggio di fantasia, la scienza ci insegna che i postini non sanno sorridere). Quindi a breve la rivolta pro postini e, più in generale, pro onesti lavoratori, schiacciati da questa reclame organizzata dai poteri forti e che certo non sta dalla parte degli sfruttati. Perché i padroni ci vogliono tutti piatti, come sogliole cosmiche.
E poi (come mi chiede sempre mia figlia)?
Dove altro arriveremo? Non so, ma ho un suggerimento per prendere in contropiede l'infiltrato della lobby: nella prossima pubblicità la bambina petulante e con paresi mandiamola a parlare con i dirigenti di Trenitalia. Sospetto che l'unica indignazione possibile sarà perché il meteorite non era abbastanza rovente.
Quindi, che ne penso? Penso che indignarsi sia una delle attività più inutili e che qualcuno se ne sia accorto già da un po', ad esempio De Andrè. Ricordate il testo della canzone "Don Raffaè"?
Prima pagina venti notizie
ventuno ingiustizie e lo Stato che fa
si costerna, s'indigna, s'impegna
poi getta la spugna con gran dignità
Ecco. Solo che anche per gettare la spugna con dignità ci vuole un certo talento.