RICORDI. Primavera del '62
di Marinella Bellin
Avevo 9 anni, mia sorella era nata da pochi mesi e mamma era ancora ricoverata in ospedale. Sono sempre stata una bimba ubbidiente, responsabile, molto amata, anche se poco "bambina". Papà, dopo pranzo (la scuola ricominciava alle 14), quel giorno mi mandò alla "roggia" vicino casa a lavare i "ciripà" della mia sorellina. Fu là che incontrai Piero, un mio compagno, che mi invitò a mettere i piedi in acqua per divertirci un po'. Sapevo benissimo di non doverlo e poterlo fare ma...il richiamo era forte e il desiderio di fare qualcosa di nascosto e proibito, pure. Persi il senso del tempo....le risate, gli schizzi....non sentivo i fischi di papà. Quando fu silenzio e percepii il richiamo era ormai troppo tardi e provai paura, senso di colpa, dispiacere per aver deluso. La scuola era già iniziata e trovai papà molto spaventato. Non ero stata capace di trasgredire. Papà mi prese sulle ginocchia e mi picchiò sul sedere fino ad impedirmi di stare seduta. Fu per la prima ed ultima volta. Tanti anni sono passati.....ed io non sono mai stata una donna trasgressiva.