Mia mamma diceva, quando il chiasso vociante era al massimo in casa: "ma basta insoma" in dialetto mantovano.
mercoledì 13 dicembre 2017
...COMPRENDERE E GIUDICARE...
di Gianfranco Giudice
Estratto da "Con il sigaro in bocca"
"Se non abbiamo una visione d’insieme della vita di una persona, ma ne osserviamo solo un aspetto particolare, indubbiamente non possiamo comprendere il senso di quel che quella persona faccia. Sarebbe come guardare i movimenti di un individuo dal buco della serratura di una porta. In tal caso noi vedremmo uno spicchio di realtà, osserveremmo alcuni movimenti sconnessi da altri; così quei movimenti ci potrebbero sembrare insensati, casuali, incomprensibili, mentre invece si collegano secondo precise logiche ad altri, hanno un senso all'interno dell’agire complessivo di quella particolare persona. Dunque non è possibile giudicare dal di fuori un essere umano, si può invece cercare di comprenderlo; ovvero possiamo vedere l'insieme della sua vita, perché la vita di ciascuno di noi è un piccolo mondo dotato di un suo senso generale e preciso, che tiene insieme e raccoglie le tante cose che facciamo giorno per giorno. Comprendere e giudicare sono due cose assai diverse; il giudizio rimanda sempre a qualcosa di esterno rispetto alla cosa giudicata, per esempio un modello oppure un principio considerato di validità assoluta. Invece la comprensione di qualcosa cerca sempre di stare dentro la cosa stessa, cerca di vedere le cose a partire dal punto di vista delle cose stesse; l’eventuale giudizio viene rinviato a un tempo successivo. Per questa ragione comprendere una persona è un po’ come abbracciarla. Chi si sente compreso e non giudicato, prova fiducia e si lascia penetrare dallo sguardo altrui, perché sente che è uno sguardo amico, disponibile a mettersi dalla propria prospettiva, dal proprio punto di vista."(CON IL SIGARO IN BOCCA)