sabato 4 marzo 2017




"DISCORSO DEL CAPITALISTA"
Domanda: Perchè parole come "solidarietà", "giustizia", "eguaglianza" tendono ad evaporare, ad assumere la inconsistenza retorica delle buone intenzioni?. Jacques Lacan, nel "discorso del capitalista" ( Il termine compare per la prima volta in una conferenza tenuta da Lacan nel maggio del 1972 a Milano, a cui ho assistito) sostiene la tesi che il fondamento  ideologico e culturale del capitalismo sia nello "slegame", cioè nella proliferazione della frammentazione e della precarietà della condizione esistenziale e sociale. Diversamente da Max Weber - che trova la genesi spirituale del capitalismo nell’ascetismo protestante, nella rinuncia e nel sacrificio di sé - Lacan sottolinea che il capitalista esalta il godimento al posto di ogni forma di legame. Il sacrificio dei primi  capitalisti, del quale parla Weber, è sostituito dall’imperativo del consumismo. Lacan sostiene, cioè, che il capitalismo non è solo potente strumento di trasformazione della società, da feudale a industriale, da contadina a urbana, da nazionale a globale, ma è un fattore determinante di frantumazione delle relazioni affettive e solidali. Anche per questo parole come "solidarietà", "giustizia", "eguaglianza" tendono ad evaporare, ad assumere la inconsistenza retorica delle buone intenzioni. Nelle rapporti  diventa prioritario il tornaconto e le relazioni sociali tendono ad assumere un valore strumentale. I valori prevalenti diventano, da una parte l'utilità e dall'altra l'efficienza, intesa come  rapidità con cui si vuole ottenere il proprio vantaggio. Poichè l’individuo e i suoi desideri sono diventati la misura di tutte le cose e l’agire sociale è sistematicamente ricondotto a motivazioni individualistiche, sono  vissuti come disturbanti i ritardi, le difficoltà e tutto ciò che con la crisi si è inceppato. Da qui anche nasce  l'insoddisfazione diffusa e il conseguente vittimismo rivendicatorio, che diventa fenomeno sempre più prevalente nelle nostre società.