giovedì 18 febbraio 2021

CAMERA CON VISTA E. M. Forster

 


CAMERA CON VISTA

 E. M. Forster

Copyright 1986 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano.

Titolo dell'opera originale: "A Room With a View".

Prima edizione Settembre 1986.

Su concessione Arnoldo Mondadori Editore.

PARTE PRIMA

1.

LA PENSIONE BERTOLINI.

La signora non aveva il diritto di farlo disse Miss Bartlett, non aveva assolutamente il diritto di farlo.

Ci aveva promesso delle camere a sud, con vista, attigue, e invece eccoci qua, con due camere a nord, che danno sul cortile, e molto distanti l'una dall'altra.

Oh Lucy! E una cockney, per di più! disse Lucy, che era stata ulteriormente rattristata dall'inaspettato accento della signora.

Come se fossimo a Londra.

Guardò le due file di inglesi seduti a tavola; la fila di caraffe d'acqua e di vino rosso che correva tra gli inglesi; i ritratti della defunta regina e del defunto Poeta Laureato, pesantemente incorniciati, appesi dietro gli inglesi; e l'avviso della chiesa d'Inghilterra (Rev.

Cuthbert Eager M. A., Oxon), che costituiva l'unico ornamento della parete.

Charlotte, non sembra anche a te di essere a Londra? Riesco a stento a credere che qua fuori ci siano cose di tutt'altro genere.

Immagino che sia l'effetto della stanchezza. Questa carne è stata usata per fare il brodo, senza dubbio disse Miss Bartlett, posando la forchetta.

Desideravo tanto vedere l'Arno.

Le camere che la signora ci aveva promesso nella lettera avrebbero dovuto dare sull'Arno.

La signora non aveva il diritto di farci questo.

Oh, è una vergogna! Per me va bene un angolo qualunque continuò Miss Bartlett.

Ma è davvero un peccato che tu non possa avere una camera con vista.

Lucy si sentì egoista.

Charlotte, non viziarmi.

Anche tu devi avere la vista sull'Arno, naturalmente, è questo che volevo dire.

La prima camera che si libererà sulla facciata...

Sarà tua disse Miss Bartlett, le cui spese di viaggio venivano in parte pagate dalla madre di Lucy - una generosità cui faceva spesso delicate allusioni.

No, no.

Sarà tua.

Insisto.

Tua madre non mi perdonerebbe mai, Lucy.

Non perdonerebbe mai me, se ti dessi ascolto.Le voci delle due donne si fecero animate, e - per dire la triste verità - un po' stizzite.

Erano stanche e, con la scusa dell'altruismo, stavano litigando.

Alcuni dei loro vicini si scambiarono occhiate significative, e uno di loro - una persona maleducata, come capita di incontrarne all'estero - si sporse attraverso il tavolo e non esitò a intromettersi nella conversazione.

Disse: Io ho una camera con vista, io ho una camera con vista.

Miss Bartlett trasalì.

Di solito nelle pensioni le persone le studiavano per un paio di giorni, prima di rivolger loro la parola, e spesso decidevano che erano "ammodo" solo quando erano già ripartite.

Miss Bartlett capì che l'intruso era una persona maleducata ancor prima di guardarlo.

Era un vecchio dalla corporatura pesante, con la carnagione chiara, la faccia rasata, gli occhi grandi.

C'era qualcosa di infantile in quegli occhi, ma non l'infantilismo della senilità.

Miss Bartlett non si soffermò a considerare di cosa esattamente si trattasse, perché il suo sguardo si spostò sui vestiti dell'uomo.

Li trovò poco attraenti.

Quell'uomo stava probabilmente cercando di far la loro conoscenza prima che si inserissero nella cerchia degli ospiti della pensione.

E così, quando lui le rivolse la parola, assunse un'espressione sbalordita, poi disse: Con vista? Oh, con vista! Che bella cosa, la vista!.

Questo è mio figlio disse il vecchio.

Si chiama George.

Anche lui ha la vista.

Ah disse Miss Bartlett, prevenendo Lucy, che stava per parlare.

Quello che voglio dire continuò il vecchio, è che potete avere le nostre camere, se volete, e darci le vostre.

Facciamo uno scambio.

Quella proposta scandalizzò i turisti di miglior classe, che simpatizzarono subito con le nuove arrivate.

Miss Bartlett, in risposta, aprì le labbra quanto bastava per dire: Molte grazie, ma è fuori discussione.

Perché? disse il vecchio, entrambi i pugni sulla tavola.

Perché è fuori discussione, grazie.

Vede, non vogliamo... cominciò Lucy.

Sua cugina tornò a interromperla.

Ma perché? insistette il vecchio.

Alle donne piace guardare il panorama; agli uomini no.

E picchiò i pugni sul tavolo come un bambino cattivo.

Poi si rivolse al figlio, dicendo: George, convincile tu!.

E' ovvio che dovrebbero averle loro, le camere con vista disse il figlio.

Non c'è altro da aggiungere.

Non guardò le signore, mentre parlava, ma la sua voce era perplessa e addolorata.

Anche Lucy era perplessa; capiva che stava per succedere quella che si soleva definire "una scenata sgradevole", e aveva la strana sensazione che, a ogni frase pronunciata da quei due turisti maleducati, il contesto della discussione si allargasse e approfondisse fino a trattare, non di camere e di vedute, ma be', di qualcosa di ben diverso, della cui esistenza non si era mai resa conto prima.

Ora il vecchio stava attaccando Miss Bartlett quasi con violenza: perché non volevano fare lo scambio? Quali obiezioni si potevano fare, a un'offerta del genere? Ci avrebbero messo appena una mezz'ora, a traslocare.

 Miss Bartlett, per quanto versata nell'arte della conversazione, era impotente davanti alla brutalità.

Era impossibile ignorare sdegnosamente una persona così volgare.

Arrossì di dispiacere.

Girò lo sguardo sui presenti come per dire: "Siete tutti così?".

E due vecchine, sedute in fondo al tavolo, con lo scialle appoggiato allo schienale della sedia, le restituirono un'occhiata che diceva chiaramente: "No, noi no.

Noi siamo signore".

Finisci di mangiare, mia cara disse Miss Bartlett a Lucy, e ricominciò a gingillarsi con la carne che aveva poco prima criticato.

Lucy mormorò che quelle sedute di fronte a loro erano davvero due strane persone.

Mangia, cara.

Questa pensione è una delusione.

Domani cambieremo.

Aveva a malapena finito di annunciare quella fiera decisione, che le toccò di rimangiarsela.

Le tende in fondo alla stanza si aprirono, e apparve un sacerdote, una persona corpulenta e attraente, che si affrettò a prender posto al tavolo, scusandosi allegramente per il ritardo.

Lucy, che non aveva ancora del tutto appreso le norme del vivere civile, si alzò in piedi all'improvviso, esclamando: Oh, oh! Ma è Mister Beebe! Oh, ma che bella sorpresa! Oh, Charlotte, dobbiamo restare qui adesso, comunque siano le camere.

Oh!.

Miss Bartlett disse, con maggior riserbo: Come sta, Mister Beebe? Immagino che non si ricordi di noi: Miss Bartlett e Miss Honeychurch.

Eravamo a Tunbridge Wells quando lei venne ad aiutare il vicario di Saint Peter's, quella Pasqua così fredda.

Il sacerdote, che aveva l'aria di chi si trovi in vacanza, non ricordava le due signore con altrettanta precisione.

Ma si fece avanti con aria sufficientemente affabile, e accettò la sedia sulla quale Lucy gli faceva cenno di accomodarsi.

Sono così contenta di vederla disse la ragazza, che versava in uno stato di inedia spirituale, e sarebbe stata contenta di vedere perfino il cameriere, se sua cugina gliel'avesse permesso.

Ma com'è piccolo il mondo.

Specialmente dopo Summer Street.

Che coincidenza! Miss Honeychurch abita nella parrocchia di Summer Street disse Miss Bartlett, per colmare la lacuna, e proprio qualche tempo fa mi diceva, conversando, che lei ha appena accettato il beneficio...

Sì, me l'ha scritto la mamma, la scorsa settimana.

Non sapeva che l'avessi già conosciuta a Tunbridge Wells.

Ma io le ho subito risposto e le ho detto: "Mister Beebe è...".

Proprio così disse il pastore.

Verrò a stare in Summer Street il prossimo giugno.

E' una fortuna che mi abbiano assegnato una così bella parrocchia.

Oh, come sono contenta! La nostra casa si chiama Windy Corner." Mister Beebe fece un inchino.

Siamo io e la mamma, di solito, e mio fratello, anche se non capita spesso di riuscire a trasci... voglio dire, la chiesa è un po' lontana dalla nostra casa.

Lucy, cara, dai modo a Mister Beebe di mangiare.

Sto mangiando, grazie, e con piacere.

Preferiva parlare con Lucy, della quale ricordava un'esecuzione al pianoforte, piuttosto che con Miss Bartlett, che con ogni probabilità ricordava invece i suoi sermoni.

Chiese alla ragazza se conoscesse bene Firenze, e venne ragguagliato con una certa prolissità sul fatto che era la prima volta che ci veniva.

E' molto divertente, dar consigli ai nuovi venuti, Mister Beebe non aveva rivali, in quel campo.

Non dimenticate di visitare i dintorni disse alla fine.

Il primo pomeriggio di bel tempo, fate un giro in carrozza fin su a Fiesole, poi tornate giù passando per Settignano, o qualcosa del genere.

No! esclamò qualcuno in fondo al tavolo.

No, Mister Beebe.

Il primo pomeriggio di sole, le signore devono andare a Prato.

Quella signora ha l'aria così intelligente sussurrò Miss Bartlett alla cugina.

Siamo fortunate.

E in effetti furono investite da un vero e proprio torrente di informazioni.

Tutti dicevano loro dove andare, e quando, come fermare i tram elettrici, come sbarazzarsi dei mendicanti, quanto pagare un tampone di cartapecora, come si sarebbero a poco a poco innamorate del posto.

Gli ospiti della pensione Bertolini avevano deciso, quasi con entusiasmo, che Miss Bartlett e Miss Honeychurch erano persone ammodo.

Dovunque girassero lo sguardo, c'erano signore che sorridevano e parlavano gentilmente.

E sopra tutte si levava la voce della sconosciuta intelligente, che esclamava: Prato! Devono andare a Prato.

Il fascino di quel posto desolato, impossibile descriverlo.

Io lo adoro.

Adoro scrollarmi di dosso le pastoie della rispettabilità, sapete.

Il giovane di nome George lanciò un'occhiata alla signora, poi tornò a posare gli occhi imbronciati sul piatto.

Era ovvio che lui e suo padre non erano considerati persone ammodo.

Lucy, nell'ebbrezza del successo riportato, trovò il tempo di desiderare che lo fossero.

Non le dava alcun piacere, che qualcuno venisse trattato con freddezza.

E quando si alzò per andarsene, si voltò e si inchinò con gesto breve e nervoso in direzione dei due esclusi.

Il padre non si accorse di nulla; il figlio rispose, non con un altro inchino, ma con un sorriso e un lieve alzar di sopracciglia; sembrava sorridere al di là di qualcosa.

Lucy si affrettò dietro la cugina, che era già sparita attraverso le tende - tende che sbattevano in faccia, e sembravano cariche di qualcosa di più che non il peso del tessuto.

Dietro di esse c'era l'inattendibile signora, che si inchinava per dar la buonanotte agli ospiti, fiancheggiata da 'Enery, il suo bambino, e Victorier, sua figlia.

Era un quadretto curioso, quello che offrivano quei cockney nel tentativo di comunicare la grazia e la cordialità del Sud.

E ancora più curioso era il salotto, che tentava di gareggiare in comodità e solidità con le pensioni di Bloomsbury.

Era davvero l'Italia, quella? Miss Bartlett era già seduta in una poltrona dall'imbottitura durissima, del colore e della forma di un pomodoro.

Stava conversando con Mister Beebe, e mentre parlava muoveva la testa lunga e stretta avanti e indietro, lentamente, a intervalli regolari, come per demolire qualche invisibile ostacolo.

Le siamo molto grate stava dicendo.

La prima sera è così importante, e quand'è arrivato lei stavamo per passare un "mauvais quart d'heure".

Mister Beebe espresse il suo rincrescimento.

Sa per caso come si chiami il vecchio signore seduto di fronte a noi a tavola? Emerson.

E' un suo amico? Siamo in rapporti amichevoli... come ospiti della stessa pensione.

Allora non aggiungerò altro.

Mister Beebe la incoraggiò appena a continuare, e Miss Bartlett continuò.

Sono qui disse in qualità di chaperon della mia giovane cugina, Lucy, e sarebbe quanto mai spiacevole se per colpa mia dovesse sentirsi in obbligo verso persone di cui non sappiamo nulla.

Quel signore si è comportato in modo davvero deplorevole.

Spero di aver agito per il meglio.

Ha agito in modo molto naturale disse Mister Beebe.

Sembrò ponderare la questione, e dopo qualche istante aggiunse: Tutto considerato, non credo che ci sarebbe stato niente di male ad accettare.

Niente di male, naturalmente.

Ma ci saremmo sentite in obbligo verso di loro, poi.

Quell'uomo è un tipo davvero particolare.

Mister Beebe esitò di nuovo, poi disse con delicatezza: Credo che non cercherebbe di approfittare della situazione, né si aspetterebbe gratitudine da parte vostra.

Ha il merito - se merito si può considerare - di dire sempre esattamente quello che pensa.

Gli sono state assegnate delle camere che lui non apprezza, e pensa che voi le apprezzereste.

Non ha pensato di costringervi a sentirvi in obbligo, ne sono certo, non più di quanto abbia pensato di farvi una gentilezza.

E' così difficile - o almeno, io trovo così difficile - capire le persone che dicono la verità.

Lucy era contenta, e disse: Speravo che fosse una brava persona.

Spero sempre che la gente sia buona.

Credo che lo sia.

Una brava persona, ma difficile.

Le mie opinioni differiscono dalle sue su praticamente ogni questione di una certa importanza.

Perciò immagino - o per meglio dire, spero - che sarà così anche per voi.

E' una persona con la quale è facile trovarsi in disaccordo, ma che non si deve necessariamente disapprovare.

Quando arrivò qui, tutti lo trattarono con freddezza, e non senza ragione.

Non ha tatto, e i suoi modi lasciano a desiderare - anche se non manca di una certa educazione - e non riesce mai a tenere per sé quello che pensa.

Siamo stati sul punto di lamentarci di lui con la nostra deprimente signora, ma sono contento di poter dire che alla fine ci abbiamo ripensato.

Devo concludere disse Miss Bartlett che si tratta di un socialista? Mister Beebe accettò la definizione, non senza un leggero storcer di labbra.

E ha educato suo figlio allo stesso credo, immagino.

Conosco appena George, perché non ha ancora imparato a parlare.

Sembra un ragazzo simpatico, e credo che il cervello non gli manchi.

Naturalmente, ha lo stesso modo di fare del padre, ed è molto probabile che sia a sua volta socialista.

Oh, lei mi toglie un peso dal cuore disse Miss Bartlett.

Allora pensa che avrei dovuto accettare la loro offerta? Pensa che mi sia dimostrata sospettosa e meschina? Niente affatto rispose Mister Beebe.

Non volevo insinuare niente del genere.

Ma allora non dovrei in ogni caso scusarmi per la mia apparente scortesia? Mister Beebe rispose, con una certa irritazione, che non gli sembrava assolutamente necessario, e si alzò per andare nel fumoir.

L'ho irritato? disse Miss Bartlett, non appena Mister Beebe se ne fu andato.

Perché non hai detto niente, Lucy? Mister Beebe preferisce la gente giovane, ne sono certa.

Spero proprio di non averlo monopolizzato.

Speravo che te lo saresti accaparrato per tutta la sera, oltre che durante la cena.

E' una persona molto gradevole esclamò Lucy.

Proprio come ricordavo.

Vede sempre il lato migliore della gente.

Nessuno penserebbe mai che è un pastore.

