lunedì 10 dicembre 2018


MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE
di
ARTHUR MILLER
Edizioni EINAUDI
traduzione di Gerardo Guerrieri.


Rimane intatta la magìa di un'opera in cui l'autore introduce e delinea l'uomo comune come figura tragica, in quanto portatore, al di là del suo stato sociale e del tempo, di questioni le cui risposte definiscono la nostra umanità, e il nostra modo di vivere, con i suoi drammi. Il racconto si incentra su quanto avviene all'interno della testa di un uomo dove si agita il contemporaneo coesistere di presente e passato. Da qui si sviluppa il dramma di Willy Loman che, attraverso la distruzione dei confini tra memoria e presente, fa un disperato tentativo di giustificare la propria vita.(P.B.)


Persone
Willy Loman
Linda
Biff
Happy
Bernard
La donna
Charley
Zio Ben
Howard Wagner
Jenny
Stanley
Signorina Forsythe
Letta

L'azione ha luogo in casa di Willy Loman, nel suo cortile e in vari luoghi di New York e Boston che egli visita; ai nostri giorni. 

ATTO PRIMO 
Si sente una melodia, suonata da un flauto. È lieve e bella, parla di erba e alberi e orizzonti. Si leva il sipario. Davanti a noi è la casa del commesso viaggiatore. Dietro, s'intravedono forme torreggianti, angolose, che la circondano da ogni parte. Solo la luce azzurra del cielo cade sulla casa e sul proscenio; lo spazio intorno brilla di torvi riflessi arancione. Man mano che si fa luce, vediamo una solida volta di grattacieli circondare la piccola fragile casa. Un'atmosfera di sogno aleggia attorno a essa, un sogno che nasce dalla realtà. La cucina, al centro, sembra abbastanza reale, contiene un tavolo da cucina, tre sedie e un frigorifero. Altri oggetti, niente. Dietro la cucina c'è una porta con una tenda, che conduce alla stanza di soggiorno. Alla destra della cucina, su un praticabile alto mezzo metro, una camera da letto ammobiliata soltanto con un letto di ottone e una sedia. Su una mensola sul letto sta una coppa vinta in una gara sportiva. Una finestra si apre sul grattacielo di fianco. 
Dietro la cucina, su un praticabile alto due metri e mezzo, è la stanza dei ragazzi ancora in penombra. Si distinguono appena due letti, e in fondo alla stanza una finestra a abbaino. (Questa camera da letto è sopra la camera di soggiorno, che non si vede). A sinistra vi monta una scala dalla cucina. La scena è in ogni sua parte, o quasi, trasparente. La linea del tetto della casa è a una dimensione. Sopra e sotto di essa si vedono gli edifici circostanti. Il proscenio davanti alla casa fa da cortile come anche da luogo deputato per tutte le fantasticherie e le scene cittadine di Willy. Quando l'azione si svolge nel presente gli attori osservano il tracciato delle mura immaginario, ed entrano in casa soltanto attraverso la porta a sinistra. Ma nelle scene del passato questi confini vengono abbandonati, e i personaggi entrano o escono da una stanza attraversando il muro per venire in ribalta Dalla destra, Willy Loman, il commesso viaggiatore, entra con due grosse valige di campioni. Il flauto suona. Egli lo sente ma senza avvedersene. Ha piú di sessant'anni; è vestito modestamente. Al solo vederlo attraversare la scena diretto verso la porta di casa, appare evidente la sua stanchezza. Apre la porta con la chiave, entra in cucina, e con sollievo lascia cadere le valige; gli fanno male le palme delle mani. Si lascia sfuggire un'esclamazione e un sospiro, potrebb'essere: “Ohi mamma, ohi mamma”. Chiude la porta, poi trascina le valige nella stanza di soggiorno, attraverso la tenda in fondo alla cucina.
 Linda, sua moglie, nel letto, a destra, si riscuote. Scende, e indossa una vestaglia, tendendo l'orecchio. È spesso gioviale e abituata da lungo tempo a reprimere le sue obiezioni sul comportamento di Willy. Piú che amarlo, lo ammira, come se la natura effervescente di lui, i suoi sfoghi, i suoi sogni grandiosi, le sue piccole crudeltà, servissero solo a ricordarle con crudezza i turbolenti desideri nascosti in lui, desideri che lei condivide, ma senza lo slancio necessario a manifestarli e a condurli a fondo.

LINDA (sentendo Willy dalla camera da letto chiama con trepidazione) Willy! 
WILLY Niente. Sono tornato. 
LINDA Perché? Che t'è successo? (Lieve pausa). Ti è successo qualcosa, Willy? 
WILLY Non mi è successo niente. 
LINDA Non avrai fracassato la macchina? 
WILLY (con leggera irritazione) Ho detto non mi è successo niente! Sei sorda? 
LINDA Non ti senti bene? 
WILLY Sono morto di stanchezza. (Il flauto è svanito. Si mette a sedere sul letto accanto a lei, un po' intorpidito) Non ce l'ho fatta. Non ce l'ho proprio fatta, Linda. 
LINDA (premurosa, con tenerezza) Dove sei stato tutto il giorno? Hai una faccia da far paura. 
WILLY Avevo appena oltrepassato Yonkers. Ero sceso a prendere un caffè. Sarà stato il caffè. 
LINDA A far che cosa? 
WILLY (dopo una pausa) Tutt'a un tratto non sono piú riuscito a controllare la macchina. S'è messa a sbandare, capisci?
LINDA (desiderosa di aiutarlo) Ah. Sarà stato un'altra volta lo sterzo allora. Ho tanta poca fiducia in quel tuo meccanico.
WILLY Magari: sono io, altro che, io! Vado a centoventi all'ora senza rendermene conto, mi distraggo, non - non so - non riesco a stare attento. 
LINDA Saranno gli occhiali. Non te li sei piú fatti, quelli nuovi. 
WILLY Macché, vedere ci vedo. Sono tornato a passo d'uomo. Ci ho messo quasi quattr'ore da Yonkers a qui.
LINDA (rassegnata) Hai bisogno di riposarti, Willy, non puoi andare avanti cosí.
WILLY Sono tornato adesso dalla Florida. 
LINDA Ma non hai riposato il cervello. Del cervello bisogna avere riguardo: tu lo tieni sempre sotto pressione. 
WILLY Domattina riparto. Forse domattina sto meglio. (Lei gli toglie le scarpe). Che tortura, questi supporti! 
LINDA Prendi un'aspirina. Te la vado a prendere un'aspirina? Ti calma. 
WILLY (trasognando) Guidavo, hai capito? Tranquillo. Guardando perfino il panorama. Figurati se ho voglia di guardare il panorama io che ho passato tutte le settimane della mia vita in macchina. Ma lí è bello, Linda, pieno d'alberi, un bel sole. Ho tirato giú il parabrezza e, ah!, un bel bagno d'aria calda. E tutt'a un tratto mi accorgo che sto sbandando. M'ero dimenticato, ci credi? che stavo al volante. Per poco non metto sotto qualcuno - proseguo, e dopo cinque minuti, la testa mi riparte ancora, e per un pelo... (Si preme gli occhi con due dita) Certi pensieri, mi vengono, certe idee. 
LINDA Willy, caro. Riparlane, a quelli. Non c'è nessuna ragione che tu non lavori a New York. 
WILLY A New York non hanno bisogno di me. Io ho sempre fatto la provincia. E sono indispensabile in provincia. 
LINDA Ma hai sessant'anni. Non possono pretendere che tu seguiti a fare su e giú tutte le settimane. 
WILLY Devo telegrafare a Portland. Ho un appuntamento alle dieci di domani mattina da Brown e Morrison. Gliene voglio appiccicare, di roba, che Dio li strafulmini! (Comincia a sfilarsi la giacca).
LINDA (togliendogli la giacca) Invece domattina va' giú da Howard e digli che ti faccia lavorare a New York. Tu sei troppo buono, caro. 
WILLY Se fosse ancora vivo il vecchio Wagner, altro che a New York, sarei adesso! Era un uomo d'oro, quello, anche se aveva il pugno di ferro! Guarda il figlio, invece, questo Howard. Neanche ti calcola. Quando andai per la prima volta nel Settentrione, la Wagner Co. non sapeva nemmeno dov'era, la Nuova Inghilterra! 
LINDA Perché non gliele dici a lui queste cose, caro? 
WILLY (incoraggiato) Ah, gliele dirò! Se gliele dirò! C'è un po' di formaggio? 
LINDA Ti preparo un panino? 
WILLY No, va' a letto. Bevo una tazza di latte. Poi salgo. Sono rientrati i giovanotti? 
LINDA Dormono. Happy ha portato Biff a cena fuori 
WILLY (interessato) Ah sí? 
LINDA Avessi visto com'erano carini tutti e due, uno vicino all'altro, a farsi la barba, nel bagno. Poi sono usciti tutti e due insieme. Senti tutta la casa come profuma ancora di Gibbs? 
WILLY Bella soddisfazione! Sgobbi tutta una vita per pagarti la casa: e quando è tua, non sai chi metterci dentro! 
LINDA Sempre cosí nella vita, caro 
WILLY Macché, macché: certa gente - certa gente qualcosa combina. Ha detto niente, stamattina, Biff, dopo che me ne sono andato? 
LINDA Forse l'hai preso troppo di punta, Willy, specialmente quando è sceso dal treno. Tu perdi subito la pazienza con lui. 
WILLY Chi perde la pazienza? Gli ho chiesto solo se ha fatto soldi. Lo chiami perder la pazienza? 
LINDA Ma dove vuoi che li abbia fatti i soldi, scusa? 
WILLY È cosí scontroso. È diventato scorbutico. Era pentito,stamattina, dopo che sono partito? 
LINDA Era così avvilito, Willy. Non sai l'adorazione che ha per te, poverino. Lascia che trovi la sua strada, e vedrai che sarete tutti e due piú contenti e non avrete piú da litigare. 
WILLY E dove la trova la strada, tra le vacche? Questo vuol fare? Il mandriano? Quand'era ragazzo, pazienza, dicevo: be', un giovanotto, che male gli fa, vedere un po' il mondo, provare tutti i mestieri. Ma sono passati dieci anni! E non guadagna cinquanta dollari al mese! 
LINDA La troverà, la strada, Willy, la troverà 
WILLY Sí! Che aspetta a trovarla, a trentaquattr'anni? La manna? 
LINDA Sccc! 
WILLY Di piuttosto che è un lavativo! 
LINDA Per piacere, Willy! 
WILLY Che non ha spina dorsale, che è un vagabondo! 
LINDA Li svegli! Va' a mangiare qualcosa, va. Scendi. 
WILLY Che è tornato a fare? Mi piacerebbe tanto saperlo, che è tornato a fare. 
LINDA Non lo so. Sembra sperso, Willy. Lo sento sperduto 
WILLY Biff Loman sperduto! Nel piú grosso paese del mondo un giovanotto con tutti i numeri che ha lui, si sente sperso! E con la sua resistenza alla fatica! Perché tutto puoi dire di Biff, tranne che sia un lavativo! 
LINDA Per carità! 
WILLY (con compassione, deciso) Domattina lo voglio vedere Voglio scambiare quattro chiacchiere con lui. Gli troverò qualcosa da fare nel ramo vendite. Potrebbe diventare qualcuno in tre giorni. Te lo ricordi il seguito che aveva a scuola, per Dio? Bastava che sorridesse, svenivano. Quando camminava per strada... (Si perde nei ricordi).
LINDA (cercando di distrarlo) Willy, caro, oggi t'ho comprato un nuovo formaggio americano. Una crema di formaggio.
WILLY Chi te l'ha detto di comprare quello americano quando a me piace lo svizzero?
LINDA Credevo volessi cambiare!
WILLY Non voglio cambiare! Voglio il formaggio svizzero. Sempre a contraddirmi in questa casa.
LINDA (col riso nella voce) Volevo farti una sorpresa!
WILLY Non potresti aprire una finestra, qua dentro?
LINDA (con dolce pazienza) Sono tutte aperte, caro.
WILLY Ci hanno chiusi in trappola! Mattoni e finestre, finestre e mattoni!
LINDA Come facevi? Volevi comprare il terreno accanto?
WILLY Per la strada non si circola piú. Non c'è un filo d'aria. Non cresce piú un filo d'erba. In cortile non riesci a piantare neanche una carota. Dovrebbero demolirli tutti, questi alveari. Ti ricordi i due olmi, com'erano belli? Io e Biff ci appendevamo l'altalena.
LINDA Sí, pareva di stare in campagna.
WILLY Lo dovrebbero impiccare, quel disgraziato che ha fatto tagliare quegli olmi. Ha massacrato il quartiere.(Assorto) Mi tornano sempre piú in mente quei giorni, Linda. In questa stagione c'erano i lillà. Poi fiorivano le peonie, i narcisi. Questa stanza, sembrava un giardino!
LINDA Pazienza! Dove volevi che andasse, la gente?
WILLY No, è che adesso la popolazione è aumentata.
LINDA Non so se è aumentata la popolazione. Secondo me...
WILLY Aumentata? Centuplicata! Ecco, la rovina di questo paese! Peggio dei conigli! La lotta per la vita è una cosa da impazzire! Senti che lezzo viene da quel casermone! E quell'altro, là! La crema, poi, fanno, la crema di formaggio! 

Sull'ultima battuta di Willy, Biff e Happy si alzano sui loro letti e si mettono ad ascoltare.

