IL GRATTACIELO
Max Horkheimer
Estratto da "Crepuscolo"
Appunti presi in Germania 1926-‐1931,
Einaudi
Vista in sezione, la struttura sociale del presente dovrebbe confi-gurarsi all’incirca così: su in alto i grandi magnati dei trust dei diversi gruppi di potere capita-listici che però sono in lotta tra loro; sotto di essi i magnati minori, i grandi proprietari terrieri e tutto lo staff dei collaboratori importanti; sotto di essi – suddivise in singoli strati – le masse dei liberi professionisti e degli impiegati di grado inferiore, della manovalan-za politica, dei militari e dei professori, degli inge-gneri e dei capufficio fino alle dattilografe; ancora più giù i residui delle piccole esistenze autonome, gli artigiani, i bottegai, i contadini e tutti quanti, poi il proletariato, dagli strati operai qualificati meglio retribuiti, passando attra-verso i manovali fino ad arrivare ai disoccupati cronici, ai poveri, ai vecchi e ai malati. Solo sotto tutto questo comincia quello che è il vero e proprio fondamento della miseria,
sul quale si innalza questa costruzione, giacché finora abbiamo parlato solo dei paesi capitalistici sviluppati, e tutta la loro vita è sorretta dall’orribile
apparato di sfruttamento che funziona nei territori semi-‐coloniali e coloniali,
ossia in quella che è di gran lunga la parte più grande del mondo.
Sotto gli ambiti in cui crepano a milioni i coolie della terra, andrebbe poi rappresentata l’indescrivibi-le, inimmaginabile soffere-nza degli animali, l’inferno animale nella società umana, il sudore, il sangue, la disperazione degli animali. Questo edificio, la cui cantina è un mattatoio e il cui tetto è una cattedrale, dalle finestre dei piani superiori assicura effettiva-mente una bella vista sul cielo stellato.