Mia cara Lucia...

Be', sai bene cosa voglio dire.

Di solito i pastori ridono in un modo! Mister Beebe invece ride come una persona normale.

Buffa ragazza! Mi ricordi tua madre.

Chissà se a tua madre piacerebbe, Mister Beebe.

Sono sicura di sì.

E anche Freddie, lo troverebbe simpatico.

Credo che piacerà a tutti gli abitanti di Windy Corner.

Siete alla moda, voi.

Io invece sono abituata a Tunbridge Wells, un ambiente inguaribilmente antiquato.

Sì disse Lucy, avvilita.

C'era un'ombra di disapprovazione, nel tono di Miss Bartlett, ma Lucy non avrebbe saputo dire se disapprovasse se stessa, o Mister Beebe, o l'ambiente alla moda di Windy Corner, o quello ristretto di Tunbridge Wells.

Tentò di indagare, ma fu un errore.

Come sempre, Miss Bartlett si affrettò a negare di voler disapprovare chiunque, e aggiunse: Temo proprio che tu mi trovi una compagna deprimente.

E di nuovo la ragazza pensò: "Devo esser stata scortese ed egoista; bisogna che stia più attenta.

Dev'esser terribile, per Charlotte, essere povera".

Fortunatamente in quel momento, una delle vecchiette, che da un po' le stava guardando con aria sorridente e benevola, si avvicinò e chiese se poteva sedersi al posto di Mister Beebe.

Ottenuto il permesso, cominciò a chiacchierare amabilmente dell'Italia, del passo azzardato che era stato il decidere di venirci, dell'ottimo esito di quel passo azzardato, del miglioramento della salute di sua sorella, della necessità di chiudere le finestre la notte, e di vuotare per bene le caraffe dell'acqua la mattina.

Dissertava piacevolmente di questi argomenti, che erano, forse, più degni di attenzione che non gli altisonanti discorsi su Guelfi e Ghibellini che avevano tempestosamente luogo all'altra estremità della stanza.

Era stata una vera catastrofe, non un semplice episodio, quello che le era successo una sera a Venezia, quando aveva trovato in camera da letto una cosa un po' peggiore di una cimice, anche se un po' migliore di qualcos'altro.

Ma qui siamo al sicuro quanto in Inghilterra; la signora Bertolini è così inglese.

Ma c'è cattivo odore, nelle nostre stanze disse la povera Lucy.

Abbiamo il terrore di coricarci.

Ah, e poi le vostre finestre danno sul cortile.

Sospirò.

Se solo Mister Emerson avesse dimostrato un po' più di tatto! Eravamo tutte così dispiaciute per voi, a pranzo.

Credo che volesse esser gentile.

Senza dubbio disse Miss Bartlett.

Mister Beebe ha appena finito di rimproverarmi la mia indole sospettosa.

Naturalmente, mi sono comportata in modo così sostenuto per il bene di mia cugina.

Naturalmente disse la vecchietta.

E mormorarono che non si era mai troppo prudenti, quando si trattava del bene di una ragazza molto giovane.

Lucy tentò di schernirsi, ma non poté fare a meno di sentirsi stupida.

Nessuno aveva riguardi per lei, a casa; o se sì, non se n'era mai accorta.

Quanto al vecchio Mister Emerson... non so che dire.

No, non è certo una persona piena di tatto; ma, vi siete mai accorte che ci sono persone che fanno cose assolutamente prive di delicatezza, ma al tempo stesso... belle? Belle? disse Miss Bartlett, perplessa davanti a quella parola.

Non sono forse la stessa cosa, bellezza e delicatezza? Così parrebbe disse l'altra, a malpartito.

Ma a volte penso che le cose sono così difficili.

Non si spinse oltre in quel discorso, perché era riapparso Mister Beebe.

Aveva l'aria estremamente compiaciuta.

Miss Bartlett esclamò, tutto a posto, per le vostre camere.

Sono così contento.

Mister Emerson ne stava parlando nel fumoir e, dato che ero al corrente della situazione, l'ho incoraggiato a rinnovare l'offerta.

Mi ha incaricato di chiedervi se volete accettarla.

Ne sarebbe molto contento.

Oh, Charlotte esclamò Lucy rivolta alla cugina, dobbiamo accettare, ora.

Quel vecchio è davvero una persona buona e gentile.

Miss Bartlett restò in silenzio.

Temo disse Mister Beebe, dopo una pausa, di esser stato invadente.

Devo scusarmi per l'intrusione.

Con aria seriamente dispiaciuta, si girò per andarsene.

Solo allora Miss Bartlett rispose alla cugina: I miei desideri, Lucy cara, sono di poca importanza rispetto ai tuoi.

Sarebbe davvero imperdonabile, da parte mia, impedirti di fare come vuoi qui a Firenze, dove mi trovo solo grazie alla tua generosità.

Se desideri che io privi questi signori delle loro stanze, lo farò.

Vuol essere così gentile, Mister Beebe, da dire a Mister Emerson che accetto la sua generosa offerta, e da accompagnarlo poi qui da me, perché possa ringraziarlo di persona? Parlando, aveva alzato la voce; la si poteva sentire in tutta la stanza, dopo aver messo temporaneamente a tacere i Guelfi e i Ghibellini.

Il pastore, maledicendo tra sé e sé il sesso femminile, si inchinò e andò a riferire il messaggio.

Ricordati, Lucy, che sono io sola la responsabile di tutto questo.

Non voglio che sia tu ad accettare, ufficialmente.

Concedimi almeno questo.

Mister Beebe ritornò, e disse con fare piuttosto nervoso: Mister Emerson era impegnato, ma ecco suo figlio.

Il giovane abbassò lo sguardo sulle tre signore, che ebbero la sensazione di sedere sul pavimento, tant'erano basse le poltrone.

Mio padre disse è in bagno, quindi non vi sarà possibile ringraziarlo di persona.

Ma qualunque messaggio mi affidiate, gli verrà riferito non appena uscirà.

Miss Bartlett non si dimostrò all'altezza di quel riferimento al bagno.

Tirò fuori tutti i suoi pungenti convenevoli, dalla parte sbagliata.

Il giovane Emerson riportò un considerevole trionfo, con gran divertimento di Mister Beebe e segreta delizia di Lucy.

Povero giovane! disse Miss Bartlett, non appena Mister Emerson se ne fu andato.

E' molto arrabbiato con suo padre per questa storia delle camere! Riesce appena a dimostrarsi civile.

Le vostre camere saranno pronte tra una mezz'ora disse Mister Beebe.

Guardò le due cugine con aria alquanto pensierosa, poi si ritirò in

camera, a scrivere il suo diario filosofico.

Oh cielo! disse la vecchietta, sospirando, e rabbrividì come se tutti i venti del cielo fossero penetrati nel salotto.

Spesso gli uomini non si rendono conto...

La sua voce svanì, ma Miss Bartlett sembrò capire quel che voleva dire, e si svolse una conversazione basata principalmente sul fatto che gli uomini non si rendevano ben conto.

Lucy, che a sua volta non si rendeva ben conto, fu costretta a rifugiarsi nella lettura.

Prese la "Guida all'Italia settentrionale" di Baedeker e mandò a memoria le date più importanti della storia di Firenze.

Perché era ben decisa a divertirsi, l'indomani.

La mezz'ora passò così in modo proficuo, e alla fine Miss Bartlett si alzò con un sospiro, dicendo: Credo che sia arrivato il momento.

No, Lucy, tu resta pure qui.

Mi occuperò io del trasloco.

Come di tutto il resto disse Lucy.

 Naturalmente, cara.

E' compito mio.

Ma io vorrei aiutarti.

No, cara.

L'energia di Charlotte! E il suo altruismo! Era sempre stata così, ma in occasione di quel viaggio in Italia aveva deciso di superare se stessa.

Così pensava, o si sforzava di pensare, Lucy.

Eppure - c'era uno spirito ribelle, in lei, che si chiedeva se il modo di accettare quell'offerta non avrebbe potuto essere un po' meno compiacente e un po' più spontaneo.In ogni caso, prese possesso della sua camera senza alcuna gioia.

Vorrei spiegarti disse Miss Bartlett per quale ragione ho preso la camera più grande.

Avrei dovuto darla a te, naturalmente; ma sono venuta a sapere che apparteneva al giovane Emerson, e sono certa che tua madre non sarebbe contenta che la prendessi tu.

Lucy la ascoltava stupefatta.

Dato che ti vien fatto un favore, è più opportuno che tu lo debba al padre che non al figlio.

Conosco il mondo, nel mio piccolo, e so a cosa conducono queste cose.

Comunque, l'intervento di Mister Beebe garantirà che non contino su alcuna dimostrazione di gratitudine.

La mamma non avrebbe nulla da ridire, ne sono sicura disse Lucy, ma ebbe di nuovo la sensazione che fossero in gioco questioni di carattere più vasto e misterioso.

Miss Bartlett si limitò a sospirare, e la avvolse in un abbraccio protettivo, nel darle la buonanotte.

Comunicò a Lucy una tale sensazione di soffocamento che la ragazza, appena arrivata in camera sua, si affrettò ad aprire la finestra e a respirare l'aria pulita della notte, pensando alla gentilezza del vecchio che le aveva permesso di contemplare le luci che danzavano sull'Arno, i cipressi di San Miniato, e le propaggini degli Appennini, nere contro la luce della luna nascente.

Miss Bartlett, nella sua stanza, chiuse le imposte, la porta, poi fece un giro per ispezionare gli armadi, e accertarsi che non ci fossero dei trabocchetti o dei passaggi segreti.

Fu allora che vide, appuntato sopra il lavandino, un foglio di carta sul quale era stato scarabocchiato un enorme punto interrogativo.

Niente altro.

Cosa vorrà dire? pensò, esaminandolo attentamente alla luce di una candela.

Innocuo da principio, quel segno si fece a poco a poco minaccioso, detestabile, presago di sventura.

Venne assalita dall'impulso di distruggerlo, ma si ricordò in tempo che non aveva alcun diritto di farlo, dato che doveva appartenere al giovane Emerson.

Così lo staccò con cura e lo infilò tra due fogli di carta assorbente perché non si sporcasse.

Poi portò a termine l'ispezione della stanza, fece un gran sospiro, com'era sua abitudine, e si coricò.

 

 

2.

A SANTA CROCE SENZA IL BAEDEKER. Era piacevole svegliarsi a Firenze, aprire gli occhi su una camera nuda e luminosa, con il pavimento di piastrelle rosse che parevano pulite e non lo erano. con il soffitto dipinto, dove grifoni rosa e amorini azzurri si svagavano in una foresta di violini e fagotti gialli.

Era piacevole anche spalancare le finestre, ferendosi le dita con chiavistelli non familiari, affacciarsi nel sole con le colline, gli alberi e le chiese di marmo di fronte, e sotto, non lontano, l'Arno, che gorgogliava contro il terrapieno della strada.

Sul greto sabbioso alcuni uomini erano al lavoro, con vanghe e setacci, e sul fiume c'era una barca, a sua volta adibita a qualche fine misterioso.

Un tram elettrico passò di corsa sotto la finestra.

Non c'era nessuno, dentro, tranne un turista.

Ma le piattaforme traboccavano di italiani che preferivano viaggiare in piedi.

Alcuni bambini tentavano di attaccarsi alla parte posteriore del veicolo, e il conducente, senza alcuna cattiveria, sputava loro in faccia, per costringerli a staccarsi.

Poi apparvero dei soldati - uomini piccoli ma di bell'aspetto - ciascuno col suo zaino ricoperto di pelliccia malconcia, e il cappotto di taglia troppo grande.

Accanto a loro marciavano gli ufficiali, con aria stupida e feroce, e davanti a tutti altri bambini, che facevano le capriole al ritmo della banda.

Il tram restò intrappolato tra i ranghi, e continuò ad avanzare faticosamente, come un bruco in uno sciame di formiche.

Uno dei bambini cadde a terra, e da un'arcata sbucarono alcuni manzi bianchi.

In effetti, se non fosse stato per l'intervento di un vecchio che vendeva gancetti, la strada non si sarebbe più sgombrata.

Si possono passare ore preziose a contemplare trivialità del genere, e il viaggiatore venuto in Italia per studiare i valori tattili di Giotto, o la corruzione del papato, corre il rischio di tornare in patria senza altri ricordi se non quello del cielo azzurro e degli uomini e delle donne che vivono sotto di esso.

Fu quindi un bene che Miss Bartlett bussasse alla porta, entrasse in camera di Lucy e, dopo qualche commento sul fatto che la ragazza non avesse chiuso la porta a chiave e si fosse affacciata alla finestra prima di aver finito di vestirsi di tutto punto, la invitasse ad affrettarsi, se non voleva sprecare così la parte migliore della giornata.

Quando Lucy fu pronta, sua cugina aveva già finito di far colazione, e stava ascoltando la signora intelligente davanti alle briciole rimaste sulla tovaglia.

La conversazione che seguì era di un tipo che Lucy non poteva dire di non conoscere.

Miss Bartlett era tutto sommato un po' stanca, e pensava che avrebbero fatto meglio a passare la mattinata in casa, a sistemare i bagagli, a meno che Lucy volesse uscire...

Lucy avrebbe preferito uscire, dato che era il suo primo giorno a Firenze, ma, naturalmente, poteva benissimo andar sola.

Miss Bartlett non poteva permettere una cosa del genere.

Naturalmente avrebbe accompagnato Lucy dovunque volesse.

Oh, assolutamente no.

In questo caso Lucy sarebbe rimasta con la cugina.

Oh no! Assolutamente no! Oh sì! A questo punto la signora intelligente decise di intervenire.

Se sono Mistress Grundy e i suoi dettami puritani, a preoccuparla, posso assicurarle che può benissimo ignorare quell'ottima signora.

Essendo inglese, Miss Honeychurch sarà perfettamente al sicuro.

Gli italiani capiscono.

Una mia cara amica, la contessa Baroncelli, ha due figlie, e quando non può farle accompagnare a scuola dalla cameriera le lascia andar sole, con il cappello alla marinara, così tutte le prendono per inglesi, specialmente se portano i capelli ben tirati sulla testa.

Le figlie della contessa Baroncelli non erano un esempio convincente, per Miss Bartlett.

Era ben decisa ad accompagnare Lucy di persona, dato che il mal di testa non era poi così terribile.

La signora intelligente disse allora di aver intenzione di passare la mattinata a Santa Croce, e che sarebbe stata ben lieta di portar Lucy con sé.

Passeremo per certe stradine sudicie, Miss Honeychurch, e se lei mi porterà fortuna avremo un'avventura.

Lucy disse che era molto gentile da parte sua, e aprì subito il Baedeker, per vedere dove si trovasse Santa Croce.

Vergogna, Miss Lucy! Spero che riusciremo presto a convincerla a fare a meno del Baedeker.

Non sfiora che la superficie delle cose.

Quanto alla vera Italia... non se la sogna nemmeno.

La vera Italia si può scoprire solo osservando pazientemente la vita intorno.

Una dichiarazione assai interessante, e Lucy si affrettò a far colazione poi uscì tutta baldanzosa con la signora.

Finalmente l'Italia.

La signora cockney e le sue malefatte erano già svanite, come un brutto sogno.

Miss Lavish - questo era il cognome della signora intelligente - girò a destra sul Lungarno soleggiato.

Che caldo delizioso! Ma quel vento che si incanalava giù per le stradine era tagliente come un coltello, vero? Ponte alle Grazie - particolarmente interessante, citato da Dante.

San Miniato - bella, oltre che interessante; il crocefisso che baciava un assassino - Miss Honeychurch ricordava la storia, no? Gli uomini sul fiume stavano pescando. (Falso, ma d'altra parte così sono per lo più le informazioni).

Poi Miss Lavish si lanciò sotto l'arcata dei manzi bianchi, si fermò ed esclamò: Ah, l'odore! L'odore di Firenze! Ogni città, permetta che glielo insegni, ha il suo particolare odore.

E' un odore gradevole? chiese Lucy, che aveva ereditato dalla madre l'avversione per la sporcizia.