LINDA Vai giú, va'. E stai tranquillo. 
WILLY (volgendosi a Linda, con aria colpevole) Non stai in pensiero per me, di', amorosa? 
BIFF Che succede? 
HAPPY Sta' a sentire. 
LINDA Perché dovrei stare in pensiero? Sei cosí in gamba. 
WILLY Sei il mio sostegno, Linda, sei la mia ancora di salvezza. 
LINDA Mettiti un po' calmo, caro. Non vedere sempre  quello che non c'è. 
WILLY Senti, io non gli dico piú niente. Se vuole tornare nel Texas, ci torni. 
LINDA La trova, la strada, la trova. 
WILLY Naturale. Ci sono di quelli che ingranano a quarant'anni. Edison, Marconi, no, come si chiama, quello?... quello sordo. (Fa per uscire) Lo do vincente,  Biff. 
LINDA E, Willy - se domenica è bel tempo mi porti in campagna. Facciamo colazione e abbassiamo il parabrezza. 
WILLY No, il parabrezza è fisso 
LINDA Ma se oggi l'hai abbassato 
WILLY Io? Oggi? (S'interrompe) È una cosa impressionante! Da far rizzare i... (Si abbandona allo stupore e alla paura mentre si sente da lontano il flauto). 
LINDA Che cosa, caro? 
WILLY Veramente impressionante! 
LINDA Cosa, caro? 
WILLY L'avevo presa per la Chevrolet. (Lieve pausa). Anno 1928:...quando avevo la Chevrolet rossa. (S'interrompe) Non ti fa ridere? Oggi avrei giurato di guidare la Chevrolet. 
LINDA Va bene, non è niente. Qualcosa te l'avrà ricordato. 
WILLY Spettacoloso, no? Ti ricordi quegli anni? Come me la lustrava, Biff, quella Chevrolet. Il tizio che l'ha comprata non lo voleva credere, che aveva centocinquantamila chilometri sul groppone, la Chevrolet! (Scuote la testa) Eh! (A Linda) Tu dormi, torno subito.(Esce dalla stanza). 
HAPPY (a Biff) Cristo, vuoi vedere che ha fracassato di nuovo la macchina? 
LINDA (gridando dietro a Willy) Attento agli scalini, caro! Il formaggio è nella credenza in mezzo! (Si volta, torna al letto, prende la sua giacca ed esce dalla camera da letto)
 Nella camera dei ragazzi comincia a splendere la luce. Si sente Willy, non visto, borbottare: “centocinquantamila chilometri”, e ridacchiare. Biff scende dal letto, viene un po' avanti e tende l'orecchio. Biff ha due anni più di Happy, è ben piantato, ma in questi giorni ha l'aria stracca e non tanto sicura di sé.Ha fatto rneno carriera di Happy, e i suoi sogni sono piú forti e meno ovvii di quelli di Happy. Happy è alto e molto robusto. L'aria del donnaiolo è visibile su di lui come un colore o un odore che molte donne hanno fiutato. È un fallito come Biff ma in un modo diverso perché non si è mai rassegnato a riconoscere la propria disfatta ed è quindi piú confuso e ostinato, benché apparentemente piú soddisfatto. 
HAPPY (scendendo dal letto) Gli ritirano la patente se va avanti cosí. Sai che mi comincio a preoccupare, Biff?
BIFF Gli si sarà appannata la vista. 
HAPPY No, l'ho visto portare io la macchina, ci vede benissimo. L ho accompagnato l'altro giorno in centro. No, non ci sta con la testa. Ferma al verde, parte al rosso, così 
BIFF Non distingue piú i colori?
HAPPY Chi, papà? Un occhio come il suo, per i colori? Chi ce l'ha nel suo ramo?
BIFF (sedendosi sul letto) Be', adesso dormo.
HAPPY Non sarai ancora arrabbiato con papà.
BIFF Faccia un po' quello che gli pare.
WILLY (sotto di loro, in camera da pranzo) Precisamente,signore, centocinquantamila chilometri - centocinquantaduemila! 
BIFF Fumi? 
HAPPY (tirando fuori un pacchetto) Vuoi? 
BIFF (prendendo una sigaretta) Se no, se sento l'odore, non mi addormento. 
WILLY Eh, come se la lucida! 
HAPPY (con sentimento profondo) Quanto mi fa ridere, Biff, io e te un'altra volta qui a dormire in questi lettini! (Dà qualche manata affettuosa al letto) Eh? Quante ce ne siamo raccontate, tra questi due giacigli? La nostra vita. 
BIFF Già. Un sacco di progetti, speranze 
HAPPY (con una risata virile) E quante donne li vorrebbero sapere, i discorsi che sanno queste pareti! 
Ridacchiano tutti e due. 
BIFF Te la ricordi quella mora, Carmela, Manuela - come diavolo si chiamava - in fondo a via Bushwick? 
HAPPY (ravviandosi i capelli) Quella del pechinese! 
BIFF Bravo, sí. Ti ci portai io, ti ricordi? 
HAPPY Sí, per me fu la prima, quella, mi pare. Che baldraccona, ragazzi! (Ridono abbastanza sguaiatamente). Tutta la mia scienza sulle donne, la devo a te, lo so, va! 
BIFF Penso a quant'eri timido. Balbettavi, con le ragazze. 
HAPPY Eh, ancora adesso! 
BIFF Ma va'. 
HAPPY Adesso me la giostro un po' meglio, ma mica tanto Sai cosa? Sembra che la mia timidezza sia passata a te. Come mai, Biff? Dov'è quello spirito? Quella fiducia? (Scuote Biff per il ginocchio) 
Biff si alza e cammina inquieto per la stanza. 
HAPPY Che t'è successo? 
BIFF Che ha, papà, tanto da sfottere? 
HAPPY Non ti sfotte mica, ti... 
BIFF Ogni cosa che dico sorride come per sfottere.  
HAPPY Vorrebbe che tu ti mettessi a posto. Da un pezzo volevo discutere con te di papà. Non so che gli succede. Certe volte parla da solo. 
BIFF Ma se l'ha sempre fatto! 
HAPPY Mai come adesso. Tre quarti del tempo non fa che parlare di te. 
BIFF E che dice? 
HAPPY Chi lo capisce? Io... 
BIFF Che dice di me? 
HAPPY Ma, non so, immagino, il fatto che tu sia ancora disoccupato, cosí, senza una base, lo...
BIFF Le so io, le altre due o tre storielle che gli danno l'incubo.
HAPPY Dimmele. 
BIFF Non ci pensare. Ma non dare a me tutta la colpa però. 
HAPPY Ma in fondo, se tu ti ci metti - no? - laggiú, in somma, hai delle prospettive? 
BIFF Prospettive, avvenire, sono parole che per me ormai non significano niente. Caro mio, non so piú neanche quello che voglio. 
HAPPY Ma va' là. 
BIFF Senti, i primi sei o sette anni appena finita la scuola, li ho passati a far la gavetta. Porta-pacchi, piazzista, traffici d'ogni genere. Dopo un po', ti avvilisci. La metropolitana, tutte le mattine, col caldo, d'estate. La vita che ti se ne va in fatture, telefonate, ordinazioni, inventari. Tl avveleni cinquanta settimane all'anno per averne due di vacanza: mentre l'unica cosa che veramente ti attiri è di stare all'aria aperta a torso nudo. Sempre a lottare, gomito a gomito, col tuo vicino di scrivania. Eppure l'avvenire te lo fabbrichi cosí. 
HAPPY Ma davvero stai meglio laggiú alla fattoria? Ti ci trovi bene? 
BIFF (sempre píú agitato) Happy, dacché lasciai casa prima della guerra avrò fatto piú di venti mestieri. Va sempre a finire cosí. Ormai l'ho capita. O con le vacche nel Nebraska, o nel Dakota, o nell'Arizona, adesso, nel Texas. Ormai l'ho capita: per questo mi vedi qui, forse. La fattoria dove lavoro, vedi, è primavera, adesso, laggiú, c'è una quindicina di puledri - una cavalla col suo puledro a me fa un certo effetto, cosí, è molto bella - e fa un freddo, lí, sai - nel Texas? Un freddo ladro, ed è primavera. E ogni volta che torna la primavera, in qualunque posto mi trovi mi piglia, cosí, all'improvviso, la sensazione che non sto concludendo niente. Per Dio! Che diavolo faccio, lí tutto il giorno a cavallo, a quindici dollari la settimana! E ho trentaquattro anni, e devo pensare ai fatti miei! In quel momento, scappo, e via a casa! E quando sono a casa, eccomi qui; e che faccio adesso? (Dopo una pausa) Io che la mia vita me la volevo godere, ogni volta che torno qui m'accorgo che l'ho buttata via. 
HAPPY Sei un poeta, tu! Lo sai, Biff? Sei... seí un romantico!
BIFF Mi sono conciato bene, va' là. Forse dovrei sposarmi, non so, dovrei dedicarmi a qualche cosa di fisso. Sí, sí, è proprio questo. Sono come un bambino. Non ho una moglie. Non ho un mestiere. No, sono come un bambino. E tu, Happy sei contento? Ti va bene, no? Dovresti essere contento. 
HAPPY Macché. 
BIFF Guadagni, che vuoi di piú? 
HAPPY (camminando con gesti vivaci, espressivi) L'unica speranza che ho io è che crepi il capo-reparto vendite. E poi, quando sono diventato capo-reparto vendite? Siamo amici: s'è costruito a Long Island un palazzo che neanche ti sogni. Ci ha abitato un paio di mesi, poi se l'è rivenduto, e se ne sta costruendo un altro. Non era finito e già se n'era stancato. Perché, io non farei cosí? Non lo so mica, perché lavoro. Certe volte, nel mio appartamento,da solo, penso all'affitto che pago. È una pazzia. Ma in fondo, non era quello che ho sempre desiderato? Il mio appartamento, la macchina, donne a strafottere. Ma mi sento solo, porca Eva! 
BIFF (con entusiasmo) Senti, perché non vieni con me nel West? 
HAPPY Io e te, dici? 
BIFF Perché no? Compriamo una tenuta, alleviamo il bestiame, sgranchiamo i muscoli, all'aria aperta! 
HAPPY (con cupidigia) I Fratelli Loman, eh? 
BIFF (con slancio) Diventeremmo famosi in tutta la zona! 
HAPPY (trascinato) Tu non sai cosa pagherei, Biff! Certe volte mi strapperei la giacca in mezzo al negozio e lo butterei giú dalle scale, quel capo-reparto dei miei coglioni! Me li metto in tasca dal primo all'ultimo, in quel bugigattolo, e devo sentirmi dare degli ordini da uno di quei quattro impotenti figli di puttana: non ne posso piú, proprio! 
BIFF Se ci fossi tu, con me, laggiú, mi sentirei un leone!
HAPPY (entusiasta) Qua dentro si annega nella bassezza, nella falsità! Finisci col calpestare qualsiasi ideale.. 
BIFF Mentre insieme ci sosterremmo a vicenda, sapremmo di chi fidarci. 
HAPPY Io con te.. 
BIFF Non ci hanno insegnato, a noi, a fare i quattrini. Io non li so fare! 
HAPPY Io nemmeno! 
BIFF Andiamo via, allora! 
HAPPY Prima però - al tempo - quanto guadagni laggiú?
BIFF Ma pensa al tuo amico che s'è costruito il palazzo e non può viverci dentro perché ha le lune! 
HAPPY Sí, ma quando arriva lui, caro mio, trema il negozio. E quando se ne va, sono cinquantaduemila dollari all'anno che scendono le scale, e il suo cervello vale meno di questa scarpa. 
BIFF Sí, ma hai detto adesso che...
HAPPY Glielo voglio dimostrare, a certi signori con la puzza al naso che stanno alla sede centrale, che io so far carriera. Voglio entrare come entra lui, nel negozio. Poi verrò con te, Biff. Ti do la mia parola, vedrai. Ma non ti piacevano quelle due che avevamo stasera? Non erano due bei mammiferi? 
BIFF Come mammiferi, certo, erano anni che non ne vedevo di simili. 
HAPPY Ecco, cosí ne ho quante ne voglio, Biff. Quando mi sento disperato, m'attacco al telefono... Solamente, è come tirare al piccione. Giú una, giú un'altra, e poi? Che significa? E tu? Fai sempre conquiste? 
BIFF Macché. Se trovassi una ragazza... fessa, con un po' di dote. 
HAPPY Piacerebbe anche a me. 
BIFF Ma va'! Scapperesti di casa! 
HAPPY Anzi! Una seria, con un certo carattere, a posto! Come mamma, capisci? Tu mi darai dello schifoso, ma  stammi a sentire. Quella Carlotta che stava con me stasera è fidanzata e si sposa fra tre settimane. (Si prova il cappello nuovo). 
BIFF Scherzerai! 
HAPPY Per Dio! E sposa quello che sta per diventare il vicepresidente della società. Non so che cos'è, forse avrò una forma esagerata di invidia professionale, insomma le ho fatto la festa e adesso non so come  levarmela dai piedi. È il terzo di quei papaveri a cui combino questo scherzo. Non è una gran vigliaccata? E come chiusura, vado al matrimonio! (Con indignazione, ma ridendo) Come un'altra cosa. Certi industriali ogni tanto mi mettono in tasca un assegno perché io abbia un occhio per loro nelle ordinazioni. Tu conosci la mia onestà, ma è come per la ragazza. Mi piglierei a cazzotti. Perché, io, la ragazza, non la voglio! Niente! Ci sto! Ci provo gusto! 
BIFF Dormiamo. 
HAPPY Non abbiamo deciso molto, ma insomma.. 
BIFF M'è venuta un'idea che vorrei tentare. 
HAPPY Sí, cosa? 
BIFF Ti ricordi Bill Oliver? 
HAPPY Ah, s'è fatto un nome. Vuoi tornare a lavorare da lui? 
BIFF No, ma quando me n'andai mi disse una cosa. Mi mise una mano sulla spalla e mi disse: “Biff, in caso avrai bisogno, son qua”. 
HAPPY Già, mi ricordo. Simpatico. 
BIFF Voglio andare a trovarlo. Se riuscissi a tirargli fuori una diecina, o anche sei o settemila dollari potrei comprarmi un bel ranch. 
HAPPY Te li darà, Biff, figurati. Con la stima che aveva di te. Che hanno tutti, poi. Tu sei benvoluto, Biff. Tant'è vero che ti ripeto: torna qui e dividiamo l'appartamento. E qualunque ragazza vorrai, Biff, è inutile che io ti stia a dire.. 
BIFF No, nel ranch farei la vita che voglio e non avrei seccature. Vorrei sapere una cosa, però. Vorrei sapere se Oliver sa che fui io a rubargli quella scatola di palloni.
HAPPY Eh, ormai se ne sarà dimenticato. Sono passati dieci anni. Guarda che cosa vai a tirar fuori. E poi, non ti cacciò mica.
BIFF Stava per farlo. Per questo me ne andai. Non ho mai capito se se n'è accorto o no. Però di me si fidava. Mi dava le chiavi del negozio. 
WILLY (sotto) Che fai, Biff, ti metti a lavare la macchina? 
HAPPY Sccc! (Biff guarda Happy che sta guardando sotto e ascolta. Willy borbotta). Senti che roba? 
Stanno a sentire. Willy ride forte. 
BIFF (innervosendosi) Non lo sa che mamma lo può sentire?
WILLY Non ti sporcare il maglione, Biff! 
Sulla faccia di Biff una smorfia di angoscia. 
HAPPY Non ti fa impressione? Non te ne andare. Troverai un lavoro qui. Ma bisogna che tu rimanga. Non so piú che fare, comincia a esasperarmi. 
WILLY (ride) Come l'hai lustrata, Biff! 
BIFF E mamma che sente! 
WILLY Cosa, Biff? Ti sei fatta la fidanzata? Ma va'! 
HAPPY Dormi, Biff. Ma domani digli qualcosa, va bene? 
BIFF (mettendosi a letto controvoglia) Con lei in casa. Accidenti! 
HAPPY (infilandosi nel letto) Vedi un po' di chiarire le cose con lui. 
La luce nella loro stanza comincia a calare 
BIFF (a letto, tra sé) Quell'idiota, egoista... 
HAPPY Scc... Dormi, Biff. 
La loro luce si spegne. Willy molto prima che i due finiscano di parlare è comparso nella penombra della cucina. Apre il frigorifero, vi fruga, e tira fuori una bottiglia di latte. I grattacieli attorno si fanno bui, e tutta la casa e i dintorni cominciano a coprirsi di foglie. Con le foglie compare la musica. 
WILLY Vedi di non sbilanciarti con le ragazze, Biff, da' retta a me. Niente promesse, guardatene bene. Le ragazze, hai capito, quello che dici lo prendono per vangelo, e tu sei giovane, Biff. Sei troppo giovane per comprometterti con le ragazze. (La luce illumina ora la cucina, lentamente. Nel parlare, chiude il frigorifero e scende verso la tavola della cucina. Versa il latte nel bicchiere. È immerso in se stesso, e sorride). Troppo giovane, Biff: sei un poppante! Prima, finisci di studiare. Laureato, sistemato, la tua carriera davanti - un giovanotto come te? Avrai voglia a ragazze. (A poco a poco comincia a fissare un punto dietro le quinte, a cui si rivolge parlando attraverso il muro della cucina, e la sua voce è salita al tono di una normale conversazione) Volevo ben dire! Tutta questa smania stasera di lustrare la macchina! Al tempo! E i cerchioni? Non dimentichiamo i cerchioni, ragazzi! Per i cerchioni ci vuole il camoscio! Happy, per i vetri prendi un giornale, è tanto semplice. Faglielo vedere tu, Biff, come si fa! Lo vedi, Happy, come fa lui? Fa' una palla col giornale, fallo a palla. Cosí. Strofina, strofina, cosí. Eh? Vedi? Eh? Quando c'è la classe! Bravo, bravo, Happy, cosí! (Sta un momento zitto, annuendo col capo per qualche secondo, poi guarda in alto) Appena abbiamo un ritaglio di tempo, Biff, bisogna levare di mezzo quel ramo che pende sulla casa. Al primo temporale casca giú e ci rovina il tetto. Sai che facciamo? Noi prendiamo una fune, gliela leghiamo attorno, poi ci arrampichiamo su con sega e accetta e sbaracchiamo tutto. Quando avrete finito con la macchina presentarsi al comando, ragazzi. Ho una sorpresa per voi. 
BIFF (fuori scena) Cosa, papà? 
WILLY No, no, finire, finire lí prima! Mai lasciare un lavoro a metà - sia ben chiaro! (Guarda verso i “grossi alberi”) Biff, ad Albany ho visto una magnifica amaca. Al prossimo viaggio la compero e l'attacchiamo lí, proprio ai due olmi. Eh, che ne dite? Cullarsi sotto quei rami. Splendido!
Entrano Biff e Happy ragazzi. Happy ha in mano stracci e un secchio. Biff indossa un golf con una grande S, e ha un pallone. 
BIFF (indicando nella direzione della macchina fuori del palcoscenico) Che ti pare, eh, papà, è tornata nuova?
WILLY Superlativo, ragazzi, superlativo. Lavoro extra. 
HAPPY Dov'è la sorpresa, papà? 
WILLY Sul sedile di dietro. 
HAPPY Splendido. 
BIFF Che cos'è, papà? Che hai comprato? 
WILLY (ridendo gli dà una sberla) Sta a vedere. Una cosa che volevo farvi avere da tanto tempo. 
BIFF (si volta e fa per uscire) Che è, Happy? 
HAPPY (da fuori) È un pungibóo! 
BIFF Oh, papà! 
WILLY Con la firma di Jack Dempsey. 
Happy si precipita in scena con un punching-ball. 
BIFF Come hai fatto a sapere che volevamo il pungibóo?
WILLY È la cosa migliore, per acquistare ritmo, il pungibòo!
HAPPY (si stende sul dorso e pedala) Vedi quanto grasso ho perso, papà? 
WILLY Ti fa bene anche la corda.
BIFF Hai visto il mio pallone nuovo? 
WILLY (esaminandolo) Da dove salta fuori? 
BIFF L'allenatore m'ha detto di allenarmi a passare. 
WILLY Ah. E t'ha passato il pallone? 
BIFF Il pallone me lo sono ritirato agli spogliatoi. (Ride in modo confidenziale). 
WILLY (ridendo con lui del furto) Ah, ah! Voglio che lo riporti! 
HAPPY Che ti avevo detto? È contrario. 
BIFF (arrabbiato) E va bene, lo riporto! 
WILLY (interrompendo la discussione incipiente, a Happy). Tu che t'impicci? Vorrai che si alleni col pallone regolamentare, no? (A Biff) Vai, vai, che l'allenatore approverà la tua iniziativa. 
BIFF Eh, quello non fa altro che portare alle stelle la mia iniziativa.
WILLY Lo vedi? Gli sei simpatico. Se lo fosse portato via un altro, questo pallone, sarebbe successa l'ira di Dio. Allora, giovinotti, novità? 
BIFF Dove te ne sei andato stavolta? Ci hai fatto venire la nostalgia. 
WILLY (compiaciuto, mette un braccio sulla spalla di ognuno dei ragazzi e insieme scendono verso il proscenio) Nostalgici, eh? 
BIFF Si sta male senza di te. 
WILLY Ma va'! Lo volete sapere un segreto? Ma non lo dite a nessuno! Fra un po' lavorerò per conto mio, in proprio, e non dovrò mai piú uscire di casa, se Dio vuole. 
HAPPY Come lo zio Charley? 
WILLY Ma che zio Charley! Piú in grande, piú in grande! Charley, capisci, non è benvoluto. Vorrebbe, ma non è benvoluto. 
BIFF Dove sei stato, stavolta, papà? 
WILLY Incamminatomi per la strada maestra, ho preso la direzione del nord. Nord. Providence. Ho conosciuto il sindaco. 
BIFF Il sindaco di Providence!  
WILLY Stava a sedere nella hall dell'albergo. 
BIFF E che ha detto?
WILLY Ha detto: “Salve”. E io gli ho detto: “Bella città qui, caro sindaco”. E abbiamo preso il caffè insieme.  Poi, via a Waterbury. Grossa città, Waterbury. Famosa per l'orologio. Il celebre orologio di Waterbury. Lí ho gonfiato il portafoglio. E poi Boston - Boston grossa città: culla della rivoluzione americana, giovanotti. E poi nel Massachusetts, un paio di città di medio calibro. Rapida puntata a Portland e a Bangor. E finalmente, a casa.
BIFF Ah, come mi piacerebbe, papà, venire con te una volta!
WILLY Adesso che viene l'estate.
BIFF Giura.
WILLY Tu, Happy e io: dove non vi porterò! L'America è piena di città formidabili, con gente di grandissima classe! E mi conoscono, ragazzi! Perché non c'è casa della Nuova Inghilterra dove io non sia conosciuto! Dalle persone piú in vista! Pensa quando vi porterò voialtri due: sarà una vera festa, perché, amici miei, prendete nota di questo: Willy Loman dovunque va trova amici. In qualsiasi viottolo della Nuova Inghilterra lascio la macchina non c'è pericolo: i vigili la proteggono come se fosse la loro. Quest'estate, va bene?
BIFF e HAPPY (insieme) Sí! Papà! Come no! Certo!
WILLY Ci portiamo il costume da bagno.
HAPPY Te li reggiamo noi i campionari!
WILLY Oh, sarà una cosa sensazionale! Io che entro nei negozi di Boston con i miei due campioni che mi portano i campionari! (Biff si allena a passare la palla). Fifa, Biff, per la partita?
BIFF Se ci sei tu, no.
WILLY Che cosa dicono di te a scuola, adesso che t'hanno fatto capitano?
HAPPY C'è la processione delle ragazze, negli intervalli.
BIFF (prende la mano di Willy) Domenica, papà, domenica prossima, voglio fare una discesa particolare tutta per te. 
HAPPY  No, no, passa! Devi passare! Non cominciare a fare l'accademia!
BIFF  Voglio un gol per papà: non posso? Papà, sta' attento: quando alzo il braccio è il segnale. E allora vedrai coòe mi porto la palla in rete da metà campo!
WILLY (lo bacia) Ah, questa a Boston, a Boston la voglio raccontare! 
Bernard entra: ha i calzoni alla zuava; è piú giovane di Biff, serio e leale. Ha l'aria preoccupata. 
BERNARD Biff, che fai? Non dovevi venire a studiare da me? 
WILLY To', da dove spunta, questo qui? Che fai, in giro con quell'aria da sanatorio? 
BERNARD Zio Willy, deve studiare. La settimana che viene ha gli esami. 
HAPPY (incitandolo) Forza, Bernard, un po' di boxe! Su, su, Bernard! 
BERNARD Biff! (Si divincola da Happy) Senti, Biff, ha detto Birnbaum che se non sgobbi in matematica ti mette quattro e per te addio licenza! Cosí ha detto! 
WILLY Va' a studiare, va', va' con lui, Biff, è meglio
BERNARD L'ho sentito io! 
BIFF Le hai viste le mie scarpe da ginnastica, papa? Nooo? (Alza un piede per fargli vedere). 
WILLY Oh, che bei caratteri! 
BERNARD (pulendosi gli occhiali) Adesso gli daranno la licenza perché s'è fatto stampare Università di Virginia sulle scarpe! 
WILLY (arrabbiandosi) Ma che bofonchi tu? Lui che ha battuto le squadre di tre università, adesso lo bocciano!
BERNARD Ma l'ho sentito io Birnbaum che diceva... 
WILLY Non fare il lavativo, Bernard! (Ai suoi ragazzi) Che morte in vacanza! 
BERNARD Va bene. Io ti aspetto a casa, Biff. (Esce). 
I Loman ridono. 
WILLY Bernard non è benvoluto. 
BIFF Vorrebbe, ma non è benvoluto. 
HAPPY Ah! Ah! Sí, sí! 
WILLY Sentite che vi dico. Bernard può prendere anche tutti dieci agli esami, hai capito, ma nella lotta della vita? Che farà? Lí lo voglio vedere! Lí, gliele suonerete! Per questo ringrazio dalla mattina alla sera Iddio Onnipotente di avervi dotati di un fisico, non faccio per dire, discreto. Perché per farsi strada nel mondo degli affari bisogna piacere, conquistare gli altri, far nascere attorno a sé un interesse. Piaci? Non aver paura, non chiederai mai l'elemosina. Guardate me. Faccio mai anticamera dai miei clienti? “C'è Willy Loman”. Basta. Si spalancano tutte le porte. 
BIFF Li hai stesi, eh, papà? 
WILLY A Providence li ho messi knock-out, a Boston li ho fatti a fette. 
HAPPY (disteso sul dorso, pedalando) Butto via il grasso, lo vedi, papà? 
Linda entra; com'era a quei tempi, con un nastro ai capelli, e un cesto di biancheria. 
LINDA (vivace, giovanile) Ciao, caro! 
WILLY La mia amorosa! 
LINDA Ha fatto la brava la Chevrolet? 
WILLY La Chevrolet, Linda, è il progresso nel campo dell'automobile. Di macchine cosí non se ne fabbricano che in America! (Ai ragazzi) Da quando lasciate portare a vostra madre la biancheria per le scale? 
BIFF Afferra! Qua! Hop! 
HAPPY Mamma, a che destinazione? 
LINDA Stendetela sulla corda in terrazza. Ma tu, Biff, scendi giú dai tuoi amici. Lo scantinato è pieno di ragazzi. Non sanno che fare. 
BIFF S'impicchino. Quando arriva papà.. 
WILLY (sorride, lusingato) Scendi, scendi, fagli fare qualche cosa. 
BIFF Gli dico che spazzino la stanza della caldaia 
WILLY Buon lavoro, Biff. 
BIFF (va in fondo alla cucina e grida in basso). Scope, ragazzi! Spazzate la stanza della caldaia! Svelti! Ora vengo! 
VOCI Bene, Biff. 
BIFF George, Frank e Sam, dietro front! Tutti a stendere la biancheria! Forza, Happy! Caricat - via! 

Lui e Happy portano via il cesto. 

LINDA Come gli ubbidiscono! 
WILLY La scuola paterna! Non c'è stato verso, stavo vendendo per migliaia di dollari, ho dovuto tornare a casa. 
LINDA Verrà tutto il quartiere, a vedere quella partita. Hai venduto qualcosa? 
WILLY Ho fatto cinquecento dollari a Providence e  settecento a Boston. 
LINDA Ma no! Aspetta, tiro fuori il lapis. (Cava fuori di tasca del grembiule carta e matita) E cioè la tua provvigione sarebbe... Duecento... madre mia!... duecento dodici dollari! 
WILLY Be', adesso, non ho ancora i conti, non.. 
LINDA Quanto hai fatto? 
WILLY Be', avrò realizzato, grosso modo, un - centottanta diciamo, a Providence... Be', no, in cifra tonda sarà un - circa - in tutto il giro - duecento. 
LINDA (senza esitare) Duecento dollari. Che fa... (Calcola) 
WILLY E ringrazia quei tre magazzini di Boston chiusi per l'inventario, se no avrei battuto tutti i record! 
LINDA Be', insomma... settanta e centesimi - non c'è male, va' là. 
WILLY Che c'è da pagare? 
LINDA Prima di tutto la rata di sedici dollari del frigorifero
WILLY Perché sedici? 
LINDA Sai, s'è spanata la puleggia del ventilatore, quella nuova costa uno e ottanta. 
WILLY Nuova? Ma è appena uscita di fabbrica! 
LINDA L'uomo ha detto cosí, che vuoi che ti dica. Quei cosi lí, finché non si adoperano... 
Si spostano verso la cucina attraverso il tracciato del muro. 
WILLY Vuoi vedere che ci hanno fregato con quel monumento? 
LINDA Che dici? C'è la réclame su “Life”!
WILLY Lo so, la marca dovrebb'essere buona. Poi, che altro? 
LINDA La bolletta della luce: nove e sessanta. Poi, assolutamente, entro il quindici, c'è quella del gas, tre e cinquanta. Poi c'è la rata del tetto: quella è l'ultima e non ci si pensa piú, ventun dollari. 
WILLY Non sgocciola piú? Sicuro? 
LINDA No, no, poveracci, han fatto un buon lavoro. Poi hai quel debito con Frank, per il carburatore. 
WILLY Non do un centesimo, a quello! Accidenti alla Chevrolet e a chi l'ha inventata, quella carretta! 
LINDA Vedi tu, gli devi tre dollari e mezzo. Insomma, una cosa e l'altra, per il quindici ci sono centoventi dollari 
WILLY Centoventi dollari! Pronta cassa! Qui se gli affari non si mettono a camminare, non so dove sbattere la testa! 
LINDA La settimana ventura farai meglio. 
WILLY Oh, la settimana ventura li metto a terra! Andrò a Chicopee. Chicopee è la mia piazza. Sai, Linda, una cosa? Ho una gran paura di non attaccare con la gente 
Vengono verso la ribalta. 
LINDA Oh, non dire sciocchezze. 
WILLY Lo vedo quando entro. È come se mi prendessero in giro. 
LINDA Perché? Perché dovrebbero prenderti in giro? Willy, smettila. 
Willy va al limite del palcoscenico, Linda in cucina e comincia a rammendare le calze. 
WILLY Il perché non lo so, ma non faccio colpo. Non riesco a farmi notare. 
LINDA Come non ti fai notare, caro? Stai facendo cinquanta o sessanta dollari alla settimana. 
WILLY Sí, ma ci metto dieci, dodici ore al giorno. Gli altri, non so, fanno meno fatica. Chi lo sa, io... forse ho il vizio di parlare, forse chiacchiero troppo. Bisognerebbe fare come fanno certi: buon giorno e buona sera. Vedi Charley. Charley non parla mai e perciò lo rispettano. 
LINDA Tu non chiacchieri: sei cordiale. 
WILLY (sorridendo) Eh già, che diamine! La vita è breve, se non scherzi ogni tanto! (Fra sé) Io scherzo troppo! (Il sorriso se ne va). 
LINDA Chi te l'ha detto? Tu sei.. 
WILLY Guarda qui: grasso, goffo. A Natale, non te l'ho mai raccontato, ero salito un momento da Stewart, e c'era un altro rappresentante, e mentre faccio per entrare sento questo che dice: tricheco. Io - s'è presa una sberla che se la ricorda per tutta la vita. Ah, non gliele mando mica a dire io, sai! Non me la fanno mica, a me. Ma intanto, se ne approfittano, hai capito! 
LINDA Tesoro... 
WILLY Questa faccenda deve finire. Devo risolverla. Forse non so vestirmi.. 
LINDA Caro, tu sei il piú distinto di tutti. 
WILLY Vai, vai, Linda.. 
LINDA Per me sí. (Breve pausa). Il piú distinto. Il piú amabile. (Nel buio si sente una risate di donna. Willy non si volta alla risata, ma questa continua sulle battute di Linda). E i ragazzi, Willy? Quale padre è idolatrato piú di te dai suoi figli? 

Si sente una musica, mentre a sinistra, dietro uno schermo, appare una donna che si veste. 

