DOLCI MONTAGNE
Emily Dickinson
DOLCI MONTAGNE
J722 (1863) / F745 (1863)
Dolci Montagne - Voi non Mi mentite -
Mai mi rinnegate - Mai fuggite -
Quegli stessi immutabili Occhi
Si volgono a Me - quando fallisco - o fingo,
O assumo invano nomi Regali -
Col loro remoto - lento - Sguardo Violetto -
Mie Forti Madonne - abbiate sempre Cura-
Della Monaca Ribelle - sotto la Collina -
La cui devozione - è per Voi -
Il suo ultimo Rito - Quando il Giorno
Svanisce via via dal Firmamento -
Alzare il Ciglio su di Voi -
Sweet Mountains - Ye tell Me no lie -
Never deny Me - Never fly -
Those same unvarying Eyes
Turn on Me - when I fail - or feign,
Or take the Royal names in vain -
Their far - slow - Violet Gaze -
My Strong Madonnas - Cherish still -
The Wayward Nun - beneath the Hill -
Whose service - is to You -
Her latest Worship - When the Day
Fades from the Firmament away -
To lift Her Brows on You -
Emily Dickinson si definisce "monaca ribelle" e si rivolge, in una sorta di panteistica ricerca del divino, a quelle montagne che appaiono come ciò che di più possente e duraturo c'è nel mondo (vedi anche la J666-F752), l'unica cosa che, pur nella sua finitezza terrena, merita l'adorazione che si riserva al divino (vedi l'uso di "service" e "worship" nel nono e decimo verso).
La poesia è costruita col ritmo di una invocazione, di un inno, con le sillabe finali che hanno pochissime variazioni fonetiche (ai, ai, ais, ein, ein, eis, il, il, iu, ei, ei, iu).
Come al solito, molto belle le immagini che ED utilizza per descrivere la placida potenza delle montagne (gli immutabili occhi col remoto e lento sguardo violetto), l'effimera vanità umana (assumo invano nomi regali), l'ardito collegamento col divino (forti madonne), la sua voglia di credere frustrata dal dubbio (monaca ribelle), il tramonto (quando il giorno svanisce via via dal firmamento).