Non si viene in Italia in cerca di cose gradevoli fu la risposta.

Ci si viene in cerca della vita. "Buongiorno! Buongiorno!" inchinandosi a destra e a sinistra.

Guardi quell'adorabile carretto del vino! Vede come ci guarda il conducente? Che cara anima semplice! Così Miss Lavish percorreva le strade della città di Firenze piccola, irrequieta. giocosa come un gattino, anche se del gattino non possedeva la grazia.

Era una festa, per Lucy, stare con una persona così allegra e intelligente; e il mantello militare grigioazzurro simile a quelli degli ufficiali italiani, aumentava la sensazione di festa.

"Buongiorno"! Creda alla parola di una vecchia donna, Miss Lucy: un po' di cordialità verso gli inferiori non guasta mai.

Questa è vera democrazia.

Anche se io in realtà sono una radicale.

Ecco, ora l'ho spaventata.

Ma no, ma no! esclamò Lucy.

Anche noi siamo radicali, a oltranza.

Mio padre votò per Mister Gladstone fino a quando non si comportò in quel modo orribile con l'Irlanda.

Capisco, capisco.

E adesso siete passati al nemico.

Oh, la prego...! Se mio padre fosse ancora vivo sono certa che tornerebbe a votare radicale, ora che l'Irlanda è sistemata.

E poi durante le ultime elezioni qualcuno ha rotto il vetro sopra la nostra porta d'ingresso, e Freddie è sicuro che siano stati i conservatori.

La mamma invece dice, sciocchezze, è stato un vagabondo.

Vergogna! Abitate in una zona industriale, immagino? No... nelle colline del Surrey.

A circa otto chilometri da Dorking, con vista sul Weald.

Miss Lavish sembrò interessata, e rallentò il passo.

Che luoghi deliziosi.

Li conosco così bene.

Ci abitano le persone migliori.

Conosce Sir Harry Otway? Un radicale, se mai ce ne furono.

Lo conosco benissimo.

E la vecchia Mistress Butterworth, la filantropa? Ma certo! Ha in affitto uno dei nostri poderi! Che coincidenza! Miss Lavish guardò lo stretto nastro di cielo e mormorò: Oh, avete delle proprietà nel Surrey? Poca cosa disse Lucy, temendo di passare per una snob.

Solo dodici ettari... il giardino, sul fianco della collina, e qualche campo.

Miss Lavish non sembrò disgustata, e disse che quelle erano proprio le dimensioni della proprietà di sua zia nel Suffolk.

L'Italia si allontanò.

Cercarono di ricordare il cognome di una certa Lady Louisa, che aveva preso in affitto una casa dalle parti di Summer Street l'anno prima, ma non ci si era trovata bene, strano, da parte sua.

E proprio nel momento in cui il cognome le tornava in mente, Miss Lavish si interruppe ed esclamò: Santo cielo! Santo cielo, ci siamo perse.

In effetti il percorso per raggiungere Santa Croce, della quale si vedeva chiaramente il campanile dalla finestra del pianerottolo della pensione, era sembrato un po' lungo, a Lucy.

Ma Miss Lavish aveva dichiarato tante volte di conoscere Firenze come le sue tasche, che la ragazza l'aveva seguita senza nutrire alcun dubbio.

Ci siamo perse! Mia cara Miss Lucy, nel corso delle nostre diatribe politiche dobbiamo avere svoltato nel posto sbagliato.

Come riderebbero di noi, quegli orribili conservatori! Cosa possiamo fare? Due donne sole in una città sconosciuta.

Ora, questa è quella che io chiamo un'avventura.

Lucy, che aveva una gran voglia di vedere Santa Croce, suggerì, come possibile soluzione, di chiedere indicazioni a qualcuno.

Oh, ma queste sono parole da vigliacchi! E no, lei non deve, non deve assolutamente consultare il Baedeker.

Me lo dia; non le permetterò di tenerlo.

Andremo a caso.

E così percorsero una serie di quelle strade grigio-marroni, né spaziose né pittoresche, delle quali abbonda la parte orientale della città.

Lucy perse quasi subito ogni interesse per la scontentezza di Lady Louisa, e cominciò a sentirsi a sua volta scontenta.

Per un incantevole istante le apparve l'Italia.Si fermò in piazza della Santissima Annunziata a guardare, nella terracotta viva, quei putti divini che nessuna brutta riproduzione riuscirà mai a svilire.

Eccoli là, con le membra lucenti che scoppiavano dagli indumenti della carità, e le braccine bianche e forti tese contro cerchietti di paradiso.

Lucy pensò che non aveva mai visto niente di più bello; ma Miss Lavish, con uno strillo sgomento, la trascinò via, dichiarando che erano ormai fuori strada di almeno un chilometro e mezzo.

Si stava avvicinando l'ora in cui sul continente comincia, o meglio, finisce di farsi sentire, l'effetto della scarsa prima colazione, e in un negozietto, dall'aria caratteristica le signore comperarono del castagnaccio caldo.

Sapeva un po' della carta in cui era avvolto, un po' di brillantina, e un po' di non si capiva bene cosa.

Ma diede loro la forza di arrivare fino a un'altra piazza, grande e polverosa, all'altra estremità della quale sorgeva un edificio dalla facciata bianca e nera di incomparabile bruttezza.

Miss Lavish apostrofò la costruzione in toni drammatici.

Era Santa Croce.

L'avventura era finita.

Si fermi un attimo.

Lasci passare quei due, altrimenti sarò costretta a rivolger loro la parola.

Oh, come detesto le conversazioni convenzionali! Tremende! Entrano anche loro in chiesa.

Oh, gli inglesi all'estero! Eravamo sedute davanti a loro, ieri sera a pranzo.

Ci hanno ceduto le loro camere.

Sono stati molto gentili.

Ma li guardi! rise Miss Lavish.

Girano per la mia Italia come un paio di mucche.

Lo so che non è una cosa carina da dire, ma vorrei che a Dover facessero un esame scritto a tutti i turisti, e rimandassero indietro quelli incapaci di superarlo.

E che domande ci farebbe? Miss Lavish appoggiò una mano sul braccio di Lucy con gesto affabile, come per dire che lei, in ogni caso, l'avrebbe passato a pieni voti.

In quello stato di eccitazione, raggiunsero i gradini della grande chiesa, e stavano per entrare quando Miss Lavish si fermò, squittì, buttò in aria le braccia, ed esclamò: Ecco la mia scatola di colore locale! Devo assolutamente dirgli una cosa! E in un istante fu dall'altra parte della piazza, il mantello militare al vento; e non rallentò il passo fino a quando non raggiunse un vecchio dalle basette candide e gli batté allegramente una mano sul braccio.

Lucy aspettò per quasi dieci minuti.

Poi cominciò a stancarsi.

I mendicanti la infastidivano, il vento le soffiava la polvere negli occhi, e ricordò che le ragazze giovani non dovevano attardarsi nei luoghi pubblici.

Scese lentamente nella piazza, con l'intenzione di raggiungere Miss Lavish, che era davvero originale, quasi troppo.

Ma in quel momento Miss Lavish e la sua scatola di colore locale si mossero a loro volta, e sparirono giù per una stradina secondaria, gesticolando ampiamente.

Lacrime di indignazione salirono agli occhi di Lucy - un po' perché Miss Lavish l'aveva piantata in asso, un po' perché si era portata via il suo Baedeker.

Come avrebbe fatto a tornare a casa? Come avrebbe fatto a visitare Santa Croce? La sua prima mattinata era rovinata, e magari non ci sarebbe più tornata, a Firenze.

Pochi minuti prima era stata di ottimo umore, aveva parlato come una donna di cultura, era quasi riuscita a convincersi di essere dotata di grande originalità.

Ora entrò nella chiesa depressa e umiliata, incapace perfino di ricordare se fosse stata costruita dai francescani o dai domenicani.

Naturalmente non poteva che trattarsi di un edificio meraviglioso.

Ma come somigliava a un granaio! E che freddo! Naturalmente, c'erano gli affreschi di Giotto, e in presenza dei loro valori tattili Lucy si sentiva in grado di provare le giuste sensazioni.

Ma come distinguerli dagli altri? Lucy continuò a girare per la chiesa con aria sprezzante, restia a dimostrare entusiasmo per opere d'arte di autore e data incerti.

Non c'era nessuno che potesse dirle almeno quale, delle tante pietre tombali che lastricavano la navata e i transetti, fosse quella

davvero bella, quella tanto lodata da Mister Ruskin.

Poi si lasciò prendere dal pernicioso fascino dell'Italia e, invece di darsi da fare per saperne di più sui monumenti, cominciò a sentirsi felice.

Si divertì a decifrare gli avvisi in italiano - da quello che proibiva di introdurre cani in chiesa a quello che pregava i fedeli, nell'interesse della salute comune, e in segno di rispetto per la sacralità dell'edificio in cui si trovavano, di non sputare per terra.

Poi si mise a osservare i turisti: avevano il naso rosso come la copertina del Baedeker, tant'era fredda Santa Croce.

Contemplò l'orribile fato di tre papisti in erba - due maschietti e una femminuccia - che cominciarono la loro carriera spruzzandosi a vicenda di acqua santa, poi proseguirono verso la lapide del Machiavelli, grondanti ma santificati.

Avanzando verso di essa molto lentamente e da un'immensa distanza, toccarono la pietra con le dita, coi fazzoletti, con la testa, poi indietreggiarono.

Che cosa potevano significare quei gesti? I bambini tornarono a ripeterli, più volte.

Poi Lucy si rese conto che avevano scambiato il Machiavelli per qualche santo, e che speravano di acquistare virtù mediante un prolungato contatto col suo reliquiario.

La punizione non si fece attendere.

Il più piccolo dei maschietti inciampò in una delle pietre tombali tanto ammirate da Mister Ruskin, e restò coi piedi intrappolati nei lineamenti di un vescovo sdraiato.

Nonostante la sua fede protestante, Lucy si lanciò in avanti.

Troppo tardi.

Il piccolo era caduto sulle dita dei piedi del prelato, rigidamente voltate all'insù.

Odioso vescovo! esclamò la voce del vecchio Emerson, che si era a sua volta lanciato in soccorso del piccolo.

Duro in vita, duro nella morte.

Vai fuori al sole, piccino, e mandagli un bacio, che è quello il tuo posto.

Intollerabile vescovo! Il piccolo si mise a gridare come un matto, spaventato da quelle parole, da quelle orribili persone che lo aiutavano a rialzarsi, gli spolveravano i vestiti, gli pulivano i lividi, e gli dicevano di non essere superstizioso.

Lo guardi! disse Mister Emerson a Lucy.

Guardi che disastro: un bambino ferito, infreddolito e spaventato! Ma che altro ci si può aspettare. in una chiesa? Le gambe del bambino sembravano cera fusa.

Ogni volta che il vecchio Emerson e Lucy tentavano di rimetterlo in piedi, tornava a crollare a terra con urla e strepiti.

Fortunatamente una signora italiana, che sarebbe dovuta esser assorta in preghiera, venne loro in aiuto.

Grazie a qualche misteriosa qualità, che solo le madri possiedono, riuscì a rinsaldare la spina dorsale del piccolo e a infondere forza alle sue ginocchia.

Il bambino restò in piedi.

Farfugliando in tono agitato, si allontanò.

Lei è una donna intelligente disse Mister Emerson.

E' riuscita a far di meglio che non tutte le reliquie di questo mondo.

Io non condivido la sua fede, ma credo in tutti coloro che sanno render felici il loro prossimo.

Non esiste schema dell'universo...

Tacque in cerca di una frase.

Niente " disse la signora italiana, e tornò alle sue preghiere.

Non credo che capisca l'inglese disse Lucy.

Nel suo stato di avvilimento. non disprezzava più gli Emerson.

Era ben decisa a essere gentile con loro, a preferire la bellezza alla delicatezza dei modi e, se possibile, a cancellare il ricordo della cosiddetta cortesia di Miss Bartlett con qualche garbato accenno alla piacevolezza delle camere.

Quella donna capisce tutto fu la risposta di Mister Emerson.

Ma che cosa fa lei qui? Sta visitando la chiesa? Ha finito di visitarla? No esclamò Lucy, ricordando il suo problema.

Sono venuta con Miss Lavish, che avrebbe voluto spiegarmi tutto; ma proprio sulla porta immaginate un po'! - è corsa via di punto in bianco, e così, dopo averla aspettata invano, sono dovuta entrare da sola.

E perché non sarebbe dovuta? disse Mister Emerson.

Sì, perché non sarebbe dovuta entrare da sola? disse il figlio, rivolgendo la parola a Lucy per la prima volta.

Ma Miss Lavish si è portata via anche il Baedeker.

Il Baedeker? disse Mister Emerson.

Sono contento che sia questa, la perdita che lei rimpiange! Vale davvero la pena, di rimpiangere la perdita del Baedeker.

Questo sì.

Lucy era perplessa.

Una nuova idea si stava facendo strada nella sua mente, e non sapeva dove l'avrebbe condotta.

Se non ha il Baedeker disse il figlio, sarà meglio che si unisca a noi.

Era lì che l'avrebbe condotta quell'idea? Si rifugiò nella sua dignità.

La ringrazio, ma non è davvero il caso di parlarne.

Spero non crediate che io abbia voluto imporvi la mia presenza.

Sono intervenuta solo per aiutare quel bambino, e per ringraziarvi di averci gentilmente ceduto le vostre stanze, ieri sera.

Spero che la cosa non vi abbia recato troppo disturbo.

Mia cara disse dolcemente il vecchio, io credo che lei stia ripetendo quello che ha sentito dire da gente più anziana.

Sta fingendo di essere suscettibile, ma non lo è.

La smetta con tutte queste storie e mi dica invece quale parte della chiesa vuol vedere.

Sarà un vero piacere farle da guida.

Ora, quella era una risposta davvero impertinente, e Lucy sarebbe dovuta essere furiosa.

Ma a volte è altrettanto difficile perdere la pazienza quanto in altre circostanze mantenerla.

Lucy non riusciva ad arrabbiarsi.

Mister Emerson era un vecchio signore, e di certo una ragazza giovane come lei poteva accontentarlo.

D'altra parte suo figlio era giovane, e Lucy aveva l'impressione che una ragazza come lei dovesse risentirsi, nei suoi confronti, o almeno, far mostra di risentirsi.

Fu lui che guardò, prima di rispondere.

Non sono suscettibile, o almeno così spero.

Mi piacerebbe vedere gli affreschi di Giotto, se foste così gentili da mostrarmeli.

Il figlio annuì.

Con un'espressione di malinconica soddisfazione, la guidò verso la cappella Peruzzi.

C'era qualcosa dell'insegnante, in lui.

Lucy si sentiva come una scolara che avesse dato la giusta risposta a una domanda.

La cappella era già piena di turisti volenterosi, e sopra di loro aleggiava la voce di un oratore, che insegnava loro a venerare Giotto, ignorando i suoi valori tattili, e usando invece i criteri dello spirito.

Ricordate stava dicendo i fatti riguardanti questa chiesa di Santa Croce.

Ricordate che venne costruita dalla fede nel pieno fervore del medievalismo, prima di ogni contaminazione rinascimentale.

Osservate come Giotto, in questi affreschi - ora purtroppo rovinati dal lavoro di restauro - ignori ogni insidia di anatomia o prospettiva.

Esiste nulla di più maestoso, di più commovente, di più bello, di più vero? Quanto poco, lo sappiamo, valgono la conoscenza e la bravura tecnica di fronte all'uomo capace di sentire veramente! No! esclamò Mister Emerson, a voce troppo alta per il luogo in cui si trovavano.

Cercate di non ricordare niente del genere! Costruita dalla fede, nientemeno! Questo significa semplicemente che gli operai non venivano pagati adeguatamente, a quei tempi.

E quanto agli affreschi, non ci vedo alcuna verità.

Ma guardate quel grassone vestito di blu! Pesa quanto me, probabilmente, eppure schizza verso il cielo come una mongolfiera.