WILLY (con grande affetto).Non ci sei che tu, sai Linda, tu sei l'unica per me, sai? Quante volte, in macchina, mi verrebbe voglia di abbracciarti, di stringerti, - ti succhierei l'anima, dai baci! (La risata è ormai forte,ed egli si avvia verso una zona della scena che si rischiara a sinistra, dove la donna, uscita di dietro lo schermo, sista mettendo il cappellino, guardandosi in uno “specchio”). Sono tante le cose che vorrei fare per...
LA DONNA Me? E che hai fatto, tu, per me? Se t'ho pescato io.
WILLY (compiaciuto). M'ha pescato lei!
LA DONNA (che ha un aspetto pulito, dell'età di Willy). T'ho pescato sí. Sai quanti ne avevo di commessi viaggiatori che passano dalla mattina alla sera dalla mia scrivania. Ma tu sei un pacioccone. Con te sembra di stare al cinematografo.
WILLY Scc! Senti, cinematografo. (Prendendola tra le braccia). Perché te ne vai, proprio adesso?
LA DONNA Sono le due.
WILLY No, resta! (Cerca di trascinarla). 
LA DONNA... le mie sorelle mi fanno una faccia cosí. Quando fai un'altra scappata? 
WILLY Tra un paio di settimane. Tornerai qui a trovarmi? 
LA DONNA E come no. Mi fai tanto ridere. Faccio la cura. (Gli stringe un braccio e lo bacia) Lo sai che sei un fenomeno? 
WILLY M'hai pescato tu, eh? 
LA DONNA Io. Perché sei una sagoma e scherzi sempre. 
WILLY Allora, la prossima volta che torno a Boston, vengo su, eh? 
LA DONNA E vedrai che non ti farò fare anticamera, dal direttore. 
WILLY (dandole una pacca sul sedere) Brava. In alto i cuori. 
LA DONNA (gli dà uno schiaffetto ridendo) Mi fai morire, Willy. (Lui la prende per un braccio e la bacia forte). Tante grazie per le calze. Vado matta per le calze. Be', buona notte. 
WILLY Buona notte. E apra bene i pori, gentile signora, mi raccomando. 
LA DONNA Oh, ma Willy! 
La donna scoppia a ridere e al suo riso si mescola quello di Linda. La donna scompare nel buio. Si illumina il tavolo di cucina. Linda è seduta dov'era prima, ma sta rammendando un paio di calze di seta. 
LINDA Davvero, Willy. Il piú simpatico. Perciò non hai scuse, e non devi sentirti... 
WILLY (uscendo dal cerchio di luce della donna, che pian piano svanisce e avvicinandosi a Linda) Io voglio rifarmi, Linda, io voglio rifarmi di tutto quello che ti...
LINDA Di tutto cosa? Ma adesso stai andando benissimo, molto meglio di... 
WILLY (si accorge del rammendo) Che fai? 
LINDA Rammendo le calze. Con quello che costano! 
WILLY (infuriato, gliele strappa di mano) Finché sarò vivo io, in questa casa, tu calze non ne rammendi! Le butti via, le butti via subito! 
Linda mette le calze in tasca. 
BERNARD (entrando) Dov'è? Ma quand'è che si mette a studiare? 
WILLY (scendendo verso il proscenio, molto agitato) E tu suggeriscigli, fagli copiare! 
BERNARD Dove? Alla licenza? Sei matto? Se mi scoprono mi espellono! 
WILLY Dov'è? Dov'è andato? L'ammazzo di botte, l'ammazzo! 
LINDA E faglielo restituire, poi, quel pallone, Willy. Non è onesto. 
WILLY Biff! Dove s'è cacciato! Cos'è questa mania di prendere la roba? 
LINDA È troppo prepotente con le ragazze, Willy. Tutte le madri hanno paura di lui! 
WILLY Ti ammazzo! 
BERNARD Guida la macchina senza patente! 
Si sente la risata della donna. 
WILLY Silenzio! 
LINDA Tutte le madri... 
WILLY Silenzio! 
BERNARD (allontanandosi piano) Dice il professore Birnbaum che è un bellimbusto! 
WILLY Va via, tu! 
BERNARD Se non sgobba lo bocciano! (Se ne va) 
LINDA Ha ragione lui, Willy, tu devi.. 
WILLY Un corno, devo! Biff è bravissimo! Vuoi che diventi come quel lumacone di Bernard! Lui che ha vita, personalità... (Mentre parla, Linda, sul punto di piangere, esce e va nella sala da pranzo. Willy è solo nella cucina, vinto, con gli occhi fissi nel vuoto. Le foglie sono scomparse, e i grattacieli incombono nel fondo). Da vendere! Da vendere! Che cosa ruba? Lo restituisce, quello che ruba! Perché ruba? Che gli ho detto io? Gli ho detto mai cose meno che oneste, pulite? 
Happy è sceso in pigiama dalle scale; Willy si accorge improvvisamente della sua presenza. 
HAPPY Andiamo adesso, vieni 
WILLY (sedendosi alla tavola della cucina) E lei, perché li ha voluti per forza lucidare lei, i pavimenti? E ogni volta che li lucida le viene la nausea! Lo sa! 
HAPPY Sccc! Non ti agitare. Come mai sei tornato a casa stanotte? 
WILLY Ho preso una paura. A Yonkers stavo per mettere sotto un bambino. Dio padre! Perché quella volta non me ne andai in Alaska con mio fratello Ben! Ben! Che genio era! Era il successo in persona! Che sbaglio! E mi supplicò in ginocchio, di andare! 
HAPPY Be', inutile ormai... 
WILLY Partito col pane e salame, e tornato con le miniere di diamanti! 
HAPPY Caspita, vorrei sapere come ha fatto! 
WILLY Non ci arrivi, da solo? Sapeva quello che voleva, è andato a cercarlo e se l'è preso! S'è buttato a capofitto nella giungla, e quando esce ha ventun anno e i milioni! Il mondo, è un'ostrica, ma le perle non le trovi sotto il cuscino! 
HAPPY Papà, come te lo devo dire? D'ora in poi ci penso io, a te. 
WILLY Con che pensi a me, coi cinquanta dollari che pigli alla settimana? E le donne e la macchina e l'appartamento? E vuoi pensare a me? Cristo santo, non ce l'ho fatta ad arrivare a Yonkers, oggi, lo sai? Oh, qui siamo agli sgoccioli! Non so piú portare un'automobile! 
Charley è comparso sulla porta. È un omaccione laconico, lento a parlare, massiccio. In tutte le cose che dice, e qualunque cosa dica, c'è compassione, e, adesso,ansia. Ha una vestaglia sul pigiama, e le pantofole. Entra in cucina. 
CHARLEY Tutti bene? 
HAPPY Grazie, zio Charley, stiamo.. 
WILLY Che vuoi? 
CHARLEY Ho sentito del rumore. Sono venuto a vedere. Che si può fare per queste mura? Di qua casca un cerino, di là rimbomba. 
HAPPY Andiamo a letto, papà. Su. 
Charley fa segno a Happy di andarsene.
WILLY Vacci te, io non ho sonno. 
HAPPY (a Willy) Non ti agitare, eh? (Esce). 
WILLY Be'? Che fai in piedi a quest'ora? 
CHARLEY Non riuscivo a dormire. Ho il bruciore di stomaco. 
WILLY Eh già, non sai ancora come si mangia. 
CHARLEY Con la bocca? 
WILLY Nossignore, ignorante. Non sai che esistono le vitamine? E compagnia bella? 
CHARLEY Senti, si fa una partita? Tanto per conciliare il sonno. 
WILLY (incerto) Va be'. Le hai tu le carte? 
CHARLEY (tirando di tasca un mazzo di carte) Devo averle io, sí. In qualche posto. Dunque, che sarebbero queste vitamine? 
WILLY Impara la chimica. Fanno bene alle ossa. 
CHARLEY Sí, ma a me brucia lo stomaco. Quindi non c'entrano le ossa. 
WILLY Che ne sai, tu? Che parli? Non sai neanche se dormi o stai in piedi! 
CHARLEY Non ti offendere. 
WILLY Non sa da dove si comincia; e parla 
Giocano. 
Pausa. 
CHARLEY Che fai a casa? 
WILLY Un guasto alla macchina. 
CHARLEY Ah. (Pausa). Come mi piacerebbe una gita in California, adesso. 
WILLY Oh, guarda. 
Pausa. 
CHARLEY Vuoi un impiego? 
WILLY Ce l'ho già, l'impiego: quante volte te lo devo ripetere? (Dopo una piccola pausa) E si può sapere, porco demonio, perché mi offri sempre un impiego? 
CHARLEY Non ti offendere.
WILLY Tu, non mi offendere. 
CHARLEY Sarà, ma non mi persuadi. Vuoi andare avanti sempre cosí? 
WILLY Ce l'ho l'impiego, e buonissimo. (Breve pausa). Che fai qui, continuamente tra i piedi? 
CHARLEY Posso anche andarmene. 
WILLY (dopo una pausa, avvilito) Io non capisco. Se ne va, se ne torna nel Texas. È possibile?
CHARLEY Lascialo andare. 
WILLY E con che? Non ho niente da dargli. Sono all'asciutto. 
CHARLEY Di fame non si muore. Non muore nessuno, di quelli. Dimenticalo. 
WILLY Già, e cosa avrò poi, da ricordare? 
CHARLEY Ci farai una malattia. Manda tutto a quel paese, e pensa alla salute. 
WILLY Per te è facile dirlo. 
CHARLEY Per me? Facile? Anzi. 
Pausa. 
WILLY Hai visto che bel soffitto ho messo in camera da pranzo? 
CHARLEY Bellissimo. (Pausa), Questo non l'ho mai capito, come si fa a mettere un soffitto. Come hai fatto? 
WILLY Che te n'importa? 
CHARLEY Cosí, per parlare. 
WILLY Vuoi mettere un soffitto? 
CHARLEY Io? Quando mai? 
WILLY E allora che diavolo vai cercando? Che vuoi? 
CHARLEY E dalli che si offende. 
WILLY Uno che non sa neanche attaccare un chiodo! Non sei un uomo! Fai schifo! 
CHARLEY Moderiamo i termini. 
Lo zio Ben con una valigia e un ombrello, entra in prima quinta dall'angolo destro della casa. È un vecchio impassibile, sui sessanta, con baffi e aria autoritaria. È sicurissimo del suo destino e si porta dietro un'aura di paesi lontani. Entra esattamente quando Willy parla. 
WILLY Comincio a essere veramente stanco, Ben 
Si sente la musica di Ben. Ben si guarda intorno.  
CHARLEY Oh. Continua a giocare. Vedrai come t'addormenti. M'hai chiamato Ben? 
Ben guarda l'orologio. 
WILLY Che stupido. Per un momento mi eri sembrato mio fratello Ben. 
BEN Ho i minuti contati. (Passeggia, guardando la casa). 
Willy e Charley continuano a giocare. 
CHARLEY Ne hai avuto piú notizie poi? Da allora? 
WILLY Non te l'ha detto Linda? È arrivata una lettera di sua moglie dall'Africa, un paio di settimane fa. È morto. 
CHARLEY No. 
BEN (ridacchiando) Ah, cosí? Questa sarebbe la famosa Brooklin, eh? 
CHARLEY Allora diventi milionario 
WILLY Macché, aveva sette figli. Di occasioni buone ne ho avuta una sola con lui. 
BEN Mi parte il treno, William. Devo andare a dare un'occhiata in Alaska, a certe proprietà che ho. 
WILLY Ah, sicuro! Se fossi andato in Alaska con lui quella volta, la situazione sarebbe tutt'un'altra! 
CHARLEY Vai, che saresti morto assiderato. 
WILLY Chi te lo dice, a te? 
BEN È uno scherzo far fortuna in Alaska, William. Mi stupisce che tu non ci sia andato. 
WILLY È uno scherzo, è uno scherzo. 
CHARLEY Eh? 
WILLY Quello sí, che ci sapeva fare! Lui solo! 
CHARLEY Chi? 
BEN Come va in famiglia? 
WILLY (sorridendo, prendendo il piatto) Non c'è male, non c'è proprio male. 
CHARLEY Ti va bene, stasera. 
BEN Abita con te, nostra madre? 
WILLY No, è morta. Tanti anni ormai. 
CHARLEY Chi? 
BEN Oh, che peccato. Era una vera signora, la mamma! 
WILLY (a Charley) Eh? 
BEN L'avrei rivista cosí volentieri. 
CHARLEY Chi è morto? 
BEN E di nostro padre hai notizie? 
WILLY (coi nervi in pezzi) Come, chi è morto? 
CHARLEY (prendendo il piatto) Si può sapere che stai dicendo? 
BEN (guardando l'orologio) Sono le otto e mezzo, William! 
WILLY (come per scacciare il suo malessere ferma la mano di Charley) Il piatto è mio! 
CHARLEY Come? Come? Avevo due assi! 
WILLY Se non sai tenere le carte in mano, io con te non li butto i soldi! 
CHARLEY (alzandosi) Santo Dio, avevo due assi! 
WILLY Basta, basta, finiamola! 
BEN Quando è morta nostra madre? 
WILLY È un pezzo. È un secolo che ti conosco e ancora non hai imparato a giocare! 
CHARLEY (raccoglie le carte e va alla porta) Benissimo! La prossima volta porto un mazzo tutto di assi! 
WILLY Non mi presto, a quei giochi lí! 
CHARLEY (voltandosi verso di lui) Ma non ti vergogni? 
WILLY Chi, io? 
CHARLEY Tu! (Esce) 
WILLY (sbattendogli dietro la porta) Deficiente! 
BEN(mentre Willy gli si avvicina attraversando il muro immaginario della cucina) Ah, tu sei William? 
WILLY (afferrando la mano di Ben) Ben! È tanto tempo che ti aspetto! Che notizie mi porti? Come t'è andata?
BEN Eh, avventure da romanzo. 
Linda entra in proscenio, quella di una volta, col cesto della biancheria 
LINDA Questo è Ben? 
BEN (galantemente) Fortunatissimo, mia cara. 
LINDA Dov'è stato tutti questi anni? Willy non capiva come mai lei...
WILLY (strappando Ben con impazienza a Linda) Papà dov'è? Ma tu non eri con lui? Come hai cominciato? 
BEN Adesso... non so dove arrivano i tuoi ricordi 
WILLY Ero un bambino, allora, figurati: avevo tre o quattr'anni... 
BEN Tre anni e undici mesi. 
WILLY Che memoria, Ben! 
BEN Controllo imprese di tutti i generi, William: guai se non avessi memoria! 
WILLY Ricordo di quando giocavo sotto il furgone, nel Nebraska, o dov'era? 
BEN Nel Dakota, e io ti colsi un mazzetto di fiorellini di campo. 
WILLY Ricordo che ti vidi andar via per una strada lunga. 
BEN (ridendo) Andavo a trovare papà in Alaska. 
WILLY E lo trovasti? 
BEN A quell'età avevo un'idea un po' vaga della geografia, William. Dopo qualche giorno scopersi che andavo al sud, e invece che in Alaska mi trovai in Africa. 
LINDA In Africa! 
WILLY La Costa d'oro! 
BEN No. Miniere di diamanti. 
LINDA Miniere di diamanti! 
BEN Proprio cosí, mia cara. Ma ho i minuti contati... 
WILLY No! Giovanotti! Giovanotti! (Compaiono Biff e Happy, giovani). Ascoltate. Questo è vostro zio Ben, uomo enorme! Raccontaglielo un po', Ben, ai miei giovanotti! 
BEN Giovanotti, è semplice: a diciassette anni entrai nella giungla, a, ventuno ne uscii. (Ride) E ricco, per Giove! 
WILLY (ai ragazzi) Visto? Che vi dicevo? Non c'è fantasia che non si avveri! 
BEN (dando un'occhiata all'orologio) Mercoledí prossimo ho un appuntamento a Ketchikan. 
WILLY No, Ben! Racconta di papà, per piacere! Che l'imparino i miei giovanotti! Che apprendano di che sangue sono! Io non mi ricordo altro che un uomo con una gran barba, me seduto sulle ginocchia di mamma, vicino al fuoco, e una musichetta allegra. 
BEN Il suo flauto. Suonava il flauto. 
WILLY Già, è vero, il flauto!
Si sente una musica nuova: allegra,vivace 
BEN Papà era un grand'uomo dal cuore grande come una foresta vergine. Partiva da Boston, con tutta la famiglia pigiata in un furgone, e frustava i cavalli verso il West. Verso l'Ohio, l'Indiana, il Michigan, l'Illinois e tutti gli altri stati. Ci fermavamo nei villaggi a vendere i flauti che lui fabbricava per strada. Era un grande inventore, papà. Faceva piú quattrini lui con un trucchetto qualsiasi di quanti voi potreste sognare di farne in tutta la vita. 
WILLY Cosí me li sto crescendo io, Ben! decisi, sorridenti,pronti a tutto! 
BEN Ah sí? (A Biff) Picchia qui, giovanotto - piú forte che puoi. (Si batte col pugno sullo stomaco). 
BIFF Oh, no, signore. 
BEN (mettendosi in posizione per il pugilato) Pesta, su! Prova! 
WILLY Prova, Biff! Su! Avanti! Fagli vedere! 
BEN Va bene. (Stringe i pugni e attacca) 
LINDA (a Willy) Ma perché deve fare a pugni? 
BEN (boxando con Big) Forza, forza, giovanotto! 
WILLY Che te ne pare, eh, Ben? 
HAPPY Allunga il sinistro! 
LINDA Ma perché dovete fare a pugni? 
BEN Bravo, il giovanotto! (Improvvisamente fa uno sgambetto a Biff e buttandolo a terra gli si pianta 
sopra puntandogli l'ombrello contro un occhio) 
LINDA Biff, attento! 
BIFF Oh! Oh! 
BEN (battendo la mano sul ginocchio di Biff) Mai gioco leale con chi non conosci, mai, giovanotto! Non esci piú dalla giungla! (Prendendo la mano di Linda e inchinandosi) Linda, è stato un onore e un piacere per me fare la sua conoscenza. 
LINDA (ritirando freddamente la mano, spaventata) Faccia buon viaggio. 
BEN (a Willy) E buon... di che ti occupi, tu? 
WILLY Rappresentante. 
BEN Ecco. Allora... (Alza la mano in segno di saluto generale). 
WILLY No, Ben, non vorrei che tu te ne andassi con l'impressione che... (Lo prende per il braccio per mostrargli) Qui è Brooklyn, d'accordo, ma anche noi andiamo a caccia. 
BEN Possibile? Oh, guarda. 
WILLY Non credere: qui abbiamo serpenti e conigli non per nulla ci siamo stabiliti qui. Vedi quegli alberi? Biff e Happy te ne buttano giú uno in tre secondi. Giovanotti! Fate un salto laggiú dove fabbricano e portateci qui un po' di sabbia. Cominciamo subito la costruzione del portico. Sta' attento, Ben! 
BIFF Signorsí. Happy, avanti, marsch! 
HAPPY (mentre Biff corre fuori) Papà, hai visto quanto grasso ho calato? 

Charley rientra, coi calzoni alla zuava, e s'incontra coi ragazzi che escono.

