IO VI HO AMATA
Aleksandr Pushkin:
Я вас любил: любовь еще, быть может,
В душе моей угасла не совсем;
Но пусть она вас больше не тревожит;
Я не хочу печалить вас ничем.
Я вас любил безмолвно, безнадежно,
То робостью, то ревностью томим;
Я вас любил так искренно, так нежно,
Как дай вам бог любимой быть другим.nnn
Io vi ho amata: e ancora, forse, l’amore
Nell’anima non ho spento del tutto;
Ma che esso non sia per voi tormento;
Non voglio che alcunché vi dia tristezza.
Io vi ho amata in silenzio, senza speranza,
Soffrendo di timidezza, di gelosia;
io vi ho amata davvero, e così teneramente
Come Dio vi conceda d’essere amata da un altro
Но пусть она вас больше не тревожит;
Я не хочу печалить вас ничем.
Я вас любил безмолвно, безнадежно,
То робостью, то ревностью томим;
Я вас любил так искренно, так нежно,
Как дай вам бог любимой быть другим.nnn
Nell’anima non ho spento del tutto;
Ma che esso non sia per voi tormento;
Non voglio che alcunché vi dia tristezza.
Io vi ho amata in silenzio, senza speranza,
Soffrendo di timidezza, di gelosia;
io vi ho amata davvero, e così teneramente
Come Dio vi conceda d’essere amata da un altro
Scriveva Maksim Gorkij: “di tutte le beffe che la sorte serba all’uomo, non ce n’è una più tremenda d’un amore non corrisposto“. Questo è l'amore che ti riempie di struggimento perché non verrà placato dall’appagamento. Gli amanti non corrisposti: sono costretti dal loro stesso desiderio a vivere in un Inferno terreno. Non avviene questo nell'Inferno dantesco dove, al contrario, i peccatori non sono coloro che amano infelicemente, ma coloro che cedono alla passione amorosa, commettendo adulterio, come nel caso di Paolo e Francesca. Per Dante il peggio viene quando si concretizza un amore impossibile: questa realizzazione contiene qualcosa di infernale in nuce. Con il verso “amor, ch’a nullo amato amar perdona“, Dante vuole esprimere che nessuno che sia amato può negarsi di amare a sua volta. Sono cioè le lusinghe del corteggiatore che divengono irresistibili, in quanto piene di promesse di gioia infinita. Colui che esprime il suo amore sprigiona un sentimento così forte da contagiare l’oggetto del suo desiderio. Ma non così la pensa Gorkij, nel “Racconto di un amore non corrisposto“(1923), dove la bella attrice di teatro Larisa Antonovna, contesa da due fratelli molto legati fra loro, resiste all'amore. Uno, Kolya, finirà per suicidarsi dilaniato dalla sofferenza di non esser ricambiato, mentre l'altro, Petr diverrà umile servitore dell’attrice, vivendo e seguendo, non amato, l'attrice covunque nelle sue tournée. Larisa, che non prova alcun sentimento per i suoi spasimanti , discolpa se stessa ripetendo “non posso fare altrimenti. Non amo”, e trova appagamento solo nella finzione affascinando gli spettatori con la sua bellezza seduttiva, per cui “sembra nuda anche da vestita”. Anche se Larisa da donna volubile e frivola a sua volta, si invaghisce di uomini che non la ricambiano e consuma la sua vita nell’infelicità e nel tentativo di emergere, quanto meno, sul piano della carriera. Gorkij farà dire a Ptr: “Lev Tolstoj dice che il pensiero dell’eternità è una malattia della mente; io dico che l’amore è una malattia dell’immaginazione“, e ancora: “L’essere umano non vive di pensieri, ma di desideri senza senso“. Ancora meglio viene descritta l'inutilità dell’amore senza speranza da Platone in “Il simposio“, dove Alcibiade, totalmente innamorato di Socrate, dice: “… di lui solo provo vergogna … ma, appena mi allontano da lui, sono vinto dall’ambizione di onori pubblici. Lo tradisco come schiavo fuggitivo e lo abbandono, e quando lo vedo, mi assale vergogna per le cose che mi ha fatto riconoscere. E spesso sarei felice se non fosse piú tra i vivi! Ma so bene che se ciò avvenisse, ne sarei piú angosciato, cosí che non so proprio cosa farmene, di quest’uomo.” Alcibiade dimostra di non capire che nello scambio tra la sua bellezza e quella mentale di Socrate, lui non può che perderci. Sempre succede che provando un sentimento senza via d’uscita, non si sa che farne della persona amata, anche se non si riesce a allontanarla dalla propria vita.
Esiste una sola via d’uscita all’ossessione, che non sia il proprio annullamento: è la possibilità di incontrare un’altra persona da amare, facendo di quell'ossesione racconto.
Le lacrime di Freyia Gustav Klimt