Si riferiva all'affresco dell'Ascensione di San Giovanni.

Dentro la cappella, la voce dell'oratore vacillò, e non senza ragione.

I turisti si spostarono a disagio, e Lucy li imitò.

Sapeva che non sarebbe dovuta esser lì in compagnia di quei due uomini.

Ma l'avevano stregata.

Erano così seri e così strani che non riusciva più a capire come comportarsi.

Ora, un fatto del genere può essere successo? Sì o no? George rispose: Se è successo, dev'essere andata proprio così.

Io preferirei salire al cielo da solo, piuttosto che esser spinto su dai cherubini.

E all'arrivo, mi piacerebbe che i miei amici si sporgessero verso di me, proprio come in questo dipinto.

Non ci andrai mai, in cielo disse suo padre.

Io e te, ragazzo mio, giaceremo in pace nella terra che ci ha generati, e i nostri nomi spariranno, com'è certo che sopravviveranno le nostre opere.

Alcuni dei personaggi dell'affresco riescono a vedere solo la tomba vuota, non il santo, chiunque sia, che ascende al cielo.

Se il fatto è successo, è successo proprio in questo modo.

Scusatemi disse una voce glaciale.

La cappella è un po' piccola per due gruppi.

Toglieremo subito il disturbo! L'oratore era un sacerdote, e i turisti dovevano essere il suo gregge, dato che tenevano in mano libri di preghiere, oltre alle guide.

Sfilarono fuori dalla cappella in silenzio.

Tra di loro c'erano anche le due vecchiette della pensione Bertolini, Miss Teresa e Miss Catherine Alan.

Ma no, non ve ne andate! esclamò Mister Emerson.

C'è posto per tutti.

Non ve ne andate! La processione sparì senza una parola.

Dopo un po' si sentì la voce dell'oratore, nella cappella vicina.

Stava raccontando la vita di San Francesco.

George, credo che quel signore sia il curato di Brixton.

George andò nella cappella vicina, poi tornò e disse: Forse.

Non ricordo bene.

Allora sarà meglio che vada a parlargli e gli ricordi chi sono.

Sì, è proprio Mister Eager.

Perché se n'è andato? Parlavamo a voce troppo alta? Che seccatura! Andrò a scusarmi.

Sarà meglio, no? Forse allora tornerà indietro.

Non tornerà indietro disse George.

Ma Mister Emerson, contrito e infelice, si affrettò a raggiungere il reverendo Cuthbert Eager per scusarsi.

Lucy, apparentemente assorta nella contemplazione di una lunetta, sentì di nuovo il reverendo interrompersi, e la voce ansiosa, aggressiva, del vecchio Emerson, seguita dalle risposte brevi, sostenute, del suo interlocutore.

Il figlio, per il quale ogni piccolo contrattempo diventava una tragedia, stava a sua volta ascoltando.

Mio padre ha quest'effetto su quasi tutte le persone spiegò a Lucy.

Ma cerca solo di esser gentile.

Tutti cerchiamo di esser gentili disse Lucy, con un sorriso nervoso.

Perché pensiamo di migliorare così il nostro carattere.

Lui invece è gentile perché la gente gli piace.

E la gente lo sa, lo intuisce, e si offende, o si spaventa.

Che sciocchi! disse Lucy, sebbene in cuor suo simpatizzasse con la "gente" Io credo che una gentilezza fatta con tatto...

Tatto! George alzò di colpo la testa con gesto sprezzante.

Evidentemente Lucy aveva risposto a sproposito.

Osservò la singolare creatura camminare su e giù per la cappella.

Aveva una faccia segnata, troppo, per una persona così giovane, e dura, fino a quando le ombre non la velarono.

Allora si fece tenera.

Lucy lo avrebbe rivisto, a Roma, sul soffitto della Cappella Sistina, con una cesta di ghiande.

Sano e muscoloso, emanava nondimeno un senso di grigiore, di tragedia, che poteva trovar soluzione solo nella notte.

La sensazione svanì quasi subito.

Non era da Lucy, provarne di così sottili.

Nata dal silenzio e da un'emozione sconosciuta, passò non appena Mister Emerson fece ritorno e Lucy poté rientrare nel mondo della conversazione rapida, il solo che le fosse familiare.

Ti ha trattato male'? chiese tranquillamente il figlio.

Ma abbiamo guastato il piacere di non so quante persone.

Si rifiutano di tornare indietro. ... pieno di innata compassione... capacità di veder sempre i lati buoni degli altri... visione della fratellanza umana... " Brani del discorso su San Francesco arrivavano da dietro la parete che separava le due cappelle.

Cerchiamo almeno di non guastare il suo continuò, rivolto a Lucy.

Ha visto quei santi'? Sì rispose lei.

Sono bellissimi.

Mi sa dire quale sia la lapide tanto lodata da Ruskin? Mister Emerson non lo sapeva, e suggerì di provare a indovinare.

George, con sollievo di Lucy, rifiutò di muoversi.

Fu abbastanza piacevole, girare con il vecchio per Santa Croce, che, sebbene somigli a un granaio, contiene una messe di belle cose.

C'erano anche mendicanti da evitare, guide da schivare girando intorno alle colonne, una vecchia signora col suo cane e, qua e là, qualche prete che si avviava con fare umile a dir messa, attraverso i gruppi di turisti.

Ma Mister Emerson era solo parzialmente interessato a tutto questo.

Guardò il reverendo Eager, del quale credeva di aver rovinato il discorso, poi guardò ansiosamente il figlio.

Perché mai vorrà restare davanti a quell'affresco? disse, agitato.

Io non ci ho trovato proprio niente.

A me piace Giotto rispose Lucy.

E' così bello quello che dicono dei suoi valori tattili.

Anche se mi piacciono di più altre cose, i putti dei Della Robbia, per esempio.

E ha proprio ragione.

Un bambino ne vale una dozzina, di santi.

E il mio, di bambino, vale più del paradiso stesso, ma mi sembra che la sua vita sia un inferno.

Lucy ebbe di nuovo la sensazione che quelli non fossero discorsi da fare.

Un inferno ripeté il vecchio.

E' infelice.

Oh cielo! disse Lucy.

Come può essere infelice? E' forte, è vivo.

Che cos'altro gli si potrebbe dare? Pensi poi a com'è stato educato... libero dalle superstizioni e dai pregiudizi che portano gli uomini a odiarsi vicendevolmente in nome di Dio.

Con un'educazione del genere, pensavo non potesse che crescere felice.

Lucy non era una teologa, ma pensò che Mister Emerson fosse un vecchio molto sciocco, e anche irreligioso.

Aveva anche la sensazione che sua madre non avrebbe gradito di vederla parlare con quel tipo di persona, e che le obiezioni di Charlotte in proposito sarebbero state ancora più sostenute.

Cosa faremo mai di lui? chiese il vecchio.

Viene in vacanza in Italia, e si comporta... in questo modo; come quel bambino che sarebbe dovuto star fuori a giocare e che invece si è fatto male su quella tomba.

Eh? Cos'ha detto? Lucy non aveva detto niente.All'improvviso il vecchio fece: Ora, non faccia la sciocca.

Non le chiedo certo di innamorarsi del mio ragazzo, ma credo proprio che dovrebbe cercare di capirlo.

Gli è più vicina per età, e sono sicuro che se si lasciasse andare si dimostrerebbe una persona di buon senso.

Potrebbe aiutarmi.

Ha conosciuto pochissime donne, e lei ha tutto il tempo che vuole.

Resterà a Firenze per qualche settimana, no? Ma si lasci andare.

Lei ha la tendenza a confondersi, a quanto ho potuto giudicare ieri sera.

Si lasci andare.

Tiri fuori dal profondo quei pensieri che non capisce, li sparga alla luce del sole, e il loro significato le diverrà chiaro.

Cercando di capire George, arriverà a capire anche se stessa.

Sarà un bene per entrambi.

Lucy non riuscì a ribattere a quell'incredibile discorso.

Io so cosa lo affligge.

Ma mi sfugge il perché.

E che cosa lo affligge? chiese Lucy, timorosa, aspettandosi qualche discorso straziante.

La solita storia: le cose non quadrano.

Quali cose? Le cose dell'universo.

E' vero.

Non quadrano.

Oh, Mister Emerson, non capisco cosa vuol dire.

Senza cambiar tono, cosicché Lucy si accorse a malapena che stava citando una poesia, il vecchio disse:

 

"Da lontano, dalla sera e dal mattino, dal cielo dei dodici venti, è venuta la materia della vita a tessermi: esisto".

 Io e George le sappiamo, queste cose, ma perché mai lui deve soffrire? Sappiamo di venire dal vento, e di doverci tornare.

Sappiamo che la vita tutta è forse un nodo, un groviglio, una macchia sull'uniformità dell'eterno.

Ma perché mai questo dovrebbe renderci infelici? Amiamoci, piuttosto, lavoriamo e rallegriamoci.

Io non credo nel dolore del mondo.

Miss Honeychurch assentì.

Allora convinca il mio ragazzo a pensarla come noi.

Lo convinca che accanto all'eterno Perché c'è un Sì... un Sì transitorio, magari, ma sempre un Sì.

All'improvviso Lucy si mise a ridere; di certo c'era di che ridere.

La malinconia di un giovane perché l'universo non quadrava, perché la vita era un groviglio o un vento, o un Sì, o chissà cosa.

Mi dispiace esclamò.

Lei penserà che sia insensibile, ma... ma...

Poi si fece matronale.

Oh, ma suo figlio ha bisogno di un'attività.

Non ha qualche interesse? Vede, anch'io ho dei problemi, ma di solito li dimentico al pianoforte; e raccogliere francobolli ha fatto un gran bene a mio fratello.

Forse l'Italia lo annoia; dovreste provare ad andare sulle Alpi, o ai laghi.

La faccia del vecchio si rattristò, e la sua mano sfiorò delicatamente Lucy.

Lucy non si spaventò.

Pensò che avesse apprezzato i suoi consigli, e che la stesse ringraziando.

In realtà non le ispirava più alcun timore; lo considerava un uomo gentile, ma sciocco.

Era in preda a un'esaltazione spirituale, com'era stata in preda a un'esaltazione estetica un'ora prima, prima di perdere il Baedeker.

Il caro George, che ora avanzava a grandi passi verso di loro, sopra le pietre tombali, le sembrò degno di compassione, e assurdo.

Si avvicinò, la faccia in ombra.

Disse: Miss Bartlett.

Oh, santo cielo! disse Lucy, crollando all'improvviso e ricominciando a vedere la vita intera in una nuova prospettiva.

Dove? Dove? Nella navata.

Capisco.

Quelle due pettegole delle Alan devono aver...

Si interruppe.

Povera ragazza! sbottò il vecchio Emerson.

Povera ragazza! Lucy non poteva lasciar passare quell'osservazione, perché corrispondeva proprio a quello che stava a sua volta pensando.

Povera ragazza? Non riesco a capire il senso di quest'osservazione. Io mi reputo una ragazza molto fortunata, glielo assicuro.

Sono assolutamente felice e mi sto divertendo un mondo.

La prego, non sprechi tempo a compiangermi.

C'è abbastanza dolore, a questo mondo, senza inventarne dell'altro, non le sembra? Arrivederci.

E grazie infinite per la vostra gentilezza.

Ah sì! Ecco mia cugina.

Che mattinata incantevole! Santa Croce è una chiesa bellissima.

E raggiunse la cugina.

 

 

3.

MUSICA, VIOLETTE E LA LETTERA S.

Lucy, che trovava la vita quotidiana piuttosto caotica, entrava in un mondo più solido non appena apriva il pianoforte.

Allora non era più né deferente né condiscendente; né ribelle né schiva.

Il regno della musica non è il regno di questo mondo; accetta anche coloro che la raffinatezza, l'intelletto e la cultura hanno indistintamente rifiutato.

La persona comune si mette a suonare, e sale senza alcuno sforzo all'empireo, mentre noi restiamo a guardar su, meravigliandoci che sia riuscita a sfuggirci, e pensando a come la ameremmo, la adoreremmo, se solo traducesse le sue visioni in parole umane, e le sue esperienze in azioni umane.

Forse non può; di certo non lo fa, o lo fa molto di rado.

Lucy non l'aveva fatto mai.

Non era un"'exécutante" eccezionale; i suoi arpeggi non si sgranavano come fili di perle, e non azzeccava più note giuste di quanto fosse lecito aspettarsi da una persona della sua età e condizione.

Né apparteneva al novero delle fanciulle appassionate che suonano con piglio tragico nelle sere d'estate, con la finestra aperta.

La passione c'era, ma non si poteva facilmente etichettare; passava dall'amore all'odio alla gelosia, a tutto l'arredo dello stile pittorico.

E Lucy era tragica solo nel senso che era grande, perché amava suonare per la Vittoria.

Quale vittoria, e su che cosa - questo è più di quanto sappiano dirci le parole quotidiane.

Ma che alcune delle sonate di Beethoven siano state create in senso tragico, nessuno può negarlo; eppure possono esprimere trionfo o disperazione, a seconda della decisione dell'interprete, e Lucy aveva deciso che dovessero esprimere trionfo.

Un pomeriggio molto piovoso alla pensione Bertolini le permise di dedicarsi alla sua attività preferita, e dopo colazione aprì il piccolo pianoforte coperto da un drappo.

C'erano altre persone, intorno, e cominciarono subito a lodare la sua esecuzione, ma, quando capirono che non avrebbero ottenuto risposta, sciamarono nelle loro stanze, a scrivere diari, o a dormire.

Lucy non diede segno di accorgersi della presenza di Mister Emerson che cercava suo figlio, né di Miss Bartlett che cercava Miss Lavish, né di Miss Lavish che cercava il portasigarette.

Da vera musicista, era ebbra della pura sensazione delle note; erano come dita che carezzassero le sue; e col tatto, non solo col suono, arrivava ad attuare il suo desiderio.

Mister Beebe, che sedeva inosservato accanto alla finestra, meditò su quell'elemento privo di logica in Miss Honeychurch, e ricordò il momento in cui l'aveva scoperto, a Tunbridge Wells.

Era una di quelle occasioni mondane in cui le classi superiori decidono di intrattenere quelle inferiori.

Un pubblico rispettoso riempiva la sala, e le signore e i signori della parrocchia, sotto il patrocinio del vicario, cantavano, o recitavano, o imitavano lo schiocco del tappo di una bottiglia di champagne.

Tra i numeri in programma c'era "Miss Honeychurch al pianoforte.

Beethoven," e Mister Beebe si stava chiedendo se avrebbe eseguito "Adelaide" o la marcia da "Le rovine di Atene", quando la sua compostezza venne turbata dalle prime battute dell'Opera 111.

Restò con l'animo in sospeso per tutta la durata dell'introduzione, perché non si sa mai come intenda procedere l'esecutore fino a quando il ritmo non si fa più veloce.

Dal fragore del tema d'apertura capì che le cose stavano andando in modo davvero straordinario.

Negli accordi che preannunciano la conclusione sentì il martellare della vittoria.

Fu contento che l'esecutrice suonasse solo il primo movimento, perché non avrebbe potuto prestare attenzione alle intricate tortuosità di quello in nove sedicesimi.

Il pubblico applaudì, non meno rispettosamente.

Fu Mister Beebe, a batter per primo i piedi.

Era la sola cosa che si potesse fare.

Chi è quella giovane donna? chiese poi al vicario.

La cugina di una delle mie parrocchiane.

La scelta di questo numero non mi è sembrata delle più felici.

Di solito Beethoven è così semplice e immediato, nel messaggio, che mi sembra pura ostinazione scegliere un pezzo del genere, così come dire? - inquietante.

Vorrei che me la presentasse.

Ne sarà felicissima.

Lei e Miss Bartlett non hanno fatto che lodare il suo sermone.

Il mio sermone? esclamò Mister Beebe.

E perché mai l'hanno ascoltato? Lo capì quando venne presentato a Miss Honeychurch, che, senza lo sgabello del pianoforte, era semplicemente una giovane donna con una quantità di capelli scuri e un viso grazioso, pallido, dai lineamenti non ancora ben formati.