CHARLEY Senti, se rubano un'altra volta in quel cantiere, il guardiano li denuncia. 
LINDA (a Willy) Diglielo a Biff, che non... 
Ben ride di cuore. 
WILLY Dovevi vedere il legname che han portato a casa la settimana scorsa. Per lo meno una dozzina di tavole sessanta per un metro d'altezza, un valore! 
CHARLEY Senti, se il guardiano... 
WILLY Ho sputato sangue, ma ne ho tirato fuori due tipi di filibustieri, sai! 
CHARLEY Willy, di filibustieri sono piene le patrie galere 
BEN (dando una manata a Willy sulla spalla e ridendo all'indirizzo di Charley) Ma anche Wall Street, egregio signore! 
WILLY (partecipando all'ilarità di Ben) E il resto dei calzoni dov'è andato? 
CHARLEY Non lo so, me li ha comprati mia moglie. 
WILLY Ti manca solo la mazza del golf e poi te ne puoi andare a letto a fare un pisolino. (A Ben) Vedessi che atleta! Fra lui e suo figlio Bernard, in due non alzano un mattone! 
BERNARD (correndo dentro) Il guardiano sta inseguendo Biff! 
WILLY (irritato) Zitto tu! Non stava mica rubando! 
LINDA (in allarme, correndo verso sinistra) Dov'è? Biff! Caro! (Esce). 
WILLY (incamminandosi verso sinistra, e staccandosi da Ben) Non ha fatto niente. Che diavolo hai! 
BEN È in gamba! 
WILLY (ridendo) Altro che! È in gamba, quel Biff! 
CHARLEY Io non so. Me l'hanno cambiato, da quando è partito per la Nuova Inghilterra: me l'hanno assassinato 
WILLY Ho aderenze, io, Charley, ho aderenze che tu neanche  t'immagini! 
CHARLEY (sarcasticamente) Tante congratulazioni. Passa da me piú tardi. Facciamo un pokerino, cosí ti alleggerisco un po' di quell'oro che hai portato dalla Nuova Inghilterra. (Ride all'indirizzo di Willy ed esce) 
WILLY II commercio è un mestiere tremendo. Ammazza la gente. Non me, è naturale. 
BEN Ti rifarò una visita prima di tornare in Africa. 
WILLY (supplichevole) Non puoi trattenerti un paio di giorni? Io avrei proprio bisogno di te, Ben, perché - io - ho una bellissima posizione qui ma - vedi - papà se n'è andato che io ero ancora, si può dire in fasce, e non ho mai potuto parlare con lui, e - cosí - mi sento ancora un po' spaesato... 
 BEN Faccio tardi al treno. 
Sono ai due lati opposti della scena. 
WILLY Ben, i miei giovanotti - tanto fra noi si può dire - si butterebbero nel fuoco per me, ma. 
BEN William, te li stai scozzonando benone i tuoi giovanotti! Ragazzoni robusti, di classe! 
WILLY (pendendo dalle sue labbra) Oh, Ben, come mi fa piacere che tu lo dica! Perché certe volte ho paura di non educarli come dovrei, di non... Ben, come li devo educare? 
BEN (soppesando ogni parola e con una certa millanteria) William: a diciassette anni entrai nella giungla, a ventuno ne uscii. E ricco, per Dio! (Si perde nel buio, voltando l'angolo destro della casa). 
WILLY... E ricco! È questa la fede in cui li cresco da quando son nati! Nella giungla, su, avanti, senza paura! Ho fatto bene! Ho fatto bene! Ho fatto bene! 
Ben se n'è andato ma Willy sta ancora parlando con lui quando Linda, in vestaglia e camicia da notte, entra in cucina, guarda in cerca di Willy, poi va alla porta della casa, guarda fuori e lo vede. Si avvicina a lui, alla sua sinistra. Lui la guarda. 
LINDA Willy caro! Willy! 
WILLY Ho fatto bene! 
LINDA Hai trovato il formaggio? (Lui non può risponderle) È molto tardi, caro. Vieni a letto? 
WILLY (guardando in alto) Ti devi torcere il collo, per vedere una stella, in questo cortile! 
LINDA Vieni dentro? 
WILLY Dove è andato a finire quel ciondolo col diamante? Te lo ricordi? Quando tornò Ben dall'Africa? Mi regalò un ciondolo con un diamante, no? 
LINDA Lo impegnasti, caro. Dodici, tredici anni fa. Per il corso di radiotelegrafia di Biff 
WILLY Che bell'oggetto! Faccio due passi 
LINDA Cosí, in pantofole? 
WILLY (avviandosi verso sinistra) Ho fatto bene! Benissimo! (Mentre si allontana, scuotendo la testa, e rivolto a metà verso Linda) Quello era un uomo. Tante parole diceva, tanto oro! Ho fatto bene! 
LINDA (gridandogli dietro) Ma Willy! Sei in pantofole! 
BIFF (quando Willy è quasi scomparso, in pigiama, scende le scale ed entra in cucina) Che fa, là fuori? 
LINDA Sccc! 
BIFF Quant'è che fa cosí, mamma, per Dio! 
LINDA Non gridare, ti sente. 
BIFF Che diavolo ha? 
LINDA Gli passerà, domattina. 
BIFF Non ci si può far niente? 
LINDA Oh, caro, potreste fare tante cose. Ma tanto voi non le fate. Va' a letto. 
HAPPY (scende le scale e si siede sui gradini) Non l'ho mai sentito urlare cosí, mamma. 
LINDA Vieni a casa piú spesso e lo sentirai. (Si siede alla tavola e comincia a rammendare la fodera della giacca di Willy). 
BIFF Perché non m'hai scritto niente, mamma? 
LINDA Come facevo? Da piú di tre mesi non avevo il tuo indirizzo. 
BIFF Ho gironzolato. Ma vi pensavo sempre, lo sai, questo, sí? 
LINDA Lo so, caro, lo so. Ma a lui piace avere una lettera. Tanto per avere l'impressione che sia ancora possibile un accomodamento. 
BIFF Ma fa sempre cosí? 
LINDA Fa peggio quando tu vieni a casa. 
BIFF Quando vengo a casa? 
LINDA Quando sa che torni, lui diventa allegrissimo, fa quarantamila progetti, è... è un tesoro. Poi, come stai per arrivare, comincia a diventare nervoso, nervoso, e alla fine, quando sei qui, fa gran discorsi da solo, e sembra che se la pigli con te. Tutto perché, poverino, forse soffre di non potersi aprire, con te. Perché state sempre coi fucili puntati, l'uno contro l'altro?  
BIFF (evasivamente) Io? Che fucili, mamma?
LINDA Non puoi mettere il naso in casa senza litigare!
BIFF Non lo faccio apposta. Cambierò. Faccio di tutto, mamma, ci credi?
LINDA Sei venuto a casa per restare?
BIFF Non lo so. Staremo a vedere. Se salta fuori qualcosa. 
LINDA Puoi passare tutta la vita, Biff, stando a vedere?
BIFF Sono cosí indeciso, mamma. Non trovo mai la vita che fa per me.
LINDA Ma l'uomo non è un passerotto, che va e viene con le stagioni. 
BIFF I tuoi capelli... (Le tocca i capelli) Tutti grigi 
LINDA Li avevo grigi da quando andavi a scuola. Non li tingo piú, basta. 
BIFF Tingili ancora, va' là. Non voglio che invecchi. 
(Sorride). 
LINDA Bambino! Vorresti star via di casa un anno, e poi tornare, come se niente fosse... Comincia ad abituarti all'idea che un giorno tornerai qui, busserai a quella porta, e ti verrà ad aprire gente che tu non conosci. 
BIFF Che ti viene in mente, mamma! Non hai sessant'anni! 
LINDA E tuo padre? 
BIFF (con aria colpevole) Dicevo anche per lui. 
HAPPY Ha una stima, Biff, di papà! 
LINDA Biff, caro, se tu non senti affetto per lui, non senti affetto nemmeno per me. 
BIFF Che c'entra, mamma. 
LINDA C'entra. Non puoi venir qui soltanto per me, perché io gli voglio bene. (Con una minaccia, ma solo una minaccia, di lacrime) È la persona a cui sono piú affezionata, e non voglio che nessuno lo rattristi, lo deprima, lo umili. Deciditi, caro, perché ormai è tardi. O è tuo padre e tu gli porti il rispetto che merita, oppure fa' a meno di venire. Non è un uomo facile, lo so, nessuno lo sa meglio di me, ma.. 
WILLY (da sinistra, con una risata) Olà, Biff, olà!
BIFF (fa per uscire in direzione di Willy) Che diavolo vorrà, adesso? 
 Happy lo trattiene. 
LINDA Non ti ci avvicinare, sai! 
BIFF Smettila, di prendere le sue difese! Ci si è pulito i piedi, con te! Non ha mai avuto un po' di rispetto, per  te! 
HAPPY No, ha avuto sempre rispetto per... 
BIFF Che ne sai, tu, che ne sai? 
HAPPY (risentito) Vuoi dire che è pazzo? 
BIFF Non ha carattere! Zio Charley non lo farebbe! In casa sua! Pisciare tutto quel vomito che ha nella testa!
HAPPY Gliene augurerei mezza, a zio Charley, della jella che ha avuto lui!
BIFF C'è gente molto piú jellata del signor Willy Loman, vai, che l'ho vista!
LINDA Fatti adottare dallo zio Charley, allora, Biff. Avanti, perché non lo fai? Non dico che sia un grand'uomo: Willy Loman non ha fatto fortuna. II suo nome non è mai stato sul giornale. Non è un santo. Ma è un essere  umano che si trova in una situazione tremenda. Un po' di riguardo! Non lo lasciamo morire in un angolo come un vecchio cane! Un po' di riguardo, un po' di riguardo, una buona volta, per questa persona. Tu dici che è pazzo...
BIFF Io non dico... 
LINDA Sí, lo dite in molti, che il suo sistema nervoso è un po' sofferente. Ma ci vuol tanto a capire la causa della sua malattia? Poveretto, è sfiancato! 
HAPPY Questo è certo 
LINDA Si sfiancano i grandi, non possono sfiancarsi anche i piccoli uomini? Sono trentasei anni a marzo che lui lavora per la stessa ditta. Ha portato i prodotti di questa ditta nei posti piú fuori mano. Adesso gli dimezzano lo stipendio! 
HAPPY (indignato) Questa no, mamma! Questa non la sapevo! 
LINDA Caro, non me l'hai mai chiesta. Adesso che il denaro da buttar via lo trovi da qualche altra parte, non ti curi più di lui.
HAPPY Come? T'ho dato soldi a... 
LINDA Natale, cinquanta dollari? Per l'impianto dell'acqua calda che ne è costato novantasette? Da cinque settimane lui guadagna a giornata, come un principiante, come il primo venuto! 
BIFF Che vigliacchi senza coscienza! 
LINDA Sí, per la coscienza che hanno i suoi figli! Almeno quelli, quando gli faceva comodo, quando era giovane e smerciava roba, lo vedevano con piacere. Ma gli amici di una volta, i vecchi clienti che nei momenti di magra facevano sempre scappare una commissione per lui, ormai sono morti o in pensione. A Boston lui era capace di fare sei, sette ditte in una giornata. Adesso, tira giú le valige dalla macchina, le rimette su, è morto. Adesso non cammina piú: parla. Fa duemila chilometri, e quando arriva nessuno lo saluta piú, nessuno lo conosce. E che succede nel cervello di un uomo che torna a casa da un viaggio di duemila chilometri, senza aver guadagnato un centesimo? Non può parlare da solo? Perché? Quando è costretto a farsi prestare da Charley cinquanta dollari alla settimana, e a fingere con me che li ha guadagnati? Quanto si può andare avanti cosí? Quanto, ancora? Lo capite che cosa mi aspetto io, da un momento all'altro? E dite che non ha carattere? Lui che non ha mai smesso un momento della sua vita di lavorare per voi? Che medaglia avrà? È questo il suo premio - voltarsi indietro a sessantatre anni e vedere i suoi figli, per cui ha dato la vita, uno - un donnaiolo vanesio... 
HAPPY Mamma! 
LINDA Che altro sei, tu, figlio mio? (A Biff) E quest'altro? Dove è andato a finire tutto l'affetto che avevi per lui? Eravate cosí affiatati! Le chiacchierate che ti facevi, con lui tutte le sere, al telefono! Era felice solo qui a casa, vicino a te! 
BIFF Va bene, mamma. Mi rimetterò in camera mia e cercherò un impiego. Basta che non lo veda. 
LINDA No, Biff, se hai intenzione di litigare non puoi restar qui. 
BIFF M'ha cacciato di casa, lo sai, questo, sí? 
LINDA Perché lo fece? Non l'ho mai saputo. 
BIFF Perché conosco i suoi imbrogli e perciò non mi vuole tra i piedi! 
LINDA Che imbrogli? Di che parli? Che vuoi dire? 
BIFF Non pigliatevela sempre con me, questo voglio dire. Lo sappiamo io e lui - basta. D'ora in poi passerò la mia quota. Metà del mio stipendio e si metterà l'animo in pace. Vado a letto. (Si avvia verso le scale). 
LINDA Non si metterà l'animo in pace. 
BIFF (voltandosi sulle scale, infuriato) Non posso vedere questa città e ci rimango. Che vuoi, ancora? 
LINDA Da un momento all'altro muore, Biff
Happy si volge vivamente verso di lei colpito 
BIFF (dopo una pausa) Cosa vuoi dire? 
LINDA Ha cercato di ammazzarsi. 
BIFF (con orrore) Come? 
LINDA Vivo con l'animo sospeso. 
BIFF Si può sapere che dici? 
LINDA Ti ricordi quando ti scrissi che aveva sfasciato un'altra volta la macchina? In febbraio? 
BIFF Be? 
LINDA Venne l'agente dell'assicurazione. E disse che avevano le prove. Tutti quei famosi incidenti 
dell'anno passato... non erano... non erano... incidenti. 
HAPPY E che ne sanno? Storie. 
LINDA Pare che ci sia una donna... 
BIFF (concitato ma sorvegliandosi) Che donna? 
LINDA (contemporaneamente)... e questa donna... (Sola) Cosa? 
BIFF Niente. Va' avanti. 
LINDA Che hai detto? 
BIFF Niente. Ho detto che donna? 
HAPPY Che ha fatto questa donna? 
LINDA Mah, dice che lei camminava per la strada e ha visto la sua macchina. Dice che lui andava pianissimo e che non ha sbandato. È arrivato al ponticello e lí ha sterzato, apposta, contro il parapetto. S'è salvato solo perché l'acqua era bassa. 
HAPPY Macché, si sarà addormentato al volante. 
LINDA Non credo che si sia addormentato. 
BIFF Perché no? 
LINDA Il mese scorso... (Facendosi molta forza per parlare) Oh, com'è difficile, ragazzi, dire una cosa simile! Voi lo considerate un ometto da niente, ma ve lo dico io, c'è piú in lui che in tanti altri uomini. (Con un nodo in gola, si asciuga gli occhi) Stavo in cantina. Era mancata la luce ed ero scesa a vedere se era saltata una valvola. E dal quadro, per caso - cade un affare lungo cosí, un tubo. 
HAPPY Un tubo? 
LINDA Con una presa da una parte. Andai a vedere. Infatti. Sotto lo scaldabagno, nel tubo del gas, c'è un nuovo attacco. 
HAPPY (con rabbia) Che salame! 
BIFF Glie l'hai fatto togliere? 
LINDA Non ho il coraggio. Come faccio a dirglielo? Ogni giorno scendo e levo il tubo. Ma quando lui torna a casa, lo rimetto a posto. Non gli posso dare questa umiliazione. Non so che fare. Sto sempre con l'animo sospeso, bambini. Vi dico; tutti li so, i pensieri che gli passano per la testa. Ormai è ridicolo e fuori moda, ma è cosí. Lui ha dato la sua vita a voi, e voi vi siete dimenticati di lui. (Abbandonata sulla sedia, piange, col volto tra le mani) Biff! Te lo giuro su Dio, Biff! La sua vita è nelle tue mani! 
HAPPY (a Big) Ma guarda un po'... quel... cretino! 
BIFF (baciandola) Su, su, basta, su, adesso basta. Adesso si sistema tutto. Sono stato uno sciagurato, lo so, mamma. Ma ormai sono a casa, e metterò la testa a posto, ti giuro. (Inginocchiandosi davanti a lei, in una febbre di autoaccusa) Credimi, mamma, tutto è stato perché io non sono tagliato per il commercio. Non che non voglia provare. Proverò, e ci riuscirò.
HAPPY Certo che ci riuscirai. Sai che cos'hai, tu? Non alzi mai un dito per piacere alla gente. 
BIFF Lo so, io... 
HAPPY Come quando lavoravi da Harrison. Harrison stravedeva per te! E tu gli vai a fare quello scherzo di metterti a fischiare le canzonette nell'ascensore! 
BIFF (contro Happy) Be', perché? Se mi va di fischiare ogni tanto? 
HAPPY Ma non si affida un lavoro di responsabilità a un buffone che fischia nell'ascensore! 
LINDA Non rimettetevi a litigare, adesso! 
HAPPY Come quella volta che te ne andasti tutto il giorno in piscina invece di controllare il campionario! 
BIFF (risentito) Perché, non te la squagli mai, tu? Non ti prendi una festa? Una bella giornata d'estate? 
HAPPY Sí, ma mi premunisco! 
LINDA Ragazzi! 
HAPPY Quando me la prendo io, la festa, il mio capintesta può telefonare a tutti gli uffici dove crede che stia, e si sentirà immancabilmente rispondere che sono appena uscito. È una cosa che mi rincresce ma devo dirtela, Biff: nell'ambiente commerciale passi per un buffone! 
BIFF (infuriato) Vada a farsi fottere, il tuo ambiente commerciale! 
HAPPY Benissimo, vada a farsi fottere! Ma premunisciti! 
LINDA Happy! Happy! 
BIFF Mi facciano passare per quello che vogliono! Hanno canzonato papà per tanti anni, e sai perché? Perché noi non siamo fatti per questa città di forsennati! Dovremmo stare a spaccar legna in qualche bosco o... o fare i muratori. Almeno un muratore può fischiare 
WILLY (entra dalla porta d'ingresso della casa, a sinistra) Perfino tuo nonno era piú di un muratore. (Pausa. Lo guardano). Non diventerai mai uomo? Bernard non fischia nell'ascensore, te lo posso assicurare io. 
BIFF (come per buttare la cosa in scherzo) Tu sí, però 
WILLY Non ho mai fischiato in vita mia in un ascensore! E chi è, che mi considera un buffone, nell'ambiente commerciale? 
BIFF Papà, nessuno ha detto questo! Non cominciamo a cambiale le carte in tavola! 
WILLY Va', torna nel West! Va', fa' il muratore, fa' il mandriano, fa' quello che ti pare e buon divertimento! 
LINDA Ma Willy, stava dicendo... 
WILLY L'ho sentito, quello che stava dicendo! 
HAPPY (cercando di calmare Willy) Su, ehi, papà, via, andiamo.. 
WILLY (continuando sulla battuta di Happy) Ridono di me, eh? Va ai Grandi Magazzini, va' da Filene, va' a Boston, da Slattery. Grida forte il nome di Willy Loman, e poi mi sai dire! I cappelli, volano! 
BIFF Certo, papà. 
WILLY I cappelli! 
BIFF Certo. 
WILLY Perché mi offendi sempre? 
BIFF Io non ho aperto bocca. (A Linda) Che ho detto? 
LINDA Non ha detto niente, Willy. 
WILLY (andando verso la soglia della camera da pranzo) Sí, sí, buona notte, buona notte. 
LINDA Willy, caro, lui avrebbe deciso... 
WILLY (a Biff) Quando avrai finito di fare il poltrone, domani, da' una mano di tinta al soffitto che ho messo in sala da pranzo. 
BIFF Esco presto domani. 
HAPPY Va a trovare Bill Oliver, papà. 
WILLY (con un certo interesse) Da Oliver? A che fare? 
BIFF (sostenuto, ma sforzandosi) Diceva sempre che m'avrebbe aiutato. Vorrei mettermi nel commercio, cosí voglio vedere se mantiene la parola. 
LINDA Eh? Non ti pare un miracolo? 
WILLY Non interrompere. Che miracolo? Uno che vuol finanziarlo? Ne trova cinquanta, a New York! (A Biff) Articoli sportivi? 
BIFF Forse. Un po' ne so, quindi... 
WILLY Un po' ne sai? Ma tu, di articoli sportivi, te ne intendi piú di Dunlap e compagni! Per amor di Dio! Quanto ti dà? 
BIFF Non lo so, non l'ho ancora visto, ma.. 
WILLY Che vai raccontando, allora? 
BIFF (riscaldandosi) Ho detto che vado a trovarlo, questo ho detto: nient'altro! 
WILLY (voltandogli le spalle) Bel venditore di fumo! 
BIFF (avviandosi a sinistra verso le scale) Uffa, Cristo, io vado a dormire! 
WILLY (gli grida dietro) Non bestemmiare in questa casa! 
BIFF (voltandosi) Perché, diventi rosso? 
HAPPY (cercando d'interromperli) Ehi là, al tempo... 
WILLY Non ti permettere questo tono, sai? Non lo tollero! 
HAPPY (afferrando Biff per un braccio) Al tempo, su! M'è venuta un'idea. Importante. Vieni qui, Biff, parliamone, parliamo un po' di cose concrete. Adesso che sono stato in Florida, senti che idea m'è venuta per lanciare prodotti sportivi. Senti qua. Ci mettiamo tu e io, Biff - lo stile per tutti gli sport - lo stile Loman. Ci alleniamo due settimane, e poi andiamo in giro a esibirci, va bene? 
WILLY È un idea! 
HAPPY Aspetta! Facciamo due squadre - due di pallacanestro - due di pallanuoto, di quello che vuoi. E giuochiamo, io e te, uno contro l'altro. C'è da fare un lancio da strabiliare. Due fratelli, no? I fratelli Loman. Esibizione a Palm Beach, o nei grandi alberghi, nei posti chic, cosí. E dappertutto - campi sportivi, piscine,ring - bandiere enormi con scritto: “Fratelli Loman”. Bambino, altro che il filone d'oro! 
WILLY Un'idea che vale un milione di dollari! 
LINDA È meraviglioso! 
BIFF Io, per me, sono in gran forma. 
HAPPY E la cosa piú bella, Biff, m'hai già capito - non sarebbe piú commercio, ma sport! Ci rimetteremmo a sparare i nostri bei goal... 
BIFF (entusiasmato) Sí, sarebbe.. 
WILLY Un milione di dollari! 
HAPPY Non avresti il tempo di annoiarti! Saremmo in famiglia. Faremmo lega come una volta. Avremmo una cosa per cui batterci, per cui farci onore. E se tu volessi andartene - mettiamo, in piscina - pigli e vai, chi te l'impedisce? Non hai mica il collega d'ufficio che ti fa lo sgambetto! 
WILLY I sorci verdi! Se voi due giovanotti vi mettete insieme, farete vedere i sorci verdi al mondo intero! 
BIFF Domani vado da Oliver. Happy, se riusciamo a organizzarla! 
LINDA Forse, le cose cominciano a... 
WILLY (assolutamente imballato, a Linda) Piantala, tu, di interrompere! (A Biff) Ma non ti presenterai mica a Oliver in giacca sportiva e calzoni di flanella! 
BIFF No, io... 
WILLY Vestiti correttamente, meno parli meglio è, e niente barzellette, mi raccomando. 
BIFF Una volta gli ero simpatico. Almeno. 
LINDA Simpatico. Ti adorava! 
WILLY (a Linda) La vuoi finire? (A Biff) Quando entri, fa la persona seria. Non vai mica a proporti come fattorino. Non ti precipitare a parlare di soldi. Sii calmo, distinto, e soprattutto serio. Il tipo allegro può anche piacere, ma non gli si prestano soldi. 
HAPPY Di soldi ne troverò anch'io, Biff. Non ci pensare
WILLY Grosse cose in vista, per voi, giovanotti. Grosse cose. Le vostre pene sono finite. Ma ricordatevi, se volete cinquanta, sparate cento. Chiedi quindici. Quanto hai intenzione di chiedere? 
BIFF Mah, dunque, non so... 
WILLY E non dire “Ma, dunque...” “Ma, dunque” lo dicono i bambini della prima. Un uomo che va a domandare quindicimila dollari non dice: Ma, dunque! 
BIFF Potrei chiedere, non so, dieci al massimo 
WILLY Non essere cosí modesto. Tu parti sempre terra terra. Sii allegro, entrando, ridi! Non fare il cadavere. Prima di cominciare di' un paio di storielle, come le sai dire tu, tanto per riscaldare l'ambiente. Non importa quello che dici: è il modo come lo dici - è l'anima che tu ci metti che ti darà o no la vittoria. 
LINDA Oliver ha avuto sempre molta considerazione per lui... 
WILLY Mi fai parlare? 
BIFF Mi fai il piacere di non sgridarla, papà? 
WILLY (in collera) Stavo parlando io o no? 
BIFF Non mi va che tu la sgridi, te l'ho detto: basta 
WILLY Che fai? Prendi il bastone del comando? 
LINDA Willy... 
WILLY (rivoltandosi contro di lei) E finiscila di difenderlo sempre! 
BIFF (infuriato) Non sgridarla! Basta! 
WILLY (improvvisamente abbattuto, invaso da un sentimento di colpa) Salutami Bill Oliver - chissà che non si ricordi di me. (Esce dalla porta che conduce in camera da pranzo). 
LINDA (con voce soffocata) Che bisogno avevi di fare tutta questa scena? (Biff le volta le spalle e si allontana). Lo vedi come diventa simpatico appena gli dài un briciolo di speranza? (Si avvicina a Biff) Vai su, va' a dargli la buona notte. Non lasciarlo andare a letto cosí. 
HAPPY Su, dài, Biff, andiamo a rimboccargli le coperte
LINDA Sii buono, caro, su. Gli dài la buona notte e via. Con niente lo fai contento. Su. (Attraversa la portiera verso la sala da pranzo, da dove la si sente gridare verso l'alto) Il tuo pigiama è appeso in bagno, Willy!
HAPPY (guardando dalla parte da dove è uscita Linda) Neanche a pagarla a peso d'oro, la trovi piú una donna come quella! Che donna, eh, Biff? 
BIFF Gli hanno tolto lo stipendio. Dio mio, lavora a giornata! 
HAPPY Be', d'altra parte? Che ci vuoi fare? Non è un cannone. Benché, non puoi negarlo, sia un uomo di una simpatia unica. 
BIFF Prestami dieci dollari va, ho bisogno di un paio di cravatte. 
HAPPY Lo conosco io un posto. Roba fine. Mettiti una delle mie camicie a righe, domani. 
BIFF Mamma è diventata tutta grigia. È proprio vecchia. Porca miseria, domani mattina vado da Oliver e gli faccio sputare... 
HAPPY Vieni a dirlo a papà. Vieni su. Andiamo a fargli una visita. Vieni. 
BIFF (esaltandosi) Diecimila dollari, cominci a ragionare, che diamine! 
HAPPY (mentre passano in sala da pranzo) Oh, era ora! Cosí si parla. L'hai ritrovato, finalmente, lo spirito, la fiducia di una volta. Era ora! (Dall'interno della sala da pranzo, con la voce man mano piú lontana) Rifaremo vita in comune io e te, e qualche ragazza, se ti piace. Inutile dirti che... 
Le ultime battute si sentono appena. I due stanno salendo le scale che portano alla camera da letto dei genitori. 
LINDA (entrando in camera da letto e rivolgendosi a Willy che è nel bagno. Intanto gli sta mettendo a posto il letto) Non potresti fare qualcosa a quella doccia? Perde. Perde continuamente. 
WILLY (dal bagno) Qui, appena uno si volta va tutto in pezzi! L'ho appena messa: guarda un po', guarda! - Maledetti i tubi! Cosí, tutti in galera dovrebbero mandarli! - Ma guarda, qui... (Finisce in un brontolio). 
LINDA Dicevo: chi sa se Oliver si ricorderà di lui? Che ne  dici, se ne ricorderà? 
WILLY (uscendo dal bagno in pigiama) Se ne ricorderà! Ma che hai nel cervello, pigne? Se fosse rimasto da Oliver a quest'ora sarebbe direttore! Ma gli basta un'occhiata, a Oliver! Ma l'hai vista mai, tu, la nuova generazione? Lo sai che calibro ha la media della gioventú di oggi? (Si infila sotto le coperte) Ha un calibro zero! Lui s'è voluto divertire a fare il vagabondo! 
Biff e Happy entrano in camera da letto. Pausa.
WILLY (si interrompe; guardando Biff) Mi fa piacere, giovanotto. Mi fa proprio piacere. 
HAPPY È venuto a darti la buona notte 
WILLY (a Biff) Sí. Occhio domani, eh? Volevi dirmi qualcosa? 
BIFF Niente. Non ci pensare, papà. Buona notte. (Fa per andarsene). 
WILLY (incapace di trattenersi) E se cade qualcosa dalla scrivania, mentre parli con lui, - un pacchetto, una scatola - non raccoglierla Hanno i camerieri per questo. 
LINDA Preparerò una bella colazione... 
WILLY Vuoi lasciarmi finire? (A Biff) Digli che viaggiavi in commercio nel West. Non che facevi il fattore. 
BIFF Va bene, papà. 
LINDA Tutto andrà... 
WILLY (continuando a parlare senza badarle) E non ti buttar giú. Fatti valere. Quindicimila, non uno di meno.
BIFF (non riesce piú a sopportarlo) Sí, certo. Buona notte, mamma. (Comincia ad andarsene). 
WILLY Perché tu hai avuto tutto da Dio, tutto, Biff. Puoi fare cose grosse... (Si stende sul letto, sfinito). 
Biff esce. 
LINDA (dietro Biff) Dormi bene, tesoro! 
HAPPY Sai che mi sono fidanzato, mamma? Volevo che tu lo sapessi. 
LINDA Va' a dormire, caro. 
HAPPY (andandosene) Volevo che tu lo sapessi. 
WILLY E su con la vita. (Happy esce). Mamma mia... te lo ricordi allo stadio? II campionato di New York? 
LINDA Cerca di riposare. Vuoi che ti canti qualcosa? 
WILLY Sí, cantami qualche cosa. (Linda canticchia una ninnanarana). Quando entrò in campo la sua squadra - lui era il piú alto, ti ricordi? 
LINDA Oh, sí. Sembrava d'oro. 
Biff entra nella cucina buia, prende una sigaretta, e poi si allontana dalla casa. Scende verso la ribalta in un pulviscolo di luce d'oro. Fuma, con gli occhi fissi nella notte. 
WILLY Come un giovane Dio. Apollo - una cosa cosí. E il sole, attorno a lui tutto il sole. Come mi salutava, col braccio, ricordi? Dal centro del campo, coi capitani delle altre squadre? I clienti, che riuscii a portare, quel giorno! E le acclamazioni quando uscí - Loman, Loman, Loman! Dio onnipotente, diventerà qualcuno, quel ragazzo, vedrai. Una stella meravigliosa come la sua non tramonta! 
La luce su Willy svanisce pian piano. Di là dal muro della cucina, vicino alle scale, comincia a splendere il gas, una fiammella azzurra in spirali rosse. 
LINDA (timidamente) Willy, caro, perché ce l'ha tanto con te?
WILLY Non ne posso piú. Basta. Non parlare. 
Biff lentamente si volta verso la cucina. Si ferma, cogli occhi fissi verso il fornello del gas.  
LINDA Vai poi da Howard a chiedergli se ti fa lavorare a New York? 
WILLY Appena mi alzo, domani. Sistemerò tutto. (Biff infila la mano dietro il fornello e ne cava un tubo di gomma. Inorridito, solleva il volto a guardare verso la camera di Willy, in penombra, da cui giungono le note del disperato ma monotono cantilenare di Linda. Ha gli occhi fissi, attraverso la finestra, sulla luce della luna) Guarda la luna, come cammina sui tetti! 
Biff arrotola il tubo attorno a una mano e rapidamente sale le scale.  

