mercoledì 1 marzo 2017


RILEGGERE ORWELL

Giovanni Bernardini

ORWELL
Chi ha letto il capolavoro di Orwell “1984” di certo lo ricorda. Nel paese in cui si svolge la vicenda esistevano i "due minuti dell'odio". Tutti i giorni in tutti i luoghi di lavoro la gente si radunava in una grande sala ed assisteva ad un filmato dedicato al grande nemico del popolo: Goldstein (val la pena di ricordare che il vero nome di Trotzkij era Bronstein...).

La visione di questo filmato eccitava la folla che iniziava ad urlare contro il mostro. “A morte, a morte!” urlavano tutti in preda ad un violento, incontenibile odio.
Beh... sembra che i nostri media vogliano anche loro propinarci i quotidiani “due minuti dell'odio”. Tutti i giorni i TG dedicano al presidente Trump due, tre minuti in cui questo viene accusato delle più incredibili nefandezze. E mentre l'annunciatore elenca queste nefandezze sullo schermo appaiono immagini di manifestazioni contro il nemico del popolo: gente urlante, fantocci bruciati. 
Orwell docet.
Nel romanzo di Orwell i dissidenti o presunti tali venivano “vaporizzati”. Scomparivano da un giorno all'altro e da quel preciso momento cessavano di esistere. Non erano scomparsi, non erano MAI ESISTITI. Il solo parlarne era un crimine contro il partito, il popolo lavoratore, la pace, il bene, il progresso.
I media stanno facendo qualcosa di simile con i terroristi: li “vaporizzano”. Qualcuno spara sulla folla, sgozza un passante, lancia un'auto a tutta velocità su gente inerme? I solerti giornalisti ci dicono subito che NON si è trattato di un atto terroristico, dopo di che “vaporizzano” tutto. Non si parla più di ciò che è successo. Non ci viene detto chi è stato a sparare, lanciare l'auto sulla folla, accoltellare. Non si sa come si chiama, cosa dice, quale è la sua fede. IL terrorismo islamico NON esiste, quindi noi non ne parliamo, lo “vaporizziamo”, questa la consegna. E chi parla di terrorismo islamico è un razzista xenofobo, un mostro che alimenta “irrazionali paure”, un nemico della pace e del dialogo. 
Di nuovo, Orwell docet.