Adorava i concerti, adorava far visita alla cugina, adorava il caffè freddo e le meringhe.

Mister Beebe non dubitò che adorasse anche i suoi sermoni.

Ma prima di lasciare Tunbridge Wells, aveva fatto al vicario un'osservazione che ora ripeté a Lucy stessa, quando, abbassato il coperchio del pianoforte, si diresse verso di lui con aria sognante.

Se Miss Honeychurch deciderà di vivere come suona, sarà una cosa davvero eccitante... sia per noi sia per lei.

Lucy tornò subito alla vita di ogni giorno.

Oh, che strano! Qualcuno ha detto la stessa cosa a mia madre, e mia madre ha risposto che sperava non vivessi mai un duetto.

Mistress Honeychurch non ama la musica? Non le dispiace.

Ma detesta che ci si ecciti per qualche cosa; pensa che io esageri.

Crede... ma, non so proprio.

Una volta ho detto che preferivo il mio modo di suonare a quello di chiunque altro.

Non me l'hai mai perdonato.

Naturalmente, non volevo far le lodi di me stessa.

Volevo semplicemente dire che...

Naturalmente disse Mister Beebe, chiedendosi perché mai si desse la pena di spiegarglielo.

La musica... disse Lucy, come se stesse per enunciare un concetto universale.

Non riuscì a portare a termine la frase, e guardò con aria assente l'Italia sotto la pioggia.

La vita, nel Sud, manca di organizzazione, e il più bel paese d'Europa era ridotto a un ammasso informe di indumenti.

La strada e il fiume erano di un giallo sporco, il ponte di un grigio sporco, e le colline di un viola sporco.

Lassù, chissà dove, c'erano Miss Bartlett e Miss Lavish, che avevano scelto quel pomeriggio per visitare la Torre del Gallo.

 La musica...? ripeté Mister Beebe.

La povera Charlotte sarà fradicia fu la risposta di Lucy.

Una delle tipiche gite di Miss Bartlett, che sarebbe ritornata alla pensione infreddolita, stanca, affamata e angelica, con la sottana rovinata, il Baedeker ridotto alla poltiglia, e una tossetta stizzosa.

Quando invece il mondo intero cantava, e l'aria scendeva in gola come vino, Miss Bartlett si rifiutava di uscire dal salotto della pensione, dicendo che era troppo vecchia, una compagnia poco adatta a una ragazza esuberante come Lucy.

Miss Lavish ha rovinato sua cugina.

Si aspetta di scoprire la vera Italia sotto la pioggia, immagino.

Miss Lavish è così originale mormorò Lucy.

Quella era la frase di prammatica, nella pensione Bertolini, il massimo in fatto di definizioni.

Miss Lavish era così originale.

Mister Beebe aveva i suoi dubbi in proposito, ma se li avesse espressi sarebbero stati attribuiti alla ristrettezza tipicamente clericale delle sue vedute.

Per questa e altre ragioni, si trattenne dall'esprimerli.

E' vero continuò Lucy, con aria sgomenta, che Miss Lavish sta scrivendo un libro? Così dicono.

E che genere di libro? Un romanzo rispose Mister Beebe ambientato nell'Italia di oggi.

Se vuol saperne di più, le consiglio di rivolgersi a Miss Chaterine Alan, che è a sua volta maestra nell'uso delle parole, più di chiunque altro io conosca.

Vorrei che Miss Lavish me ne parlasse di persona.

Da principio eravamo molto amiche.

Ma non sarebbe dovuta scappar via col Baedeker, l'altra mattina a Santa Croce.

Charlotte si è molto irritata, nel trovarmi sola, e così anch'io non ho potuto fare a meno di irritarmi con Miss Lavish.

Le due signore, comunque, hanno fatto pace.

Mister Beebe era interessato al fatto che due persone apparentemente così diverse come Miss Bartlett e Miss Lavish avessero improvvisamente fatto amicizia.

Erano sempre insieme, e Lucy le seguiva, un po' in disparte.

Mister Beebe credeva di conoscere Miss Lavish, Miss Bartlett invece poteva rivelare insospettati abissi di stranezza, se non di significato.

Forse l'Italia la stava distogliendo dal ruolo di compassato chaperon che Mister Beebe le aveva assegnato a Tunbridge Wells.

Da una vita si divertiva a osservare le donne non sposate; erano la sua specialità, e la sua professione gli aveva offerto ampie possibilità di praticare quel passatempo.

Le ragazze come Lucy erano deliziose, da guardare, ma Mister Beebe, per ragioni profonde, manteneva un atteggiamento piuttosto gelido, nei confronti dell'altro sesso, e preferiva interessarsi alle donne, piuttosto che farsene affascinare.

Lucy disse, per la terza volta, che la povera Charlotte doveva essere fradicia.

L'Arno era in piena, stava cancellando le tracce dei carretti sul greto.

Ma verso sud-ovest apparve una foschia giallastra, che poteva significare un miglioramento, se non un peggioramento, del tempo.

Lucy aprì la finestra per guardare meglio, e una folata di aria fredda invase la stanza, strappando un'esclamazione di disappunto a Miss Catherine Alan, che proprio in quell'istante stava entrando dalla porta.

Oh, mia cara Miss Honeychurch, si prenderà un raffreddore, se non fa attenzione.

E c'è anche Mister Beebe.

Chi direbbe mai che questa è l'Italia? Mia sorella sta letteralmente abbracciata alla borsa dell'acqua calda.

Non ci sono altre comodità, altre misure contro il freddo.

Si avvicinò con fare esitante e si sedette, imbarazzata come sempre, quando entrava in una stanza dove c'era un uomo in compagnia di una donna.

Miss Honeychurch, lei è davvero bravissima! L'ho sentita suonare, anche se ero in camera mia con la porta chiusa.

Non si può fare a meno di chiuderle, le porte, in questo paese.

Nessuno ha la minima idea di cosa sia la privacy.

Ed è un atteggiamento contagioso.

Lucy trovò subito la risposta adeguata.

Mister Beebe invece non poteva certo raccontare alle signore dell'avventura che gli era successa a Modena, quando la cameriera era piombata in bagno mentre era nella vasca, e aveva esclamato allegramente: Oh, non fa niente, sono vecchia.

Si accontentò di dire: Sono d'accordo con lei, Miss Alan.

Gli italiani sono persone davvero sgradevoli.

Curiosano dappertutto, vedono tutto, e sanno cosa vogliamo prima ancora che lo sappiamo noi stessi.

Siamo alla loro mercè.

Leggono nei nostri pensieri, anticipano i nostri desideri.

Dai conducenti di carrozze fino a... fino a Giotto.

 Ci rivoltano come vestiti vecchi, e a me non piace.

Eppure nel profondo del cuore sono... così superficiali! Non hanno idea di cosa significhi vita intellettuale.

Ha proprio ragione la signora Bertolini, che l'altro giorno mi ha detto: "Oh, Mister Beebe, sapesse come mi preoccupo per l'educazione dei miei figli! Non sopporto che la mia piccola Victorier abbia per maestro un ignorante d'un italiano che non sa spiegarle un bel niente!".

Miss Alan non riuscì a seguire il discorso, ma capì di essere oggetto di una bonaria presa in giro.

Sua sorella era un po' delusa da Mister Beebe.

Si era aspettata di meglio, da un sacerdote con la testa calva e le basette color ruggine.

E in effetti, chi avrebbe potuto sospettare che quell'aspetto militante nascondesse tolleranza, comprensione e senso dell'umorismo? Ma malgrado la soddisfazione che provava, Miss Alan continuava ad agitarsi, e alla fine si capì perché.

L'anziana signorina estrasse da sotto il cuscino della poltrona un portasigarette di bronzo, sul quale spiccavano, in turchese, le iniziali E. L.

Questo appartiene a Lavish disse Mister Beebe.

Una degna persona, Lavish, ma preferirei che fumasse la pipa.

Oh, Mister Beebe disse Miss Alan, incerta tra sgomento e ilarità.

In effetti, anche se è orribile che fumi, non è poi così orribile come lei crede.

Ha cominciato, per disperazione, praticamente, dopo che il lavoro di tutta la sua vita è stato travolto da una frana.

Di certo questo scusa il suo comportamento.

Che cosa? chiese Lucy.

Mister Beebe si appoggiò con aria compiaciuta allo schienale della poltrona, e Miss Alan cominciò a raccontare: Si trattava di un romanzo... e temo, per quanto ne so, non precisamente raccomandabile.

E così triste che le persone dotate di talento finiscano col farne un cattivo uso, e devo dire che è quel che succede quasi sempre.

Comunque, Miss Lavish lasciò il suo romanzo, quasi finito, nella Grotta del Calvario dell'albergo dei Cappuccini, ad Amalfi, per andare a prendere un po' d'inchiostro.

Disse: "Posso avere dell'inchiostro, per favore?".

Ma sapete come sono gli italiani, e nel frattempo la Grotta franò con un boato sulla spiaggia, e la cosa più triste è che Miss Lavish non riesce a ricordare cos'avesse scritto.

Dopo l'accaduto, la poverina stette molto male, e così si lasciò tentare dalle sigarette.

E' un gran segreto, ma sono contenta di poter dire che ora sta scrivendo un nuovo romanzo.

L'altro giorno ha detto a Teresa e a Miss Pole di esser pronta, con il colore locale - il romanzo è ambientato nell'Italia di oggi, mentre l'altro era storico - ma di non poter cominciare a scrivere perché non aveva ancora un'idea.

Da principio è andata in cerca d'ispirazione a Perugia, poi è venuta qui... ma queste sono cose che devono restare assolutamente segrete.

E si è sempre dimostrata così allegra, nonostante tutto! Non posso fare a meno di pensare che ci si sia sempre qualcosa da ammirare, nelle persone, anche quando non si approva il loro comportamento.

Miss Alan esprimeva sempre opinioni caritatevoli come questa, nonostante in cuor suo giudicasse assai diversamente le cose.

Un pathos delicato profumava i suoi discorsi sconclusionati, conferiva loro una certa bellezza, come a volte succede che dai boschi morenti d'autunno si sprigioni una fragranza che ricorda la primavera.

Ebbe l'impressione di essere stata troppo accomodante, e si affrettò a scusarsi.

Nonostante questo, Miss Lavish è un po' troppo... non vorrei dire mascolina, ma di certo si è comportata in modo molto strano, quando sono arrivati gli Emerson.

Mister Beebe sorrise, quando Miss Alan si lanciò nel racconto di un aneddoto che di certo non sarebbe riuscita a portare a termine in presenza di un uomo.

Miss Honeychurch, non so se ha notato che Miss Pole, la signora con tutti quei capelli gialli, beve limonata.

Il vecchio Mister Emerson, che ha un modo così strano di dire le cose...

Tacque all'improvviso, con la bocca aperta.

Mister Beebe, che possedeva infinite risorse, nelle situazioni sociali, uscì per andare a ordinare il tè, e Miss Alan riprese a parlare in fretta, in un sussurro, rivolta a Lucy: Stomaco.

Mister Emerson mise in guardia Miss Pole contro l'acidità di stomaco, disse proprio così... e probabilmente voleva solo esser gentile.

Devo dire che per la sorpresa scoppiai a ridere.

Ma, come disse giustamente Teresa, non c'era niente da ridere.

Ma la cosa importante è che Miss Lavish sembrò apprezzare quel riferimento allo S., e disse che le piaceva sentir la gente parlar chiaro, e che era interessante conoscere i vari livelli di pensiero.

Credeva che gli Emerson fossero dei commessi viaggiatori - "piazzisti", li chiamò - e per tutta la durata del pranzo si affannò a dimostrare che l'Inghilterra, il nostro grande amato paese, si fondava esclusivamente sul commercio.

Teresa si irritò moltissimo e si alzò da tavola prima del formaggio, dicendo: "Ecco, Miss Lavish, chi meglio di me può confutare quello che lei dice".

E indicò quel bel ritratto di Lord Tennyson.

Allora Miss Lavish disse: "Uh! I primi vittoriani!".

Immagini la scena. "Uh! I primi vittoriani!" Mia sorella se n'era andata, nel frattempo, e così mi sentii in dovere di rispondere.

Dissi: "Miss Lavish, anch'io appartengo alla schiera dei primi vittoriani.

Nel senso che non sopporterò di sentir criticare la nostra beneamata regina".

Non poteva parlare in quel modo orribile.

Le ricordai che la regina si era sforzata di andare in Irlanda, senza averne la minima voglia, e devo dire che ammutolì, non rispose.

Ma purtroppo Mister Emerson aveva sentito l'ultima parte del mio discorso, e disse con la sua voce profonda: "Proprio così, proprio così! Apprezzo molto il fatto che quella donna sia andata in Irlanda".

Quella donna! Io non so raccontare bene; ma capirà che a questo punto eravamo tutti in un bell'impiccio, e questo per via di quell'osservazione sullo S. Ma non è tutto.

Dopo cena, Miss Lavish mi si avvicinò e disse: "Miss Alan, vado nel fumoir a parlare con quei due simpatici signori.

Venga anche lei".

Non ho bisogno di precisare che non accettai quell'invito così sconveniente, e lei ebbe l'impertinenza di dirmi che mi avrebbe fatto bene, che la loro conversazione avrebbe allargato le mie vedute.

Disse che i suoi quattro fratelli, tutti universitari tranne uno, che era nell'esercito, si facevano sempre un punto d'onore di conversare con i viaggiatori di commercio.

Permetta che la finisca io, la storia disse Mister Beebe, che era tornato.

Miss Lavish invitò tutti a seguirla, prima Miss Pole, poi me, e alla fine disse: "Va bene.

Andrò sola".

E andò.

Cinque minuti dopo tornò con una tavoletta di panno verde, e si mise a fare un solitario.

Cos'era successo? esclamò Lucy.

Nessuno lo sa.

Nessuno lo saprà mai.

Miss Lavish non oserà mai raccontarlo, e Mister Emerson non la considera una cosa degna di essere riferita.

Mister Beebe... il vecchio Mister Emerson è una brava persona, secondo lei? Vorrei tanto saperlo.

Mister Beebe rise, e le suggerì di risolvere la questione da sola.

E come? E' difficile.

A volte è proprio sciocco, e allora non voglio ascoltarlo.

Miss Alan, lei cosa ne pensa? E' una brava persona, Mister Emerson, secondo lei? La vecchia signorina scosse la testa, e lasciò andare un sospiro di disapprovazione.

Mister Beebe, assai divertito da quella conversazione, la incoraggiò dicendo: Credo proprio che lei non possa fare a meno di considerarlo una degna persona, Miss Alan, dopo quella faccenda delle viole.

Le viole? Oh, santo cielo! Chi le ha raccontato delle viole? Come fanno in fretta a girare, le voci! Le pensioni sono il posto ideale, per i pettegolezzi.

No, non posso dimenticare come si sono comportati con Mister Eager, a Santa Croce.

Oh, povera Miss Honeychurch! Dev'esser stato davvero imbarazzante, per lei! No, ho proprio cambiato opinione.

Gli Emerson non mi piacciono.

Non sono brave persone, decisamente.

Mister Beebe sorrise con noncuranza.

Aveva fatto del suo meglio per aiutare gli Emerson a inserirsi tra gli ospiti della pensione Bertolini, senza riuscirci.

Era praticamente l'unico a intrattenere rapporti amichevoli con loro.

Miss Lavish, che rappresentava l'intelletto, li trattava in modo palesemente ostile, e ora le Alan, che rappresentavano la buona educazione, avevano deciso di seguire il suo esempio.

Miss Bartlett, che non sopportava di dover loro della riconoscenza, li trattava in modo appena civile.

Il caso di Lucy era diverso.

Aveva fatto a Mister Beebe un resoconto confuso di quello che era successo a Santa Croce, e il sacerdote ne aveva dedotto che i due uomini avevano fatto un curioso tentativo, probabilmente di comune accordo, per accattivarsela, e mostrarle il mondo dal loro strano punto di vista, per coinvolgerla nei loro dolori e nelle loro gioie.