ATTO SECONDO

Si sente una musica vivace e gaia. Il sipario si alza mentre la musica si allontana. Willy in maniche di camicia, è seduto alla tavola di cucina, col cappello sulle ginocchia e beve il caffè. Linda gli riempie la tazza quando può. 
WILLY Sostanzioso questo caffè. Meglio di una bistecca.
LINDA Vuoi un uovo? 
WILLY Lascia, lascia, sta' ferma. 
LINDA Che bella faccia riposata hai, caro. 
WILLY Ho dormito di piombo. Erano mesi. Mai successo, martedí alzarsi alle dieci. E i giovanotti? Hanno tagliato la corda presto? 
LINDA Alle otto erano fuori. 
WILLY Benissimo! 
LINDA M'ha fatto una tenerezza vederli andar via insieme! Lo sai che non mi ci riabituo ancora all'odore del Gibb's? 
WILLY (sorridendo) Mmmm... 
LINDA Era un altro, Biff, stamattina. Allegro: vedeva tutto rosa. Aveva una furia di andare da Oliver! 
WILLY Cambierà, quel ragazzo, cambierà. C'è poco da fare, certi ci mettono anni a... a... farsi le ossa. Com'era vestito? 
LINDA In blu. E come stava bene! Sembrava un... un... non so! con quel vestito! 
Willy si alza da tavola. Linda l'aiuta a infilare la giacca.
WILLY Eh, c'è poco da fare, c'è poco da fare. Stasera tornando vorrei comprare un po' di semi.  
LINDA (ridendo) Comprali, caro! Ma poi non ti crescono.Non c'è mai sole là dietro. Non ci può crescere piú niente. 
WILLY Lascia fare, bambina, prima di andarcene compriamo un posticino in campagna, io e te, piantiamo un bell'orto, un paio di galline.. 
LINDA Eh, vedrai, caro. 
Willy si sfila la giacca e Linda lo insegue. 
WILLY E loro saranno sposati e la domenica verranno a trovarci. Gliela fabbrico io, una piccola “dependance”! Tanto l'occorrente ce l'ho: mi manca solo il legname e un po' di serenità. 
LINDA (allegramente) Ti ho ricucito la fodera 
WILLY Perché no? Ne potrei fabbricare anche due, di “dependances”, cosí verrebbero insieme. Ha deciso poi quanto chiedeva a Oliver? 
LINDA (costringendolo a infilare la giacca) Non me l'ha detto ma credo diecimila dollari o quindicimila. Vai a parlare a Howard? 
WILLY Sí. E non m'incanta mica, stavolta. Viaggi, basta!
LINDA E, Willy, non ti dimenticare di chiedere un piccolo anticipo. C'è la rata dell'assicurazione che scade. È un momento brutto. 
WILLY Quant'è, cento... 
LINDA Centootto e sessantotto. Sai, siamo di nuovo un po' a corto. 
WILLY Come, a corto? 
LINDA Be', hai dovuto riparare il motore... 
WILLY Che disperazione quella Studebaker! 
LINDA Poi l'ultima rata del frigorifero! 
WILLY Ma se è di nuovo rotto! 
LINDA Cosa vuoi, caro, è vecchio. 
WILLY Te l'avevo detto di comprarlo da una ditta con un nome grosso! Ne ha preso uno Charley General Electric che funziona da vent'anni senza un guasto, quel figlio di puttana. 
LINDA Ma Willy... 
WILLY Hastings! Chi ha mai sentito parlare dei frigoriferi Hastings! Riuscissi una volta in casa mia a vedere una cosa sana, appena ho finito di pagarla! Macché! È il mercato dei ferri vecchi! L'automobile: pago l'ultima rata, è già un rottame! Il frigorifero si mangia le cinghie come un cane arrabbiato! Te lo dico io, li fabbricano col calendario alla mano! Cosí, il giorno che hai finito di pagare, devi buttarli via! 
LINDA (abbottonandogli la giacca mentre lui la sbottona) Be', fatti i conti, basteranno duecento dollari, tutto compreso: anche l'ultima rata del mutuo, Willy. Dopo questo, stop; la casa è nostra. 
WILLY Sono venticinque anni! 
LINDA Quando ci siamo entrati Biff aveva nove anni 
WILLY Però! Spettacoloso! Lo sai che ammortizzare un mutuo di venticinque anni non è mica... 
LINDA È un'impresa! 
WILLY E tutta la calce, il legname, i miglioramenti che ci ho messo in questa casa! Trova una crepa se sei capace. 
LINDA Be', è servita al suo scopo. 
WILLY Mi dici che scopo? Il primo che passa, ci si mette dentro e buona sera. Almeno se la pigliasse Biff e mettesse famiglia... (Fa per andare) Ciao, è tardi. 
LINDA (si ricorda improvvisamente) Oh, che testa! Guarda che ti hanno invitato a cena! 
WILLY Me? 
LINDA Da Frank, alla Quarantottesima, all'angolo con la Sesta. 
WILLY Ma va'! E tu? 
LINDA Io non c'entro. Voi tre. Farete baldoria insieme. 
WILLY Ma davvero? A chi gli è venuto in mente? 
LINDA È venuto da me Biff stamattina, Willy, a dirmi: “Di' a papà che stasera facciamo baldoria insieme” Puntuale, eh? Alle sei. Siete a cena, tu e i tuoi due giovanotti. 
WILLY Questo si chiama parlare. Howard oggi è mio! Avrò l'anticipo e il posto a New York! Oh! Ragioniamo, per dio! 
LINDA Cosí! Cosí, Willy! 
WILLY No, no, non voglio piú toccare un volante per il resto dei miei giorni! 
LINDA Sento che le cose cambiano, Willy! Me lo sento! 
WILLY Si capisce! Ciao, è tardi. (Fa per andarsene un'altra  volta). 
LINDA (gli grida correndo verso la tavola di cucina in cerca di un fazzoletto) Hai gli occhiali? 
WILLY (si tasta addosso per trovarli, poi rientra) Li ho, li ho, gli occhiali. 
LINDA (dandogli un fazzoletto) E il fazzoletto? 
WILLY Sí, sí, il fazzoletto. 
LINDA E la saccarina? 
WILLY Sí, la saccarina. 
LINDA Attento alle scale, quando prendi la metropolitana! (Lo bacia; le pende dalla mano una calza di seta). 
WILLY (la vede) La pianti di rammendarti le calze? Almeno quando sto in casa. Un po' di considerazione. Mi urta i nervi. Ti prego. 
LINDA (nasconde la calza in mano seguendo Willy lungo il proscenio davanti alla casa) Ricordati: da Frank, alla Quarantottesima strada 
WILLY (attraverso il proscenio) Chi sa se qui attacca il lattughino. 
LINDA (ridendo) Ci hai provato tante volte. 
WILLY Già. Non ti strapazzare troppo, tu, eh? (Scompare dietro l'angolo destro della casa). 
LINDA Sta' attento! (Mentre Willy si allontana lo saluta con la mano. Improvvisamente squilla il telefono. Corre attraversando il palcoscenico e stacca il ricevitore) Pronto? Ah, Biff! Meno male che hai telefonato, perché... Sí, ho finito di dirglielo adesso. Sì, alle sei, la cena, puntuale, no, no, non me lo sono dimenticata. Morivo dalla voglia di dirtelo, Biff... ti ricordi quel tubo di gomma che ti accennai? Che aveva allacciato allo scaldabagno? Stamattina m'ero decisa a farlo sparire, sono scesa in cantina - non l'ho trovato! Lo sai? L'ha tolto via lui! Non c'è piú. (Sta a sentire) Quando? L'hai preso tu? No, no - niente - speravo che fosse stato lui. Anzi, caro, stamattina sono cosí sollevata. È uscito di buon umore, allegro, come una volta! Non ho piú paura. Ti ha ricevuto il signor Oliver? Ah, allora aspetta. Cerca di fargli una buona impressione, tesoro. Non sudare troppo prima di entrare da lui. E divertitevi con papà! Chi sa che non l'abbia anche lui una buona notizia!... Sí, sí, un posto fisso a New York. E stasera, caro, sii affettuoso con lui. Lui non è che una barchetta che cerca il suo porto. (Trema tutta di dolore e di gioia) Ah, che bravo, Biff, proprio bravo! Tu gli salvi la vita. Tu me lo salvi! Grazie tesoro. Quando entra nel ristorante, vagli incontro e abbraccialo. Fagli un bel sorriso. Ciao, ciao... Ce l'hai il pettine?... Bravo. Ciao Biff. Ciao caro. 
A metà del suo discorso, Howard Wagner, un giovane di trentasei anni, spinge in scena un piccolo carrello sul quale è posto un magnetofono e lo attacca alla spina. Questo avviene sul davanti a sinistra. La luce si spegne su Linda e illumina Howard. Howard è intento ad arrotolare il filo e dà un'occhiata di sbieco a.. 
WILLY (che entra) Pss! Pss! Howard. 
HOWARD Ah, Willy. Vieni, vieni. 
WILLY Facciamo due chiacchiere, Howard? 
HOWARD Scusa. Finisco qui e sono da te. 
WILLY Che è quest'affare? 
HOWARD Non l'hai mai visto? Si chiama magnetofono. 
WILLY Ah. Ti posso dire una parola? 
HOWARD Incide, come i dischi. Me l'hanno portato ieri. È la macchina piú fantastica che abbia mai visto. Io ci impazzisco. Ho passato la notte in bianco.
WILLY A che ti serve? 
HOWARD Dovrebbe servirmi per dettare, ma ci puoi fare qualsiasi cosa. Senti. L'ho portato a casa ieri sera. Senti che cosa mi ha combinato. Mia figlia, eh? Sta' attento. (Gira la manopola. Si sente fischiare “Roll out the Barrell”). Senti il fischio di quella bambina? 
WILLY Ah, ma com'è naturale! 
HOWARD Sette anni! Senti che nota!
WILLY Mmm. Avrei un piacere da chiederti, se... 
Il fischio si interrompe e si sente la voce della figlia di Howard. 
FIGLIA “Prova tu, adesso, papà” 
HOWARD Mi vuole un bene! (Si sente fischiettare la stessa canzoncina). Questo qui sono io. Eh! (Sbatte gli occhi) 
WILLY Complimenti. Proprio bravo. 
Il fischio si interrompe di nuovo, la macchina tace un momento. 
HOWARD Zitto! Attento. Senti mio figlio! 
FIGLIO “La capitale dell'Alabama è Montgomery, la capitale dell 'Arizona è Phoenix, la capitale dell'Arkansas è Little Rock, la capitale della California è Sacramento...”
 (E via di seguito). 
HOWARD (mostrando le dita della mano) Cinque anni, Willy 
WILLY Potrebbe fare l'annunciatore alla radio. 
FIGLIO (continua) “La capitale...” 
HOWARD Sentito? Ordine alfabetico! (La macchina si interrompe improvvisamente). Aspetta un momento. Questa è la donna che ha inciampato e ha staccato la spina. 
WILLY Ah, ma è veramente una cosa... 
HOWARD Sss! Per carità! 
FIGLIO “... meno due, rneno uno, dòn. Abbiamo trasmesso il segnale orario delle ore nove. E cosí me ne vado a letto” 
WILLY Ah, ma che... 
HOWARD Aspetta! Non è finito! Mia moglie! 
Aspettano. 
VOCE DI HOWARD “Avanti, di qualche cosa”. (Pausa). “Vuoi parlare o no?”. 
MOGLIE “Non so cosa dire”. 
VOCE DI HOWARD “Su, parla - sta girando, sai!”. 
MOGLIE (timida e abbattuta) “Ciao”. (Silenzio) “Oh, insomma, io non riesco a parlare con quell'affare lí, io...”. 
HOWARD (chiudendo l'apparecchio) Questa era mia moglie. 
WILLY Che macchina straordinaria. Senti, potremmo... 
HOWARD Straordinaria? Ma questa, Willy, è roba che io prendo la mia macchina fotografica, quella cinematografica, la sega elettrica, il ping pong, la canasta e butto tutto dalla finestra. Dove lo trovi un passatempo cosí riposante e insieme elettrizzante? 
WILLY Ne comprerò uno anch'io. 
HOWARD Ti conviene! Per centocinquanta dollari! Come fai a farne a meno? Domani vuoi sentire Jack Benny e sai che la sera non sei in casa. Niente paura. Dici alla donna che accenda la radio all'ora di Jack Benny, questo è collegato con la radio in modo che attacchi automaticamente... 
WILLY E quando torni a casa... 
HOWARD A qualunque ora torni, alle due, alle tre, a mezzanotte, ti metti in poltrona, ti versi il tuo bel Coca-Cola, fai tac e ti senti Benny quanto ti pare 
WILLY Ah, me lo compero, non vedo l'ora! Specialmente io che sto in macchina dalla mattina alla sera! Certe volte penso: chi sa quante belle cose trasmetteranno alla radio! 
HOWARD Non ce l'hai la radio in macchina? 
WILLY Sí, va bene, ma chi ha la testa di accenderla! 
HOWARD Ohè! Ma tu oggi non dovevi essere a Boston? 
WILLY Ero venuto a parlarti di questo, Howard. Me lo dài un minuto? (Tira dentro una seggiola dalle quinte). 
HOWARD Che è successo? Che fai qui? 
WILLY Ecco... 
HOWARD Hai sfasciato la macchina un'altra volta? 
WILLY No, no! Che! 
H0WARD Non si sta mai tranquilli con te! Allora? Si può sapere? 
WILLY Senti, ti dico la verità, Howard. Ho preso la decisione di... preferirei non andare piú in giro. 
HOWARD Non vuoi andare piú in giro? E dove vuoi andare?
WILLY Ti ricordi a Natale, quando hai dato quella festa? Hai detto che avresti fatto in modo di sistemarmi qui a New York. 
HOWARD Qui da noi? 
WILLY E dove? 
HOWARD Ah già. Mi ricordo. Ma non è capitata nessuna occasione per te Willy, no. 
WILLY Sai Howard. Ormai i ragazzi sono grandi. Io non ho molte pretese. Quando ho fatto grosso modo i miei cinquanta... cinquantacinque dollari, sono a cavallo. 
HOWARD Sí, ma vedi, Willy, io... 
WILLY Tanto piú che, detto in un orecchio, Howard, con te si può parlare... sono un po' stanco. 
HOWARD Va bene, tutto quello che vuoi, Willy, ma tu fai il circuito e la nostra organizzazione è un'organizzazione di circuito. Quanti rappresentanti credi che abbiamo qui in sede? Mezza dozzina, neanche. 
WILLY Howard, io non ho mai chiesto un favore a nessuno. Ma quando tuo padre ti portava qui in fasce, io lavoravo già per la ditta. 
HOWARD Tutto quello che vuoi, Willy, ma... 
WILLY Venne da me, tuo padre, il giorno che nascesti e mi chiese se doveva chiamarti Howard. 
HOWARD Io ti sono molto riconoscente, Willy, ma non so dove metterti. Se avessi un posto ti ci piazzerei, ma uno - sai cosa vuol dire uno - non l'ho! (Cerca l'accendisigari). 
Willy lo prende dal tavolo e glielo porge. Pausa. 
WILLY (con rabbia crescente) Howard, per mantenere me e mia moglie mi bastano cinquanta dollari alla settimana. 
HOWARD Ma, figlio mio, dove ti metto? 
WILLY Senti, credo che le mie prove di capacità professionale le ho date 
HOWARD Sí, ma questa è una ditta commerciale, dove ognuno deve fare la sua parte. 
WILLY (disperatamente) Permetti che ti racconti una storia, Howard... 
HOWARD Quando si scherza, si scherza, ma gli affari sono affari. 
WILLY (infuriato) Gli affari sono affari, sissignore, l'abbiamo capito, ma mi vuoi stare a sentire? Tu non pensi a una cosa. Quando ho cominciato questo mestiere avevo diciotto-diciannove anni, ero un ragazzo. E non sapevo neanche che avvenire potevo avere. Perché a quei tempi avevo una mezza idea di andarmene in Alaska. Allora saltavano fuori tre o quattro filoni d'oro al mese in Alaska. E io avevo una mezza idea di far le valige. Cosí, tanto per provare. 
HOWARD (senza molto interesse) Eh, già. 
WILLY Mio padre ha passato metà della sua vita in Alaska. Aveva l'avventura nel sangue. E siccome per noi è di famiglia avere un certo spirito di iniziativa, io e miofratello pensammo di andare a trovare nostro padre inAlaska. Tutto pronto per la partenza, quando incontro un tale, rappresentante della Parker. Un certo Dave Singleman. Questo tale aveva ottantaquattro anni ed era stato rappresentante in trentadue stati. Questo vecchio Matusalemme si piazzava in camera sua, vicino al telefono, s'infilava le pantofole di velluto verde - quelle non me le scorderò fin che campo - e chiamava i clienti. E così, senza spostarsi di un millimetro, alla bella età di ottantaquattro anni si guadagnava la vita. Quando io lo vidi, mi resi conto che quello era il mestiere ideale. Che c'è di meglio che andarsene a spasso a ottantaquattro anni, per venti o trenta città, riverito, ossequiato, benvoluto e aiutato da una massa di gente, e senza fare altro che telefonare? Ma lo sai tu che quando mori - e fece proprio la morte del commesso viaggiatore - se ne andò all'altro mondo nelle sue pantofole di velluto verde, nel vagone ristorante sul rapido di Boston. Quando morí, ai funerali vennero a migliaia i clienti e i colleghi. Viaggiare era diventato una cosa triste su molti treni dopo la sua morte: (È in piedi.  Howard non l'ha degnato d'uno sguardo). Una volta la gente era considerata, Howard. C 'era il rispetto, c'era la solidarietà, c 'era la gratitudine. Al giorno d'oggi, tutto arido, senz'anima. L'amicizia non ha piú nessun valore - la considerazione... Capisci quello che voglio dire? Non ci si ricorda. 
HOWARD (allontanandosi verso destra) Eh, già. Questo è il guaio. 
WILLY Quaranta dollari alla settimana - mi contento. Quaranta dollari, Howard. 
HOWARD Figlio mio, non li fabbrico mica i soldi, io... 
WILLY (preso dalla disperazione) Howard, l'anno che fu eletto Al Smith, tuo padre venne da me e... 
HOWARD (per andarsene) Senti, ho della gente di là. 
WILLY (fermandolo) Sto parlando di tuo padre! Da questa scrivania mi furono fatte promesse formali! Non si dice cosí, a uno: ho della gente di là! A uno che ha dedicato trentaquattro anni della sua vita a questa ditta, Howard, e adesso non sa dove trovare i soldi per pagare l'assicurazione! Non si può spremere un uomo cosí, come un limone, e poi buttarlo via nella spazzatura! (Dopo una pausa) Adesso stammi a sentire. Tuo padre - io nel 1928 feci incassi favolosi: una media di centosettanta dollari alla settimana di commissioni. 
HOWARD (con impazienza) Andiamo, Willy, quando mai hai fatto... 
WILLY (dando un pugno sul tavolo) Nell'anno 1928 ho registrato la media di centosettanta dollari alla settimana! Tuo padre venne da me - cioè, io mi trovavo in questo medesimo ufficio - qui davanti a questa scrivania - lui mi mise una mano sulla spalla... 
HOWARD (alzandosi) Fammi la cortesia, Willy, di là c'è gente. Un po' di dignità, andiamo! (Uscendo) Ci vediamo dopo. 
All'uscita di Howard la luce sulla sua sedia diventa viva e strana 
WILLY Un po' di dignità? Che diavolo ho fatto? O Dio, gli ho urlato in faccia! Che ho fatto! (S'interrompe, fissando con gli occhi sbarrati la luce che illumina la poltrona animandola. Si avvicina a quella poltrona, restando dall'altra parte della scrivania) Frank, Frank, non ti ricordi quello che mi dicesti quel giorno? Mi mettesti la mano sulla spalla, eh, Frank... (Si avvicina alla scrivania e mentre nomina il nome del morto mette in moto per sbaglio il magnetofono e di colpo...). 
VOCE DEL FIGLIO “... di New York è Albany, la capitale dell'Ohio è Cincinnati, la capitale di Rhode Island è...” (L'elenco continua). 
WILLY (fa un salto all'indietro, spaventato e urla) Oh, Howard! Howard! Howard! 
HOWARD (entrando di corsa) Che succede? 
WILLY (indicando la macchina che continua con voce nasale, infantile, a enumerare le capitali) Ferma quel coso! Ferma quel coso! 
HOWARD (staccando la spina) Senti, Willy... 
WILLY (premendosi le mani sugli occhi) Un caffè. Scendo a prendere un caffè... (Fa per uscire). 
HOWARD (lo ferma. Arrotolando il filo) Willy, senti... 
WILLY Andrò a Boston. 
HOWARD Willy, non puoi andare a Boston. 
WILLY Perché? 
HOWARD Perché non ci rappresenti piú a Boston. È un pezzo che te lo volevo dire. 
WILLY Allora vuol dire che mi licenzi? 
HOWARD Un po' di riposo ti farà bene, Willy. 
WILLY Howard... 
HOWARD E quando ti sarai rimesso, fatti vedere e ne riparleremo. 
WILLY Ma io devo guadagnare, Howard. Non posso mica permettermi di... 
ESOWARD Non avevi dei figli? Perché non ti fai aiutare da loro? 
WILLY Come faccio? Stanno impiantando una grossa organizzazione. 
HOWARD Non mi sembra il caso di avere pudori inutili, Willy. Vai da loro e gli dici che non ce la fai piú. Hai due pezzi di giovanotti, grandi e grossi! 
WILLY Sí, d'accordo, va bene, d'accordo, ma intanto.. 
HOWARD Siamo intesi, allora, eh? 
WILLY Sissignore, domani vado a Boston. No, no. Non posso mica farmi mantenere dai miei figli! Non sono un invalido! 
HOWARD Senti, figlio mio, adesso ho da fare. 
WILLY (afferrando Howard per un braccio) Howard, devi - devi lasciarmi andare a Boston! 
HOWARD (rigido, cercando di non perdere la pazienza) Ho l'anticamera piena di gente stamattina. Siediti cinque minuti. Un po' di dignità, andiamo! Poi vai a casa, va bene? Ho bisogno dell'ufficio, Willy. (Fa per andarsene,si volta, ricordandosi del magnetofono, e comincia a spingere fuori il tavolino con la macchina) Oh, e in settimana, poi, quando ti fa comodo, vedi di riportarmi i campionari. Rimettiti, Willy; poi torni da me e ne riparleremo. Su con la vita, su: di là è pieno di gente. (Esce, spingendo il carrello fuori a sinistra). 
Willy fissa lo sguardo nel vuoto, sfinito. 
Si sente la musica: quella di Ben, prima lontana poi sempre piú vicina. Mentre Willy parla, Ben entra da destra. Porta valigia e ombrello. 
WILLY Oh, Ben, già di ritorno? Come hai fatto? Già concluso il tuo affare in Alaska? 
BEN Quando uno sa quello che vuole, fa presto. Un viaggetto e via. E fra un'ora mi parte il piroscafo. Ciao. 
WILLY Ben, ho bisogno di parlarti. 
BEN (guardando l'orologio) Non ho tempo, William 
WILLY (attraversando il proscenio verso Ben) Ben, non so che fare. Sono rovinato. 
BEN Be', vediamo, William. Ho comprato dei boschi in Alaska: ho bisogno di uno che li sorvegli. 
WILLY Boschi! Io e i miei ragazzi, là, nel Nord, in mezzo ai boschi! 
BEN Vattene da queste città piene di cambiali, di tribunali e di chiacchiere. Buttati nella mischia e ti farai una fortuna. 
WILLY Sí! Sí! (Chiama) Linda, Linda! 
LINDA (entra come una volta, con la biancheria) Oh. È tornato? 
WILLY Linda, m'ha offerto un lavoro in Alaska. 
LINDA Ma tu hai qui... (A Ben) Ma lui ha già un lavoro qui! 
WILLY Ma in Alaska, amorosa, io potrei... 
LINDA Vai benino, qui, no? 
BEN (a Linda) Benino per vivere o benino per fare la fame? 
LINDA (spaventata di Ben e infuriata contro di lui) Senta; la smetta con questi discorsi. Benino per vivere felici, qui, e adesso... (A Willy, mentre Ben ride) Perché, è obbligatorio conquistare il mondo? Qui sei benvoluto, i ragazzi ti adorano, un giorno o l'altro... (A Ben) Sa che cosa gli ha detto il vecchio Wagner, l'altro ieri? Che se continua cosí l'associa alla ditta! Lo domandi aWilly! 
WILLY Certo, certo. Con questa ditta, Ben, io mi sto creando un avvenire, e quando un uomo si sta creando un avveníre evidentemente è sulla strada giusta. 
BEN (a Willy) Dov'è quest'avvenire che ti stai creando?
WILLY (esitendo) Ha ragione, Linda. Non c'è! 
LINDA Chi te l'ha detto? (A Ben) C'è un vecchio di ottantaquattro anni... 
WILLY Ah, sí, lo dovresti conoscere, Ben! Ogni volta che lo vedo penso: ma perché mangiarsi il fegato? Te lo garantisco io, Ben. Quello va in una città, s'attacca al telefono e ha già guadagnato la giornata e sai perché?
BEN (prendendo la valigia) Devo scappare. 
WILLY (trattenendolo) Guardala, la mia gioventú. (Biff entra col maglione della scuola, portando una borsa o valigetta. Happy porta le ginocchiere, le scarpe da football e i calzoncini di Biff). È un Rotschild, quello? No. Eppure tre grandi Università se lo litigano! Perché, hai voglia a dire, Ben, quello che conta è l'ambiente in cui vivi, il modo come sorridi alla gente! Le relazioni, Ben, le relazioni! Altro che! Le ricchezze dell'Alaska passano sotto il portone del Waldorf Astoria! E lo spettacoloso, lo spettacoloso di questo paese è che per diventare il re dei diamanti basta piacere alla gente! (Voltandosi a Biff). Perciò oggi, quando scenderai in campo, sarà la tua grande prova! Perché migliaia di spettatori si mangeranno le mani per te, delireranno. (A Ben che sta di nuovo per andarsene). Eh? Ben, quando farà il suo ingresso in un ufficio il suo nome sarà uno squillo di tromba! Quale porta gli resterà chiusa? Questa è la realtà, come l'ho vista io, coi miei occhi. Non è una realtà che si taglia come i tuoi boschi, ma c'è! 
BEN Ciao, William. 
WILLY Faccio bene, Ben? Eh, faccio bene? Dammi il tuo consiglio. Ci tengo. 
BEN Hai l'Eldorado a portata di mano, William. È la tua fortuna e non ci vai! È la tua fortuna! 
WILLY Ce la possiamo fare anche qui, eh, Ben? Mi senti? Ce la possiamo fare anche qui la fortuna! 
Entra Bernard. Si sente il motivo gaio dei ragazzi 
BERNARD Ohi, me, mamma, avevo paura che foste già andati!
WILLY Perché? Che ora è? 
BERNARD È l'una e mezzo 
WILLY Ohè, via, partenza! Capolinea allo Stadio Nazionale! Dove sono le bandierine? 
LINDA (a Biff) Hai preso il cambio della biancheria? 
BIFF (ha fatto esercizi) Io me ne vado! 
BERNARD Biff, allora le scarpe le porto io? 
HAPPY No, le porto io le scarpe. 
BERNARD E come faccio a entrare nella palestra? 
BIFF Dagli le ginocchiere. 
BERNARD Eh, Biff! Che ne dici? Perché ho detto a tutti che entravo dalla palestra! 
HAPPY Che palestra! Allo Stadio c'è l'ingresso dei giocatori 
BERNARD Volevo dire l'ingresso dei giocatori, Biff! 
HAPPY Biff! 
BIFF Dagli le ginocchiere. 
HAPPY Non restare indietro, adesso. 
WILLY (entra con le bandierine) E quando Biff scende in campo agitarle! (Happy e Bernard escono. Willy a Biff). Pronto per lo scatto? 
La musica svanisce. 
BIFF Prontissimo. 
WILLY Sai che cosa giochi oggi? 
BIFF Lo so, papà! 
WILLY (tastando i muscoli) Quando torni a casa stasera sei il capitano della squadra campione delle scuole di New York. 
BIFF Lo so, papà. E ricordati, papà, quando alzo il braccio, quello è il tuo goal! 
WILLY Marsch! (Sta per uscire quando entra Charley) Per te non c'è posto, Charley. 
CHARLEY Sei di gita? Ero venuto a fare un pokerino 
WILLY Pokerino! Ma lo sai che giorno è? 
LINDA Ma lo sa, Willy, lo fa apposta. 
WILLY Apposta un corno! 
CHARLEY No, Linda. Che è oggi? 
LINDA Biff ha una finale allo Stadio. 
CHARLEY Finale di nuoto? Guarda come piove! 
WILLY Lascialo stare, va'. Andiamo, andiamo. 
CHARLEY Aspetta un momento. Ma non sai la cosa tremenda. 
WILLY Cosa? 
CHARLEY Non hai sentito la radio? C'è stato il terremoto allo Stadio. 
WILLY Ma va' a pigliartela nel... Andiamo, andiamo, è tardi! 
CHARLEY Biff, falli a rana i cento metri! 
WILLY Fa' meno lo spiritoso! È il giorno piú importante della sua vita 
CHARLEY Biff, quando ti decidi a crescere? 
WILLY Ridi, ridi, vedremo come riderai stasera, dopo che avrà vinto la partita! Diventerà piú grande di Zamora! Venticinque milioni all'anno! 
CHARLEY Ma va! 
WILLY To', ma va'! 
CHARLEY Oh, mi scusi tanto allora professore. Mi dice una cosa? 
WILLY Che? 
CHARLEY Chi è Zamora? 
WILLY Avvicinati! Vieni qui! Vieni qui se hai coraggio! (Charley ridendo, scuote la testa e se ne va, girando l'angolo sinistro del palcoscenico. Willy lo insegue. La musica diventa freneticamente sarcastica). Chi ti credi di essere, beccamorto! Vieni qua presuntuoso... ignorante... imbecille! (La luce illumina, sull'angolo sinistro della scena, un tavolino nel salottino per ricevere delI'ufficio di Charley. Si sentono rumori di tragico. Bernard, ormai adulto, siede fischiettando. Accanto, posate sul pavimento, un paio di racchette da tennis e una valigetta. Dietro le quinte) Dove vai? Dove vai? Non te n'andare! Quello che hai da dire dillo! E dimmelo in faccia! Lo so che mi ridi dietro! Ma riderai meglio stasera! To', che risata! Goal! Goal! Ottantamila spettatori! Spettacoloso! Cannonata, tuffo, goal! 
Bernard, è un giovanotto tranquillo, serio, ma sicuro di sé. La voce di Willy ora giunge da destra in fondo. Bernard mette giú i piedi dal tavolo e tende l'orecchio Jenny, la segretaria di suo padre entra sconvolta. 
JENNY Signor Bernard, vuole affacciarsi un momento in anticamera? 
BERNARD Che è? Chi è che urla? 
JENNY Il signor Loman. È uscito adesso dall'ascensore! 
BERNARD E con chi l'ha? 
JENNY Con nessuno. È solo. Io non ce la faccio piú a parlare con lui; e suo padre quando lo vede sta male. Mi faccia il piacere, lo riceva lei. 
WILLY (entrando) Goal... goal... (Vede Jenny) Oh, ecco qui la nostra Jenny! Jenny come va la vita? E gli affari? Prezzi alti - prezzi bassi? 
JENNY Cosí, cosí. E lei si sente bene? 
WILLY Mi sento bene a letto. Ah, ah! (È sorpreso alla vista delle racchette). 
BERNARD Ciao, zio William. 
WILLY (fa quasi un salto) Bernard! To'! Chi se l'aspettava! (Gli si avvicina rapidamente, con imbarazzo, e gli stringe la mano calorosamente). 
BERNARD Come stai? Piacere di vederti. 
WILLY Come mai da queste parti? 
BERNARD Sono venuto a salutare papà. Mi stiracchio un po' in attesa del treno. Vado a Washington 
WILLY C'è? 
BERNARD C'è... è di là in riunione. Siediti.
WILLY (sedendosi) Che vai a fare a Washington? 
BERNARD Ah, una causa. 
WILLY Però. (Indicando le racchette) E ti porti dietro le racchette? 
BERNARD Sono ospite di un amico che ha un campo da tennis. 
WILLY Oh, oh! Il campo da tennis personale? Distinto! 
BERNARD Sí, gente di un certo tono. M'ha detto papà che Biff è qui. 
WILLY (con un gran sorriso) Già, è qui! E sta impiantando un'impresa grossa, Bernard.
BERNARD Cioè? 
WILLY Be', lui ha fatto una grossa fortuna nel West. Ma adesso ha deciso di trasferirsi qui. Una grossa fortuna. Stasera sono invitato a cena. Dove ho sentito che tua moglie ha avuto un bambino? 
BERNARD Il secondo. 
WILLY Due bambini! Spettacoloso! 
BERNARD Cos'è questa impresa di Biff? 
WILLY Dunque, Bill Oliver - sai - quello del ramo sport - l'ha fatto tornare a tutti i costi dal West. Cablogrammi, telegrammi, interurbane - gli dà carta bianca. Questi tuoi amici hanno un campo da tennis privato? 
BERNARD Lavori sempre nella stessa ditta, zio William?  
WILLY (dopo una pausa) Non sai quanto mi faccia piacere che tu abbia fatto carriera - non sai quanto. Dà una tale fiducia vedere un giovanotto cosí... veramente... Eh, anche Biff è un... è proprio... (Si interrompe, poi) Bernard. (È cosí emozionato che si interrompe ancora). 
BERNARD Che c è, zio William? 
WILLY Qual è il segreto? 
BERNARD Quale segreto? 
WILLY Come... come hai fatto tu? Perché lui non ci è riuscito? 
BERNARD Mah, non so, zio William. 
WILLY Eravate amici, siete cresciuti insíeme. È una cosa che mi sfugge. Dopo quella partita allo Stadio la sua vita s'è fermata. Compiuti í diciassette anni non ha fatto piú niente. 
BERNARD Per forza. Non ha imparato nessun mestiere! 
WILLY Come no? Finita la scuola ha fatto tanti di quei corsi per corrispondenza! Prima la radiotecnica, poi la televisione; poi non so che diavolo ancora, senza concludere un accidente. 
BERNARD Zio William, vogliamo parlare seriamente? 
WILLY Io ho un'enorme stima di te, Bernard. Dammi il tuo consiglio, ci tengo. 
BERNARD Che consigli, zio William. Non si tratta di consigli. Ti vorrei domandare solo una cosa. Quando doveva prendere la licenza e il professore lo bocciò in matematica.. 
WILLY Quel figlio di puttana l'ha rovinato! 
BERNARD Sí, ma, zio William, bastava che pigliasse delle ripetizioni e si ripresentava a ottobre. 
WILLY Certo, certo. 
BERNARD Gli hai detto tu di non ripresentarsi a ottobre? 
WILLY Io? Ma io lo scongiurai, lo pregai in ginocchio; glielo comandai! 
BERNARD E allora perché si rifiutò? 
WILLY Perché? Perché? Sono quindici anni che mi trascino questo perché, come una palla al piede! Bocciato in matematica, s'è disamorato; finito, morto; distrutto. 
BERNARD Mah! Che ci vuoi fare! 
WILLY Parliamone insieme io e te un momento. Se non parlo con te con chi parlo? Bernard, Bernard, la colpa è stata mia? È un tarlo che ho qui in testa; chissà che gli avrò fatto? E non posso fare niente! 
BERNARD Non ti disperare! 
WILLY Perché si è lasciato andare cosí? Qual è la ragione? Tu eri suo amico. 
BERNARD Zio William, io so solo una cosa. Era giugno. Uscirono gli scrutini. E lui era stato bocciato in matematica. 
WILLY Quel figlio di puttana! 
BERNARD Sí, ma non è stato quello. Lui, allora, si arrabbiò molto e voleva subito prendere ripetizioni. 
WILLY Sul serio? 
BERNARD Sí. Non si lasciò andare. Poi, a un bel momento, sparí dalla circolazione per un mese. Io pensai che fosse venuto a Boston da te. Non so: avrete parlato.. 
WILLY (con voce alterata) Sí, venne a Boston. Ma questo che c'entra? 
BERNARD C'entra - che quando tornò - è una cosa che non mi scorderò mai, mi sconvolge ogni volta che ci ripenso ero affezionato io, a Biff - anche se lui qualche volta si approfittava di me. Sai, zio William, gli volevo bene davvero. Quando tornò un mese dopo, prese le scarpe di ginnastica - sai quelle con la sigla dell'Università di Virginia? Ci teneva tanto a quelle scarpe, le portava tutti i giorni. Le prese, scese in cantina e le bruciò nella caldaia. Ci prendemmo a pugni. Per quasi mezz'ora. Lí sotto, noi due soli, urla, cazzotti, lacrime. In quel momento, non ho mai saputo perché, capii che Biff aveva rinunciato alla sua vita. Che successe a Boston, zio William? (Willy lo guarda di traverso). Tiro fuori queste cose perché me lo hai chiesto. 
WILLY (arrabbiato) Niente. Che vuoi dire, che successe? Vorrei sapere che c'entra? 
BERNARD Be', non ti arrabbiare. 
WILLY Cosa vuoi? Darmi la colpa? È colpa mia se il ragazzo s'è lasciato andare? 
BERNARD Zío William, non ti... 
WILLY Non ti - non ti cosa? Non voglio che mi parli a quel modo! Che volevi dire con “quel che successe”? 
CHARLEY (entra; in maniche di camicia e porta una bottiglia di cognac) Ehi, lo sai che perdi il treno? 
BERNARD Adesso vado. (Prende la bottiglia) Grazie, papà. (Prende racchette e valigia) Arrivederci zio William, e non ti preoccupare! Come si dice? Dài oggi, dài domani... 
WILLY Ah, quello sí... 
BERNARD Soltanto, bisognerebbe cambiar aria, ogni tanto, zio William. 
WILLY Cambiare aria. E se non puoi cambiare aria? 
BERNARD (dopo una piccola pausa) Eh, lo so, allora è un pasticcio. (Tendendogli la mano) Ciao, zio William. 
WILLY (stringendogli la mano) Ciao, Bernard. 
CHARLEY Che ne dici del nostro ragazzo? Va a difendere una causa davanti alla Corte Suprema. 
BERNARD (protesta) Papà! 
WILLY (sorpreso, addolorato e felice) Ma no! La Corte Suprema! 
BERNARD Io scappo. Ciao, papà! 
CHARLEY Fatti valere, eh, Bernard? 
Bernard esce. Charley tira fuori il portafoglio. 
WILLY La Corte Suprema! E non l'aveva neanche detto! 
CHARLEY (contando dei soldi sulla scrivania) Perché doveva dirlo? Lo sa! 
WILLY E tu non ti sei mai curato di lui! Non te ne sei mai occupato! 
CHARLEY È la mia salvezza di non essermi mai curato di niente! Ecco un po' di soldi - cinquanta dollari. Ho una riunione di là. 
WILLY Senti Charley... (Con sforzo) Devo pagare l'assicurazione. Se tu potessi- avrei bisogno di 
centodieci dollari. (Charley non risponde per un momento; sta fermo). Io li ritirerei dalla banca; ma poi 
Linda se ne accorge e... 
CHARLEY Siediti Willy. 
WILLY (avvicinandosi alla seggiola) Non ti preoccupare. Io segno tutto. Ti restituirò tutto fino all'ultimo centesimo. (Siede). 
CHARLEY Stammi a sentire, Willy. 
WILLY Vorrei che tu sapessi che io ti sono molto grato... 
CHARLEY (sedendosi sulla tavola) Willy, che hai intenzione di fare? Che ti sei messo in testa? 
WILLY Cosa in testa? Io... 
CHARLEY Ti ho offerto un impiego. Puoi guadagnare cinquanta dollari alla settimana. E non ti mando a fare la trottola. 
WILLY Ce l'ho l'impiego. 
CHARLEY Senza stipendio? Che razza d'impiego è senza stipendio? (Si alza) Senti, amico: insomma il troppo stroppia. Non sono molto sveglio ma tanto da accorgermi quando m'insultano, sí! 
WILLY Chi t'insulta? 
CHARLEY Perché non vuoi lavorare con me? 
WILLY Ma che vai cercando? Io lavoro! 
CHARLEY Allora che ti presenti a fare, tutte le settimane, in questo ufficio? 
WILLY (alzandosi) Se non vuoi che mi presenti piú in quest'ufficio...
CHARLEY Ti ho offerto un impiego! 
WILLY Non lo voglio il tuo impiego. Cristo di un Dio! 
CHARLEY Quando ti decidi a crescere, porco demonio? 
WILLY Senti, bestia, animale; ripetilo un'altra volta e ti cambio i connotati, bestione! Avvicinati! (Si mette in posizione). 
Pausa. 
CHARLEY (gentile, avvicinandoglisi) Quanto ti serve, Willy? 
WILLY Sono a terra, lo vuoi capire che sono a terra? Non so che fare. Mi hanno licenziato! 
CHARLEY Chi ti ha licenziato? Howard? 
WILLY Quel moccioso. E pensare che io gli ho scelto il nome. Io l'ho chiamato Howard! 
CHARLEY Ma quando lo vorrai capire che queste cose non servono a niente? Quando gli hai dato il nome, che hai fatto? Te lo vendi? Caro mio, quello che esiste al mondo è quello che vendi! Mi meraviglio di te, che vendi da cinquanta anni e non lo sai! 
WILLY Ma io ho sempre ragionato in un altro modo. Io ho pensato sempre che un uomo debba farsi benvolere, far colpo... 
CHARLEY Sí, stai fresco, a farti benvolere da tutti! Quando mai Rockefeller ha fatto colpo! Al bagno turco sembrava uno spazzino! Faceva colpo il suo portafoglio, quello sí che faceva colpo! Be', senti, insomma Willy, tagliamo la testa al toro? Tu non mi puoi vedere: io tutta questa tenerezza per te non ce l'ho. Ma ti offro un impiego - perché - perché cosí mi gira. Va bene? Di' sí o no. 
WILLY Io - Charley - io - non posso lavorare per te 
CHARLEY Perché? Hai invidia? 
WILLY Per te non posso lavorare: non mi domandare perché. 
CHARLEY (infuriato tira fuori altri soldi) Non hai fatto che invidiarmi tutta la vita, disgraziato imbecille! To', pagati l'assicurazione. (Mette i soldi in mano a Willy). 
WILLY Ho tutto a casa segnato. 
CHARLEY Io ho da fare di là. Curati. E pagati l'assicurazione.
WILLY (avviandosi a destra) Vuoi ridere? Dopo tutte le autostrade, i treni, gli appuntamenti e le balle, alla fine ti accorgi che vali piú da morto che da vivo. 
CHARLEY Da morto non vale niente nessuno. (Dopo una piccola pausa) Capito quello che ho detto? (Willy sta fermo, trasognato). William! 
WILLY Chiedi scusa per rne a Bernard quando lo vedi. Mi dispiace di averlo trattato male. È un giovanotto in gamba. Tutti e tre, sono in gamba e si faranno. E giocheranno a tennis tutti quanti insieme. Fammi gli auguri, Charley. Stamattina è andato a trovare Bill Oliver. 
CHARLEY Auguri! 
WILLY (con le lacrime agli occhi) Charley: sei l'unico amico che ho! Non è spettacoloso? Veramente 
spettacoloso! (Esce). 
CHARLEY Dio santo! (Esce). 
Buio completo di colpo e un bagliore rosso si leva dietro lo schermo a destra. Stanley, giovane cameriere, compare portando un tavolo, seguito da Happy che porta due sedie. 

STANLEY Ci penso lo, signor Loman, a penso io. (Si volta, gli toglie di mano le sedie e le accosta al tavolino). 
HAPPY (guardandosi attorno) Oh, qui si comincia a ragionare! 
STANLEY Eh, un'altra cosa! Là davanti è una bolgia! Quando è in compagnia, me lo dica a me che glielo trovo io l'angolino! Sa, mica a tutti piace la solitudine: la gente quando esce vuol sentire rumori, vedere: è già tanto triste a casa sua. Lei no, lei, va bene. Lei è un uomo di mondo. Faccio per dire! 
HAPPY (sedendosi) Stanley, come va la vita? 
STANLEY Da cane. Almeno m'avessero mandato in guerra. Adesso starei buono buono in qualche camposanto. 
HAPPY Stanley, è tornato mio fratello. 
STANLEY Ah, è tornato? Dalla prateria? 
HAPPY Sí. È un grosso allevatore, adesso. Perciò mi raccomando trattamento speciale. Viene anche mio padre. 
STANLEY Ah, anche suo padre. 
HAPPY Hai un bel paio di aragoste? 
STANLEY Superlative, extra strong. 
HAPPY Le voglio con le tenaglie, però, eh? 
STANLEY E il martello lo vuole? (Happy ride). E bagnamo con che? Un po' di vino? Delle Canarie? Con l'aragosta, una squisitezza! 
HAPPY No. Ti ricordi, Stanley, quel cocktail che ti portai dalla Francia? Quello a base di champagne? 
STANLEY Corpo! L'ho incorniciato in cucina! Ma quello costa un dollaro a testa. 
HAPPY Quello. 
STANLEY Ah, ma lei ha vinto alla roulette. 
HAPPY No, ma stasera è un po' speciale. Mio fratello è... oggi ha concretato una certa faccenda. Mettiamo su una società, io e lui. 
STANLEY Corpo! Per lei è una pacchia. Una bella società, in famiglia - faccio per dire - ci si guadagna sempre.
HAPPY Dico anch'io, no? 
STANLEY Già, perché, mettiamo, uno ruba? È in famiglia. Faccio per dire. (Sottovoce) Come quello al banco. Il.padrone comincia a pensare che c'è un buco nella cassa. I quattrini entrano, ma poi non escono. 
HAPPY (solleva la testa) Scc! 
STANLEY Cosa? 
HAPPY Ti sei accorto che non ho girato gli occhi? 
STANLEY Sí. 
HAPPY Anzi: li chiudo. 
STANLEY Be', e con ciò? 
HAPPY Odor di meringhe. 
STANLEY (capisce e si guarda attorno) Ah, no, non c'è... (Lo interrompe l'entrata di una ragazza impellicciata e vistosamente vestita, che siede al tavolo accanto. Entrambi la seguono con lo sguardo). Ma come fa lei? 
HAPPY Eh, ho il radar! (Guarda fisso il suo profilo) Uiii! Stanley! 
STANLEY Come misure ci siamo, eh? signor Loman? 
HAPPY Guarda che bocca. Uiii! Che fanali! 
STANLEY Si tuffa? 
HAPPY Senti che vuole. 
STANLEY (andando verso il tavolo della ragazza) La signora desidera? La carta? 
RAGAZZA Aspetto una persona, grazie. Per ora mi porti un...
HAPPY Alla signorina portale - permette, non vorrei sembrare indiscreto, ma io commercio in champagne e vorrei fargliene assaggiare del mio. Una coppa alla signorina, una coppa, Stanley! 
RAGAZZA Oh, ma perché si disturba? 
HAPPY Che disturbo. Paga la ditta. (Ride). 
RAGAZZA Deve dare soddisfazione commerciare in champagne, no? 
HAPPY La soddisfazione che dà il commercio. Smercia una cosa, smercia un'altra. Non è cosí? 
RAGAZZA Mah, non saprei. 
HAPPY Lei per caso non smercia? 
RAGAZZA Io? Io non smercio affatto. 
HAPPY Accetta un complimento da uno che non conosce? Io la metterei in copertina. 
RAGAZZA (guardandolo con malizia) Ci sono già stata. 
Stanley entra con un bicchiere di champagne. 
HAPPY Che ti avevo detto, Stanley? La signorina è già stata in copertina. 
STANLEY Impaginata bene! 
HAPPY (alla ragazza) E su che copertina? “Life”? “Look”? “Colliers”? 
RAGAZZA Un po' qua e un po' là. (Prende il bicchiere) Grazie
HAPPY Sa come dicono in Francia? Lo champagne fa la pelle vellutata. Oh, ecco Biff! 
Biff è entrato e si siede accanto a Happy. 
BIFF Scusa. Arrivo tardi? Ciao! 
HAPPY Che tardi. Sto qui da un minuto. Conosci la signorina..
RAGAZZA Forsythe. 
HAPPY Mio fratello, la signorina Forsythe 
BIFF È venuto papà? 
HAPPy Si chiama Biff. L'avrà certamente sentito nominare. È il piú grande centro-attacco d'America. 
RAGAZZA Ah, sí? Dove gioca? 
HAPPY Se n'intende di foot-ball? 
RAGAZZA No, non molto. 
HAPPY Biff è il centro-attacco del New York Foot Ball Club
RAGAZZA Ma no! Ma che bravo! (Beve). 
HAPPY Cin cin. 
RAGAZZA Cin cin signor... 
HAPPY Happy. Veramente mi chiamo Harold ma all'Accademia Militare mi chiamavano tutti Happy. Mi chiami Happy. 
RAGAZZA (bene impressionata) Oh, piacere di conoscerla, signor Happy. 
BIFF Ha detto che veniva, papà? 
HAPPY La vuoi? 
BIFF Quella? Non ci sta! 
HAPPY Una simile idea non ti avrebbe neanche sfiorato, una volta; una volta saresti partito in quarta. 
BIFF Vengo da Oliver...  
HAPPY No. No. Alt. Ti voglio rivedere all'attacco. La vuoi? Non aspetta altro! 
BIFF Macché! 
HAPPY (si volta a guardare la ragazza) Mademoiselle. (La ragazza si volta verso di lui). È accompagnata? 
RAGAZZA Sí, veramente... Ma potrei fare una telefonata.
HAPPY La faccia, la faccia la telefonata. E non ha un'amica? La inviti. Noi restiamo qui per un po'. Mio fratello Biff è un campione. È famoso in tutta l'America. 
RAGAZZA (alzandosi) Arrivederla, piacere. 
HAPPY Faccia presto. 
RAGAZZA Cercherò. 
HAPPY Non cerchi, trovi. (La ragazza esce. Stanley le va dietro scuotendo la testa in segno di ammirazione). Visto? Non è una vergogna? Una bella ragazza come questa? È per questo che non mi sposo. Su mille non ne trovi una che sia perbene. A New York tutte cosí! 
BIFF Happy, vedi... 
HAPPY Che ti ho detto? Non aspettava altro. 
BIFF (stranamente eccitato) Vuoi star zitto un momento? Ti devo parlare.  
HAPPY Hai visto Oliver? 
BIFF L'ho visto. Senti, ho da dire alcune cose a papà. Mi aiuti? 
HAPPY Allora che fa? Ti finanzia? 
BIFF Ma tu sei matto! Ma cos'hai in testa? 
HAPPY Perché? Che è successo? 
BIFF (ansimando) Ho fatto una cosa terribile, Happy. È stata la giornata piú strana che mi sia mai capitata. Sono completamente intontito. 
HAPPY Perché? Non ti ha ricevuto? 
BIFF Senti, l'ho aspettato per sei ore. Hai capito? Dalla mattina alla sera. Tutto il giorno a farmi annunziare. Ho tentato perfino di conquistare la segretaria. Vietato l'ingresso. 
HAPPY Eh, già, non ti sai piú far valere! Ma lui si ricordava di te? 
BIFF (fermando Happy con un gesto) Finalmente, alle cinque, viene fuori. Non si ricordava neanche chi ero: niente. Sono rimasto lí come un imbecille. 
HAPPY Gli hai detto della mia idea sulla Florida? 
BIFF Non l'ho visto neanche un minuto. È andato via subito. Mi sono talmente girate le scatole che avrei fracassato tutto! Ma come ho fatto a credere di essere stato il suo rappresentante? Perché io ci ho creduto di essere stato il suo rappresentante! Appena m'ha guardato - plaf, la mia vita è scoppiata come una bolla di sapone! Tutta una bugia: dieci anni passati a chiacchierare alle nuvole. Portavo i pacchi, portavo! 
HAPPY Va bene, e poi? 
BIFF (con grande intensità e stupore) Se n'è andato, hai capito? Hai capito? Con la segretaria appresso. E io lí, solo in anticamera. Happy, non so cosa m'è preso. Mi sono trovato nel suo ufficio - mobili, quadri alle pareti, cosí. Non ci ho visto piú, Happy... gli ho preso la stilografica. 
HAPPY Tu? E t'ha visto? 
BIFF Io, via. Giú, tutti gli undici piani, di corsa. Via, come un disperato. 
HAPPY Ma pezzo di cretino, chi te l'ha fatto fare? 
BIFF (disperato) Non lo so - non lo so - pur di portar via una cosa - non lo so. Aiutami, Hap, devo dirlo a papà?
HAPPY Sei impazzito? E perché? 
BIFF Hap, papà deve mettersi in testa che a me, non mi finanzia nessuno. Lui crede che io abbia passato tutti questi anni cosí, per far dispetto a lui. E si mangia il fegato. 
HAPPY Appunto. E tu digli una cosa gentile. 
BIFF Non posso.  
HAPPY Digli che domani sei a pranzo da Oliver. 
BIFF E domani che faccio? 
HAPPY Tu esci la mattina e torni la sera dicendo che Oliver ci vuol riflettere. Passa due o tre settimane a riflettere. Poi non se ne fa piú niente e buona sera. 
BIFF Che buona sera! Durerà in eterno! 
HAPPY Papà è tutto felice quando può fare progetti! (Willy entra). Ecco qui il nostro capitano! 
WILLY Mmm; quanti anni che non ci venivo! 
Stanley ha seguito Willy e gli porta una sedia. Fa per uscire ma.. 
HAPPY (...lo ferma) Stanley! 
BIFF (avvicinandosi a Willy circospetto, e come a un invalido) Siedi, papà. Bevi? 
WILLY Eh? Perché no? 
BIFF Sí. Va'. Beviamoci su. 
WILLY Sei di cattivo umore? 
BIFF Io? No. (A Stanley) Whisky per tutti. Doppi, eh? 
STANLEY Tre whisky doppi, benissimo. 
WILLY Hai già bevuto tu, eh? 
BIFF Un paio di bicchierini. 
WILLY Be', dunque, racconta. (Sorride annuendo) Com'è andata? Benone! 
BIFF (prende fiato, poi allunga la mano e stringe quella di Willy) Caro. (Sorride coraggiosamente, e anche Willy sorride) Me n'è capitata una oggi. 
HAPPY Papà, fantastica. 
WILLY E cioè? Racconta. 
BIFF (trasognato, un po' brillo) Te la voglio raccontare tutta, la mia giornata di oggi. Ora per ora. Quant'è stata strana. (Silenzio. Si guarda intorno, cerca di padroneggiarsi come può, ma il suo respiro gli mozza ogni tanto la voce) Aspetta un'ora, aspetta due, aspetta tre, io... 
WILLY Aspetta chi? 
BIFF Oliver. Sai quanto l'ho aspettato? Tutta la giornata. Tanto per documentare i fatti. E, tanti altri me ne sono venuti in mente, di fatti, della mia vita - fatti, papà, sí, terra terra. Chi ha avuto quella bella idea, per esempio? Chi ha avuto la bella idea di dire che io facevo il rappresentante da Oliver?
WILLY Tu facevi il rappresentante da Oliver. 
BIFF Io? Io portavo i pacchi, papà. 
WILLY Be', ma praticamente tu.. 
BIFF (con decisione) Papà, non so di chi sia l'idea, ma io non ho mai fatto il rappresentante da Oliver. 
WILLY Insomma, dove vuoi andare a parare? 
BIFF Diciamo pane al pane. Stiamo coi piedi a terra, papà. A furia di volare non combineremo niente. Io ero fattorino e basta. 
WILLY (Su tutte le furie) Ah sí? Allora apri bene le orecchie.
BIFF Mi vuoi lasciar finire? 
WILLY Non mi interessano le tue conferenze su cose morte e sepolte quando la casa qui brucia, te lo vuoi mettere in testa? Vuoi capire che qui tutto va a fuoco? Oggi mi hanno licenziato. 
BIFF (stordito) Ti hanno licenziato? 
WILLY Sissignore, licenziato, e se non porto una buona notizia qualsiasi a tua madre io non so come fare, a tua madre che aspetta, a casa, che si tormenta. Favole da raccontare non ce n'ho piú. Ho la testa vuota, Biff. Non so che farmene delle tue lezioni sulla terra o la luna. Hai da dirmi qualche cosa? Dilla! (Stanley entra con tre whisky. Aspettano che se ne vada). Hai visto Oliver! 
BIFF Dio santissimo! 
WILLY Non ci sei stato? 
HAPPY Come non c'è stato! 
BIFF Ci sono stato. L'ho visto. Hanno avuto il coraggio di licenziarti!
WILLY (non sta piú sulla sedia) Dimmi, t'ha riconosciuto subito? 
BIFF Neanche a percentuale ti tengono? 
WILLY Licenziatooo! (Incalzante) Su, dimmi un po', t'ha accolto bene? T'ha fatto festa? 
HAPPY Altroché! 
BIFF (incalzato) Ecco, insomma, è andata.. 
WILLY Non sapevo mica se t'avrebbe riconosciuto. (A Happy) T'immagini, uno che non lo vede da dieci o dodici anni, e gli fa tutta quella festa! 
HAPPY Fenomeno! 
BIFF (cerca di tornare all'offensiva) Senti, papà 
WILLY Sai perché ti ha riconosciuto subito? Perché allora gli facesti colpo. 
BIFF Vogliamo ragionare con calma e scendere un po' a terra? 
WILLY (come fosse stato Biff: a interrompere) Ah, sì, andiamo avanti. Biff, veramente enorme. Ti ha portato in ufficio o siete rimasti in anticamera? 
BIFF Ecco, lui è entrato e.. 
WILLY (con grande sorriso) Che ha detto? T'ha buttato le braccia al collo? No?  
BIFF Mah, lui ha...  
WILLY È grande. (A Happy) Sai che per farsi ricevere da lui ci vuole la mano di Dio. 
HAPPY Spettacoloso. 
WILLY (a Biff) Cosí t'ha offerto da bere! 
BIFF Sí, m'ha offerto un paio di... no, macché!
HAPPY (intervenendo) Gli ha parlato del mio progetto della Florida! 
WILLY Non interrompere. (A Biff) Gli ha fatto buona impressione il progetto della Florida? 
BIFF Papà, mi lasci spiegare un minuto! 
WILLY È un'ora che ti lascio spiegare un minuto! Sono qui apposta! Che ha fatto? Ti ha portato in ufficio e poi?  
BIFF Be', gli ho... gli ho parlato... E... lui è stato a sentire 
WILLY Ah, grande, come ti sta a sentire! E che ha risposto? 
BIFF Ha risposto, ha risposto... (Si interrompe, improvvisamente infuriato) Papà, io voglio dire una
cosa, tu me ne fai dire un'altra! 
WILLY (in tono di accusa, infuriato) Avanti, dilla questa cosa: non l'hai visto! 
BIFF L'ho visto! 
WILLY E allora l'hai insultato? Eh? Che gli hai fatto? L'hai insultato? 
BIFF Mi lasci parlare, insomma, mi lasci parlare? 
HAPPY Che diavolo! 
WILLY Dimmi che è successo! 
BIFF (a Happy) Ma puoi parlare con lui? 
Una nota di tromba stride all'orecchio. Una luce di foglie verdi chiazza la casa che prende un'aria di notte e di sogno. Entra il giovane Bernard e bussa alla porta della casa. 
BERNARD (disperatamente) Signora Loman! 
HAPPY Digli che è successo! 
BIFF (a Happy) Fammi il piacere, lasciami stare. 
WILLY No! No! Quattro, dovevi prendere in matematica! 
BIFF Che quattro? Che dici? 
BERNARD Signora Loman! 
Linda compare in casa, come una volta 
WILLY (come pazzo) Quattro, quattro, quattro! 
BIFF Calmati, papà, calmati! 
BERNARD Signora Loman! 
WILLY (furioso) Se non prendevi quattro a quest'ora eri a posto! 
BIFF Senti, basta, adesso ti racconto tutto e vediamo se mi stai a sentire 
BERNARD Signora Loman! 
BIFF Ho aspettato sei ore... 
HAPPY Ma che dici, porco demonio! 
BIFF Mi sono fatto annunziare e non m'ha ricevuto. Finalmente esce... (Continua a parlare, ma non lo 
sentiamo piú). 
La luce va via dal ristorante. 
BERNARD Biff è stato bocciato! 
LINDA No! 
BERNARD In matematica! Non gli dànno la licenza! 
LINDA Non gli dànno la licenza? Ma deve andare all'Università! Dov'è? Biff! Biff! 
BERNARD È partito, Biff. Non c'è. 
LINDA Non c'è? Dov'è andato? A Boston? 
BERNARD È a Boston zio William? 
LINDA Sí, forse William potrà parlare al professore di matematica! Poverino! Povero figlio mio! 
La luce della casa svanisce. 
BIFF (a tavola; si sente di nuovo; ha in mano una penna stilografica)... e cosí su Oliver ci faccio una croce, capito? Mi stai a sentire? 
WILLY (smarrito) Eh, già, se non fosse stato quel quattro...
BIFP Che quattro? Ma si può sapere che dici? 
WILLY Non è colpa mia! Non è colpa mia! Se ti sei fatto bocciare, è colpa mia? Che è questa penna? 
HAPPY Roba da fucilarti, Biff; una penna che non vale neanche... 
WILLY (vedendo la penna per la prima volta) Hai preso la penna di Oliver? 
BIFF (scoraggiandosi) Papà, te l'ho spiegato. 
WILLY Hai rubato la penna stilografica di Oliver! 
BIFF Non l'ho rubata! Sto cercando di spiegartelo! 
HAPPY L'aveva presa dal tavolo per guardarla, in quel momento entra Oliver, lui, innervosito, l'ha messa in tasca. 
WILLY Biff! Dio benedetto! 
BIFF Non avevo nessuna intenzione di farlo, papà! 
VOCE AL MICROFONO Pronto: Albergo Nuova Boston, prego! 
WILLY (urlando) Non sono in camera! 
BIFF (spaventato) Papà, che hai? (Si alza in piedi con Happy). 
VOCE AL MICROFONO Sto chiamando il signor Loman, 
WILLY Basta, basta! Non ci sono! 
BIFF (inorridito, cade su un ginocchio davanti a Willy). Papà sarò bravo, vedrai come sarò bravo! 
Willy cerca di alzarsi in piedi. 
BIFF (lo trattiene) Sta' seduto. 
WILLY Che bravo. Bravo un corno. Bravo a far la bella vita. 
BIFF No, papà, lavorerò. Troverò un'altra cosa. Hai capito? Tu non ti devi preoccupare! (Alza il viso di Willy) Parla con me, papà! 
VOCE AL MICROFONO Pronto, pronto. Il signor Loman non risponde. Lo mando a chiamare. 
WILLY (tentando di alzarsi, come per andare a impedire che la voce parli) No, no, no! 
HAPPY Vedrai che la trova la strada, papà! 
WILLY No, no... 
BIFF (disperato, stando in piedi chinato su Willy) Stammi a sentire, papà! Stammi a sentire! Ti do una bella notizia! Oliver ha parlato col socio del progetto della Florida. Mi senti? Ha parlato - ha parlato col socio e  poi è tornato da me... Papà, è cosa fatta! Hai sentito! Sai che dice Oliver, papà? Che è solo questione di cifra! 
WILLY Allora ci sta! 
HAPPY Sai i quattrini che farà, Biff! 
WILLY (cercando di alzarsi) Ci sta, allora? Ci sta! Ci sta! 
BIFF (disperato, trattenendo Willy a sedere) No, no. Senti, papà. Domani m'hanno invitato a colazione a casa loro. Grande, no? Vedi sulla gente so fare ancora colpo? Vedrai, vedrai, che posizione mi faccio, ma non domani, domani no, domani non posso andarci, hai capito? 
WILLY Perché domani non puoi? Tu... 
BIFF Ma la penna, papà! 
WILLY Vai là e dici: scusi, distrattamente... 
HAPPY Ma certo! Domani vai a colazione! 
BII F Ma come faccio a dire... 
WILLY Per fare le parole incrociate gli hai preso la penna, eh, che diamine!  
BIFF Di' eh! Dieci anni fa sono andato via coi palloni, adesso torno con la penna? Scherziamo? Con che faccia mi ripresento? Cercherò da qualche altra parte!
VOCE DELL'INSERVIENTE Signor Loman in portineria, prego! 
WILLY Non hai nessuna ambizione, tu? 
BIFF Papà, come faccio a ripresentarmi? 
WILLY Il segreto è tutto qui! Tu non hai nessuna ambizione
BIFF (in collera a sua volta perché Willy non riconosce la sua comprensione) Ma guarda come ragiona! Credi che sia stato facile tornare da lui dopo quello che gli avevo fatto? Non ci sarei andato neanche in fotografia!  
WILLY E perché ci sei andato? 
BIFF Perché ci sono andato! E me lo domandi? Non ti vedi, lí! Come ti sei ridotto! 
Da sinistra si sente la risata della donna, 
WILLY Biff, domani vai a quella colazione altrimenti... 
BIFF Non ci posso andare! Non mi hanno invitato! 
HAPPY Biff, la... 
WILLY Per dispetto a me, lo fai, eh? 
BIFF Ma guarda come ragiona! Cristo d'un Dio! 
WILLY (dà una botta a Biff e barcolla lontano dalla tavola)  Pezzo di carogna schifosa! Per dispetto a me lo fai, eh? 
LA DONNA Bussano alla porta, Willy! 
BIFF Ma io sono un disgraziato, lo vuoi capire, sí o no? 
HAPPY (separandoli) Ohè, siete in un locale pubblico! La piantate tutti e due? (Entrano le ragazze). Oh, buona sera signorine! Si accomodino. 
La donna ride a sinistra delle quinte. 
FORSYTHE Be', proprio un attimo. Questa è Letta. 
LA DONNA Willy, ti svegli? 
BIFF (come se Willy non ci fosse) Molto lieto, signorina. Si sieda. Cosa beve? 
FORSYTHE Letta non può fare tardi 
LETTA Domattina ho un'alzataccia. Devo far la giurata in tribunale. Non vedo l'ora. Nessuno qui è pratico di giurie? 
BIFF Io. Ci stavo sempre di fronte. (Le ragazze ridono). Mio padre. 
LETTA Oh, ma che simpatia. Venga qui a sedersi, paparino 
HAPPY Fallo sedere, Biff! 
BIFF (avvicinandoglisi) Su, capitano, pigliamoci una bella sbronza e mandiamo tutto all'inferno! Forza, avanti, a sedere con noi! (Alle ultime insistenze di Biff, Willy sta per sedersi). 
LA DONNA (ormai pressante) Willy, vuoi vedere chi è alla porta! 
Il richiamo della donna attira Willy indietro. Si avvia verso destra, stralunato. 
BIEF Eh! Dove vai? 
WILLY Alla porta. 
BIEF La porta? 
WILLY La porta... il bagno... dov'è la porta? 
BIFF (conducendo Willy a sinistra) Laggiú in fondo 
Willy si avvia a sinistra. 
LA DONNA Willy, Willy, ti alzi, ti alzi, ti alzi, ti alzi? 
Willy esce a sinistra. 
LETTA Bellini! Vanno in giro accompagnati dal papà! 
FORSYTHE Figurati! Vuoi che sia il papà! 
BIFF (a sinistra, voltandosi verso di lei risentito) Signorina, sa chi è uscito di là? Un gran signore. Un gran signore amareggiato. Infinitamente buono e incompreso. Un amico, capite? Un fratello. Per i suoi ragazzi un leone 
LETTA Bellino. 
HAPPY Be', dunque, ragazze, ci muoviamo? Qui perdiamo tempo. Su Biff. Adunata. Dove si va? 
BIFF Ma non fai proprio niente, tu, per lui? 
HAPPY Io! 
BIFF Ma per te non esiste? 
HAPPY Si può sapere che vuoi? Sono io quello che.. 
BIFF No, no, per te è come se non esistesse. (Cava di tasca il tubo arrotolato e lo mette sulla tavola davanti a Happy) Guarda che ho trovato in cantina, Dio santo! E non senti il bisogno di fare qualcosa? 
HAPPY Io? Ah, perché sono io quello che scappa di casa! Che se ne va... 
BIFF Sí, ma tu te ne strafotti di lui! Tu potresti aiutarlo - io no! Ti rendi conto di che sto parlando? Un giorno o l'altro si ammazza! 
HAPPY Ma guarda un po'! E a me lo dice! 
BIFF Hap, aiutalo! Cristo santo... aiutalo!... Aiutami! Aiutami! Mi fa piangere solo a guardarlo! (Sul punto di piangere, corre fuori a destra). 
HAPPY (fa per corrergli dietro) Dove vai? 
FORSYTHE Ma è sempre cosí nervoso? 
HAPPY Gambe, ragazze, lo raggiungiamo 
FORSYTHE (mentre Happy le trascina fuori) Oh, a me piacciono i tipi calmi, eh? Intendiamoci. 
HAPPY È un po' di surmenage, ma è calmissimo 
WILLY (fuori a sinistra, mentre la donna ride) Non aprire, non aprire! 
FORSYTHE Ma non vuole avvertire suo padre che.. 
HAPPY Non è mica mio padre! Su belle! La città è nostra! Stanley, il conto! 
Escono. 
STANLEY (guarda verso sinistra, chiamando Happy, seccatissimo) Signor Loman! Signor Loman! (Prende una sedia e li segue fuori). 
Si sente bussare fuori a sinistra. La donna entra ridendo. Willy la segue. Lei è in sottoveste nera; lui si abbottona la camicia. Una musica sfrenata e sensuale accompagna il loro dialogo. 
WILLY La pianti di ridere? La vuoi piantare sí o no? 
LA DONNA Non vai ad aprire la porta? Sveglia tutto l'albergo! 
WILLY Non aspetto nessuno. 
LA DONNA Senti, bevi un goccetto tesoro e smettila di essere cosí musone. 
WILLY Mi sento solo. 
LA DONNA Ma lo sai, Willy, che m'hai rovinato? No, no, d'ora in poi, quando vieni in ufficio, ti metto subito davanti ai clienti. Basta con le visitine, Willy. M'hai rovinato. 
WILLY Molto carino da parte tua, dirmi questo 
LA DONNA Ma sai che sei acido? Ma che anima in pena! Ma chi te la dà tutta questa pena, anima mia? (Ride. Lui la bacia). Vieni dentro, mio bel venditore ambulante. Che fai? Sei matto? Ti vesti alle tre di mattina? (Si sente bussare alla porta). Va' a vedere. 
WILLY Avranno sbagliato porta. 
LA DONNA No, no, hanno bussato da noi. Ci hanno sentito parlare. Forse brucia l'albergo! 
WILLY (con terrore crescente) È uno sbaglio. 
LA DONNA E allora mandalo via! 
WILLY Non c'è nessuno. 
LA DONNA Mi urta i nervi, Willy. Che ci sia qualcuno dietro la porta mi urta i nervi! 
WILLY (la spinge indietro) Vattene, chiuditi in bagno e non ti muovere. Qui la legge non scherza, quindi non farti sentire... Può essere il portiere di notte; ha una brutta faccia. Non ti muovere. È uno sbaglio. Non brucia niente. 
Si sente bussare di nuovo. Lui fa qualche passo allontanandosi da lei, e lei scompare nella quinta. La luce lo segue; egli si trova davanti a... Biff... ragazzo, che porta una valigia. Biíf gli va incontro. La musica
tace. 
BIFF Perché non rispondevi? 
WILLY Biíf! Che fai a Boston?  
BIFF Perché non rispondevi? È mezz'ora che busso, che ti chiamo al telefono... 
WILLY Non ti ho sentito. Ero in bagno. Chiuso. Sta male qualcuno in casa? 
BIFF Papà... non sono degno di te. 
WILLY Che dici? 
BIFF Papà... 
WILLY Biff, ma che stai dicendo? (Gli mette un braccio sulla spalla) Vieni, scendiamo: ti offro una birra. 
BIFF Papà, m'hanno bocciato in matematica. 
WILLY E la licenza? 
BIFF Non me la dànno 
WILLY Ma Bernard non t'ha suggerito? 
BIFF M'ha suggerito, ma ho preso quattro. 
WILLY E per una materia non ti dànno la licenza? 
BIFF Tutta colpa di Birnbaum. Non m'ha voluto assolutamente levare quel quattro. Vieni a parlargli prima che chiuda la scuola. Se vede che tipo sei e gli dici quattro parole tu, me lo leva. Avevo gli allenamenti, ci sono andato poco a matematica. Parlagli tu. Lo conquisti subito. Sei cosí bravo a convincere le persone. 
WILLY Non ci pensare. Ci mettiamo subito in macchina. 
BIFF Me lo leva! Oh, papà! Se gli parli tu me lo leva! 
WILLY Scendi giú e di' al portiere che mi faccia il conto. Scendi, scendi. 
BIFF Sí, capitano! Sai perché ce l'ha tanto con me, papà? - Un giorno che era in ritardo sono salito in cattedra e gli ho fatto il verso. Ho stralunato gli occhi parlando con la “effe”. 
WILLY (ride) Ah, sí? E i compagni? 
BIFF Crepavano dal ridere. 
WILLY Ma va! Come facevi? 
BIFF (rifacendo il professore) Come dovevasi dimostrare, icf piú ipfilon... (Willy scoppia in una risata; anche Biff ride). Ed entra lui! 
Willy ride. La donna ride fuori dalle quinte. 
WILLY (senza esitare) Scendi subito giú e... 
BIFF Chi c è di là?
WILLY Non c'è nessuno. È nella stanza accanto.
La donna ride dalle quinte. 
BIFF Come? È nel tuo bagno! 
WILLY No, è nella stanza accanto, c'è una festa.
LA DONNA (entra ridendo. Parlando con la lisca) È permeffo? Fi può? Willy! C'è un ferpente nella vafca da bagno e fcodinzola! 
WILLY (guarda Biff che, a sua volta, impietrito e a bocca aperta fissa la donna) Ah... lei? Se ne potrebbe andare in camera sua. Non hanno finito i pittori? Le stanno imbiancando la camera e ha dovuto venir qui a far la doccia. Vada, vada... (La spinge fuori). 
LA DONNA (facendo resistenza) Ma Willy, mi devo vestire, non posso... 
WILLY Fuori di qui! Fuori! Fuori! (Improvvisamente cerca di normalizzare la situazione) Ti presento la signorina Francis, Biff. Una nostra cliente. Le stanno imbiancando la camera. Vada, signorina Francis, vada pure... 