Un comportamento davvero sfacciato.

Mister Beebe non voleva che una ragazza così giovane prendesse le loro parti.

Preferiva che restassero nel loro isolamento.

Dopotutto, non sapeva niente di quei due, e le gioie delle pensioni, sono cose così fragili, transitorie.

Lucy invece sarebbe diventata una sua parrocchiana.Lucy, che continuava a tener d'occhio le condizioni del tempo, disse alla fine che secondo lei gli Emerson erano brave persone.

Non che li vedesse più.

Perfino a tavola, non sedeva più davanti a loro.

Ma non le fanno continuamente la posta per invitarla a uscir con loro, mia cara? disse Miss Alan, lanciandole un'occhiata indagatrice.

L'hanno fatto solo una volta.

A Charlotte non è piaciuto e così è intervenuta, in modo assai cortese, naturalmente.

Ben fatto.

Gli Emerson non capiscono il nostro comportamento.

Devono stare con persone del loro livello.

Mister Beebe aveva l'impressione che gli Emerson avessero deciso di lasciar perdere.

Avevano smesso - ammesso che avessero mai cominciato - di tentare di conquistare gli ospiti della pensione Bertolini, e ora il padre si era fatto quasi silenzioso quanto il figlio.

Si chiese se non fosse il caso di organizzare con loro una bella gita, prima che partissero - una gita con Lucy, magari, ben protetta, perché potesse esser gentile con loro senza dar luogo a equivoci.

Era uno dei maggiori piaceri di Mister Beebe, fare in modo che le persone conversassero dei ricordi felici.

Mentre chiacchieravano, era scesa la sera.

L'aria si fece più luminosa, i colori degli alberi e delle colline più nitidi, e l'Arno perse la sua fangosa solidità e cominciò a scintillare.

C'erano tracce di un celeste verdino, tra le nuvole, chiazze di luce acquosa sulla terra, poi la facciata grondante di San Miniato brillò in tutto il suo splendore nel sole morente.

E' troppo tardi, per andar fuori disse Miss Alan in tono di sollievo.

Ormai tutti i musei sono chiusi.

Io invece sto proprio pensando di uscire disse Lucy.

Voglio fare il giro della città col tram della circonvallazione... sulla piattaforma, vicino al conducente.

I suoi compagni assunsero un'espressione seria.

Mister Beebe, che si sentiva responsabile di lei in assenza di Miss Bartlett, si arrischiò a dire: Vorrei poterla accompagnare, ma ho delle lettere da scrivere.

Se decide di andare da sola, sarà meglio che vada a piedi.

Gli italiani, capisce, mia cara disse Miss Alan.

Forse incontrerò qualcuno capace di legger dentro di me! Ma gli altri due continuarono a guardarla con disapprovazione, e così Lucy, per non dispiacere a Mister Beebe, disse che avrebbe fatto solo una breve passeggiata, e che sarebbe rimasta nelle strade frequentate dai turisti.

In realtà non dovrebbe uscire affatto disse Mister Beebe, guardandola insieme a Miss Alan dalla finestra, e lo sa benissimo.

Troppo Beethoven, secondo me.

 

4.

QUARTO CAPITOLO.

Mister Beebe aveva ragione.

Lucy non capiva mai i propri desideri con tanta chiarezza come dopo aver suonato.

In realtà non le erano piaciuti né lo spirito del sacerdote né le cinguettanti insinuazioni di Miss Alan.

La conversazione la annoiava: Lucy voleva grandi cose, e pensava di poterle trovare sulla pensilina spazzata dal vento di un tram.

Non aveva però intenzione di salirci.

Una vera signora non l'avrebbe fatto.

Perché? Perché le grandi cose, per lo più, non si addicevano alle signore? Una volta Charlotte aveva cercato di spiegarglielo.

Non che le donne fossero inferiori agli uomini, erano semplicemente diverse.

La loro missione era di ispirare grandi cose agli altri, piuttosto che compierle di persona.

Indirettamente, facendo uso di un tatto innato, conservando immacolato il proprio nome, una donna poteva realizzare molte cose.

Ma se si fosse gettata nella mischia, sarebbe stata dapprima disapprovata, poi disprezzata e alla fine ignorata.

Per illustrare questo punto, erano state scritte perfino delle poesie.

Questa figura di donna medievale è sotto molti aspetti immortale.

I draghi non esistono più, e nemmeno i cavalieri, ma lei aleggia ancora tra di noi.

Ha regnato in molti castelli della prima epoca vittoriana, è stata la regina di molte canzoni dell'epoca.

E' bello, proteggerla nelle pause tra un affare e l'altro, è bello renderle onore quando ci prepara una buona cena.

Ma ahimè! Quella creatura va degenerando.

Nel suo cuore spuntano strani desideri.

Anche lei è innamorata della forza dei venti, dei vasti orizzonti e delle verdi distese del mare.

Anche lei ha guardato il mondo, ha visto com'è pieno di ricchezza, di bellezza, e di guerra - una crosta radiosa, costruita sopra il fuoco centrale, che ruota verso cieli in fuga.

Gli uomini si muovono gioiosamente sulla superficie, fanno piacevolissimi incontri con altri uomini, felici, non perché sono maschi, ma perché sono vivi.

E sostengono che è lei, a ispirarli a tutto questo.

Prima che la festa finisca, lei vorrebbe rinunciare al nobile titolo di Eterno Femminino, e parteciparvi con il proprio io transitorio.

Lucy non apprezza la donna medievale, che è semplicemente un ideale al quale le è stato ordinato di riferirsi quando si sente di umore grave.

Né sa come ribellarsi.

Ogni tanto una restrizione la irrita in modo particolare, la ignora, e magari si pente poi di averlo fatto.

Quel pomeriggio era particolarmente inquieta.

Le sarebbe davvero piaciuto far qualcosa che incorresse nella disapprovazione delle persone che volevano il suo bene.

Non potendo salire sul tram, decise di andare al negozio degli Alinari.

Comperò una riproduzione fotografica della "Nascita di Venere", del Botticelli.

Venere, purtroppo, sciupava l'effetto del quadro, per altri versi così bello, e Miss Bartlett l'aveva convinta a farne a meno. (Quel purtroppo, riferito all'arte, significava il nudo, naturalmente.) Comperò anche riproduzioni della "Tempesta" del Giorgione, dell'Idolino, di alcuni affreschi della Cappella Sistina, e dell'Apoxyomenos.

Poi, più tranquilla, aggiunse al resto l'"Incoronazione" del Beato Angelico, l'"Ascensione di San Giovanni" di Giotto, qualche putto dei Della Robbia, e qualche madonna di Guido Reni.

Perché non aveva un gusto preciso, e concedeva indistintamente la sua approvazione a tutti i nomi famosi.

Ma nonostante avesse speso quasi sette lire, i cancelli della libertà non volevano saperne di aprirsi.

Era conscia del proprio scontento, e quella coscienza le era nuova. "Il mondo" pensò "è davvero pieno di cose belle, se solo capitasse di incontrarle." Non c'era da meravigliarsi che Mistress Honeychurch disapprovasse la musica, e dichiarando che lasciava sempre sua figlia in uno stato di irritabilità, vaghezza e suscettibilità.

"Non mi succede mai niente" rifletté, entrando in Piazza della Signoria e contemplandone con indifferenza le meraviglie, ormai abbastanza familiari.

La grande piazza era in ombra.

Il sole era uscito troppo tardi, per illuminarla.

Nel crepuscolo, Nettuno aveva già un aspetto inconsistente, per metà dio, per metà fantasma, e la sua fontana zampillava sognante verso gli uomini e i satiri che insieme oziavano sui suoi bordi.

La Loggia sembrava il triplice ingresso di una caverna, dimora di molte divinità, indistinte ma immortali, che guardavano dall'alto l'andirivieni degli esseri umani.

Era l'ora dell'irrealtà - l'ora, cioè, in cui le cose inconsuete diventano reali.

Una persona di età più avanzata, a quell'ora e in quel posto, avrebbe magari pensato che quel che le stava succedendo era sufficiente, e si sarebbe sentita contenta.

Non Lucy.

Lucy desiderava di più.

Fissò con occhi pieni di quel desiderio la torre del palazzo, che spuntava dall'oscurità sottostante come una colonna di oro ruvido.

Non sembrava più una torre, non sembrava più sostenuta dalla terra: era come un tesoro irraggiungibile che pulsava nel cielo tranquillo.

Il suo splendore ipnotizzò Lucy, e l'immagine continuò a danzarle davanti agli occhi anche quando li riabbassò per avviarsi verso casa.

Poi accadde davvero qualcosa.

Davanti alla Loggia, due italiani stavano litigando per un debito.

Cinque lire gridavano, cinque lire! Vennero alle mani, e uno dei due ricevette un leggero colpo al petto.

Si accigliò, poi si sporse verso Lucy, con un'occhiata intensa, come se avesse qualcosa di

importante da dirle.

Aprì le labbra per parlare, e un fiotto di liquido rosso gli sgorgò dalla bocca e colò lungo il mento non rasato.

Fu tutto.

Una folla sbucò dal crepuscolo.

Nascose quello strano uomo alla vista di Lucy e lo trascinò verso la fontana.

Per caso Mister Emerson si trovava a pochi passi di distanza, e guardava Lucy, al di là del luogo in cui pochi istanti prima si trovava l'uomo.

Che straordinaria coincidenza.

Al di là di qualcosa! Lucy lo scorse, e in quell'istante la sua immagine si oscurò.

Anche il palazzo si oscurò, oscillò sopra di lei, le cadde addosso, dolcemente, lentamente, senza rumore, trascinandosi dietro il cielo.

Lucy pensò: "Oh, che cos'ho fatto?".

Oh, che cos'ho fatto? mormorò, e aprì gli occhi.

George Emerson la stava ancora guardando, ma non al di là di qualcosa.

Si era lamentata che non succedeva mai niente, ed ecco! un uomo pugnalato, e un altro che la teneva tra le braccia.

Erano seduti sui gradini del loggiato degli Uffizi.

Doveva averla portata a braccia fin lì.

Quando Lucy parlò, Mister Emerson si alzò e cominciò a spolverarsi i pantaloni.

Lucy ripeté: Oh, che cos'ho fatto? E' svenuta.

Mi... mi dispiace.

Come si sente, adesso? Benissimo... benissimo.

E cominciò ad annuire, a sorridere.

Allora andiamo a casa.

Non c'è ragione di star qui.

Le tese la mano per aiutarla ad alzarsi.

Lucy finse di non vederla.

Le grida che venivano dalla fontana - non erano mai cessate - risuonavano vuote.

Il mondo intero sembrava scialbo, e privo del significato originario.

E' stato davvero gentile! Avrei potuto farmi male, cadendo.

Ma ora sto bene.

Posso anche andar sola, grazie.

Lui le tendeva ancora la mano.

Oh, le mie fotografie! esclamò all'improvviso Lucy.

Quali fotografie? Ho comperato delle riproduzioni da Alinari.

Devo averle perse laggiù, nella piazza.

Gli lanciò un'occhiata cauta.

Vorrebbe farmi un'ulteriore cortesia oltre a quelle che mi ha già mostrato, e andarmele a prendere? Mister Emerson acconsentì a quell'ulteriore cortesia.

Non appena le ebbe voltato le spalle, Lucy si alzò con l'astuzia di una pazza e si allontanò furtiva sotto il loggiato, in direzione dell'Arno.

Miss Honeychurch! Lucy si fermò con una mano sul cuore.

Non si muova.

Non è in condizioni di andar sola.

La ringrazio, ma si sbaglia.

Se lo fosse, non avrebbe bisogno di allontanarsi di nascosto.

Ma preferirei...

Allora non andrò a prendere le fotografie.

Preferirei restar sola.

Lui disse in tono imperioso: Quell'uomo è morto... probabilmente.

Resti seduta fino a quando non si sarà riposata.

Lucy lo guardò sconcertata e ubbidì.

E non si muova finché non torno.

In lontananza, Lucy vide delle figure nere, incappucciate, come quelle dei sogni.

La torre del palazzo aveva perso il riverbero del giorno morente, e si era ricongiunta alla terra.

Cosa avrebbe dovuto dire a Mister Emerson, quando fosse tornato dalla piazza piena di ombre? Di nuovo quel pensiero: "Oh, che cos'ho fatto?" - il pensiero di avere anche lei, come l'uomo morente, attraversato qualche confine dello spirito.

Mister Emerson ritornò, e Lucy gli parlò dell'omicidio.

Stranamente, era un argomento facile.

Parlò del carattere degli italiani e, con fare quasi garrulo, dell'incidente che solo cinque minuti prima le aveva procurato uno svenimento.

Era forte, fisicamente, e superò presto l'orrore del sangue.

Si alzò senza aiuto, e anche se le sembrava di aver dentro un frullare di ali, si avviò con passo abbastanza fermo verso l'Arno.

Un conducente di carrozza fece loro segno di salire.

Rifiutarono.

E l'assassino ha cercato di baciarlo, lei dice - gente strana, gli italiani! - e si è consegnato alla polizia! Mister Beebe mi ha detto che gli italiani sanno tutto, ma io credo invece che siano piuttosto infantili.

Ieri, io e mia cugina eravamo a palazzo Pitti... cosa sta facendo? George Emerson aveva buttato qualcosa nel fiume.

Che cos'ha buttato via? Una cosa che non volevo disse lui, in tono brusco.

Mister Emerson! Cosa c'è? Dove sono le fotografie? Il giovane non rispose.

Ha buttato via le mie fotografie.

Non sapevo cosa farne esclamò il giovane, e la sua voce era quella di un ragazzo ansioso.

Per la prima volta, Lucy provò un moto di tenerezza nei suoi confronti.

Erano coperte di sangue.

Ecco! Sono contento di averglielo detto.

Non ho fatto che pensare a cosa dovevo farne, mentre parlavamo.

Indicò la corrente.

Sono andate.

Il fiume formava dei gorghi sotto il ponte.

Mi davano davvero fastidio... a volte si è proprio sciocchi... e così mi è sembrato meglio farle finire in mare...

Non so.

Forse voglio semplicemente dire che mi facevano paura.

Poi nel ragazzo si intravide l'uomo.

Perché è successo qualcosa di tremendo.

Devo affrontarlo senza confondermi.

Non è solo il fatto che un uomo sia morto.

Qualcosa avvertì Lucy di interromperlo.

E' successo qualcosa ripeté il giovane, e ho intenzione di scoprire cosa.

Mister Emerson...

Si girò verso di lei, accigliato, come se l'avesse disturbato in una ricerca astratta.

Vorrei chiederle una cosa, prima di entrare.

Erano quasi arrivati alla pensione.

Lucy si fermò e appoggiò i gomiti al parapetto dell'argine.

George la imitò.

C'è a volte un che di magico, nella posizione identica di due corpi.

E' una delle cose che ci hanno suggerito il concetto di eterna amicizia.

Lucy tolse i gomiti dal parapetto, prima di dire: Mi sono comportata in modo ridicolo.

Il giovane seguiva i propri pensieri.

Non mi sono mai vergognata tanto in vita mia.

Non capisco cosa mi sia successo.

Sono quasi svenuto anch'io disse George.

Ma Lucy sentì che il suo atteggiamento lo disgustava.

Be', le devo mille scuse.

Oh. non importa.

E poi... è questa la cosa importante... lo sa com'è sciocca la gente... specialmente le signore, temo... non fanno che spettegolare... capisce cosa voglio dire, no? Temo di no.

Voglio dire, le dispiacerebbe non far parola ad alcuno di quello che è successo, della mia stupida condotta? La sua condotta.

Oh sì, certo... certo.

La ringrazio davvero.

E le dispiacerebbe...

Non riuscì a portare a termine la domanda.

Il fiume scorreva impetuoso sotto di loro, quasi nero nella notte incombente.

Emerson aveva gettato in acqua le sue fotografie, e poi gliene aveva spiegato la ragione.