LA DONNA E i vestiti? Non vuoi mica che esca nuda! 
WILLY (spingendola fuori) Fuori, fuori, via, via, via! 
Biff lentamente cade a sedere sulla valigia, mentre i due continuano a discutere dietro le quinte. 
LA DONNA Le calze? Dove sono le mie calze? Me le hai promesse, Willy! 
WILLY Qui non ho calze! 
LA DONNA M'avevi portato due scatole numero nove! Dammele! 
WILLY Tieni, per amor di Dio! Te ne vuoi andare? 
LA DONNA (entra tenendo una scatola di calze) Speriamo che non ci sia nessuno nella hall! Almeno questo. (A Biff) Gioca a calcio lei? 
BIFF Sí. 
LA DONNA (offesa e umiliata) Anch'io. Buona notte (Afferra i vestiti che Willy le porge ed esce).
WILLY (dopo una pausa) Quasi quasi è meglio andare. Cosí domani mattina col fresco, vado alla scuola. Tirami fuori i vestiti dall'armadio. Io prendo la valigia. (Biff non si muove). Che hai? (Biff è immobile, con le lacrime che gli colano giú). È una cliente. È un'agente di Simmons. Sta in fondo al corridoio... stanno imbiancando la camera. Non crederai mica... (Si interrompe. Dopo una pausa) Senti ragazzino, è solo una cliente. Tiene la merce in camera perciò ogni tanto deve far dare una mano di... (Pausa. Assumendo il tono di comando) Bene. Prendimi i vestiti. (Biff non si muove). Piantala di piagnucolare e fa' quello che ti dico. È un ordine! Biff, t'ho dato un ordine! Ah, cosí ubbidisci ai miei ordini? Piangi, piangi; vergogna! (Circonda col braccio la spalla di Biff) Senti, Biff, tu diventerai grande e capirai certe cose. Hanno... hanno un'importanza relativa. Domattina, prima cosa... vado da Birnbaum. 
BIFF Non fa niente. 
WILLY (si mette giú, accanto a Biff) Non fa niente? E il quattro chi te lo leva? Lascia fare a me. 
BIFF Non ti darà retta. 
WILLY Voglio vedere! Te lo deve levare per forza se no non puoi andare all'Università di Virginia. 
BIFF Tanto non ci vado. 
WILLY Eh? Caso mai non ci riesco, tu prendi ripetizioni e vai a ottobre. Hai tutta l'estate per... 
BIFF (scoppia in pianto dirotto) Papà... 
WILLY (scosso) Figlio mio... 
BIFF Papà... 
WILLY Quella lí non è niente per me, Biff. Ero solo... ero tanto solo. 
BIFF Le hai... le hai dato le calze di mamma! (Nuovo scroscio di lacrime; si alza per andarsene). 
WILLY (afferrandolo per un braccio) T'ho dato un ordine! 
BIFF Non mi toccare... bugiardo! 
WILLY Chiedi subito scusa! 
BIFF Imbroglione! Finto! Bugiardo! Bugiardo! (Sopraffatto dall'emozione, si volta di scatto e piangendo dirottamente esce con la valigetta). 
WILLY (resta solo in ginocchio) T'ho dato un ordine! Biff! Torna subito indietro o ti ammazzo di botte! Torna subito indietro! Ti frusto! Obbedisci! (Stanley entra rapidamente da destra e si ferma davanti a Willy. Urla a Stanley). T'ho dato un ordine... 
STANLEY Ehi, là, che facciamo, raccattiamo le cicche? Su, su, signor Loman. (Aiuta Willv ad alzarsi). Gli eredi se ne sono andati con le bionde. Hanno detto arrivederci a casa. 
Un secondo cameriere guarda la scena a distanza. 
WILLY Ma eravamo a cena insieme. 
Si sente una musica: il tema di Willy. 
STANLEY Ce la fa? 
WILLY Io?... certo che ce la faccio. (Improvvisamente preoccupato si guarda i vestiti) Posso... posso uscire, cosí? 
STANLEY Non gliel'impedisce nessuno. (Gli spolvera il bavero con un dito). 
WILLY To'! To' un dollaro! 
STANLEY M'ha già pagato suo figlio, no, lasci 
WILLY (mettendogli un dollaro in mano). Tieni. Tu sei un bravo ragazzo. 
STANLEY Grazie, no, non stia a... 
WILLY Tieni qua. Tieni. Ancora. Ormai non ne ho piú bisogno. (Dopo una breve pausa) Di', sai mica se vendono semi da queste parti? 
STANLEY Semi... da seminare? (Mentre Willy si volta Stanley gli rimette i soldi in tasca). 
WILLY Sí. Carote, piselli... 
STANLEY Ah, sí, ce n'è uno sulla sesta strada, ma forse adesso è tardi. 
WILLY (ansiosamente) Ah, allora devo correre. Bisogna che comperi dei semi. Devo comprarli. Subito. (Si avvia verso destra) Non c'è niente di seminato nel mio pezzetto di terra. Il mio giardino è senza piante. (Esce in fretta mentre la luce cala). 
STANLEY (va verso destra, dietro di lui e lo guarda uscire. All'altro cameriere che non ha tolto gli occhi di dosso a Willy) Eh! Che fai, il palo? 
Il cameriere prende le sedie e segue Stanley. La luce svanisce su questa zona. C'è una lunga pausa, mentre si leva il suono del flauto. La luce sale a poco a poco sulla cucina che è vuota. 
Happy compare sulla porta della casa, seguito da Biff. Porta un gran mazzo di rose dal gambo lunghissimo. Entra in cucina, si guarda intorno in cerca di Linda. Non la vede e si volta a Biff che è proprio appena fuoridella porta e gli fa un gesto con le mani come a dire: “Mah! pare che qui non ci sia”. Guarda in sala da pranzo e resta interdetto. Non vista... Linda è seduta con la giacca di Willy sulle ginocchia. Si alza minacciosamente e adagio, e si avvia verso... 
HAPPY (... che si ritira verso la cucina, spaventato) Eh, che fai in piedi? (Linda non dice niente, ma avanza implacabilmente verso di lui). Papà dov'è? (Continua a indietreggiare verso destra. Linda... appare completamente sulla soglia della sala da pranzo). A letto? 
LINDA Da dove vieni? 
HAPPY (cercando di metterla in scherzo) Abbiamo conosciuto due bambine stasera, mammetta, un amore! Guarda, t'abbiamo portato dei fiori. (Glieli offre) Mettili in camera tua. (Linda li sbatte a terra ai piedi di Biff, che intanto è entrato e ha chiuso la porta. Linda lo fissa con occhi di fuoco). Eh, che esagerazione, mamma! Io ti porto i fiori... 
LINDA (interrompendo Happy, con violenza verso Biff) Non te ne importa proprio niente se vive o muore? 
HAPPY (andando verso le scale) Andiamo su, Biff. 
BIFF (con uno scoppio di disgusto, a Happy) Fatti i fatti tuoi. (A Linda) Se vive o muore chi? Qui non muore nessuno. 
LINDA Vattene! Fuori! Fuori di qui tutti e due! 
BIFF Devo parlare al principale. 
LINDA Guai a te se ti avvicini a lui! 
BIFF Dov'è? (Si avvia in sala da pranzo inseguito da Linda). 
LINDA (gridandogli dietro) Lo invita a cena. Il disgraziato non pensa ad altro per tutto il giorno. (Biff compare nella camera da letto dei genitori, si guarda intorno ed esce). Quando arriva lí lo piantano! Non lo avresti fatto neanche al peggiore nemico! 
HAPPY Chi te l'ha detto? Ha passato una bella serata, con noi! Guarda, deve essere proprio la fine del mondo (Linda torna in cucina) perché lo pianti io! 
LINDA Fuori! Fuori! 
HAPPY Ehi, mamma... 
LINDA Era la sera d'andare a donne, questa? Voi e le vostre luride sgualdrine? 
Biff rientra in cucina. 
HAPPY Ma che abbiamo fatto, mamma? Non si può neanche festeggiare il ritorno di Biff? (A Biff) Porca Eva, che notte m'hai fatto passare! 
LINDA Basta! Fuori di qui, tutti e due! Non fatevi rivedere mai piú! L'avete tormentato anche troppo! Su, fate le valige! (A Biff) Tu puoi andare a dormire nel suo appartamento. (Fa per chinarsi a raccogliere i fiori) Levate questa roba! Basta di farvi la serva. Portali via tu, bellimbusto! (Happy le volta le spalle in segno di rifiuto. Biff lentamente si avvicina e si mette in ginocchio a raccogliere i fiori). Siete peggio di due animali! Chi, chi avrebbe avuto il coraggio di piantare quel disgraziato solo in un ristorante? 
BIFF (senza guardarla) Ha detto cosí? 
LINDA C'era bisogno che lo dicesse? È tornato a casa che non si reggeva in piedi, tanto era umiliato! 
HAPPY Ma come, mamma, se si è divertito con noi...  
BIFF (interrompendolo con violenza) Sta' zitto! 
Senza aprir bocca, Happy sale di sopra. 
LINDA Senza neanche entrar dentro a vedere come stava! 
BIFF (sempre a terra davanti a Linda, coi fiori in mano, disgustato di sé) No. Non sono entrato. Non ho fatto un accidente. Ti va? L'ho lasciato in un gabinetto a parlare da solo. 
LINDA Che verme! Che... 
BIFF Oh, l'hai capita finalmente! (Si alza, e va a gettare i fori nel cestino) La schiuma della terra: eccomi qua! 
LINDA Vattene! 
BIFF Devo parlare al principale. Dov'è? 
LINDA Non ti azzardare a parlargli. Vattene da questa casa! 
BIFF (con assoluta fermezza e determinazione) No. Dobbiamo avere una piccola conversazione a quattr'occhi. 
LINDA Non ti azzardare a parlargli! (Si sente un martello picchiare dall'esterno; Biff: si volta in quella direzione; improvvisamente lei lo prega). Sii buono, lascialo stare! 
BIFF Che fa lí fuori? 
LINDA Semina. 
BIFF (piano) A quest'ora? Dio santo! (Esce seguito da Linda) La luce si spegne su di loro e sale al centro del proscenio mentre Willy entra in scena. Ha in mano una lampadina tascabile, una zappa e un pugno di bustine di semi. Batte il ferro della zappa per fissarlo e poi si avvia verso sinistra, misurando la distanza col piede. Tiene in mano la lampadina tascabile per guardare le bustine di semi e leggerne le istruzioni. L'avvolge il blu cupo della notte 
WILLY Carote... ogni carota due dita. File... un palmo ogni fila.(Misura) Un palmo. (Mette a terra una bustina e misura ancora) Lattughino. (Mette a terra un'altra bustina e misura ancora) Spinaci. (Legge sulla bustina, la mette giú) Un palmo.. (Si interrompe mentre Ben compare a destra e gli si avvicina lentamente). Offerta grossa; Mmm... Mmm. Vantaggiosa, molto vantaggiosa. Perché, sai, ne ha passate, quella poveretta. Ben! Ne ha passate tante! Ti pare? Te ne puoi andare cosí, come sei venuto? Non puoi! Qualche cosa devi lasciare. Non puoi. (Ben gli si avvicina come per interrompere). Pensaci su. A comodo tuo. Non ti rincorre nessuno. Tieni presente: l'offerta è ventimila dollari pronti contanti sicuri. Ben, vorrei che tu esaminassi con me questo affare nei suoi pro e nei suoi contro. Non so con chi parlare, e la poveretta ne ha passate troppe, non credi? 
BEN (dopo una riflessione) Com'è questa offerta? 
WILLY Ventimila dollari pagabili a vista, tutte le garanzie: tranquilli, capito? 
BEN Attento. Non fare il fesso. Potrebbero non pagare la polizza.
WILLY Chi? Li vorrei vedere! Dopo che ho sgobbato tanti anni a pagare i premi? Adesso non pagano loro? Impossibile! 
BEN È da vile, William. 
WILLY Perché? È piú coraggioso starsene tutta la vita qui a non cavarne un ragno dal buco? 
BEN (convenendo) Questo te lo concedo (Cammina, soprappensiero; si volta) E ventimila dollari sono una cosa che esiste, sta lí, è una somma.
WILLY (ormai diventa sicuro, con forza sempre maggiore) Oh, questa è la cosa grande, Ben. Io li vedo, come un diamante, che brilla, al buio, grezzo, aspro; allungo la mano, e mio! Non come... non come un appuntamento d'affari! Non è piú un appuntamento d'affari, Ben, è un capovolgimento totale! Perché lui mi valuta zero, e perciò mi disprezza! Ma il funerale (ergendosi alto) ma il funerale, Ben, sarà una cosa spettacolosa! Verranno dal Massachusetts, dal Maine, dal Vermont, dal New Hampshire! Tutti i miei vecchi clienti con le targhe di tutti gli Stati - resterà a bocca aperta - non se l'aspettava, quel ragazzo, non se n'era mai accorto, di come mi conoscono! Mi conoscono a Rhode Island, a New York, a New Jersey; mi conoscono, Ben! E lui lo constaterà coi suoi occhi una volta per sempre! Gli farò vedere chi sono, Ben! Rimarrà a bocca aperta! 
BEN (scendendo al limite del giardino) Ti darà del vigliacco... 
WILLY (improvvisamente spaventato) No, sarebbe tremendo! 
BEN Sí. E dell'imbecille. 
WILLY No, no, se fa cosí, no. Non è possibile, no! (È disperato e distrutto). 
BEN Ti odierà, Willy. 
Si sente la musica del ragazzi.
WILLY Come si fa, Ben, come si fa a tornare a quei tempi meravigliosi. Era cosí pieno di víta, cosí premuroso e, d'inverno, su e giú con la slitta e il nasino rosso! E non passava un giorno senza una bella notizia, c'era sempre qualcosa di nuovo, di bello! Non mi faceva neanche levar le valige dalla macchina e sempre a lustrare, a lustrare quell'automobile rossa! Perché, perché non posso dargli una cosa senza che lui mi odi?
BEN Ci penserò su. (Guarda l'orologio) Ho ancora qualche  minuto. L'offerta è vantaggiosa, ma attento. Non fare il fesso. Va' coi piedi di piombo. (Si allontana lentamente dal fondo e scompare). 
Biff scende da sinistra. 
WILLY (accorgendosi improvvisamente della presenza di Biff si volta e alza gli occhi a guardarlo, poi, raccogliendo precipitosamente le bustine di semi) Dove sono questi accidenti di semi? (Indignato) Qui non si vede niente! Ma guarda come ci hanno bloccati qua dentro! 
BIFF  È pieno di gente qua intorno. Non ci pensi? 
WILLY Ho da fare. Non mi seccare.
BIFF (togliendogli la zappa di mano) Sono venuto a dirti addio, papà. (Willy lo guarda, in silenzio, incapace di muoversi). Stavolta non torno piú. 
WILLY Non vai da Oliver domani? 
BIFF Non ho l'appuntamento, papà. 
WILLY Ti ha abbracciato e non hai l'appuntamento? 
BIFF Papà, sii buono, cerca di capire una volta tanto. Me ne sono sempre andato via dopo un litigio. Oggi si sono chiarite certe cose di me, ho cercato di dirtelo... per te non hanno né capo, né coda, basta, si vede che non sono capace di spiegarmi. All'inferno chi ne ha colpa e chi non ne ha la colpa. (Prende Willy per un braccio) Facciamoci una croce, eh? Vieni dentro, lo diciamo a mamma. (Cerca di trascinare dolcemente Willy verso sinistra). 
WILLY (gelido, immobile, con voce colpevole) No, non voglio vederla. 
BIFF Andiamo! (Lo tira di nuovo) 
WILLY (si ritrae nervoso) No, no, non voglio vederla.
BIFF (cerca di guardare Willy in faccia, come per trovarvi la risposta) Perché non vuoi vederla? 
WILLY(più aspro stavolta) Non mi seccare, va bene? 
BIFF Perché non vuoi vederla? Hai paura che dicano che sei debole? La colpa non è tua: tu che c'entri? Sono io che sono un vagabondo. Vieni dentro, su! (Willy cerca di staccarsi da lui). Mi senti? 
Willy si stacca da lui e corre in casa da solo. Biff lo segue. 
LINDA (a Willy) Hai seminato, caro? 
BIFF (sulla porta, a Linda) Eccoci qua. Ci siamo detto tutto. Parto e non manderò l'indirizzo. 
LINDA (avvicinandosi a Willy in cucina) È la cosa migliore, caro. È inutile tirarla in lungo. Non andrete mai d'accordo. 
Willy non risponde. 
BIFF Se domandano dove sto e cosa faccio, voi non lo sapete e non ve ne incaricate. Cosí vi levate quest'incubo e ricominciate a vivere in pace. Va bene? Chiuso l'incidente? (Willy tace e Biff gli si avvicina). Me lo dai il buon viaggio, capitano? (Gli tende la mano) Non mi dici nulla? 
LINDA Dagli la mano, Willy 
WILLY (voltandosi verso di lei) Si può anche fare a meno di parlare della penna. 
BIFF (gentilmente) Non ho l'appuntamento, papà. 
WILLY (prorompendo) T'ha abbracciato e non hai...
BIFF A che serve che discutiamo, papà, io sono nero e tu mi vuoi bianco. Se trovo una miniera d'oro ti mando uno chèque. Ma fa' conto che io non esista. 
WILLY (a Linda) L'odio, lo vedi? 
BIFF Dammi la mano, papà! 
WILLY Io! Neanche... 
BIFF Non volevo andar via cosí! 
WILLY E invece cosí te ne vai. Addio! (Biff: resta un momento a guardarlo e poi si volta e va verso la scala. Lo ferma) Che tu possa bruciare all'inferno se te ne vai da questa casa! 
BIFF (si volta) Si può sapere che vuoi da me? 
WILLY Voglio che al Nicaragua, al Messico, in Cina, dovunque andrai a finire, tu lo sappia, che per odio ti sei giocato la vita! 
BIFF No, no! 
WILLY L'odio, l'odio è stato la tua rovina! E quando sarai crepato di fame, ricordatelo chi devi ringraziare. Ricordatelo, quando mangerai ghiande in qualche deserto, e non ti venga in mente di darne la colpa a me! 
BIFF Ma chi te la vuol dare! 
WILLY Io non c'entro neanche lontanamente, hai capito? 
Happy scende le scale e si ferma sull'ultimo gradino a guardare.
BIFF Ma è quello che ti sto dicendo io! 
WILLY (cade sulla sedia vicino alla tavola. con tono di violenta accusa) Tu mi vuoi pugnalare alle spalle questo vuoi fare, non credere che non me ne sia accorto! 
BIFF Ah, senti, basta, buffone! Scopriamo un po' queste carte! (Estrae come un lampo il tubo di gomma di tasca e lo mette sul tavolo). 
HAPPY Sei pazzo! 
LINDA Biff! (Vorrebbe afferrare il tubo ma...). 
BIFF (... lo tiene sul tavolo con la mano) Giú le mani! Non toccare!
WILLY (senza guardare il tubo) Cos'é?
BIFF Fai finta di non saperlo?
WILLY (sentendosi in trappola, cercando di sfuggire) Mai visto.
BIFF Ah, i topi l'hanno portato in cantina? A che scopo? Perché tu faccia la figura del martire? E io che dovrei fare con questo? Strapparmi i capelli?
WILLY Mai visto e conosciuto.
BIFF Non ci sarà pietà per te! Capito? Non ci sarà pietà!
WILLY (a Linda) L'odio, lo senti!
BIFF No, adesso saprai la verità! Saprai chi sei tu e chi sono io!
LINDA Basta!
WI LLY L'odio!
HAPPY (scendendo verso Biff) Piantala!
BIFF (a Happy) Il signore non ci conosce! Il signore non sa chi siamo! (A Willy) In questa casa non s'è mai detta la verità per dieci minuti!
HAPPY Chi non ha detto la verità?
BIFF (voltandosi verso di lui) Ecco lui, il Vangelo! Chi sei tu? La spalla del cantastorie! E che facciamo io e te? I compari del cantastorie!
HAPPY Senti, praticamente io...
BIFF Praticamente tu sei un buffone! Non si salva nessuno, qua dentro! Ma è finita! (A Willy) Willy, senti. Senti chi sono io!
WILLY Come se non lo sapessi!
BIFF Lo sai perché per tre mesi non ho avuto indirizzo? Perché ho rubato un vestito a Kansas City e stavo in  galera! (A Linda che singhiozza) Che te la pigli a fare? È finita! Linda volta loro le spalle e con le mani si copre il volto. 
WILLY Vuoi vedere che è colpa mia! 
BIFF Dovunque stavo m'han cacciato via perché rubavo! 
WILLY E di chi è la colpa? 
BIFF E non ho combinato mai niente perché tu mi hai montato talmente la testa che non accettavo ordini da nessuno! Ecco di chi è la colpa! 
WILLY Ho capito! 
LINDA No, Biff! 
BIFF Ce l'hai fatta, porco demonio, a capirla! In due settimane dovevo diventare il padrone del mondo, ma adesso basta! 
WILLY E allora impiccati! Fammi quest'ultimo dispetto! impiccati! 
BIFF No, Willy, nessuno s'impicca! Oggi mi sono precipitato per dodici piani con una penna in mano. E tutt'a un tratto mi sono fermato, capisci? In mezzo alle scale mi sono fermato e ho visto - il cielo. Ho visto le cose che mi piace fare a questo mondo. Lavorare e mangiare e sdraiarmi, fumare una sigaretta. E stavo lí con questa penna in mano e mi son detto: ma che Cristo l'ho rubata a fare? Perché sto cercando di fare il leccapiedi, quando quello che voglio è là fuori e non aspetta altro che io dica: io sono cosí! Perché non lo posso dire, Willy? (Cerca di mettersi di faccia a Willy, ma...). 
WILLY (... lo evita e si dirige a sinistra. Con odio, minacciosamente) Hai via libera! 
BIFF Papà! Io non valgo una cicca! E neanche tu, papà!
WILLY (voltandosi contro di lui in uno scoppio irrefrenabile). Io valgo piú di una cicca. Io sono Willy Loman e tu Biff Loman! 
Biff fa per slanciarsi contro Willy ma Happy lo arresta. È talmente infuriato che sembra sul punto di assalire il padre. 
BIFF Io non sono Napoleone, ma neanche tu, Willy. Tu sei un povero venditore di piazza che ha sgobbato tutta la sua vita per farsi buttare nella spazzatura come tutti gli altri! Non guadagno un dollaro all'ora! Ma sai che vuol dire? Che non porterò piú trofei a casa, e che hai finito di aspettarli! 
WILLY (direttamente a Biff) Scorpione velenoso! 
Biff si stacca da Happy. Willy spaventato corre verso la scala. Biff lo agguanta, al colmo della esasperazione. 
BIFF Papà, io non sono nessuno! Io non valgo niente! Lo vuoi capire? Non sono velenoso, non sono niente! Io sono cosí e basta! (L'ira di Biff si è consumata e lui crolla, preso dai singhiozzi e aggrappandosi a Willy che gli cerca la faccia sbalordito). 
WILLY (non credendo ai propri occhi) Che fai? Che fai? (A Linda) Perché piange? 
BIFF (in lacrime, vinto) Per amor di Dio, perché non mi lasci andare? Perché non prendi quei sogni bugiardi e non li bruci prima che succeda qualcosa? (Cerca di ricomporsi, si stacca da Willy e si dirige verso le scale) Parto domani mattina. Mettetelo... mettetelo a letto. (Sfinito, sale le scale e va in camera sua). 
WILLY (dopo una pausa lunga, sbalordito, confuso) È una cosa... è una cosa... spettacolosa! Biff, non mi odia!
LINDA Willy, ti vuol bene! 
HAPPY (profondamente commosso) Non ti ha mai odiato, papà! 
WILLY Oh, Biff! (Con lo sguardo del folle) Ha pianto! Ha pianto per me! (L'amore che ha lo soffoca, e adesso pronuncia la sua promessa). Quel ragazzo... quel ragazzo farà una carriera magnifica! 
BEN (compare in luce proprio fuori della cucina) Eccezionale: con ventimila dollari in banca! 
LINDA (avvertendo il mulinare del suo cervello, pietosa, paurosa) Vieni a letto adesso, Willy. Ormai è tutto a posto. 
WILLY (dominando a stento l'istinto di correre fuori di casa) Sí, a dormire. Andiamo. Va' a dormire, Happy. 
BEN E ci vuole un gran fegato a dominare la giungla 
La musica idilliaca di Ben attacca con accenti paurosi. 
HAPPY (con un braccio attorno alla spalla di Linda) Mi sposerò, papà, non ci pensare. Tutta un'altra amministrazione. Prima della fine dell'anno divento capo-reparto. Vedrai, mamma. (La bacia). 
BEN La giungla è nera ma piena di diamanti, Willy 
Willy si volta, fa qualche passo, ascoltando Ben. 
LINDA Fa' il bravo ragazzo. Siete tutti e due bravi. Non vi costa nulla esser bravi. 
HAPPY Buona notte, papà. (Sale al piano di sopra) 
LINDA (a Willy) Vieni, caro. 
WILLY (a Linda, mentre cammina lungo la parete della cucina verso la porta) Un minuto solo. Lascia che mi passi, Linda. Lasciami solo un minuto. 
LINDA (manifestando quasi apertamente la sua paura) Ti voglio su. 
WILLY (prendendola tra le braccia) Un momento, Linda. Adesso non potrei dormire. Vai, hai la faccia stanca. (La bacia). 
BEN Non è come vendere. Il diamante lo tocchi: è tuo.
WILLY Vai, vai. Vengo. 
LINDA È la cosa migliore, Willy. 
WILLY Ah, non ce n'è altra. 
BEN La cosa migliore! 
WILLY L'unica. Vedrai che tutto... va', amorosa, va' a dormire. Sei stanca. 
LINDA Vieni anche tu. 
WILLY Un minuto. (Linda entra in sala da pranzo, poi ricompare in camera da letto. Willy fa qualche passo fin fuori la porta della cucina). Mi vuol bene. (Assorto) Mi ha sempre voluto bene. Non è una cosa spettacolosa? Ben, allora adesso mi adorerà. 
BEN (invitante) È buio laggiú, ma pieno di diamanti
WILLY Te lo immagini tu, quel cannone, con ventimila dollari in tasca? 
LINDA (chiamando dalla sua camera) Willy, vieni su! 
WILLY (gridando dalla cucina) Sí! Sí! Vengo! Fenomenale, ma te ne rendi conto, amorosa? Lo dice anche Ben. Devo scappare amorosa! Ciao, ciao! (Correndo verso Ben quasi a ballo) Che ne dici? Appena arriva la posta, si sarà un'altra volta mangiato Bernard! 
BEN È un'offerta da accettare a occhi chiusi! 
WILLY Hai visto come piangeva per me? Un bacio solo, lascia che gli dia un bacio! 
BEN È ora William, è ora! 
WILLY Ah, Ben, lo sapevo che in un modo o nell'altro ce l'avremmo fatta, Biff e io. 
BEN (guardando l'orologio) Il piroscafo. Lo perdiamo. (Si avvia lentamente nel buio). 
WILLY (elegiaco, rivolto alla casa) E adesso, palla al centro, ragazzo mio, e poi, via! parti! Una bella discesa nell'area di rigore avversaria e quando devi sparare, sparala, la cannonata forte e bassa: raso-terra: raso-terra è il segreto!(Si volta e vede il pubblico) Le tribune sono piene di pezzi grossi e non puoi mai sapere... (Improvvisamente si accorge di essere rimasto solo) Ben, Ben, dove vado adesso? (Si mette improvvisamente a cercarlo) Ben, come faccio adesso? 
LINDA (lo chiama) Willy, vieni su! 
WILLY (trasale dal terrore, ruotando su se stesso come per imporle silenzio) Sccc! (Si gira intorno come per trovare la strada. Suoni - facce - voci è come se gli sciamassero intorno, e lui cerca di scacciarli con gesti agitati) Sccc! Sccc! (Improvvisamente una musica acuta e fioca lo ferma. La musica si fa piú intensa come un urlo straziante. Si leva, poi ricasca sulla punta dei piedi. Poi corre dietro l'angolo della casa) Sccc! 
LINDA Willy! (Nessuno risponde. Linda aspetta. Biff scende dal letto. È ancora tutto vestito. Happy si alza a sedere.Biff tende l'orecchio. Con vera paura) Willy! Rispondimi! Willy! (Si sente il rumore di un'automobile che parte e si allontana a tutta velocità). No! 
BIFF (scendendo di corsa) Papà! 
Mentre l'automobile si allontana veloce, la musica piomba in un fracasso di suoni, che diventa la vibrazione dolce di una corda di violoncello. Biff risale lentamente alla sua camera da letto. Lui e Happy indossano gravemente la giacca. Linda esce adagio dalla camera. La musica si è tramutata in una marcia funebre. Le foglie del giorno compaiono su tutto. Charley e Bernard vestiti di scuro entrano e bussano alla porta della cucina. Biff e Happy scendono lentamente in cucina mentre Charley e Bernard entrano. Si fermano tutti un momento quando Linda, vestita a lutto, con un piccolo fascio di rose, entra in cucina dalla porta della sala da pranzo. Linda si avvicina a Charley e gli prende il braccio. Tutti avanzano verso il proscenio, attraverso la parete immaginaria della cucina. Al limite della ribalta Linda depone il fascio di rose. Tutti stanno con gli occhi fissi per terra, alla tomba.  

REQUIEM 


CHARLEY È quasi buio, Linda. 
Linda non si muove. Sta con gli occhi fissi alla tomba. 
BIFF Che ne dici, mamma? Un po' di riposo ti farà bene. Tra poco chiuderanno i cancelli. 
Linda resta immobile. Pausa. 
HAPPY (con ira compressa) Che diritto aveva? Che bisogno aveva di farlo? L'avremmo aiutato noi. 
CHARLEY (con un grugnito) Mmm. 
BIFF Ti alzi, mamma? 
LINDA Perché non è venuto nessuno? 
CHARLEY Il funerale a me è piaciuto. 
LINDA Ma tutta la gente che lo conosceva, dov'era? Forse lo giudicano male. 
CHARLEY No. Il mondo non è mica facile, Linda. Non possono giudicarlo male. 
LINDA Non capisco. Proprio adesso. La prima volta in trentacinque anni che cominciavamo a liberarci dai debiti. Un piccolo stipendio ed era a posto. Aveva finito perfino di pagare il dentista. 
CHARLEY Lo stipendio. Non basta mica, lo stipendio. 
LINDA Non capisco. 
BIFF Quanti bei giorni. Quando rientrava dal giro; e la domenica, a fabbricare il portico davanti alla casa, o a imbiancare la cantina, o a sistemare la veranda; quando impiantò il secondo bagno e, in quattro e quattr'otto, su, il garage. Sai una cosa, zio Charley, è piú suo quel portichetto davanti che tutte le combinazioni d'affari che ha fatto.
CHARLEY Eh, già. Gli davi un cartoccio di calce ed era un uomo felice.  
LINDA Straordinario, cosa sapeva fare con quelle mani.
BIFF Sbagliava i sogni. Quelli li sbagliava. Tutti!
HAPPY (fa quasi per slanciarglisi contro) Lo dici tu!
BIFF Credeva di essere una cosa ed era un'altra.
CHARLEY (fermando il gesto e la risposta di Happy) Non calunniate quest'uomo. Tu non hai capito: Willy era un commesso viaggiatore. E se tu fai il commesso viaggiatore non vivi sulla terra. Non sei il tipo che avvita un bullone o mi legge gli articoli del codice o mi prescrive la ricetta. Tu lavori cosí, per aria, aggrappato a un sorriso o al lucido che hai sulle scarpe. E quando nessuno ti sorride piú, è la fine del mondo. Da quel momento cominci a sbrodolarti il vestito e addio, sei finito. Non calunniate quest'uomo. Un commesso viaggiatore deve sognare. I sogni fanno parte del mestiere.
BIFF Credeva di essere una cosa ed era un'altra, zio Charley! 
HAPPY (infuriato) Lo dici tu! 
BIFF Perché non vieni con me, Happy? 
HAPPY Non mi ritiro cosí facilmente. Io resto in questa città e marcio per la mia strada! (Guarda Bilf, risoluto) I fratelli Loman!
BIFF Eh no. Io mi conosco.
HAPPY Come ti pare. Farò vedere a te e a tutti quanti che Willy Loman non è morto per niente. Non sbagliava i sogni. Aveva l'unico sogno che un uomo può avere - diventare il primo in quello che fa. Lui non è riuscito a realizzarlo qui: lo realizzerò io per lui.
BIFF (con uno sguardo scettico a Happy, si curva verso la madre) Andiamo, mamma.
LINDA Ti raggiungo fra un minuto. Vai Charley. (Charley esita). Vai. Un minuto solo. Non mi è ancora riuscito di dirgli addio. (Charley si allontana, seguito da Happy. Biff rimane a una certa distanza in fondo a sinistra di Linda. Lei resta e sedere in terra concentrandosi. Non molto dopo il flauto comincia a suonare sulle sue parole). Perdonami, caro, non mi viene da piangere. Chi lo sa perché, non mi viene da piangere. Non capisco. Perché l'hai fatto? Aiutami Willy, non mi viene da piangere. Mi sembra che tu sia partito per il solito giro. Sto qui ancora ad aspettarti. Willy caro, non mi viene da piangere. Perché l'hai fatto? Mi sforzo, mi sforzo, ma non riesco a capire, Willy. Ho pagato l'ultima rata della casa oggi. Oggi caro. E la casa è vuota. (Un singhiozzo le nasce nella gola) Abbiamo pagato tutti i debiti. (Lasciandosi andare ai singhiozzi, liberamente) Abbiamo pagato tutti i debiti. (Biff scende lentamente verso di lei). Abbiamo pagato tutti i debiti. 
Biff la solleva in piedi ed esce a destra sorreggendola tra le braccia. Linda singhiozza silenziosamente. Bernard e Charley entrano insieme e li seguono, seguiti da Happy. Sul palcoscenico che si oscura rimane soltanto la musica del flauto mentre sulla casa le torri dei grattacieli si stagliano nella luce e... 
Sipario