Pensò all'improvviso che era inutile ricercare un atteggiamento cavalleresco in un uomo del genere.

Non l'avrebbe danneggiata con sciocchi pettegolezzi.

Era degno di fiducia, intelligente, perfino gentile.Forse la teneva anche in grande considerazione.

Ma mancava completamente di cavalleria.

I suoi pensieri, le sue azioni, nessun timore poteva influenzarle.

Era inutile dirgli: Le dispiacerebbe... e sperar che finisse la frase da solo, distogliendo lo sguardo dalla sua nudità come il cavaliere di quel bellissimo quadro.

L'aveva tenuta tra le braccia, e lo ricordava, proprio come ricordava il sangue sulle fotografie che lei aveva comperato da Alinari.

Non era solo il fatto che un uomo fosse morto.

Qualcos'altro era successo ai vivi: erano arrivati al punto in cui si rivelano i caratteri, in cui l'Infanzia imbocca i sentieri divergenti della Giovinezza.

Be', la ringrazio infinitamente ripeté Lucy.

Come succedono in fretta, le cose straordinarie, e poi si torna alla vita di sempre! Non io.

L'ansia la spinse a chiedergli cosa volesse dire.

La risposta fu sconcertante: D'ora in poi voglio vivere, io.

Ma perché, Mister Emerson? Cosa vuole dire? Voglio vivere, ho detto.

Lucy riappoggiò i gomiti al parapetto e contemplò l'Arno, il cui fragore evocò alle sue orecchie un'inaspettata melodia.

 

 

5.

POSSIBILITA' DI UNA GITA PIACEVOLE.

C'era un detto, nella famiglia Honeychurch: "Non si sa mai come la prenderà Charlotte".

Miss Bartlett ascoltò con calma e buon senso il racconto dell'avventura di Lucy, debitamente censurato, lo trovò soddisfacente, e rese il dovuto omaggio alla cortesia di Mister George Emerson.

Anche lei e Miss Lavish avevano avuto un'avventura.

Di ritorno dalla gita, erano state fermate al "dazio", e i giovani funzionari. insolenti e "désoeuvré", avevano tentato di perquisire le loro borsette.

Sarebbe potuta finire in modo assai sgradevole.

Fortunatamente Miss Lavish sapeva cavarsela in qualunque circostanza.

Bene o male che fosse, Lucy venne lasciata sola con il suo problema.

Nessuno dei suoi amici l'aveva vista, nella piazza, né più tardi, lungo l'Arno.

In realtà Mister Beebe, accorgendosi dei suoi occhi turbati, a pranzo, aveva ripetuto tra sé e sé: Troppo Beethoven.

Ma sospettava semplicemente che fosse pronta per un'avventura, non che l'avesse già vissuta.

Quella solitudine opprimeva Lucy, che era abituata a sentir confermare, o perlomeno contraddire, le proprie idee da altre persone.

Era davvero terribile non sapere se quello che pensava era giusto o sbagliato.

La mattina dopo, a colazione, fece un passo decisivo.

Doveva scegliere tra due proposte.

Mister Beebe aveva intenzione di andar su alla Torre del Gallo in compagnia di Emerson e di alcune signore americane.

Volevano Miss Bartlett e Miss Honeychurch unirsi alla comitiva? Charlotte, da parte sua, declinò l'invito.

Aveva già visto la Torre del Gallo il giorno prima, sotto la pioggia.

Ma pensava che fosse una buonissima occasione per Lucy, che odiava far compere, cambiar soldi, imbucare lettere, tutta una serie di altre noiose commissioni che Miss Bartlett doveva assolutamente sbrigare quella mattina, e per le quali non avrebbe avuto bisogno di aiuto.

No, Charlotte! esclamò la ragazza, con sincero calore.

E' molto gentile, da parte di Mister Beebe, ma io preferisco venire con te.

Davvero.

Molto bene, mia cara disse Miss Bartlett, e il leggero rossore di piacere che le salì alle guance inondò quelle di Lucy di una vampata più cupa, di vergogna.

La sua condotta nei confronti di Charlotte era davvero abominevole, in quella circostanza come sempre.

Ma ora le cose sarebbero cambiate Avrebbe dedicato la mattinata a usarle gentilezze.

Prese sotto braccio la cugina e si avviarono sul Lungarno.

Quella mattina il fiume era un leone, per forza, voce e colore.

Miss Bartlett insisté per appoggiarsi al parapetto a guardarlo.

Poi fece il solito commento: Come vorrei che anche tua madre e Freddy potessero godere di questo spettacolo! Lucy si agitò con impazienza.

Era seccante che Charlotte si fosse fermata proprio nel punto in cui si era fermata lei il giorno prima.

Guarda, Lucy! Oh, ma tu stai aspettando la comitiva di Torre del Gallo.

Lo sapevo che ti saresti pentita di non aver accettato l'invito.

Anche se non si era trattato di una rinuncia da poco, Lucy non era affatto pentita.

Il giorno prima erano successe cose molto strane, confuse, del tipo che è difficile mettere sulla carta, e aveva la sensazione che Charlotte e le sue compere fossero preferibili a George Emerson e alla Torre del Gallo.

Dato che non riusciva a districare il groviglio degli avvenimenti, era meglio non andarcisi a cacciare di nuovo.

Poté quindi protestare con tutta sincerità contro le insinuazioni di Miss Bartlett.

Ma, nonostante fosse riuscita a evitare l'attore protagonista, rimaneva purtroppo lo scenario.

Charlotte, con l'aiuto del destino, la condusse dal fiume a Piazza della Signoria.

Lucy non avrebbe mai creduto che alcune pietre, una loggia, una fontana, la torre di un palazzo, potessero assumere un significato così sconvolgente.

Per un attimo capì la natura dei fantasmi.

Il luogo preciso dell'assassinio era occupato, non da un fantasma, ma da Miss Lavish, con il giornale del mattino in mano.

Le salutò tutta eccitata.

L'orribile catastrofe del giorno prima le aveva dato un'idea che pensava di poter utilizzare in un libro.

Oh, lasci che mi congratuli con lei, Miss Lavish! disse Miss Bartlett.

Era così disperata, ieri! Che bella cosa! Ah! Miss Honeychurch, venga qui! Sono davvero fortunata.

Ora, deve assolutamente dirmi tutto quello che ha visto, dall'inizio.

Lucy tormentava il lastricato con la punta del parasole.

O forse preferirebbe non parlarne? Mi dispiace... se potesse fare a meno del mio aiuto, preferirei davvero non parlarne.

Le due signorine più anziane si scambiarono un'occhiata, ma non di disapprovazione.

Era giusto che una ragazza provasse emozioni tanto intense.

Ma sono io che devo scusarmi disse Miss Lavish.

Noi letterati da strapazzo non abbiamo il minimo pudore.

Non c'è segreto dell'animo umano che esiteremmo a carpire.

Marciò con piglio allegro fino alla fontana, e tornò indietro per fare qualche calcolo realistico.

Poi disse che era lì, nella piazza, dalle otto del mattino, a raccoglier dati.

Parecchio di quel materiale non le sarebbe servito, ma naturalmente c'erano sempre degli adattamenti da fare.

I due uomini avevano litigato per un biglietto da cinque lire.

Al posto del biglietto da cinque lire, lei avrebbe messo una fanciulla, un espediente che avrebbe alzato il tono della tragedia, e al tempo stesso sarebbe servito da spunto per un'eccellente trama.

Come si chiama l'eroina? chiese Miss Bartlett.

Leonora disse Miss Lavish, che si chiamava Eleanor.

Spero che sia una brava ragazza.

Miss Lavish avrebbe tenuto conto di quel desiderio.

E la trama? Com'è la trama? Amore, morte, rapimento, vendetta, ecco la trama.

Venne tutto fuori mentre la fontana zampillava sui satiri, nel sole del mattino.

Spero che mi perdonerete, se vi affliggo con i miei progetti concluse Miss Lavish.

E' una tale tentazione, parlare con gente comprensiva.

Naturalmente, questa è soltanto una traccia.

Ci sarà molto colore locale, descrizioni di Firenze e dei dintorni, e ci metterò anche qualche personaggio comico.

E mi sembra giusto avvertirvi: intendo essere spietata, con i turisti inglesi.

Oh, perfida donna! esclamò Miss Bartlett.

Sono certa che sta pensando agli Emerson.

Miss Lavish fece un sorriso machiavellico.

Confesso che in Italia le mie simpatie non vanno ai miei connazionali.

Sono gli italiani, a interessarmi, e non intendo trascurarli anch'io.

Dipingerò le loro vite con tutta l'abilità di cui sono capace.

Perché non mi stancherò mai di ripeterlo, l'ho sempre sostenuto, con tutte le mie forze: una tragedia come quella di ieri non è meno tragica solo perché le vite che sconvolge sono umili.

Il discorso di Miss Lavish venne accolto da un adeguato silenzio.

Poi le due cugine le augurarono ogni successo nel lavoro che stava per intraprendere e si allontanarono lentamente, attraverso la piazza.

Miss Lavish è quella che io considero una donna intelligente disse Miss Bartlett.

Quell'ultima osservazione mi è sembrata così vera.

Sarà un romanzo davvero commovente.

Lucy assentì.

Al momento, la sua principale preoccupazione era di evitare di finirci, nel romanzo di Miss Lavish.

Quella mattina le sue percezioni erano stranamente acute, e temeva che Miss Lavish la stesse studiando come possibile modello per l'"ingénue".

E' una donna emancipata, ma nel senso migliore del termine continuò lentamente Miss Bartlett.

Solo le persone superficiali possono trovar scandaloso il suo comportamento.

Ieri abbiamo parlato a lungo.

Miss Lavish crede nella giustizia, nella verità e nell'interesse umano.

Mi ha detto anche di avere un'alta opinione del destino della donna...

Mister Eager! Ma che piacere! Che bella sorpresa! Oh, non è una sorpresa per me disse affabilmente il cappellano.

E' da un po' che vi osservo.

Abbiamo chiacchierato un po' con Miss Lavish.

Mister Eager aggrottò la fronte.

Ho visto, infatti.

Stavate chiacchierando. "Andate via! Sono occupato!" Le ultime parole erano dirette a un venditore ambulante di fotografie panoramiche che si stava avvicinando con un sorriso cortese sulle labbra.

Se permettete, vorrei farvi una proposta.

Acconsentireste, uno di questi giorni, ad accompagnarmi in una gita...

una gita sulle colline? Potremmo salire fino a Fiesole, e tornar giù per Settignano.

C'è un punto della strada dove si può scendere e fare una passeggiata di un'ora tra le colline.

Da lassù il panorama di Firenze è davvero incantevole... molto più bello che non quello stereotipato che si gode da Fiesole.

E' lo stesso che Alessio Baldovinetti ama introdurre nei suoi quadri.

Decisamente quell'uomo aveva il senso del paesaggio.

Decisamente.

Ma chi lo guarda più, il paesaggio, al giorno d'oggi? Ah, il mondo è troppo, per noi.

Miss Bartlett non aveva mai sentito parlare di Alessio Baldovinetti, ma sapeva che Mister Eager non era un cappellano qualunque.

Faceva parte della colonia di inglesi che avevano eletto Firenze a residenza fissa.

Conosceva le persone che non giravano mai col Baedeker, che avevano imparato a far la siesta dopo pranzo, che facevano gite delle quali i clienti delle pensioni non avevano nemmeno idea, e che potevano, grazie alle loro conoscenze, visitare gallerie private chiuse agli altri.

Vivevano in delizioso isolamento, alcuni in appartamenti ammobiliati, altri in ville rinascimentali sulle pendici di Fiesole, e leggevano, scrivevano, studiavano, si scambiavano idee.

Arrivavano così a quell'ultima conoscenza, o meglio, percezione, di Firenze, negata a tutti coloro che giravano con i coupons di Cook in tasca.

Un invito del cappellano era quindi una cosa di cui andare orgogliosi.

Mister Eager si trovava sovente a fare da unico collegamento tra i due settori del suo gregge, ed era sua dichiarata abitudine scegliere tra le pecorelle migratrici quelle degne di attenzione, e conceder loro alcune ore nel pascolo delle pecorelle permanenti.

Il tè in una villa del Rinascimento? Non si era ancora parlato di niente del genere.

Ma se si fosse arrivati a tanto - come si sarebbe divertita Lucy! Soltanto qualche giorno prima Lucy sarebbe stata di questa opinione.

Ma ora le gioie della vita si stavano concretizzando in modo diverso.

Una gita sulle colline con Mister Eager e Miss Bartlett - seppure culminante in un tè a casa dei residenti non era più la massima delle sue aspirazioni.

Fece eco in tono un po' tiepido alle esclamazioni estatiche di Charlotte.

Solo quando venne a sapere che anche Mister Beebe avrebbe fatto parte della comitiva, i suoi ringraziamenti si fecero più sinceri.

Allora formeremo "une partie carrée" disse il cappellano.

In questi giorni di agitazione e affanno abbiamo un grande bisogno della campagna e del suo messaggio di purezza. "Andate via! Andate presto, presto"! Ah, la città! Per quanto bella, resta sempre la città.

Le due donne si affrettarono ad assentire.

Proprio in questa piazza - mi hanno detto - ha avuto luogo ieri la più sordida delle tragedie.

Per chi ama la Firenze di Dante e Savonarola c'è qualcosa di funesto, in una simile profanazione - di funesto e di umiliante.

Umiliante davvero disse Miss Bartlett.

Per caso Miss Honeychurch si è trovata a passare proprio mentre accadeva la tragedia.

Non sopporta nemmeno di parlarne.

Lanciò a Lucy un'occhiata piena di orgoglio.

E com'è potuta succedere una cosa simile? chiese il cappellano con fare paterno.

A questa domanda, il liberalismo di recente acquisito da Miss Bartlett si dileguò.

Non se la prenda con lei, Mister Eager, la prego.

La colpa è mia.

L'ho lasciata uscir sola.

Quindi era qui tutta sola, Miss Honeychurch? C'era un tono di indulgente rimprovero, nella voce del cappellano, che al tempo stesso però sembrava suggerire che qualche particolare raccapricciante non sarebbe stato sgradito.

La bella faccia scura si chinò verso Lucy con fare lugubre per cogliere la risposta.

Praticamente.

Una delle nostre conoscenze alla pensione l'ha gentilmente accompagnata a casa disse Miss Bartlett, nascondendo astutamente il sesso del soccoritore.

Dev'esser stata una terribile esperienza anche per l'altra signora.

Spero che nessuna delle due fosse... spero che il fatto non sia successo nelle vostre immediate vicinanze.

Delle tante cose che Lucy notava quel giorno, una delle più straordinarie era questa: il macabro interesse che le persone rispettabili nutrono per i fatti di sangue.

George Emerson aveva invece mantenuto un atteggiamento eccezionalmente puro.

E' morto vicino alla fontana, credo fu la risposta.E lei e la sua amica...

Eravamo vicino alla Loggia.

Questo deve avervi risparmiato.

Naturalmente lei non ha visto le deprecabili illustrazioni che la stampa scandalistica...

Quest'uomo è un seccatore di professione.

Sa benissimo che risiedo a Firenze, ma continua a infastidirmi perché comperi le sue volgari fotografie.

Senza dubbio il venditore di fotografie aveva deciso di far comunella con Lucy - l'eterna comunella dell'Italia con i giovani.

All'improvviso aveva aperto l'album davanti a Miss Bartlett e Mister Eager, unendo le loro mani con un lungo nastro luccicante di chiese, quadri e vedute.

Questo è troppo! esclamò il cappellano, dando un colpo, con gesto petulante, a uno degli angeli del Beato Angelico.

L'angelo si strappò.

Il venditore emise uno strillo acuto.

La merce, evidentemente, aveva molto più valore di quanto si potesse supporre.

Comprerei volentieri... cominciò Miss Bartlett.

Lo ignori disse Mister Eager in tono aspro, e si allontanarono in fretta dalla piazza.

Ma non è facile ignorare un italiano, soprattutto quando ha qualcosa di cui lagnarsi.

La misteriosa persecuzione nei confronti del cappellano si fece implacabile.

L'aria risuonava delle sue lamentele e delle sue minacce.

Si appellò a Lucy: non voleva intercedere per lui? Era povero, aveva famiglia, c'era la tassa sul pane.

Non cedette, continuò a lamentarsi, venne ricompensato, si ritenne insoddisfatto, non li lasciò in pace fino a quando non ebbe svuotato la loro mente da ogni pensiero, gradevole o meno.

Poi si passò alle compere.

Con la guida del cappellano, le signore scelsero una serie di orribili regali e souvenir - cornicette vistose che sembravano fatte di pasta dorata; altre cornicette, più austere, di quercia scolpita; un sottomano di cartapecora; un Dante dello stesso materiale; alcune spille in mosaico, da poco prezzo, che a Natale le cameriere avrebbero prese per buone; spilli, vasi, piattini ornati di uno stemma, riproduzioni artistiche color seppia; Eros e Psiche in alabastro; un San Pietro che faceva da pendant - tutta roba che a Londra sarebbe costata meno.

Quella proficua mattinata non lasciò a Lucy impressioni piacevoli.

Sia Miss Lavish sia Mister Eager l'avevano un po' spaventata, non sapeva perché.

E stranamente, nel momento in cui aveva avuto paura di loro, aveva anche smesso di rispettarli.

Dubitava che Miss Lavish fosse una grande scrittrice.

Dubitava che Mister Eager fosse quel modello di rispettabilità e cultura che le avevano decantato.

Erano stati sottoposti a una prova inconsueta, e non l'avevano superata.

Quanto a Charlotte - quanto a Charlotte, era esattamente la stessa.

Forse era possibile esser gentili con lei, volerle bene no.Il figlio di un operaio, lo so con certezza.

E anche lui faceva il meccanico, o qualcosa del genere, da giovane.

Poi ha cominciato a scrivere per la stampa socialista.

L'ho conosciuto a Brixton.

Stavano parlando degli Emerson.

E' incredibile come sia facile elevarsi socialmente, di questi tempi! sospirò Miss Bartlett, gingillandosi con un modellino della Torre di Pisa.

Di solito rispose Mister Eager non si può far a meno di provar simpatia per il successo di persone del genere.

Il desiderio di miglioramento culturale e sociale... è una cosa non del tutto spregevole.

Ci sono dei lavoratori che vedrei molto volentieri qui a Firenze... anche se non saprebbero apprezzarla come si deve.

Ora fa il giornalista? chiese Miss Bartlett.

No.

Ha fatto un buon matrimonio.

Pronunciò quella frase in tono eloquente, e la finì con un sospiro.

Oh, allora ha una moglie.

Morta, Miss Bartlett, morta.

Mi chiedo... sì, mi chiedo come possa avere la sfrontatezza di guardarmi in faccia, di vantare una conoscenza con me.

Molto tempo fa abitava nella mia parrocchia, a Londra.

L'altro giorno, quando l'ho incontrato a Santa Croce con Miss Honeychurch, l'ho trattato freddamente.

Stia attento a non provocarmi, perché potrebbe capitargli di peggio.

Che cosa? esclamò Lucy, arrossendo.

Di esser smascherato! sibilò Mister Eager.

Tentò di cambiare argomento, ma se con quell'esclamazione drammatica aveva segnato un punto a proprio vantaggio, aveva anche destato l'interesse delle due signore più di quanto avesse inteso fare.

Miss Bartlett era piena di una curiosità molto naturale.

Lucy, che per altro desiderava di non vedere mai più gli Emerson, non era disposta a condannarli sulla base di una sola parola.

Lei vuol dire chiese che è un uomo senza religione? Lo sappiamo di già.

Lucy cara... disse Miss Bartlett, in tono di leggera disapprovazione per la perspicacia della cugina.

Mi meraviglierebbe molto, che sapeste tutto.

Del ragazzo... un bambino innocente, a quei tempi... non dirò nulla.

Dio solo sa cosa possano averne fatto l'educazione ricevuta e i caratteri ereditari.

Forse disse Miss Bartlett si tratta di una storia che sarebbe meglio non sapere.

Per parlar chiaro disse Mister Eager, sì, sarebbe meglio.

Non voglio aggiungere altro.

Per la prima volta - per la prima volta in vita sua, i pensieri ribelli di Lucy si trasformarono in parole.

Ha detto molto poco.

Era mia intenzione, dire molto poco fu la gelida risposta.

Lanciò un'occhiata indignata alla ragazza, che la sostenne con uguale indignazione.

Voltò le spalle al banco del negozio per guardarlo in faccia.

Ansimava per l'emozione.

Mister Eager osservò la sua espressione accigliata, e l'improvvisa forza con cui aveva stretto le labbra.

Era intollerabile che non gli credesse.

Si tratta di assassinio, se proprio vuol saperlo esclamò con rabbia.

Quell'uomo ha assassinato la moglie! E come? ribatté Lucy.

L'ha praticamente assassinata.

Quel giorno a Santa Croce... le hanno detto qualcosa contro di me? Non una parola, Mister Eager... non una sola parola.

Oh, pensavo che avrebbero cercato di diffamarmi.

Ma immagino che sia solo il loro fascino personale, a spingerla a difenderli.

Non li sto difendendo disse Lucy, perdendo ogni coraggio e ricadendo nei vecchi metodi caotici.

Non sono niente, per me.

Come ha potuto pensare che li stesse difendendo? disse Miss Bartlett, molto contrariata da quella spiacevole scenata.

Probabilmente il commesso stava ascoltando.Le sarebbe assai difficile.

Perché quell'uomo ha assassinato sua moglie, al cospetto di Dio.

Quell'aggiunta di Dio fu sensazionale.

Ma il cappellano stava in realtà tentando di mitigare una dichiarazione azzardata.

Seguì una pausa di silenzio, che avrebbe potuto esser solenne, ma fu semplicemente imbarazzante.

Poi Miss Bartlett si affrettò a comperare la Torre Pendente, e uscì per prima in strada.

Devo andare disse Mister Eager, chiudendo gli occhi e tirando fuori l'orologio.

Miss Bartlett lo ringraziò per la sua gentilezza, e parlò con entusiasmo della gita che avrebbero fatto insieme.

La gita? Oh, ma allora la faremo, la nostra gita? Lucy ricordò le regole della buona educazione, e con un po' di sforzo riuscì a ripristinare la benevolenza di Mister Eager.

Bella cosa, questa gita! esclamò la ragazza non appena il cappellano se ne fu andato.

E' proprio la stessa che avevamo progettato con Mister Beebe senza tante storie.

Perché mai deve invitarci in questo modo assurdo? Avremmo potuto far noi la stessa cosa.

Dato che ognuno paga per sé.

Miss Bartlett, che aveva avuto intenzione di commentare la scandalosa storia degli Emerson, a quest'osservazione cambiò improvvisamente il corso dei propri pensieri.

Se è davvero così, mia cara... se davvero la gita che noi e Mister Beebe dobbiamo fare con Mister Eager è la stessa che avremmo dovuto fare con Mister.

Beebe, allora prevedo un bel pasticcio.

E perché? Perché Mister Beebe ha invitato anche Eleanor Lavish.

Questo significa che dovremo prendere due carrozze.

Molto peggio.

Mister Eager detesta Eleanor.

E lei lo sa.

Bisogna dire la verità: lei è troppo anticonformista per i suoi gusti.

Si trovavano nella sala dei giornali della banca inglese.

Lucy, ritta accanto al tavolo centrale, dimentica di "Punch" e di "Graphic", cercava di rispondere alle domande che le si agitavano nel cervello, o quantomeno di formularle con maggiore chiarezza.

Il mondo che conosceva si era frantumato, e ne emergeva Firenze, una magica città in cui la gente pensava e faceva le cose più incredibili.

Assassinio, accuse di assassinio, una ragazza per bene che si schierava dalla parte di un uomo e ne offendeva un altro - erano queste le cose che avvenivano quotidianamente nelle sue strade? C'era forse, nella sua chiara bellezza, qualcosa di più di quanto apparisse - il potere, forse, di evocare passioni, buone e cattive, e di portarle velocemente a compimento? Beata Charlotte, che si preoccupava enormemente di cose da poco e sembrava invece dimentica di quelle importanti; che riusciva con ammirevole delicatezza a far congetture su "dove si sarebbe andati a finire", ma sembrava perder di vista la meta man mano che si avvicinava! Ora si era acquattata in un angolo e tentava di estrarre una lettera di credito da una specie di sacchetto del foraggio che portava appeso al collo, castamente nascosto dentro la scollatura.

Le avevano detto che quello era l'unico modo sicuro di custodire il denaro in Italia.

Bisognava tirarlo fuori solo tra le pareti della banca inglese.

Mentre si affannava a slegarlo, mormorò: Che sia stato Mister Beebe a dimenticare di avvertire Mister Eager, o Mister Eager a dimenticare di informarcene, o che entrambi abbiano deciso tra di loro di lasciar fuori Eleanor... ma questo stento a crederlo... dobbiamo in ogni caso esser preparate.

E' te che vogliono veramente.

Io vengo invitata solo per salvare le apparenze.

Così tu andrai coi due uomini, e io e Eleanor vi seguiremo in un'altra carrozza.

Basterà una carrozza con un solo cavallo.

Ma che cosa complicata, però!.

Davvero rispose la ragazza, in tono grave, una gravità che suggeriva comprensione.

Cosa ne pensi? chiese Miss Bartlett, rossa in faccia per lo sforzo riallacciandosi il vestito.

Non so cosa pensare, e non so cosa voglio.

Oh cielo, Lucy! Spero che Firenze non ti stia venendo a noia.

Non hai che da dirlo, e ti accompagnerò all'altro capo del mondo domani stesso. Lo sai.

Grazie, Charlotte disse Lucy, e meditò sull'offerta.

C'era posta per lei, al bureau - una lettera di suo fratello, piena di atletica e biologia, e una di sua madre, deliziosa come erano solo le lettere di sua madre.

Lucy lesse dei crochi, che erano stati comperati per gialli e invece spuntavano viola; della nuova cameriera, che aveva innaffiato le felci con essenza di limonata; dei villini gemelli che stavano rovinando Summer Street e spezzando il cuore di Sir Harry Otway.

Ricordò la vita libera e piacevole che conduceva a casa, dove le era permesso di fare qualunque cosa volesse, e dove non le succedeva mai niente.

La strada che saliva su tra i pini, il salotto lindo e ordinato, la veduta sul Weald del Sussex - tutte queste cose le apparvero davanti vivide e luminose, ma patetiche come i quadri di un museo al quale il viaggiatore ritorna dopo molte altre esperienze.

Cosa dice la mamma? chiese Miss Bartlett.

Mistress Vyse e suo figlio sono partiti per Roma disse Lucy dando alla cugina la notizia che le interessava di meno.

Conosci i Vyse, no? Oh, no, non passiamo da questa parte.

Non se ne ha mai abbastanza, della cara Piazza della Signoria.

Sono gente simpatica, i Vyse.

Così intelligenti... quelle che io considero persone davvero intelligenti.

Non hai anche tu una gran voglia di andare a Roma? Muoio dalla voglia! Piazza della Signoria è di pietra, troppo severa per essere brillante.

Non ha erba, non ha fiori, non ha affreschi, non ha muri di marmo scintillante né consolanti macchie di mattoni rossi.

Per una strana coincidenza - a meno che si voglia credere nella presenza di un genio del luogo - le statue che ne attenuano la severità rappresentano non l'innocenza dell'infanzia, non il delizioso stupore della giovinezza, ma le azioni consapevoli della maturità.

Perseo e Giuditta, Ercole e Tusnelda, hanno tutti fatto e sofferto qualcosa e, pur essendo immortali, hanno raggiunto l'immortalità solo dopo l'esperienza non prima.

Anche qui, non solo nella solitudine della Natura, un eroe potrebbe incontrare una dea, o un'eroina un dio.

Charlotte! esclamò Lucy all'improvviso.

Mi è venuta un'idea.

Che ne diresti di andar via, di andar dritte a Roma, domani... all'albergo dei Vyse? Ora so cosa voglio.

Non ne posso più di Firenze.

E tu hai detto che mi avresti accompagnata in capo al mondo! Andiamo! Andiamo! Miss Bartlett, con eguale vivacità, rispose: Oh, come sei buffa, Lucy! E dimmi, cosa ne sarebbe della nostra gita sulle colline? Attraversarono insieme la scarna bellezza della piazza, ridendo di quella irrealizzabile proposta.

 

 

6.

IL REVERENDO ARTHUR BEEBE, IL REVERENDO CUTHBERT EAGER, MISTER EMERSON, MISTER GEORGE EMERSON, MISS ELEANOR LAVISH, MISS CHARLOTTE BARTLETT E MISS LUCY HONEYCHURCH FANNO UNA GITA IN CARROZZA SULLE COLLINE PER CONTEMPLARE IL PANORAMA; I CONDUCENTI DELLE VETTURE SONO ITALIANI.

Fu Fetonte a condurli a Fiesole in quel giorno memorabile, un giovane tutto fuoco e irresponsabilità, che spronava spietatamente i cavalli del suo padrone su per la collina sassosa.

Mister Beebe lo riconobbe subito.

L'età della Fede e l'età del Dubbio non l'avevano mai sfiorato; era Fetonte in Toscana, e guidava una carrozza.

E fu Persefone che chiese di prender su lungo la via, dicendo che quella era sua sorella - Persefone, alta, snella e pallida, che ritornava con la primavera alla casa di sua madre, coprendosi gli occhi ancora disabituati alla luce.

Mister Eager fece obiezioni alla sua presenza, sostenendo che in quel modo non si sapeva dove si sarebbe andati a finire, e che bisognava stare in guardia contro la prepotenza.

Ma le signore intercedettero per lei, e, una volta chiarito che si trattava di un grandissimo favore, venne concesso alla dea di salire accanto al dio.

Fetonte le fece subito scivolare la redine di sinistra sopra la testa, per poter guidare tenendole un braccio intorno alla vita.

Lei fece finta di nulla.

Mister Eager, che dava la schiena ai cavalli, non si accorse di quella condotta indecorosa, e continuò a conversare con Lucy.

Gli altri due passeggeri della carrozza erano il vecchio Mister Emerson e Miss Lavish.

Perché era successa una cosa terribile: Mister Beebe, senza consultare Mister Eager, aveva raddoppiato il numero degli invitati.

E, nonostante Miss Bartlett e Miss Lavish avessero passato l'intera mattinata a far piani per decidere chi dovesse sedersi accanto a chi, al momento critico, quando arrivarono le carrozze, persero la testa, e Miss Lavish salì con Lucy nella prima, mentre Miss Bartlett, con George Emerson e Mister Beebe, finì nella seconda.

Fu una grossa delusione, per il povero cappellano, veder così trasformata la sua "partie carrée".

Il tè in una villa del Rinascimento, se mai aveva pensato di organizzarlo, era ormai fuori discussione.

Lucy e Miss Bartlett avevano un certo stile, e Mister Beebe, anche se di poco affidamento, era un uomo di talento.

Ma Mister Eager non aveva nessuna intenzione di permettere l'accesso a una villa a una scrittrice da strapazzo e a un giornalista che aveva assassinato la moglie al cospetto di Dio.

Lucy, elegantemente vestita di bianco, sedeva eretta e nervosa tra quegli ingredienti esplosivi, attenta a Mister Eager, decisa a tenere a bada Miss Lavish e guardinga nei confronti del vecchio Mister Emerson - che per fortuna dormiva, dopo un'abbondante colazione e grazie all'atmosfera sonnolenta della primavera.

Lucy considerava quella gita opera del Destino.

Se non fosse stato per causa sua, sarebbe riuscita a evitare George Emerson.

Il giovane le aveva fatto capire chiaramente che avrebbe desiderato continuare il rapporto di amicizia.

Lei si era rifiutata, non perché George le dispiacesse, ma perché non sapeva cosa fosse successo, e sospettava che lui invece lo sapesse.